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Autore: scImMIA    03/10/2008    4 recensioni
Dall'alto della navicella non potevo nemmeno lontanamente immaginare che le cose sarebbero andate diversamente ...
Dopo i tre anni di attesa ero tornato per aiutarti a combattere i cyborg, per conoscerti, per scoprire chi eri per la mamma e cosa saresti diventato per me ... per me, che non ti avevo mai avuto al mio fianco ...
Ma le cose sono cambiate così tanto e così all'improvviso ... Papà, nel mondo in cui vivi, io non sono mai nato.
Adesso basta ciondolare e seguitemi! Mi raccomando, leggete e recensite! Vi sfido ad arrivare alla fine! XD Un bacione a tutti da scImMIA.
E' STATO INSERITO UN NUOVO CAPITOLO, IL N°88!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Purtroppo sono molto di fretta! Ringrazio tutti quelli che avevano recensito lo scorso capitolo!

Ovvero: Pepesale, Vegeta4evfer, Angelo Azzurro, ka93, Anim Skywalker, Rory_Kaulitz e Juu_nana.

Scusate poi il capitolo piccino ma non è stata una buona settimana ... il prossimo sarà meglio, ve lo prometto!

Un bacione a tutti, devo scappare ...

ciao

scImMIA

 

 

 

CAPITOLO 76
- LA TERRA IN PERICOLO –


Un pesante brusio imperversava le alte tribune sulle quali i poveri terrestri che erano rimasti imbambolati ad osservare, impietriti e incapaci di fare alcun ché, la scena agghiacciante che si era conclusa da pochi minuti. In mezzo al largo ring la sagoma del giovane Trunks era ben visibile e attorno ad essa soltanto il povero cronista, sprovvisto oramai di giacca poiché dallo sconforto per il torneo gli stava scendendo dalle spalle, rimaneva imbambolato come un pupazzo di pezza ad osservare un punto incentro del largo pubblico.
« TRUNKS!! » una voce acuta si sentì dalle parti dello spazio adibito ai pochi guerrieri che erano rimasti allo stadio e da dietro al largo pannello bianco, il piccolo Goten, dotato della sua inconfondibile zazzera ereditata dal papà, corse con furia in direzione del suo amico gettandosi poi in ginocchio al suo capezzale. Le piccole mani si posarono sulla larga schiena ricoperta dalla stoffa scura che lentamente si alzava e si abbassava al ritmo del respiro e strinsero appena il tessuto imprigionandolo tra le dita. Le manine poi si mossero in avanti e indietro con il preciso intento di scrollare il glicine che, nonostante avesse gli occhi semi-aperti, sembrava essere caduto in una specie di sonno tutto suo dal quale sembrava non riprendersi.
« TRUNKS! TRUNKS!! » urlò ancora Goten ripetendo nuovamente il suo gesto mentre dagli occhi gli iniziavano a sbucare delle piccole lacrime che per fortuna non sarebbero mai cadute. Il ragazzo venuto dal futuro fece ruotare gli occhi verso il piccolo amico, lo chiamò dolcemente e con uno sforzo alzò il braccio sinistro da terra. Il secondogenito di Goku, sentendosi chiamare, con un largo sorriso si avvicinò al volto dell’amico e iniziò a ridacchiare contento quando la mano di lui si andò a posare pesantemente sulla sua testa. Lasciò che Trunks spettinasse la sua chioma già ribelle dopodiché, quando il primo gesto affettuoso fu terminato, pensò che fosse il proprio turno pertanto spinse il glicine sul fianco, gli fece allargare maggiormente il braccio sinistro e si fiondò sul muscoloso collo, abbracciandolo come se fosse stato il corpo di uno di quei animaletti giurassici che amava catturare. Il figlio di Vegeta lo lasciò fare finché il piccoletto non rischiò per davvero di farlo mandare all’altro mondo per mancanza d’aria. Il bimbo venne scostato e questo permise all’ex ventenne più spazio a disposizione per guardarsi attorno e scrutare il largo buco che gli era stato inflitto all’addome e dal quale sgorgava parecchio sangue facendogli perdere le energie istante dopo istante. Il cronista baffuto, vedendo immediatamente la macchia di liquido vermiglio che aumentava la sua area di occupazione rendendosi ben evidente, si ricompose, corse giù dal ring e ordinò ad una addetto del torneo vestito di arancio e con le sembianze canine di chiamare immediatamente un dottore serio e qualificato che potesse ovviare al problema del ragazzo. Il canide, dopo l’ennesima sfuriata dell’uomo con i baffi poiché questo non si dava una svelta, zampettò distante sparendo poi all’interno della struttura in cerca di qualcuno.
In una specifica zona degli spalti certi individui, al contrario di tutti coloro che gli stavano attorno, fremevano e scalpitavano e fra questi, la signora Chichi sembrava dare il meglio di sé …
« Ma quello è Goten!! … » gridò la mora mettendosi le mani nei capelli con la paura che i brutti ceffi potessero ricomparire all’improvviso e fare male al suo bambino « … Piccolo mio! Sta arrivando la mamma!!! » la donna si alzò in piedi di scatto, si afferrò con entrambe le mani la lunga gonna ( non lasciando comunque nulla scoperto poiché al di sotto vi erano i pantaloni viola) e con una serie di balzi iniziò a farsi strada in direzione del ring centrando almeno una ventina di teste capellute come piccole piattaforme. Inutile dire che i poveri malcapitati subirono malamente l’improvviso impatto con il dolce peso della signorotta …
Dalla distanza, notando il comportamento improvviso della moglie di Goku, Genio si grattò la zucca pelata mentre con gli occhi nascosti dietro due lenti osservava dietro di sé nell’intento di riuscire a vedere se, nell’ombra di una minigonna, riusciva ad intravedere il colore di un paio di mutandine; i coniugi Brief rimasero senza parole (come sempre anche se a dire il vero la donna ridacchiava); Bulma era allibita quasi quanto Yamcha, l’ormai ex compagno; Light era completamente indifferente; Marron rideva come un matta mentre un glaciale zio la teneva sulle ginocchia; Juma si copriva il volto per la vergogna mentre i restanti due, il piccolo Pual e il grasso Olong, se la ridevano bellamente. All’improvviso però, a sorpresa di tutti, anche Bulma si mise in piedi sul grande scalino e tentò come poté di compiere la medesima impresa dell’amica che oramai aveva toccato già la soffice erbetta del bordo campo. In quel frangente Genio, e tutti coloro che erano stati calpestati precedentemente, in quella situazione furono davvero contenti dello spettacolo che veniva loro offerto grazie a quel piccolo vestitino rosso che metteva in evidenza le curve del corpo e non solo quelle …
« Chichi! Aspettami! » la mora, quando sentì l’azzurra chiamarla, si voltò verso la donna e lesse il suo sguardo carico di un’apprensione che da tempo non vedeva sul suo viso: gli occhi azzurri, rivolti spesso sul quel giovane ragazzo dai capelli lilla, non venivano scostati da esso se non per esigenza improvvisa come una possibile caduta oppure come un’incontro imprevisto con un simile del vecchio maniaco che approfittava della situazione scomoda della bella. Chichi sorrise tra se e se poggiando le mani ai fianchi “Si è già affezionata a Trunks …” pensò “… Pur di rincontrare Vegeta a questo e altro”. Il sorriso si allargò ma non diede spiegazioni quando l’azzurra, terminata la sua peripezia e giunta nei pressi della Son, le chiese cosa avesse da sogghignare tanto. Chichi tornò ben presto nelle sue sembianze solite facendo ricomparire sul viso uno sguardo truce e serio con tanto di sopracciglia ricurve verso il basso e la bocca arricciata … « GOTEN!! » riurlò voltandosi totalmente verso il ring e saltando su di esso con un solo balzo.

