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Autore: kannuki    19/01/2005    4 recensioni
Due mondi sotto un'unica egemonia. La Terra, devastata da terremoti e la Luna, colonizzata e trasformata in un'immensa prigione, obbediscono alle leggi dure imposte dai governatori della Dawn. Amora deve recarsi al più presto sulla stazione abitante e deve farlo in fretta, ma ha bisogno di un 'passaggio'... Spero di non fare una schifezza, mai scritto un racconto di fantascienza prima. Commenti e critiche: tutti ben accetti!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Pianeta 2, alloggi privati di Eric Cage

Terra

Kennedy Avenue

Appartamento 2B, ottavo piano

Ore 09:00 a.m.

 

Amora si svegliò felice e riposata. Aveva dovuto litigare con Harlan per l’uso del divano, ma alla fine l’aveva spuntata lei, ricordandogli il disastro nel bagno.

Si stiracchiò più volte e guardò fuori della finestra, assaporando la sensazione del sole pallido sul viso. Quella zona era temperata e si stava una meraviglia. Vide il micetto del giorno prima e lo salutò con occhio socchiuso “gatto ignorante e scontroso” mormorò quando cercò di graffiarla.

Restò un attimo soprappensiero...anche lei faceva così col pilota: lui era gentile e lei lo ricambiava in quel modo disgustoso. Aveva anche combinato un guaio con la sua amica rossa. Doveva essere molto simpatica…magari potevano diventare amiche.

Grande invenzione la macchinetta del caffè! Pensò mentre il liquido si riversava nelle tazze, già zuccherato.

Picchiò alla porta della stanza ma non giunse risposta.

Bagno.

La discreta bussata interruppe il chiacchiericcio sommesso che proveniva da dentro.

Altra abitudine di Harlan: era da pazzi, ma parlava spesso da solo, quando aveva un problema o un dubbio che lo affliggeva.

In quel momento, guardandosi allo specchio infranto, non potè fare a meno di chiedersi se non si stesse cacciando in un guaio enorme.

Spense il rasoio elettrico, restando a fissarsi nel frammento più grande…come diavolo faccio a portarla lassù? Lei non sa…

Il discreto bussare lo distrasse. Aprì la porta ritrovandosi una tazza di caffè in mano.

“Grazie!” esclamò sorpreso guardandola sorridere. Fico avere una ragazza che ti prepara la colazione!

“Prego, sono una brava ospite” mormorò bevendo con piacere il liquido scuro e caldo. “Si sta benissimo qui…nessuno che ti disturba e poi il clima è fantastico”

Si stiracchiò felice mentre Harlan la osservava...adesso è normale, quanto durerà? La vide arrossire dopo avergli lanciato un’occhiata. Ops!

Con un movimento veloce si allacciò due bottoni della camicia. Amora tornò a guardarlo dopo un po’ a disagio “devo scusarmi con te!” gli disse indicando lo specchio in frantumi con un broncetto che gli torturò tutti i sensi.

“Vedremo”le disse osservandola muoversi sulle gambe un pò nervosa. “hai dormito bene?”

Mh mh!” affermò annuendo. La sua attenzione fu attratta da un barluginìo metallico.

Un’ innata curiosità che la portava sempre a ficcare il naso dove non doveva, la attirò verso Harlan che la fissò interrogativo.

Gli toccò la camicia leggermente, sentendo qualcosa sotto le dita.

“Hai trovato un altro piercing”

Ma quanti ne hai?” gli domandò incuriosita.

“Sono finiti” affermò nervoso…ragazza, via…prima che decida di saltarti addosso, ora che sei normale. Ma quale era la sua vera natura? Che dubbio!

“Posso vederlo?”

E fu così che lo ritrovarono strangolato nel bagno! Pensò Harlan sentendosi eccitato.

 

Con delicatezza che lo mandò in fibrillazione, gli aprì la camicia osservando il piercing sul capezzolo “ma quanto ha fatto male?” gli domandò toccandolo con un dito.

Quello parecchio” mormorò con voce roca.

E perché l’hai fatto?” gli chiese per farlo parlare…le piaceva quel tono così basso.

Perché quando sei giovane e stupido e hai un’amica bastarda…”

La sua voce si affievolì del tutto mentre Amora lo abbracciava e gli posava il viso sul torace nudo.

Restò letteralmente senza parole. Il silenzio calò pesantemente. Un profumo delicato si mescolava a quello del caffè e del dopobarba che giaceva abbandonato sul lavabo.

“Sento il tuo cuore che batte” gli disse sorridendo e appoggiandosi meglio addosso a lui.

Si, eh? E l’infarto che mi sta prendendo non lo calcoliamo, eh?! Pensò agitato non sapendo dove posare le mani, se addosso a lei o dietro di sé.

“Adesso batte più forte...”mormorò a bassa voce muovendo il viso. Aprì un occhio, sentendo qualcosa di strano sotto le dita.. una cicatrice. Si spostò a guardarla con la fronte aggrottata.

