I’m
just a simple guy, I
live from day to day
-
Ragazzi, ho bisogno di una pausa. – disse, stiracchiandosi le
braccia sopra la
testa.
-
Ma se è solo da un’ora che proviamo! –
esclamò Page infastidito.
-
JimJam – esordì – Non me ne frega un
cazzo. Ho bisogno di una pausa! – esclamò
e così si alzò dal suo sgabello,
sistemò le bacchette sulla grancassa e si
avviò nel giardino.
-
Ma dove vai? – chiese Robert aggrottando la fronte.
-
Lo lasciate in pace o avete intenzione di fare le mamme premurose
ancora per
un’altra mezz’ora? – chiese Jonesy dando
un tiro alla sua sigaretta, mentre
Bonzo, mani ficcate nelle tasche, attraversava il giardino respirando
l’aria
mattutina a pieni polmoni.
Le
prove, badare ai bambini, passare il tempo con Pat …
Erano
cose che amava terribilmente, ma che in quei giorni lo stavano
sfinendo,
specialmente se ogni mattina bisognava montare la batteria in giardino,
quando
lui avrebbe preferito lasciarla nell’ingresso, usando la
tromba della scala
come amplificatore.
-
Finalmente un po’ di pace. – sussurrò,
andandosi a sedere all’ombra di un pino,
recuperando una sigaretta e un accendino dalle tasche per dare inizio
ad una
bella fumata. Chiuse gli occhi, facendo scivolare lentamente il fumo
dalle
labbra.
Psss
Lo
sentì appena e tirò uno schiaffo nel vuoto,
credendo si trattasse di un
insetto.
Psss – Pss!
Eh
no, non era un insetto.
Aprì
gli occhi e drizzò la testa, andando alla ricerca della
fonte di quel suono
-
Hey, tu! Sono qui!
Si
guardò intorno, stringendo gli occhi per via del sole e solo
dopo essersi
voltato alle sue spalle vide che, aggrappata ad un cancello, una bella
ragazza
dai lineamenti sottili e le forme generose lo stava guardando con un
sorriso
radioso.
-
Ciao dolcezza! – sorrise, sollevando quei baffoni quasi fino
alle narici mentre
la ragazza lo ricambiava – Che ci fai lì?
– chiese gentilmente.
-
È qui che suona la band, vero? – chiese,
aggrottando leggermente la fronte
mentre il leggero vestito di seta purissima le svolazzava attorno alle
gambe
come ali di farfalla.
-
Sì. – disse lui, appoggiando il gomito contro il
cancello – E tu saresti?
-
Io sono Sally. – rispose quella, la voce sottile di chi cerca
di accarezzarti
la testa e non farti più capire nulla. Sorrise al
batterista, piegando un lato
della bocca in maniera impercettibile, segno che lo faceva con un certo
sforzo;
ma Bonzo non se ne accorse, troppo preso dagli occhi blu che lo
fissavano come
a volerlo ipnotizzare.
-
Sai, mio padre mi ha lasciata libera solo per un’ora.
È una persona molto
importante in paese. – disse, con un tono che sfiorava
l’intimidazione – E se
faccio tardi verrà a cercarmi come un pazzo.
-
Oh, immagino! – rispose Bonzo, continuando a sorriderle come
incantato – E
posso anche immaginare che tu voglia entrare. – e
così dicendo fece scattare la
serratura, aprendo piano il cancello per farla entrare.
Sally
saltellò dentro entusiasta, guardandosi intorno quasi fosse
entrata in un
tempio.
-
Benvenuta, principessa! – esclamò Bonzo,
cingendole le spalle con un braccio.
-
Hey, ma che fai? – chiese Sally stizzita, scattando lontana
da lui quasi
schifata.
Bonzo
rimase sconvolto, fissandola sbalordito con la bocca semiaperta.
-
Ma … che diavolo …
-
No, che diavolo vuoi tu! – fece la giovane con superbia
– Ho detto che voglio
vedere la band, non te! –
esclamò,
riempiendo di disprezzo l’ultima parola.
Il
batterista era ormai pietrificato. L’incanto col quale
l’aveva fissata pochi
minuti prima era tramutato in sgomento come per colpa di un tremendo
incantesimo. Aveva di fronte l’ennesima ugola strillante alla
vista di Robert o
Jimmy, una di quelle che ha solo occhi per loro e finisce col non
vedere lui o
Jonesy. Non l’aveva riconosciuto, il fatto era chiaro come il
cielo sulle loro
teste; ma, si sapeva, Bonzo non era di quelli che si perde
d’animo. Così fece
un passo indietro, rivolgendole un sorriso cordiale e portando le mani
dietro
la schiena.
-
Scusami! – disse, fingendo un dispiacere così
profondo da sembrare sincero – La
band è nel casale. Li troverai lì.
-
Grazie. – sputò lei con un disprezzo che a quanto
pare aveva spazzato via
qualsiasi traccia di gratitudine, sbattendo nell’aria
mattutina la lunga chioma
bionda ed avviandosi verso il casale.
Bonzo
sorrise sotto i baffi.
-
Adesso ti sistemo io!
E
così dicendo, afferrò una bicicletta che era
poggiata contro il muretto di
fianco al cancello e si avviò nel giardino correndo il
più veloce che poteva.
*
-
Ma tu non eri in pausa? – chiese Jonesy sconvolto, sollevando
lo sguardo dal
suo libro per vedere Bonzo infilarsi in salotto entrando dalla
finestra. Entrò
appena in tempo per vedere Sally apparire da dietro un albero, diretta
verso il
portone.