Sentivo i passi avvicinarsi sempre di più alle mie spalle, pesanti ma al contempo decisi e regolari. Poi, all’improvviso, il sole mi si oscurò per un attimo e vedendo meglio mi accorsi che il perché era dovuto soltanto a Chichi che, in preda a non so quale cosa, mi aveva scavalcato come se fossi stato un ostacolo saltando addosso poi al piccolo Goten e strizzandolo energicamente con le sottili braccia.
« Hooh, piccolo mio … » mormorava ella continuamente proseguendo con la sua morsa mentre il piccolo Goten, osservandomi dall’alto della spalla sulla quale stava, mi parlava con gli occhi trasmettendomi una sensazione che si avvicinava al disagio … forse dovuto al fatto che la mammina lo stesse abbracciando dinanzi a un mucchio di persone che gli stavano ovviamente dando del bimbo piccolo e mammone …
Chichi sembrò non curarsi di me. Portai la mano sinistra alla ferita e cercai di tapparla per evitare che troppo sangue fuoriuscisse da essa ma abbastanza inutilmente devo dire: nonostante gli sforzi infatti, il liquido continuava a fluire verso l’esterno riversandosi sulla superficie fredda del ring. Mi voltai completamente facendo combaciare l’intera schiena al suolo. Iniziai ad osservare il cielo mentre con orecchio distratto ascoltavo il monello che strepitava nelle braccia della mamma perché cercava e voleva una via di fuga e un cronista sempre più spesato che all’improvviso mi apparve proprio sopra al volto, oscurando la luce del sole e permettendomi un poco di ombra, chiedendomi con voce agitata come stessi.
« Potrei stare meglio … » mugolai all’uomo baffuto evitando volutamente un tono ironico che sicuramente avrebbe offeso (o forse no) l’ommetto che in quell’attimo si apprestava ad essere gentile nei miei confronti.
« Non ti preoccupare Trunks, ho fatto chiamare qualcuno così che ti possano portare anche in infermeria, così ti riprenderai in pochissimo tempo! Ne sono sicuro! » l’uomo vestito di nero ci mise poco ad esprimere questa sua versione accompagnato da un cordiale sorriso … tutto dovuto, secondo me, alle gesta passate del signor Goku e del signor Crillin che anni addietro dovevano aver dato proprio dei bei spettacoli se quel cronista si stava prodigando tanto per me, che ero uno del gruppo. Riuscii ad annuire anche se a fatica. Socchiusi gli occhi quando il sole tornò a far luccicare le mie iridi. Rimasi ad attendere quei brav’uomini che si sarebbero dovuti occupare di me in silenzio, tranquillo, evitando inutili sprechi di forze.
Una voce. Alla mia sinistra … una voce femminile mi aveva chiamato per nome. Voltai lo sguardo e sorrisi vedendo la mamma vicina a me.
« Trunks, guarda come sei ridotto … » la sua mano calda si posò sulla mia fronte accennando una lieve carezza che non mi feci negare mentre i suoi occhi, azzurri come i miei, mi scrutavano da capo a piedi andando più volte a posarsi sulla mia mano sporca di sangue e i lineamenti del mio viso. Il largo fazzoletto arancione legato al collo svolazzò appena sotto un piccolo gesto del vento e questo parve addolcire maggiormente quel viso che già sembrava tanto in pena per me … se avesse saputo chi fossi in realtà, se avesse saputo ogni cosa, sicuramente non se ne sarebbe rimasta ferma, in ginocchio posando solo una mano timida su di me ma probabilmente mi avrebbe abbracciato forte, cosa che in quel momento desideravo moltissimo.
« Ciao Bulma … » la salutai gentile, con il sorriso sulle labbra, cercando di essere meno rovinato possibile. Evidentemente la mia espressione non doveva essere del tutto piacente, o perlomeno non gioiosa perché forse per colpa del dolore appariva tirata, in quanto mamma ritirò la mano dalla mia fronte e se la portò alle labbra, coprendole. Uno strano luccichio apparve agli angoli degli occhi e per colpa del sole forte quelli sembravano piccole stelle. Poi un piccolo singulto trattenuto a fatica … « Perché non ci hai detto niente … ».
I miei occhi non si allontanarono dai suoi « Semplicemente perché non potevo … ». Uno scalpiccio si sentì nelle mie vicinanze e voltando lo sguardo vidi che erano arrivati i soccorsi tanto richiesti: quattro uomini di piccola statura mi afferrarono rispettivamente braccia e gambe e mi posarono il più delicatamente che poterono su di una barella da campo bianca. Bulma si alzò in piedi tenendo vicino al petto, proprio sul cuore, una mano stretta a pugno e mi osservò premurosa mentre due dei quattro uomini afferravano ed alzavano il supporto sul quale ero disteso. Goten, dopo una piccola lotta con la madre, si divincolò dalla presa, saltò a terra e con entrambe le mani afferrò il ferro laterale destro facendo in modo che mi fosse sempre vicino. Chichi si affiancò al piccolo posando su di una sua spalla una mano e cercando di ritirarlo appena verso di sé « Trunks adesso deve riposare Goten, non lo dobbiamo disturbare ».
« NO! … » urlò il secondogenito di Goku a voce alta facendo accendere nella madre una scintilla di sorpresa « … Voglio stare assieme a lui. E poi anche Gohan mi ha detto che non lo devo perdere di vista ». Il cronista si avvicinò al bambino che con forza impediva ai signori di portarmi in infermeria e si inginocchiò per fare in modo che i suoi occhi, anche se coperti dalle lenti, fossero altezza con quelli di Goten: « Dopo potrete andarlo a trovare, non c’è motivo di preoccuparsi ».
Il piccolo sayan si dovette staccare ma con lo sguardo mi continuò a seguire, finché non sparii nei meandri della grande struttura del Tenkaichi.

