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Autore: Diamont Duchess    16/09/2014    0 recensioni
“Lei è una guerriera , Clarice. La nemica è morta , il bambino è salvo. Lei è una guerriera”
Forse il Dr Lecter aveva ragione nell'averle scritto così. Ma ormai che senso poteva avere esser una guerriera senza armi e senza riconoscimenti? ( Capitolo II)
Clarice Starling , Agente dell'FBI, dopo lo strepitoso successo ottenuto con la cattura di Buffalo Bill , viene sollevata dal suo incarico per una disastrosa operazione costata la vita a due agenti del Bureau.
Nel segreto della sua camera , nasconde due lettere del famigerato Hannibal Lecter , il Cannibale pluriomicida evaso dal carcere di Memphis sette anni prima.
Ancora le grida degli agnelli infestano le sue notti tramutando i suoi sogni in incubi terrificanti.
Quando smetteranno di urlare?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarice Starling, Hannibal Lecter
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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III
 

Clarice si era addormentata con la lettera ancora saldamente tra le dita.
Non era riuscita a rimanere sveglia a lungo data la giornata carica di forti emozioni.
La lettera le cadde sul petto durante il sonno, un sonno in verità infestato da incubi e da persone che credeva scomparse dalla sua vita e dalla sua memoria, ma erano sempre lì , pronte a balzare fuori dal suo inconscio per salutarla.
Ecco, nuovamente lo stesso sogno che ripeteva ormai da anni la tormentava.
Era sempre la stessa base, la stessa matrice a spaventarla e a farla sudare freddo : quelle grida inumane che ancora infestavano i suoi sogni, le grida dei poveri agnelli macellati nel ranch nel Montana , alla famiglia alla quale era stata data in affidamento dopo la morte di suo padre.
Sempre le stesse grida che da anni non la lasciavano mai in pace.
Grida che le penetravano il cervello e i timpani e distruggevano la pace che si era creata nel giorno.
Ogni volta che era tesa per qualcosa o qualcuno, ogni volta che qualcosa non andava come doveva o secondo i suoi piani, ecco gli agnelli e le loro infernali grida comparire nei sogni che si mutavano in incubi.
Clarice non resistette un minuto di più a quella tortura irrazionale e sbarrò gli occhi svegliandosi di soprassalto. Il suo pigiama era intriso di sudore come del resto lo era la sua fronte. Si sentiva accaldata e sapeva di avere il respiro corto. Si portò entrambe le mani al petto percependo i battiti accelerati del suo cuore.
Niente era cambiato in così tanti anni, assolutamente niente. I sogni erano sempre gli stessi, un cliché tristemente famoso per lei.
Scosse il capo cercando di posare l’attenzione su altro e vide la lettere inviata qualche giorno prima dal Dr Lecter adagiata fra le coperte.
Realizzò che si doveva esser addormentata con quella tra le mani e un brivido attraversò le sue membra ancora intorpidite dal sonno e dal brusco risveglio.
Le parve, per un istante, di aver riposato con quel Cannibale avendo stretto la sua lettera durante il sonno, ma subito accantonò quel pensiero raccogliendola fra le mani sudate.
Aveva ricevuto questa lettera qualche giorno fa, naturalmente nessun indizio sulla busta poteva far risalire al luogo da dove era stata spedita, nessuna impronta digitale, niente che potesse alzare sospetti sulla nuova dimora del Dr Hannibal Lecter, evaso da Memphis 7 anni fa lasciandosi sul tragitto i cadaveri di sei persone, due poliziotti addetti alla sua sorveglianza, due infermieri che lo trasportavano per errore credendolo un poliziotto ferito e in fin di vita e in ultimo una ricca persona la quale non si limitò a perdere la vita, ma anche l’identità presa in prestito da Lecter e svariate carte di credito con le quali era riuscito a scappare chissà dove.
Una lettera strana, non la prima che Clarice avesse ricevuto, ma la prima dopo così tanti anni, ma ancora era fresco nella sua memoria quel losco individuo dagli occhi sanguigni , dai denti perfettamente bianchi e dalla mente diabolica e geniale.
Avvicinò la lettera al naso.
Profumava di qualche essenza strana, costosa sicuramente, ma piacevolissima per l’olfatto.
Sembrava quasi che il Dottor Lecter avesse volutamente cosparso del profumo sulla lettera per stimolare la curiosità di Clarice, ma non era tanto il profumo ad interessarla quanto il suo contenuto.
Nuovamente era tornato a parlare della sua famiglia e di suo padre, una figura fondamentale per Clarice, ma in un modo che l’aveva sconvolta e ancora la sconvolgeva rileggendo le poche righe.
