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Autore: kia_pink90    17/09/2014    0 recensioni
Dal testo: "Stanotte Gus si è sentito male.
Erano le 3 quando il telefono di casa ha squillato.
Sento mia madre rispondere e poi trattenere il fiato. Borbotta qualcosa, ma non riesco a capire del tutto.
Stento a trattenere le lacrime. Ma non voglio piangere. Non voglio pensare una vita senza di lui."
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stanotte Gus si è sentito male.
Erano le 3 quando il telefono di casa ha squillato.
Sento mia madre rispondere e poi trattenere il fiato. Borbotta qualcosa, ma non riesco a capire del tutto.
Stento a trattenere le lacrime. Ma non voglio piangere. Non voglio pensare una vita senza di lui.
Alzo lo sguardo dal mio copriletto e vedo mia madre. I suoi occhi sono afflitti. Il colore è quasi svanito dalla sua pelle.
“Mamma, chi era?”
“Era la madre di Gus. Lui è… non si è sentito bene. Ha avuto una crisi.”
“Ma ora? ora dov’è? Sta bene? Mamma, rispondimi!” dico, quasi urlando.
Ma lei non riesce a trattenersi e mentre mi risponde scoppia a piangere.
“È in ospedale. Devono operarlo. Ma non so se…”
“NO! No, non dirlo neanche.”
Veloce come un fulmine, mi svesto del pigiama, sibilando che voglio andare a tutti i costi in quello stramaledetto ospedale. Lei non replica. Sento solo che torna in camera sua. Dopo neanche 5 minuti sono pronta per andare e così mia madre.
Mi sembra di non arrivare più e intanto prego che possa rimanere con me, ancora un po’. Sarò egoista? Beh, chi se ne frega.  Non mi importa.
Finalmente arriviamo e ci precipitiamo alla sala d’attesa, con le infermiere che ci urlano contro e che mia madre riesce a rabbonire.
Non ho tempo per le spiegazioni.
Oggi no.
Gus, non te ne andare. Non ancora. Ti prego, resta con me. Se un Dio esiste, forse capirà la mia richiesta. Dio, non portarmelo via.
Vedo, finalmente la madre di Gus venirmi incontro.
“Oh, Hazel. Piccola mia. Tesoro.”
“Dov’è lui? Come sta? Che è successo?”
“Shh, shh, calmati cara – dice lei, invitando me e mia madre a sedere con lei e suo marito – Lui ora è in sala operatoria. I medici hanno detto che non sanno cosa riusciranno a fare, ma proveranno a tenerlo…a tenerlo..”
Ma non riesce a finire la frase, perché scoppia a piangere.
Non ce la faccio. Basta lacrime. Non ne posso più.
Prendo una rivista e la fiondo al muro, come se in qualche modo potesse anche solo scalfirlo.
“Hazel!”
“Che c’è?! EH?! Cazzo! Non bastava avere una malattia di merda! No, mi dovevano portare via anche una delle persone a cui tengo di più al mondo?!”
Urlo. E la mia voce non sembra neanche mia. Non ho mai urlato così forte. Da dove esce tutto quel fiato? Non ho il tempo di potermi dare una risposta, perché subito dopo mi affloscio a terra, respirando affannosamente.
Sento tutto ovattato intorno a me. Mia madre, quella di Gus che gridano il mio nome e chiamano aiuto.
Ma che aiuto ci vuole, oramai?
Tanto, per me e Gus non restano che pochi attimi da poter vivere insieme. Cosa importa se muoio adesso, domani o fra una settimana?
Basta, voglio lasciarmi andare.
L’unico dispiacere è quello di non aver potuto dire a Gus che lo amo.
Certo, gliel’ho già detto, ma da quando stiamo insieme, mi pare di non averglielo detto abbastanza volte. Ma credo che lui sappia. Sì, probabilmente lui sa.
Ti amo, Gus.