******

Il cielo azzurro sembrava tranquillo e indifferente mentre con i suoi occhi invisibili vedeva violentate le piccole nuvole bianche, le sue bambine, che venivano pressoché distrutte dal passaggio impetuoso di un largo gruppo di guerrieri momentaneamente capeggiato da un’individuo dalle intenzioni tutt’altro che pacifiche.
Vegeta, il principe dei sayan, volava ad una velocità sorprendente mettendo così in grande evidenza i frutti dei suoi estenuanti allenamenti svolti mediante l’ausilio della Camera Gravitazionale costruitagli dal figlio Trunks, ovvero me … credevate che non narrassi già più? Beh, fregati! XD Anche se, sinceramente, non entrerò molto nei dettagli poiché al tempo non ero presente e perciò mi baso sul racconto fattomi dal signor Goku, aiutato moltissimo da Crillin (fortuna che c’era anche lui) in merito agli avvenimenti che vi narrerò lontani dalla mia persona.
Tornando a noi … Papà volava velocissimo davanti a tutti gli altri che, utilizzando al meglio le proprie energie, lo seguivano a fronte alta lasciando che l’aria pungente graffiasse i loro volti. Kaioshin, il superiore, l’essere di massima autorità e rispettabilità in mezzo a tutti loro, il piccoletto dalla faccia violacea che al pari di Piccolo veniva scambiato per una persona che stava poco bene, volava in coda affiancato da un Kibith minaccioso con la sopportazione che stava andando fuori dai ranghi. I ciuffi bianchi come luce stellare (vabbé, ci stava bene ma non so che colore abbia la luce stellare … dovrei chiedere a papà …) si muovevano scostanti andando spesse volte davanti a quegli occhi scuri che in quell’attimo erano davvero seri. Il piccoletto aumentò improvvisamente la velocità andandosi a posizionare a fianco di Son Goku che, rispetto alla piccola massa, era poco distante da Vegeta e con un ritmo di volo costante non faceva diminuire la distanza con il suo principe. Kaioshin guardò serio il Son dopo aver attirato la sua attenzione: « La vostra imprudenza può costarvi molto cara, io non prenderei troppo con leggerezza gli scagnozzi di Babidi ».
« Babidi? … » si chiese in tono interrogativo il sayan osservando un attimo il grande mare sottostante prima di riosservare il Kaio « … E chi sarebbe? Io non lo conosco » domandò poi al Kaio attirando attorno ad esso una piccola folla di interessati … il pubblico era quello che era.
« Babidi è un mago pericoloso e potente in grado di utilizzare incantesimi impensabili … » mugolò Kaioshin osservando dinanzi a sé e con occhio critico il paesaggio che gli appariva incluso, senza volere ovviamente, anche il didietro di papà « … Purtroppo però lui è il nostro problema secondario, per così dire … ».
« E chi sarebbe quello pericoloso allora? » domandò serio Piccolo mentre lasciava che Kibith, con la sua larga stazza, occultasse in parte la figura al quale era diretta la domanda poiché dal fondo aveva raggiunto il proprio signore.
« E’ forse quello che stiamo inseguendo? » chiese ingenuamente Gohan mentre (con una bella pensata secondo me) si sfilava gli scuri occhiali da sole e l’inutile fazzoletto bianco che gli copriva i capelli.
« Magari lo fosse, Yamu non è altro che una pedina nelle mani di Babidi, un essere ormai incapace di un volere proprio e in grado di gestire i propri impulsi. Quello a cui stiamo andando in contro non è altri che un essere che il mago Babidi vuole risvegliare grazie ad una grande quantità di energia raccolta: il suo nome risponde a quello di MajinBu ».
« MajinBu? … Che nome buffo » mormorò Goku in modo superficiale attirando su di sé la momentanea ira del Kaioshin: « Non prendere la cosa con leggerezza! Il nome non significa nulla! Non prendete sotto gamba la situazione, sarebbe un grosso sbaglio! » sbraitò il violetto facendosi ben sentire.
Goku si avvicinò all’ometto e gli diede una sonorissima pacca sulla spalla destra « Suvvia, non sia così pessimista! Ci dica piuttosto com’è questo tizio ».
