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Autore: I m a witch    18/09/2014    7 recensioni
"Era una femmina.
Una dolce bambina dai grandi occhi dorati, capelli neri e orecchie canine altrettanto corvine. Il naso era il suo, la bocca di Kagome. Sorrise, pensando a quanto fosse bella, la perfetta sintesi del loro amore.
Era sua, era di Kagome ed era di entrambi al tempo stesso. Rivedeva in lei se stesso, ma anche la sua Kagome.
Le pizzicò leggermente una guancia, facendola accigliare. Caratteraccio della madre, pensò ridacchiando."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova vita
 
 
 
Era un caldo pomeriggio d’estate e Inuyasha, ansioso come non mai, camminava avanti e indietro, di fronte l’ingresso della capanna della vecchia Kaede.
Tutti gli abitanti del villaggio erano ansiosi, quel pomeriggio, ma cercavano di pensare alle proprie faccende, comprendendo che il mezzo demone si sarebbe irritato ancora di più con la loro presenza fra i piedi; meglio non farlo arrabbiare!
L’hanyou, in quel momento, sopportava soltanto la compagnia di Miroku, il quale sedeva placidamente su una panca di fronte alla capanna della miko, sorseggiando del tè da una tazza di creta.
Ad ogni nuovo urlo di dolore Inuyasha agitava le orecchie e la mano correva automaticamente verso il fodero di Tessaiga, sebbene in quell’occasione la sua fidata lama fosse di ben poca utilità.
Cercava allora di scrutare all’interno per capire se tutto stesse andando bene, ma la pesante stuoia oscurava ogni cosa ad occhi indiscreti.
Ringhiò, furente e frustrato come non mai, sfoderando Tessaiga e piantandola nel terreno per cercare di scaricare un po’ la tensione.
Nuovi lamenti si levarono dalla capanna, sempre più sofferenti.
«Dannazione!» urlò, tappandosi le orecchie.
«Calmati, Inuyasha, dovrebbe mancare poco, ormai»
«È dall’alba che sono chiuse lì dentro, quanto tempo ci vuole, ancora?!»
«Il tempo che serve»
«Maledizione!» diede un calcio a Tessaiga, facendola volare a terra «Come fai a essere così tranquillo?»
Il monaco fece spallucce.
«Abitudine, amico mio. Agitarsi non serve a nulla, né tanto meno camminare avanti e indietro: stai scavando un fosso, a forza di passare sullo stesso punto. Siediti» disse, poggiando la mano sul posto libero alla sua destra.
Inuyasha raccolse Tessaiga, la rinfoderò e si sedette, controvoglia, ma non poté comunque stare fermo: sembrava che quella panca fosse ricoperta di spine.
«La fai facile, tu! Hai già sette figli, per forza questo genere di cose ormai non ti fanno né caldo né freddo» osservò Inuyasha.
Miroku sorseggiò il tè, per poi sorridere allegro.
«Oh, non te l’ho ancora detto? Presto saranno otto, se non addirittura nove! Mi piacerebbe avere altri gemelli…!»
Inuyasha lo fissò, sbalordito.
«Cosa?! Sei davvero un depravato!»
«Ehi, stavolta io non c’entro niente! Ha fatto tutto Sango, giuro!»
«Miroku, guarda che ti sento anche da qui!» urlò la sterminatrice di demoni.
Il bonzo rabbrividì.
«Scusa, tesoro!» sospirò «Comunque sia, con lei adesso ci sono la Somma Kaede e Sango, devi stare tranquillo! Andrà tutto per il meglio, son cose naturali, in fondo»
Proprio in quel momento, un altro urlo, molto più forte dei precedenti, squarciò l’aria, facendo volare via gli uccellini appollaiati sul tetto della capanna.
«Kagome!» gridò Inuyasha, scattando verso l’interno.
«Non entrare!» urlò lei, per poi gridare di nuovo.
«Col cavolo, stavolta non mi fermi…!»
«Inuyasha, a cuccia!»
Prima di avere il tempo di fare un altro passo, il mezzo demone crollò al suolo, nuovamente vittima della potente magia del rosario che portava al collo.
«Dannata… sempre la solita, anche nelle sue condizioni!» sbraitò, sputando la terra che, suo malgrado, gli era finita in bocca a causa dell’urto.
Miroku sospirò, dirigendosi verso l’amico per aiutarlo.
«Dai, non te la prendere» disse «La divina Kagome è una donna molto orgogliosa, lo sai, per questo non vuole farsi vedere da te in questo stato. Anche Sango si comporta così, ogni volta che arriva il momento… è un comportamento alquanto stupido, lo so: che sarà mai un parto?!»
A quelle parole, Sango si affacciò dalla capanna, tirò con forza l’Hiraikotsu sulla testa del marito e, soddisfatta, tornò dentro per aiutare l’amica.
«Te la sei proprio cercata!» ghignò Shippo, arrivando in quel mentre.
«Shippo! Dove diavolo eri finito?» chiese Inuyasha.
«Ero andato a raccogliere dei fiori per Kagome!» sorrise, mostrando un piccolo mazzetto di colorati fiori di campo.
«Sono bellissimi!» esclamò Rin, unendosi a loro «Voi che dite, sarà maschio o femmina?»
Fra i tre si aprì l’ennesima discussione, come avveniva da nove mesi a quella parte, ormai.
Inuyasha si voltò ansioso verso la capanna, osservando la pesante stuoia dell’ingresso.
“Che sia maschio o femmina… l’importante è che stia bene, e anche Kagome” si ritrovò a pensare.
 