*   *   *
Mi sento avvolta da uno strano calore. È possibile che sia già in paradiso?
Cos’è questo suono?
Voglio…voglio aprire gli occhi, ma mi sembrano così pesanti.
Sospiro.
Dapprima vedo tutto offuscato, poi le figure iniziano ad avere più regolarità. La luce è soffusa, ma non sono le lampade a provocare questa intensità.
“Oh, Hazel. Tesoro mio, stai bene?”
Mamma.
Riesco a emettere qualche debole suono gutturale. Ho la gola secca. Le labbra sono asciutte. E ho una gran sete. Oh, quanto vorrei del tè freddo.
Mi tocco la gola con fare esitante e mia madre capisce al volo. Come al solito è già pronta per ‘soccorrermi’.
Dopo essermi dissetata (giuro che un’acqua così buona non l’ho mai bevuta), chiedo a mia mamma, bisbigliando, cosa fosse successo.
Lei mi sorride debolmente e mi fa una carezza sui capelli.
“Sei forte, piccola mia. Hai la forza di un leone. Non ti ho mai sentito urlare così, prima d’ora. e credimi, è tutto dire. I medici hanno detto che lo sforzo ti ha fatto perdere conoscenza. Si sono raccomandati di non fare più una cosa del genere.”
Riesco a fare un sorriso.
“Che ore sono?”
“Le cinque. Guarda fuori dalla finestra. Sta albeggiando.”
Mi giro verso sinistra e ammiro uno degli spettacoli più belli della natura. Il cielo è color porpora e rosa e non ci sono tracce di nuvole.
Vorrei che Gus fosse qui per vederle insieme a me.
Mi giro di nuovo per chiedere alla mamma che ne è di Gus, ma non fa in tempo ad aprir bocca che si sente bussare.
È la signora Waters.
I suoi occhi sono stanchi, il viso è pallido. E quando la vedo, mi metto a sedere di scatto.
“Signora Waters, è successo qualcosa? Augustus sta bene?”
Prima di rispondermi, tra un profondo respiro.
“I medici dicono che è stabile. Ora sta riposando. Forse tra un po’ si sveglia.”
“Mamma, voglio andare da lui. Voglio andare a trovarlo.”
Faccio per scendere dal letto, ma il capogiro mi prende prima che riesca a mettere i piedi a terra.
“Oh…mi gira tutto.”
“Hazel, riposati. Probabilmente hai fame. Ieri sera non hai toccato cibo, tesoro.”
Il gorgoglio proveniente dal mio stomaco conferma ciò che ha appena detto. Troppo saggia, lei.
Mi danno una tazza di corn flakes e latte e una spremuta d’arancia.
Dopo, però, ho voglia di camminare. Ne ho bisogno. E vengo aiutata da un’infermiera che non fa altro che chiacchierare. È simpatica, tutto sommato. Si chiama Eveline. Mi piace.
Verso le 11, Gus si sveglia e lo vado a trovare.
“Ciao, Hazel Grace” mi dice, con il suo sorriso sereno.
“Ciao, Gus. Ma che mi combini?”
“Ma niente di che. Una piccola crisi. Che vuoi che sia?”
Mi prende la mano con dolcezza e io, con la stessa dolcezza, gliela stringo.
“Non fare mai più una cosa del genere, Augustus Waters. Okay?”
Ride. Adoro la sua risata.
“Okay, Hazel Grace.”
*   *   *
Chiacchieriamo per un tempo che sembra infinito, quando entra la signora Waters con il medico di Gus.
“Ciao, Gus. Come ti senti?”
“Disteso su un letto e con una ragazza molto sexy al mio fianco, dottore.”
Inutile dire che mi vorrei sotterrare, mentre sorrido sotto i baffi. Anche il dottore e la madre di Gus ridacchiano.
“Bene, sono contento che ti senta così, perché ho una notizia per te. Forse una bella notizia.”
  
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