Kaioshin iniziò a massaggiarsi una spalla mentre Vegeta si allontanava sempre di più non perdendo di vista il proprio elemento « E va bene … Tantissimi anni fa, ai tempi in cui gli esseri umani muovevano i loro primi passi, un mago di nome Bibidi, creò per caso un essere spietato e senza cuore di nome MajinBu. Costui era in grado di distruggere interi pianeti in pochi secondi e spezzare vite con una facilità incredibile. A quel tempo io e gli altri Kaio, quello del Nord, del Sud, dell’Ovest incluso anche Dai Kaioshin, superiore persino a me, lottammo contro quell’essere con tutte le nostre ma alla fine, uno dopo l’altro, gli esseri superiori caddero ed io rimasi l’unico in vita ».
« Tzk! Quindi vuol dire che te l’eri data a gambe! » lo sbeffeggiò da lontano Vegeta che, nonostante la distanza non aveva perso nemmeno una sillaba del discorso.
« Non è affatto così! … » tuonò ancora il Kaio punto sul vivo forse perché, ricordando quei tempi, pensò che forse avrebbe potuto dare di più per salvare i suoi amici « … Dopo quegli eventi nemmeno il suo padrone Bibidi riusciva a tenere a freno la furia di MajinBu e quindi un giorno, per prendersi un poco di riposo, sigillò l’essere in una sfera e la portò su questo pianeta che, secondo i suoi piani di conquista, sarebbe stato il suo prossimo obiettivo. In quell’attimo approfittai della mancanza del mostro ed eliminai Bibidi lasciando però la sfera dove stava, senza manipolarla ».
Gohan si portò una mano al mento ed iniziò ad elaborare una serie di pensieri « Allora, Bibidi era stato eliminato mentre MajinBu rinchiuso … Ora però quest’ultimo sta per essere risvegliato da questo Babidi, che visto il nome dovrà avere pur qualche collegamento con il primo mago, e adesso c’è in gioco il destino della Terra … » il giovane Son, osservato dal maestro Piccolo, fece una piccola pausa « … Non capisco, non poteva distruggere la sfera con il sigillo in cui era imprigionato MajinBu eliminando così anche lui? In tal caso si sarebbero risparmiate un sacco di grane ».
Kaioshin deglutì un poco di saliva mentre nel frattanto il perimetro circostante variava dove il mare lasciava il posto a delle ampie radure « Non potevo. Purtroppo c’era anche il rischio di spezzare l’involucro esterno senza però infliggere gravi danni all’individuo al suo interno e quindi, se ciò fosse successo, ci saremmo ritrovati daccapo e quindi, per evitare ciò non ho più toccato quell’oggetto. Pensavo che solo Bibidi fosse in grado di eliminare correttamente l’incantesimo ».
Gohan incrociò le braccia concludendo i suoi pensieri « Uff … capisco che sarebbe stato rischioso eliminare MajinBu imprigionato, però qualcuno poteva tenere d’occhio la sfera cosicché questo nuovo mago non se ne impadronisse ». Il superiore abbassò gli occhi capendo che il giovane non aveva affatto torto.
Kaioshin si riprese « Credevamo che l’unico in grado di risvegliare MajinBu fosse Bibidi e quindi non ci eravamo preoccupati di nulla. Invece poi abbiamo scoperto dell’esistenza di Babidi, suo figlio, e quando venimmo a conoscenza che si era recato sulla Terra per risvegliare la creatura di suo padre, ci mobilitammo immediatamente. Il mago ora ha la priorità per evitare il risveglio del mostro » terminò poi mantenendo uno sguardo serio.
Crillin si avvicinò al superiore ed assottigliò gli occhi mettendosi poi le mani nelle tasche delle brache beige « Mi scusi Kaioshin, posso farle una domanda? ».
« Certamente, dimmi pure ».
Crillin tossicchiò portandosi un pugno vicino alla bocca « Hemm … ma all’inizio, non era MajinBu ad avere la priorità mentre Babidi era al secondo posto? ».
Il silenzio calò. Nemmeno i grilli si facevano sentire.
« Beh, adesso Babidi ha la priorità! » disse poi il Kaioshin con un leggero rossore sotto gli occhi.
Mio padre sbuffò sonoramente ma quello che penso lo tenne per sé “Tzk! Guarda che razza di Superiore ci è capitato … Tutti quelli dell’aldilà sono degli inetti!”.
« VEGETA! NON TI PERMETTO QUESTE CRITICHE!!! » sbraitò all’improvviso l’ometto dalla pelle violacea in direzione di mio padre sorprendendo tutti.

