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Autore: wholocked    16/09/2014    4 recensioni
Hannibal e Will fanno una visita ai loro colleghi al 221B di Baker Street ma ben presto Sherlock e Hannibal iniziano una comica lite su chi abbia il palazzo mentale migliore.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cena A “Palazzo”

 
La serata stava procedendo alquanto bene finché il grande detective non decise di aprire bocca e interrompere John che raccontava come l’inseparabile duo avesse risolto il Misterioso Caso Della Mela Avvelenata. John stava per concludere quando Sherlock iniziò a vantarsi delle sue grandi capacità per stupire gli altri commensali.
«E fu facile per me intuire come la vendicativa Marilyn abbia avvelenato il cibo della giovane Katie. Ovviamente Marilyn, gelosa dei successi in ambito amoroso e lavorativo della sua ex compagna di liceo, sfruttando le sue conoscenze in ambito di chimica, è riuscita ad avvelenare la zuppa di Katie e, appena morse la mela, gli effetti del composto chimico fecero effetto e boom, morta.»

Sherlock fece una smorfietta compiaciuta e prese un sorso di vino dal suo bicchiere. John sembrava leggermente confuso e un pochino irritato. Non aveva mai sopportato quando Sherlock lo interrompeva, gli faceva venir voglia di tirargli un pugno ma si limitò a schiarirsi la gola e cambiare argomento.
«Allora, Will» sospirò con un sorriso «credo che ti senta a casa con tutto questo parlare di crimini»
Will Graham sorrise e fece un cenno affermativo a John mentre masticava un boccone. Lanciò uno sguardo a Sherlock.
«Oh, beh, Mr. Holmes lei non si stanca mai del suo lavoro» aggiunse con ammirazione Will «Deve sapere che io la ammiro molto…»
«Will, io sono solo Sherlock, mio fratello è Mr. Holmes, ti prego chiamami Sherlock» lo interruppe lui cordialmente. Will annuì e continuò a parlare.
«Certamente, Sherlock. In ogni caso, ammiro molto il tuo metodo di investigazione ma come fai ad analizzare tutti quegli indizi sul momento, senza bisogno di archivi o roba del genere?»
L’investigatore privato fece un ghigno e abbassò lo sguardo per poi posarlo di nuovo su Will.
«Semplice, io ho un palazzo mentale» disse con sufficienza.
Will guardò John con un’ aria perplessa aspettandosi una spiegazione.
Tutto qui? Pensò.
John esitò per un istante, poi iniziò gentilmente a parafrasare le parole dell’amico.
«Sì, un palazzo mentale è un luogo, un archivio, come dici tu, che Sherlock ha in mente. Come un posto reale con luoghi e informazioni contenuti tutti nella sua testa, segreto svelato»
A quelle parole il dottor Lecter fece una risatina insolente.
«Qualche problema, dottor Lecter?» chiese Sherlock leggermente scocciato.
«Assolutamente nulla…» disse allora Hannibal con un’ irritante aria d’arroganza e un pizzico di scherno «Oh, e chiamami Hannibal, siamo ancora fermi sulle formalità?» Ridacchiò.
Il dottor Lecter non era mai stato particolarmente simpatico a Sherlock, in un certo senso, non lo sopportava  quasi per niente ma l’aveva conosciuto durante un’indagine negli Stati Uniti, una breve collaborazione con l’FBI durante la quale conobbe sia il dottor Lecter, sia Will Graham, così, siccome i due erano a Londra e Hannibal “moriva dalla voglia di incontrarlo”, si vide costretto a dover sopportare la sua pesante presenza per una cena. Erano questi i momenti in cui rimpiangeva l’isolamento e la quasi totale mancanza di relazioni interpersonali prima dell’arrivo di John nella sua vita.
«… ma credevo che tu non fossi talmente intelligente da poterti permettere un palazzo mentale. Io invece ho un castello.» aggiunse Hannibal.
John spalancò gli occhi, sbalordito, vide Sherlock che alzava lo sguardo e con aria di sfida fissava il dottor Lecter.
«Per l’amor di Dio» disse John a bassa voce.