Era lunga e netta e correva per buona parte dello sterno.

Un trapianto di cuore?

Alzò lo sguardo verso il pilota che se ne stava immobile. La indicò con aria pensosa “ti hanno operato?”

Harlan si riscosse dal torpore in cui era caduto e la guardò “eh...si” rispose in fretta, allacciandosi la camicia.

Riprese il suo lavoro cercando di calmare l’eccitazione che sentiva dentro di sé.

Si guardò allo specchio: la barba se l’era fatta...idiota!

Posò il rasoio elettrico e la vide intenta a fissarlo “che c’è?”

Amora inclinò la testa da un lato, con aria seria “che ti è successo?” gli domandò appoggiandosi allo stipite della porta.

“Sono da rottamare” le disse sorridendo appena. La ragazza restò impassibile. “Sii serio”gli ordinò incrociando le braccia e aspettando.

La timidezza e la gentilezza che dimostrava sempre, erano scomparse dal suo volto. Sembrava un medico, con quell’aria professionale.

Oddio! Personalità multipla! Pensò Harlan sorpassandola con timore e dirigendosi nella sua camera.

Gli andò dietro, sedendosi sul suo letto a gambe incrociate e fissandolo intensamente.

L’uomo sbuffò “Vabbene! La notte di fuoco con la spogliarellista è stata eccessiva!”esclamò allargando le braccia e trattenendo una risata.

Amora continuava ad osservarlo con aria seria.

Harlan grugnì sospirando “avevo un difetto congenito al cuore, ho avuto un blocco cardiaco a 23 anni e mi hanno operato. Non so di chi sia sto robo qua dentro, ma lo ringrazio dal profondo del cuore ogni giorno!” ridacchiò per la stupidaggine che aveva detto ma si adombrò mentre la guardava “c’è un problema…per il tuo trasferimento sulla Dawn, a questo proposito”     

Si sedette accanto a lei, guardando la parete coperta da un poster  “devi trovarti un altro pilota…io non ti posso portare” mormorò depresso.

“Spogliati!”

L’ordine secco lo fece voltare stupito. L’espressione della ragazza era cambiata. Lo stava osservando con una bramosia negli occhi che lo ammutolì.

Sei sordo? Ti ho detto di spogliarti!”  sbottò arrabbiata gattonando sul letto lentamente. Voglio vedere se anche tutto il resto...è adeguato” sussurrò leccandosi le labbra. Harlan stentava a credere alle sue orecchie.

Visto che non si decideva a collaborare, lo sdraiò violentemente sul letto e gli si mise a cavalcioni sopra, accarezzandolo con mani vogliose “si...si...sei proprio un bell’esemplare da monta..” Mormorò abbassandosi a leccargli il piercing.

Che cazzo sta succedendo?! Urlava dentro di se il pilota. Quella pazza lo voleva stuprare?!

Però è brava...pensò guardando la sua lingua che tormentava il capezzolo.

“Posso dire la mia al riguardo?” mormorò un po’ impaurito: con quella c’era da ritrovarsi sgozzati da un momento all’altro!

“No!”

La secca risposta lo fece finalmente imbestialire.

Si mosse sotto di lei con forza e con un rapido colpo di reni la sdraiò sul letto “ e io la dico lo stesso..”sibilò nero.

La ragazza sorrise sorniona. Sotto le sue dita, Harlan poteva sentire l‘assenza di qualsiasi traccia di tensione: quella non stava aspettando altro!

Approfittane, imbecille! Pensò restando a guardarla e tenendole i polsi bloccati in una morsa.

Amora sbatté gli occhi più volte “che...fai?” mormorò con voce timida, arrossendo all’improvviso.

Ecco perché non lo faccio!

Il pilota la lasciò andare con una smorfia nervosa. Si sollevò dal letto sul quale era inginocchiato e si riallacciò la camicia.

“L’ho fatto di nuovo?” domandò la ragazza con occhi sgranati.

“Si...più o meno..” Mormorò con voce alterata. Si spostò lontano da lei e la guardò...se la doveva togliere di torno al più presto, quella pazza furiosa!

Si schiarì la voce prima di riprendere il discorso interrotto “stavo dicendo: non posso trasportarti sulla stazione, di conseguenza avvertirò un mio amico in grado di farlo.

Usò di proposito un tono freddo. Amora lo stava guardando con quei due occhioni da cerbiatta che lo rimescolavano dentro e la sensazione della sua bocca addosso era decisamente pesante da sopportare!

Perché no?!” la voce stupita e amareggiata della ragazza lo fece voltare sorpreso.

“Perché...le astronavi che della Tratta 5, cioè Terra - Stazione, usano una velocità maggiore rispetto alla Klondike e...non riesco a sopportarla” le disse indicandosi il petto.

“Non puoi portarmi su con la Klondike?” gli domandò dispiaciuta.