******

Forse erano trascorsi una decina di minuti da quando quegli strambi ometti mi avevano posato sul freddo lettino dell’infermeria. Sentivo su di me quel forte odore di disinfettante e allo stesso tempo, il morbido tocco dei piccoli batuffoli di cotone che impregnati dalla sostanza farmaceutica curavano la brutta ferita. Il male sembrava non farsi più sentire, le forze piano-piano stavano tornando al loro posto anche se una leggera, continua e perpetua fiacca in generale mi impediva anche solo di prospettare grandi cose. Con occhi aperti passavo il tempo ad osservare il soffitto e sempre più spesso trovare le somiglianze del buffo e baffuto dottore con il nonno … alla fine poi, in comune, c’erano davvero solo i baffi. Sbuffai sonoramente già stanco di quel luogo e solo in quel momento compresi che strazio sarebbe stato per Vegeta se anni prima lo avessi portato all’ospedale quand’era vigile … certamente mezzo mondo non c’era più. I miei atteggiamenti insofferenti rallegrarono però lo spirito dei medici che, ovviamente, stavano iniziando a pensare, che fosse tutto merito loro se stessi meglio.
Alla porta qualcuno bussò. “Questo è Goten” pensai ma poi, quando al posto di un piccolo bambino, mi venne vicino un uomo alto, baffuto e con i capelli alla afro mi caddero le ginocchia … fortuna che ero sdraiato. Mr. Satan si avvicinò al lettino continuando a tenere le braccia incrociate al petto, osservò la ferita che mi stavano medicando ed arricciò il naso. Emise un sonoro colpo di tosse prima di iniziare a dialogare con il sottoscritto « He-hem … Ho visto quello che è successo poco fa sul ring e ammetto che sono rimasto letteralmente scioccato da quello che è successo! … » annuii per fargli capire che lo stavo prendendo in considerazione « … Che cosa spregevole! Ragazzo, ti giuro che se non mi fosse venuto un improvviso attacco di mal di pancia sarei saltato sul ring e ti avrei aiutato! » … avete presente quando vi sentite sprofondare? Bene, in quel momento volevo essere divorato dal cuscino e dal materasso … Satan però non si fermò « In ogni caso vedo che sei un tizio piuttosto resistente, ma meglio non correre rischi, quindi ti darò qualcosa che ti darà più vigore … » spalancai appena gli occhi curioso della questione mentre osservavo il “campione del mondo” mentre si rovistava nelle tasche dei pantaloni bianchi in cerca di qualcosa.
« Di cosa si tratta? » chiesi allungando appena il collo in avanti. Mr. Satan mi afferrò una mano e con energia vi spiattellò il dono che avrebbe dovuto darmi forza … un piccolo foglietto. Lo aprii e all’interno vi era uno scarabocchio …
Satan si allontanò tornando verso la porta bianca di uscita « E’ un mio autografo, vedrai che ti darà un sacco di forza … Ha-ha-ha-ha!!! » il tizio iniziò a ridere sguaiatamente mentre ero a dir poco senza parole. Poi all’improvviso tornò serio « Hah, e un’altra cosa … ».
« Si? »
« … Con questo non credere che ti darò via libera con mia figlia Videl! Stalle alla larga, mi sono spiegato? Sennò te la vedrai con me … » mi minacciò prima di sparire dopo aver ricevuto un sicuro “No, non si preoccupi, non è affatto mia intenzione”. Ero sincerissimo, giurin-giuretto.
Osservai l’autografo, me lo rigirai tra le mani dopodiché lo poggiai malamente a fianco del letto quando risentii nuovamente bussare alla porta. Quella volta era davvero Goten accompagnato da quasi tutta la banda: la signora Chichi, la mamma, i nonni e il Genio delle tartarughe di mare. Il piccolino, a dispetto di quanto gli dicessero gli infermieri, saltò sul letto andandosi a posizionare in fondo ai piedi mentre gli altri mi attorniarono in diverso modo.
Ero davvero contento di vederli … « Grazie per essere venuti, sono davvero contento » sorrisi loro venendo immediatamente ricambiato da tutti.
« Ragazzo, ci hai fatto prendere un bello spavento sai? » dichiarò Genio mentre si teneva saldo al suo solito bastone mentre nel frattanto la nonna, che era proprio vicina a lui, non si era affatto accorta che di sfuggita il vecchio maniaco osservava anche il suo di posteriore, oltre a quello della figlia dai capelli azzurri. Sorrisi quando mamma si accorse delle occhiate del vecchio e lo minacciò con un pugno chiuso « Mi spiace, non pensavo proprio che sarebbe andata in questo modo ».