Sherlock sfoggiò un sorrisetto insolente e rispose al dottor Lecter.
«Beh, senza di me non credo che sareste riusciti a risolvere nessun caso, o mi sbaglio?»
«Oh, su questo hai ragione…» ammise Hannibal; Sherlock alzò un sopracciglio «… ma il mio castello mentale è molto meglio del tuo»
Oh, questo non doveva dirlo. Pensò John mentre alzando le spalle faceva capire a Will che era desolato. Will gli rispose alzando anche lui le spalle con uno sguardo leggermente imbarazzato come per dire che anche Hannibal stava esagerando.
Intanto i due continuavano a guardarsi con aria di sfida, Sherlock sembrava infastidito, invece Hannibal aveva un’aria quasi divertita con le labbra strette in una sottile linea curva e le sopracciglia alzate.

«Ehm, complimenti al cuoco!» disse Will cercando di cambiare argomento.
«Oh, ma grazie!» disse John appoggiando Will «Avanti, Sherlock, fa’ l’educato, d’altronde anche tu hai cucinato»
«Sì, sì, hai ragione, certo» li liquidò Sherlock distrattamente intento a scrutare il dottor Lecter con uno sguardo indagatore.
«Qualcuno vuole il dessert?» chiese John cercando ancora una volta di alleggerire l’atmosfera tesa della situazione.
«Oh, sì, perfetto! Vero Hannibal?» anche Will cercò di attenuare la tensione ma nulla accadde.
Lo psichiatra si limitò a fare uno «Hm» senza prestare troppa attenzione alla conversazione.

«Ti aiuto a portare i dessert» disse Will imbarazzato.
I due si diressero in cucina scambiandosi strane occhiate.
Pochi secondi dopo Sherlock decise di “attaccare” e lanciò una frecciatina al dottor Lecter.
«Ho sentito che sei un ottimo cuoco, allora ecco ciò che tieni nel tuo fantastico castello mentale, ricette di cucina? Hm, che spreco di potenziale» Sghignazzò con un accenno di crudo sarcasmo. Hannibal parve leggermente indignato, poi decise di controbattere.
«Io almeno nel mio castello ho abbastanza “spazio” per contenere battute migliori»
Sherlock accennò una risata di superiorità.
John e Will furono di ritorno dalla cucina, posarono i dessert sulla tavola e si sistemarono di nuovo ai loro posti.
«Ottima torta» commentò genuinamente Will.
«Oh, questo è tutto merito di Sherlock, è un fantastico pasticcere!» rispose John cercando di tirare l’amico nella conversazione e distrarlo da Hannibal.
«Oh, grazie mille…» commentò Sherlock guardando verso Will «… e mi sono assicurato di mettere del veleno nella porzione del dottor Lecter» aggiunse con un sorrisetto da angelo.
Hannibal soffocò una risata prendendo un’ altra forchettata dall’invitante fetta di torta.
«Allora il “grande investigatore privato” ha una passione per i dolci, ecco cosa si nasconde nei meandri del tuo palazzo mentale.» rise «Sherlock Holmes: passione pasticcere»
John e Will trattennero a stento una risata mentre Sherlock faceva un respiro profondo e gustava il suo piccolo capolavoro culinario.

La serata giungeva ad una conclusione, i padroni di casa accompagnarono gli ospiti alla porta.
«È stato un grande piacere» disse John stringendo la mano a Will e al dottor Lecter.
«Magnifica serata» commentò quest’ultimo volgendo uno sguardo a Sherlock che, dopo aver salutato Will Graham calorosamente, gli strinse la mano con forza, guardandolo negli occhi, non parlò, si limitò ad atteggiarsi superiore.

La porta si chiuse alle loro spalle, Sherlock rivolse uno sguardo scocciato a John.
«Ma chi si crede di essere quello lì!?» sbottò all’istante l’investigatore.
John gli rispose con una sonora risata.
«Pensavo stessi esagerando quando dicevi che era così irritante»
Sherlock alzò le braccia come per dire “te l’avevo detto io” mentre l’amico continuava a ridacchiare.

***

Finale alternativo:
Scendendo le scale il dottor Lecter iniziò ad avvertire una strana sensazione che gli disturbava lo stomaco.
Essa durò per tutta la notte e per la maggior parte della mattina seguente. Hannibal aveva già capito cosa era successo, Sherlock non stava scherzando quando parlava di veleno nella torta.
Fortunatamente il detective si era limitato ad inserire la giusta quantità di agenti chimici necessari a fargli solo passare una notte insonne e una giornata seduto sulla toilette.
Niente dose fatale... Per questa volta.



***

Note dell'autore:
Eccomi qui con un'altra storia! Spero vi piaccia, non dimenticatevi di lasciare una recenzioncina, anche solo per dirmi che sono pazza.
Goodbye. x
Astrid.
  
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