“Non abbiamo l’autorizzazione! Siamo piloti di classe X, non J. Quelli hanno una bella tutina nera e oro da far invidia ad un generale dell’esercito!” le disse ridendo.

Il viso imbronciato della ragazza lo fece intenerire “su...ho un amico che mi deve un favore. Chiederò a Julius o a Penelope” le disse incoraggiante.

Amora si rilassò sui cuscini “grazie..” Mormorò prendendogli la mano e tirandola un po’ “Penelope è la tua amica carina? Non dovevi uscirci?”

“Dire che Penny è carina è eccessivo. Isterica e permalosa suona decisamente meglio!” bofonchiò fra se. “Comunque la devo chiamare prima, a Penelope non piacciono le sorprese” le disse alzandosi e stiracchiandosi. “non ti dispiace restare da sola per un po’?”

La ragazza scosse la testa più volte ”penso che andrò a farmi un giro, ho voglia di vedere la città”

Harlan la guardò uscire dalla sua stanza silenziosamente. Gettò un’occhiata al videofono e spinse un tasto.

 

Jasmine Avenue

 

“Sveglia principessa, hai una chiamata!”

La voce profonda dell’interfaccia di Chris Noth la fece mugolare “chi è ?” biascicò con la testa pesante, guardando l’immagine olografica di quell’attore che aveva trovato nei vecchi archivi videografici della CNN e che le era piaciuto subito un sacco.

Il computer fece girare il sigaro nella bocca e si chinò a sorriderle “un uomo…potrebbe essere la tua occasione fortunata”

“Mmhhh…bastardo computer, si vede che ti ha programmato Harlan ” commentò la ragazza cacciandolo via con un gesto. La mano passò attraverso il  fascio di luce facendo svappare l’immagine dell’attore in completo scuro.

“Chi sei?” mugolò nel telefono senza accendere il video.

“Ti ho chiamato tutta la notte! Dov’eri svergognata?!”esclamò rapidamente Harlan nel telefono facendole prendere un infarto.

“Mamma!” gridò Penny saltando sul letto. Una profonda risata la fece imprecare “va a quel paese cretino!”  borbottò tirandosi a sedere con molta difficoltà.

Il pilota sorrise sentendo il solito tono scocciato della ragazza “senti, vorrei farmi perdonare…ti andrebbe un icegloo formato maxi?”

Penny sbattè gli occhi guardando lo specchio “pensavo fossi impegnato..” Gli disse ironica, fremendo per attaccargli il telefono in faccia.

“C’è una cosa di cui vorrei discutere con te..”mormorò a voce bassa guardando Amora che si vestiva “mi sono messo in un bel guaio”

La ragazza sbattè gli occhi cercando di schiarirsi la testa “ho capito...hai rotto il minilaserdisc di Leroy e ora non sai come uscirne” esclamò alzandosi mentre il computer che le parlava con la voce di Harlan la seguiva nel bagno.

“No, riguarda...senti vengo da te” borbottò attaccando senza darle il tempo di rispondere.

Penny sollevò le spalle infastidita, sotto la doccia che scrosciava e le cancellava il sonno dal viso. Spalancò gli occhi rendendosi conto in che stato fosse la casa e si affrettò ad asciugarsi. Accidenti, doveva togliere tutta la biancheria intima sparsa in giro! E cambiare quell’ologramma!

“Amore, vatti a fare un giro e chiama il PescePalla !” esclamò ad alta voce mentre raccoglieva  i vestiti sparsi e gli avanzi della cena della sera prima.

Casa sua era sempre stata un disastro ma Harlan non ci aveva mai fatto caso. Ora, il solo pensiero che prendesse in mano un suo vestito…non sapeva perché, ma le era insopportabile!

Come il fatto che scoprisse la sua interfaccia…al diavolo, lui la considerava ancora la bambina con la quale giocava da piccolo, ma lei era una donna e aveva certe necessità! 

Guardò il calendario di Marlo, l’ultimo modello di grido che faceva stampare la sua immagine ovunque e sospirò…ma chi se ne importa!

Un’enorme pesce palla azzurro e boccheggiante, svoltò l’angolo della camera e la fissò senza parole. Penny scoppiò a ridere. “Ahh..ma quanto sono stupida! Chris, torna… senza di te mi sento persa!” esclamò appallottolando un paio di slip e ficcandoli nella piega del divano. Che vedesse pure quanto era cambiata!

 

Spazioporto

Stazione di imbarco

 

Il cacciatore lasciò cadere a terra il corpo della guardia. Il collo era stato girato in una posizione innaturale. Roteò il computer verso di sé, scorrendo la lista dei carghi.

Klondike.

La freccia del mouse si mosse sulla finestrella laterale.

Strinse gli occhi e annotò mentalmente gli indirizzi dei due piloti.

Sorrise soddisfatto, cancellando velocemente le tracce del suo passaggio.

 

 

  
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