Goten si sedette meglio sul materasso mettendo le gambe a farfalla e picchiettandomi il ginocchio destro, quello più vicino a lui, per attirare la mia attenzione « Hei, Trunks. Ma perché ti sei trasformato in super sayan contro quel tizio? Secondo me lo battevi anche senza … ».
Mossi un poco la schiena e il collo per mettermi comodo dopo che l’infermiere mi ebbe messo l’ultima medicazione necessaria. Mi feci un poco serio « Vedi Goten, il fatto che non riuscivo a percepire alcun vigore in lui … ». Il piccolo mi interruppe senza lasciarmi proseguire « In che senso? ». Sorrisi appena « … Per vigore si intende la forza vitale di un organismo, animale o vegetale. Forse tu sei un po’ troppo piccolo, ma io mi sono accorto fin da subito che Spopovich non era un tizio normale e quindi anche la sua aura era da mettere in dubbio. E’ logico che se mi fossi esclusivamente basato su come aveva combattuto con me fino a poco prima avrei vinto senza problemi, ma non ho voluto rischiare e quindi mi sono trasformato. In più, essendo alla fine un essere umano anche se strano, speravo che ci rimanesse … come dire … un po’ corto ».
« E che quindi si ritirasse? » domando ancora una volta impetuoso il figlio di Goku saltellando un poco sotto lo sguardo critico di Chichi secondo la quale il figlioletto stava facendo troppe domande.
« Non ho mai detto questo. Speravo comunque che non mi desse nemmeno un problema … ma alla fine poi è arrivato l’altro e sono stato fregato » terminai il mio sproloquio poggiando le mani al petto e incrociando le dita tra loro.
« Ci hai provato, questa è comunque una buona cosa … » affermò Genio aggrappandosi osservando poi il nonno che muoveva la testa da una parte all’altra come un Nohohons, un oggetto strano e curioso forse perché già perso in un mondo tutto suo. La mamma si allontanò appena andando a raggiungere uno degli infermieri e picchiettando un dito su di una spalla « Mi scusi … » attese che il signore si volse prima di proseguire « … Quanto tempo ci vorrà prima che il ragazzo si possa riprendere? ». L’ommetto si portò una mano al mento e sospirò « Signora, più rimane fermo meglio è, in ogni caso credo proprio che come minimo quattro giorni di riposo ci vogliano e anche goduti a pieno aggiungo ».
« Ma non posso aspettare così tanto! … » esclamai alzando leggermente la schiena dal giaciglio « … Voglio raggiungere Gohan e gli altri e scoprire che cos’è questa storia! ». La nonna mi prese la spalla destra e mi costrinse a poggiarmi nuovamente sul letto « Suvvia caro, non fare così … Ti andrebbe un bel pasticcino? » … la nonna … ^-^
Calò il silenzio nella stanza. Nessuno sembrava avere alcun ché da dire anche se da parte mia mi stavo struggendo per trovare una via d’uscita che non mi impiegasse per davvero quattro giorni. Chichi incrociò le braccia al petto e sospirò « Voi guerrieri non sapete fare altro che combattere e quindi finite per usare poco il cervello … » iniziò la donna attirando la mia attenzione, anche perché sono un guerriero io « … Basterebbe andare dal maestro Karin e prendere qualche Senzu, non credete? ».
Genio sorrise a trentadue denti (strano per uno della sua età avere tutti quei denti, sicuramente la sua è una dentiera): « E’ davvero l’idea giusta, stavo per dirlo io sai? ».
« Umpf, come no … E dire che di questi fagioli ne so ben poco, ci volevo io per farvelo venire in mente … » terminò poi la mora alquanto stizzita per la poca sveglia che c’era in quella stanza. I nonni però non se la presero perché sorridevano contenti per la notizia.
« Benissimo, chi li va a prendere? » domandai sorridente e speranzoso in una risposta pressoché immediata che, come mi aspettavo, mi arrivò dal bimbetto che immediatamente saltò giù dal letto: « Ci vado io! Ci vado io! » esultò mentre si allontanava ma poi …
« TU NON VAI DA NESSUNA PARTE! » Sbraitò furente la sua mamma quando lo ebbe afferrato per la maglietta e alzato di peso portando i suoi occhi all’altezza dei propri.
« Ma mamma … »
