- Ciao tesoro, sono io. Volevo avvisarti che stasera cena soli tu ed io. Niente mamma e papà, niente Connie, niente fastidi.
- Ah, ciao caro. Come niente mamma è papà, perché?
- Sono partiti per un impegno improvviso, ti spiegherò, cena di gruppo rimandata alla prossima settimana. Ti dispiace?
- No, certo si, cioè non vorrei che fraintendessi. Avevo piacere di stare un po’ tutti insieme. Certo quella Connie…Mi fa piacere stare con te, non puoi immaginare quanto.
- Dove sei? Quanto ti manca ad arrivare?
- Tom è fermo in Fleet Street da mezz’ora, c’è un traffico che non puoi immaginare, ti raggiungo il prima possibile. Ho un tacco rotto Ben, si è agganciato ad un tombino, ho tirato e si è spezzato. Pensavo di fingermi una pseudo intellettuale come faceva Marilyn Monroe, avevo pensato di fingermi Zelda Zonk e parlare di filosofia per apparire più interessante e togliere l’attenzione da quello schifo di tacco. Ti accontenterai comunque di una ragazza zoppa, non è vero?
- Certo amore, certo. Ti sto aspettando, anche se lo ammetto, sto ridendo da solo davanti alla porta della cucina. Non puoi immaginare. Sembro un disadattato.
- Eh va bè. L’aria ce l’hai.
- Però sei stronza..
- A dopo, bacini.
Un attico.
Io e Benedict Cumberbatch.