 
Era una femmina. Una dolce bambina dai grandi occhi dorati, capelli neri e orecchie canine altrettanto corvine. Il naso era il suo, la bocca di Kagome. Sorrise, pensando a quanto fosse bella, la perfetta sintesi del loro amore. Era sua, era di Kagome ed era di entrambi al tempo stesso. Rivedeva in lei se stesso, ma anche la sua Kagome. Le pizzicò leggermente un guancia, facendola accigliare. Caratteraccio della madre, pensò ridacchiando.
«Non ti ho mai visto, così» sorrise Kagome, tra i cuscini, ancora debole e pallida.
Le diede un bacio sulla fronte.
«Non è bellissima?» gli chiese con malcelato orgoglio materno.
«Sì, abbiamo fatto un buon lavoro» borbottò lui, cercando di fare l’indifferente.
«Ho fatto un ottimo lavoro, vorrai dire» rispose lei, piccata.
«Ehi, guarda che anche io ci ho messo il mio»
«Certo, nella parte più divertente, mascalzone…!»
Un lieve tossire, proveniente dall’ingresso della capanna, li fece voltare.
Kagome arrossì, mentre vedeva la vecchia Kaede scuotere la testa, in rassegnazione, e Sango prendersela con Miroku per essere scoppiato a ridere.
«È quello che mi dici anche tu, ogni volta» rise lui, asciugandosi le lacrime agli occhi.
«E a ben ragione!» ribatté la sterminatrice di demoni.
«Congratulazioni!» rise Shippo, entrando nella capanna «Questi sono per te, Kagome!»
«Grazie, Shippo, sono bellissimi! Per piacere, mettili in quel vaso, sulla mensola»
Il demone volpe annuì, per poi andare verso Inuyasha.
«Voglio vederla, avanti, abbassati un po’!»
Saltellava ai piedi del mezzo demone, cercando di vedere la bambina. Quello, però, la nascondeva sempre di più, ghignando.
«Fatti gli affari tuoi, moccioso, non è roba per te!»
«Inuyasha!» lo rimproverò Kagome «Non sarai mica geloso?»
«Ma che dici! È che a forza di guardarla, tutti quanti, la stanno già rovinando, ma che modi!»
Tutti risero eccetto Shippo che, contrariato, incrociò le braccia al petto.
«Inuyasha, sei il solito bambino!»
«Prova a ripeterlo, piccolo…»
«Inuyasha! Dammi la bambina» ordinò Kagome.
Inuyasha, esitante, gliela diede in braccio. Dopodiché Kagome, soddisfatta, ordinò «A cuccia!» e Inuyasha si schiantò come sempre al suolo.
«Stavolta te la sei cercata, amico mio» disse Miroku.
Si avvicinarono alla bambina, guardandola estasiati.
«Com’è bella»
«È proprio un angioletto»
«Fortuna che ha preso tutto da te, Kagome!»
Kagome rise mentre Inuyasha, rialzandosi con fatica, fulminò Shippo con lo sguardo. Non disse niente, però: per quel giorno era stato mandato “a cuccia” già abbastanza volte.
«Come avete deciso di chiamarla?» chiese Kaede, sorridendo alla piccola.
Inuyasha e Kagome si lanciarono un’occhiata, indecisi, per poi guardare la piccola.
L’hanyou, sedendosi accanto al futon, sfiorò leggermente le orecchie della piccola. Lei lo guardò infastidita, muovendole con piccoli scatti.
Kagome ridacchiò, così come Inuyasha.
«Beh, non ci abbiamo ancora pensato» disse lei, cullandola leggermente.
«Abbiamo fatto male a non decidere un nome per tempo» commentò Inuyasha, incrociando le braccia al petto «Non possiamo mica chiamarla “cosetta” o “piccolina” a vita»
«Magari potreste chiamarla Myuki, è un bel nome!»
Inuyasha storse la bocca. No, non faceva proprio al caso loro.
«Forse Sachiko, o Yuki»
Kagome scosse la testa, categorica.
«Hina, Mizu, Yume…» propose Rin, pensierosa.
«No, non ce ne piace nessuno» commentò Inuyasha.
Tutti annuirono, delusi, cercando di pensare a un bel nome per la piccola.
Kagome la guardò intensamente, credendo che il nome adatto alla figlia si celasse tra le sue folte ciglia nere e le sue rosee guance paffute. Sua madre glielo raccontava sempre, dopotutto: nemmeno lei aveva ancora deciso un nome per la figlia ma, appena nata, notando quel bagliore fugace nel suo petto, aveva deciso di chiamarla Kagome. Magari funzionava proprio così, per una madre. Il nome doveva adattarsi ai singoli individui, non il contrario. Osservò il suo volto tondetto. La piccola aveva appena chiuso gli occhi, aprendo la bocca a “o” in uno sbadiglio. Sembrava così tranquilla, e quei capelli neri…