« NIENTE “MA”! E ora stai buono Goten » lo ammonì severa facendolo risedere sul letto. La mamma si portò una mano al mento ed incominciò a pensare rapidamente « E allora chi mandiamo? ». La bionda del piccolo gruppo cinguettò un poco prima di fare un saltello gioioso dil posto « So io chi mandare, aspettate … » dopodiché si incamminò verso la porta, la aprì e si incamminò verso un certo individuo. Nonno mi tenne la porta aperta in modo che vedessi l’intera scena: Bunny si avvicinò a numero 17, gli porse un cordiale sorriso e dopo allargo le braccia in direzione della piccola Marron che, forse perché sentiva il bisogno di una stretta femminile, si aggrappò immediatamente al collo della nonna lasciando un povero ragazzo senza il suo giocattolo. C17 rimase gelido fin quando la nonna non iniziò a parlargli « Caro … » un sopracciglio si alzò « … volevo chiederti un favore … » le labbra si storsero e nessuna parola uscì da esse, un lungo momento di silenzio prima dell’attacco « … carissimo, andresti all’obelisco a prendere dei fagioli magici? ».
Il cyborg andò su tutte le furie come se qualcuno gli avesse graffiato l’automobile nuova di zecca (sapesse me) « CHE COSA?! NON CI PENSO NEMMENO! CI SONO GIA’ ANDATO L’ULTIMA VOLTA! ».
Nonna non si scompose « Ma caro, è per il bene di Trunks ».
I capelli scuri sembrarono rizzarsi sulla testa come i denti di un pettine « CARO?! HO DETTO DI NO! MANDATECI QUANCHEDUN’ALTRO! … » 17 osservò la nipotina « … E mi ridia immediatamente Marron! Non vorrei che diventasse come lei! » e dopo aver detto ciò il cyborg strappò letteralmente dalle braccia della nonna la piccola bambina, si andò a sedere vicino a un piccolo muretto e iniziò a borbottare nervoso … Bunny fece spallucce.
Bulma incede si sfregò le mani e con aria decisa varcò anch’ella la soglia di quel luogo trovandosi nel corridoio all’esterno. Fece alcuni passi in direzione di ben altro personaggio ed alzò immediatamente la voce: « YAMCHA! Vai tu a prendere i Senzu ».
Lo scemo si guardò attorno e poi si indicò con un dito come per dire “Chi, io?” … già era ridotto male, i vestiti color giallo canarino non lo aiutavano di certo a sembrare più intelligente.
« Certo che parlo con te, vai a prendere i fagioli da Karin » ripeté Bulma decisa e convinta sapendo che presto o tardi il quasi ex-marito avrebbe poi ceduto.
« Ma non ne ho voglia … » piagnucolò l’altro nel tentativo di dissuadere la donna che però, grazie al suo caratterino a volte insopportabile, lo obbligò poi grazie ad una serie di lamentele che sembravano non avere fine. Yamcha abbassò le spalle e si apprestò a spiccare il volo quando a sorpresa Light, che era rimasto nascosto fino ad allora, non si affrettò a fermarglisi a fianco dicendo: « Vengo anch’io ». Il padre strabuzzò gli occhi ancora di più quando poi vide il figlio estrarre dalle tasche dei pantaloni una piccola capsula con una banda violetta, premere il bottoncino e lanciarla poco lontano, in mezzo a della tenera erbetta. Anch’io rimasi alquanto sorpreso quando vicino a C17, che era nei pressi, comparve una piccola motoretta dotata di propulsori gravitazionali. Light ci saltò sopra e si mise sugli occhi un paio di occhiali da aviatore che erano stati posti precedentemente a ridosso del piccolo manubrio. Bulma corse verso il piccolo e sembrava sconvolta « E questa da dove salta fuori?! ».
Light sbuffò scocciato mentre con la mano destra faceva ruotare la piccola chiave nella serratura facendo accendere così il motore « Uffa … L’ho costruita io mentre te eri indaffarata con quella navicella a forma di palla … Comunque la so guidare perfettamente, ho fatto pratica un sacco di volte ».
La donna però non voleva sentire ragioni « Può essere pericoloso! Se qualcuno ti dovesse attaccare non saresti in grado di proteggerti, non sei in grado di combattere! Non fare sciocchezze! ».
Il bambino si irritò maggiormente ma si voltò sicuro verso la madre tenendo gli occhi minacciosi puntati su di lei mentre le lenti rosse degli occhiali rendevano il suo sguardo ancora più irriverente « Perché te saresti capace di combattere vero? … » un piccolo sorriso si delineò su quel piccolo ghigno per poi scomparire ancora « … Piuttosto che starmene qui con le mani in mano preferisco andare a farmene un giro, se non altro sarà più divertente che guardare un morto vivente o in generale un torneo straziante e mal organizzato! ». I propulsori infiammarono e permisero al monello di alzarsi in cielo con una velocità davvero elevata grazie un buono studio dei progetti da parte di quello che mi era apparso come un piccolo genietto.
« Andiamo sì o no?! » sbraitò poi in direzione del padre per motivarlo a darsi una sgaggiata. Yamcha fece spallucce all’azzurra prima di alzarsi in cielo e sfrecciare poi in direzione dell’obelisco di Karin.