L’occasione per scriverle, a dir del Dottore, era nata dal suo recente insuccesso nel caso Evelda .
Non mancavano nella lettera i soliti misteri ed indovinelli ai quali lei si era abituata al Manicomio di Baltimora, ma questi erano diversi, ma Clarice non sapeva in che cosa consistesse la loro diversità.
Girò più volte la lettera e la rilesse più volte sperando di trovarci qualcosa di nuovo.
Niente …
Eppure quel finale adesso le sembrava così attuale , come se il Dottore si fosse divertito a spiarla nel cuore della notte e a scriverle all’alba quella lettera per fargliela trovare al mattino sulla porta.
Il Dr Lecter la conosceva e sapeva bene quali fantasmi si nascondevano nella sua mente.
“ Ps : Sa , lei mi deve ancora alcune informazioni. Mi dica se continua a svegliarsi perché senta gli agnelli” così il Dottor Lecter chiudeva la sua lettera.
Clarice guardò istintivamente verso la finestra . Era ancora buio fuori , ma poteva ben distinguere i contorni della sua Mustang parcheggiata nel vialetto .
Aguzzò la vista quasi avesse paura che il Dr Lecter fosse lì, dietro la sua finestra, a spiarla.
Sbuffò e si diede nella testa della stupida per quei pensieri.
Impossibile come ipotesi, eppure il finale di quella lettera calzava alla perfezione con ciò che stava vivendo in quel momento.
Del resto non si era svegliata per quelle grida sovrumane? Il Dr Lecter aveva ragione , ma di certo Clarice non avrebbe scritto niente di niente al Dottore, per quanto , da vero gentiluomo, quest’ultimo si fosse prodigato nell’inserire, nella lettera, un metodo ingegnoso per iniziare una corrispondenza con lei.
Ripiegò la lettera e la ripose nel cassetto che era rimasto aperto.
Fece attenzione e ripose quella lettera in fondo , tra varie cianfrusaglie , in modo che nessuno l’avrebbe vista per sbaglio e richiuse il cassetto, per poi stendersi nuovamente sul letto.
Le mani ancora profumavano di quella strana essenza presente sulla lettera.
Clarice si porto prima una mano , poi l’altra, vicino al naso ed odorò a lungo quel profumo.
Non era nuovo, doveva averlo sentito da qualche parte.
Ma dove?
Cercò di fare mente locale , ma niente riuscì a convincerla.
“Lei usa la crema per la pelle Evian, e a volte si mette l’Air du Temps, ma non oggi”.
Quella frase le balenò in mente, una frase detta sette anni prima dal Dr Lecter al Maniconio di Baltimora, in occasione del loro primo incontro.
Respirò ancora più a fondo il profumo impregnato sulla pelle delle sue mani e si accorse di come quel profumo era terribilmente somigliante a L’Air du Temps che non metteva da tempo.
Ormai quel profumo non era più in vendita e trovarlo sarebbe stato un miracolo!
Come aveva fatto il Dr Lecter ad averne un campione e a spruzzarlo sulla lettera?
Strinse i pugni cercando di calmare i troppi pensieri che le correvano su e giù per la testa come se fossero tanti ottovolanti destinati prima o poi a scontrarsi.
Non aveva fatto parola con nessuno di questa lettera, nemmeno con i suoi superiori, come nemmeno la prima lettera che le aveva mandato sette anni fa dopo la sua fuga.
Del resto né in questa né nella prima vi erano minacce che avrebbero potuto farla preoccupare tanto da mettere in allerta il Bureau , ma non vi era nemmeno un contenuto tale da renderle pubbliche.
Era quasi gelosa di quelle lettere che parlavano di lei .
Non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi , non per via di Lecter che considerava un pazzo geniale che doveva stare dietro le sbarre , ma per via degli aspetti privati contenuti.
Avrebbe avvertito l’FBI solo in caso di necessità.
Del resto l’avevano sbattuta fuori no?
Però tenere all’oscuro il Bureau equivaleva a tradire quel giuramento fatto.
Clarice si morse le labbra per la tensione che la dilaniava, questa era la seconda volta che si trovava in una situazione simile.
Avrebbe svolto delle ricerche e solo a cose fatte avrebbe mostrato i risultati, seppur parziali , all’FBI .
Almeno avrebbero avuto l’occasione di riprenderla proprio per le ricerche svolte su un caso da tempo archiviato , ma mai risolto!
L’Air du Temps… Era fuori commercio da anni, come se l’era procurato?
 

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