«Izayoi»
Tutti la fissarono, sorpresi.
«Come?» chiese Inuyasha, leggermente scosso.
«Izayoi. Vuol dire tranquilla, ed era il nome di tua madre, no? Mi hai detto che aveva i capelli neri anche lei li ha, così ho pensato…» scosse la testa «Se non ti va, però, potremmo anche…»
«È perfetto»
Kagome studiò l’espressione del suo compagno, al tempo stesso felice e malinconica.
«Oh, signorino Inuyasha, sono così contento!» piagnucolò Myoga, saltellando sulla sua spalla.
«Myoga, ti sei fatto vivo!»
«Oh, non riuscivo a sopportare le urla di Kagome, per cui ho aspettato che fosse tutto finito»
Kagome grugnì, offesa.
«Vorrei vedere voi, a partorire. Maschi!» sbuffò, incoraggiata da Sango, Kaede e Rin che annuirono.
«Beh, sì… comunque sia, Izayoi è davvero un nome perfetto. Sono sicuro che i suoi genitori sarebbero molto fieri di voi, padroncino»
Inuyasha abbassò lo sguardo sulla bimba. Kagome lo fissò preoccupata ma si riscosse non appena la piccola si mise a piangere.
«Oh cielo, che le prende?»
«Avrà fame, devi allattarla» spiegò Kaede.
Kagome annuì, per poi arrossire.
«Vi spiacerebbe uscire?»
I suoi amici risero.
«Certo che no. Su, andiamo, per la piccola è ora della pappa!» disse Sango, spingendo fuori Shippo e il marito.
«Vado anche io, allora! E mi raccomando, signorino Inuyasha, sia delicato con la piccola Izayoi! Boing, boing!»
«Ciao, Izayoi!» salutò Rin, con un gran sorriso.
«Hai bisogno di una mano?»
«Credo di farcela da sola, vecchia Kaede, grazie»
«Come vuoi tu. Se hai bisogno di aiuto sono qui dietro nell’orto»
Kagome annuì, per poi concentrarsi sulla piccola.
«Devo uscire anche io?»
«Credo non sia necessario» ridacchiò Kagome.
Uscì un seno e, dopo qualche tentativo, riuscì a far attaccare la piccola. Izayoi prese a mangiare con gusto, afferrando una ciocca di capelli della mamma che era ricaduta sul petto.
«Ma guardala» rise lei.
«Ha già capito tutto, dalla vita» ghignò Inuyasha, osservando quel piccolo esserino mangiare beata.
«Sicuro di stare bene?» chiese Kagome.
Aveva approfittato della poppata della piccola per restare sola con Inuyasha: aveva capito che, da quando avevano scelto il nome, era successo qualcosa, e sapeva benissimo che non avrebbe detto nulla con gli altri lì presenti.
«Certo. Non credo di essere mai stato meglio» sorrise. Fece per aggiungere qualcosa, ma si fermò.
«Però?»
«Però niente, non mi aspettavo che scegliessi il nome di mia madre»
«Se non volevi bastava dirlo…»
«No, tutt’altro. Non avrei potuto pensare di meglio. Sembra fatto apposta per lei»
Kagome annuì, poggiando la testa sulla spalla di Inuyasha. Le mise un braccio intorno alle spalle, poggiando la testa sulla sua.
«Pronto per le nottate, le urla, i pannolini…»
«Pannolini?» chiese lui, confuso.
«Già, dimenticavo che non esistono ancora, qui. Credo che dovrò lavare a mano i panni sporchi» disse, sconsolata.
«Ti darò una mano»
«Davvero?»
«Tsk, se ci è riuscito quell’idiota di Miroku di sicuro ci riuscirò anche io!»
Kagome rise, attenta a non far sobbalzare troppo la piccola.
«Sono felice» disse, chiudendo gli occhi.
Inuyasha le diede un bacio tra i capelli.
«Anche io» guardò la piccola, sorridendo appena «e sono sicuro che lo sarà anche lei»

 



NdA
Salve a tutti voi! :)
Eccomi qui, dopo http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2663811&i=1 "I'll protect you, forever" con un'altra one shot su Inuyasha, Kagome, e l'ipotetica figlia da me creata, Izayoi.
Il titolo non è un granché, ma spero che vi piaccia comunque! :)
Ho voluto ricreare questo momento di dolcezza e, chissà, forse potrei anche scriverne degli altri, in futuro! ;)
Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima,
Witch ^-^
  
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