******

A una distanza sempre più ristretta, il combattente Yamu, cercava con tutte le proprie forze di seminare i suoi inseguitori mantenendo sempre salda la presa sullo strano contenitore bianco con su scritta la stessa “M” che era anche impressa sopra la sua ampia fronte. Ringhiò arrabbiato e un po’ scocciato virando improvvisamente a sinistra, in direzione di una piccola radura circondata dal rocciose montagne.
« Sta cercando di scappare! » urlò Gohan quando vide il tizio allontanarsi improvvisamente. Vegeta, Goku, Piccolo e gli altri virarono silenziosi continuando a volare rimanendogli alle calcagna anche se, nonostante fossero benissimo in grado di espandere le loro auree e bruciare quel distacco, rimanevano lontani. Papà sogghignò notando che la velocità di fuga stava via-via diminuendo: la sua infatti era pura voglia di vedere quando quel verme di Yamu avrebbe sopportato quella situazione. Crillin però non era altrettanto d’accordo: « Ma che strazio! … » urlò all’improvviso mettendosi le mani nei capelli « … Ma perché lo stiamo inseguendo così?! Sta facendo soltanto un grande giro in circolo, non ne posso più! ».
Il namecciano guardò in malo modo il piccolo “amico” « Guarda che se vuoi puoi andartene » lo ammonì con tono severo che però servì a far calmare il piccoletto e farlo tornare, nuovamente determinato, al proprio posto.
« Crillin però ha ragione, non possiamo andare avanti così per sempre … » suggerì il figlio si Goku al proprio padre convincendolo che fosse meglio dare un taglio a quella continua corsa e rincorsa. Goku volò in avanti affiancandosi al principe, voltò appena lo sguardo verso sinistra ed iniziò a dire la sua « Vegeta, finiamola qua ».
Papà voltò gli occhi verso destra incrociando quelli dell’eterno rivale, Sbuffò acconsentendo alla richiesta.
Le auree dei due sayan dal sangue puro esplosero tutt’attorno generando, oltre che un’onda d’urto, anche una forte sorpresa in Kaioshin, il quale, credeva di avere intrasentito il picco massimo di energia nella mia persona, poco tempo prima al torneo Tenkaichi.
Papà e il signor Goku si materializzarono dinanzi a Yamu bloccandogli la via e obbligandolo a fermarsi dove stava. Il secondo era tranquillo, Vegeta invece, con le solite braccia incrociate al petto e lo sguardo furente, sembrava pronto per farlo saltare in aria … Yamu si guardò spaesato e poi abbassò le spalle, sconfitto, quando si ritrovò completamente circondato.

 

 

... Continua ...


 

  
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