-
Ero! – riuscì a dire col fiatone, portandosi le
mani ai fianchi.
-
Qualcosa mi dice che stai tramando qualcosa. –
sussurrò Jonesy sollevando un
ciglio.
-
Bravo, Baldwin! – esclamò John, puntandogli il
dito indice – Mi piace quando
azioni quel cervello nascosto sotto la parrucca da fata turchina!
Jonesy
chiuse il libro con un colpo secco.
-
Ascolta, Bonz, non te …
-
Sì, ok! – disse questo, prendendo il bassista per
un braccio e sollevandolo di
peso – Non devo chiamarti più così.
Muovi il culo adesso!
*
Una
mano colpì più volte la porta
d’ingresso. Tre colpi precisi, secchi, ma deboli.
Robert li sentì appena, immerso in una discussione con Jimmy
in cui lui
ribadiva, per l’ennesima volta, che Trumpled
Under Foot somigliasse a Long
Train
Running dei The Doobie Brothers.
-
Ti dico di sì. – diceva Robert mentre si avviava
alla porta.
-
Plant, non essere pignolo. Non ci somiglia affatto! –
sbuffò Jimmy, portando
nervosamente la sigaretta alle labbra.
-
Sì, ok. – pose la mano sulla maniglia –
Tanto hai sempre rag… goodmorning,
sunshine! – esclamò,
sfoderando un sorriso raggiante alla vista di Sally che,
sull’uscio, aveva
assunto la rigidità di una statua di sale, fissando Robert a
occhi spalancati.
-
B-buongiorno! – riuscì a dire.
Barcollò.
La
vide perfettamente, nascosto dietro la porta del salotto rimasta
socchiusa, e
dovette recuperare tutte le forze per non ridere.
-
Robert, Dio, ma l’educazione te l’hanno insegnata?
– chiese Jimmy, alzandosi
elegantemente dal divano per avvicinare i due, mentre Robert rimaneva
silenzioso ad analizzare ogni centimetro di pelle, visibile e non,
della
ragazzina – Fai accomodare questa giovane bellezza!
-
Troppo gentili! – cinguettò lei, aggrappandosi al
braccio che Jimmy le offriva,
accompagnandola sul divano dove era seduto poco prima.
-
Come hai fatto a trovarci, dolcezza? – chiese Robert
aggiungendosi alla coppia,
sedendosi scomposto in modo che la ragazza lo guardasse non esattamente
negli
occhi.
-
Oh, beh … - disse lei, arrossendo vistosamente e portandosi
una ciocca di
capelli dietro l’orecchio – Lo sanno tutti in paese
che voi siete qui –
aggiunse, stentando un sorriso.
-
Oh, davvero? – sussurrò Jimmy, risistemandole la
stessa ciocca, ma la poverina
era troppo presa da quegli occhi verdi per notare che il chitarrista
l’aveva
appena imitata – E chi ti ha fatto entrare? –
chiese severo, facendo
impallidire Sally in un colpo solo e facendola deglutire pesantemente.
-
I-io … non so … credo un vostro aiutante, o
qualcosa del genere. – provò a dire
– è un problema? – chiese con un nodo
alla gola.
-
Certo che no, piccola. – la rassicurò Robert con
un ghigno che lo contraddiceva
– Ci fa piacere ricevere visite. Specialmente se sono tutte
come …
Ma
fu interrotto. Jonesy si precipitò nell’ingresso,
scompigliato e col fiatone,
attirando l’attenzione sorpresa dei tre.
-
Che ti prende? – chiese Jimmy con tono monocorde.
-
Maureen. Charlotte! – riuscì a dire –
Sono al cancello, le ho appena viste
arrivare dalla mia stanza.
-
Oh, cazzo! – esclamò Robert con voce stridula.
-
Già, quello che perderemo se questa non sparisce!
– esclamò Jimmy indicando
Sally con le mani.
La
poverina era ormai nel panico totale, gli occhi sgranati e lo sguardo
ferito,
probabilmente da come l’aveva appena indicata Jimmy. Si
alzò insieme ai due
guardandosi intorno come in cerca di una via di scampo. Quello che
sembrava un
sogno si era appena trasformato in un incubo.
-
Coraggio. – disse Jonesy, poggiandole una mano su una spalla
– Vieni con me.
Sally
annuì. Non si accorse nemmeno dello sguardo di Jonesy che
correva alla porta
del salotto e della testa che annuiva, troppo impegnata a fissare i
fianchi di
Robert e i capelli corvini di Jimmy che salivano le scale.
Bonzo
chiuse la porta, un sorriso trionfante sulle labbra.
-
E non finisce qui!
*
-
Ma, dove mi stai portando?
La
voce stridula di Sally gli arrivò all’orecchio
come se fosse stato il ronzio
fastidioso di un insetto, ma si stava divertendo troppo per lasciar
perdere e,
quando vide Jonesy aprire la porta del porcile, gli fu difficile
trattenere le
risate.
-
John. Nascondila. Le mogli dei membri della band sono arrivate e tu e
questa
signorina fate in modo di non farvi vedere in giro, chiaro? –
ordinò Jonesy con
tono di disprezzo e con una punta di vendetta, sapendo perfettamente
che non
poteva rispondergli a tono.
-
Sì signore …
-
Ma, come? Mi nascondete qui? – chiese schifata la ragazza,
fissando i maiali di
fronte a sé – E con questo qui?
-
Ma chi ti tocca! – esclamò Bonzo, sedendosi su uno
sgabello mentre Jonesy
chiudeva la porta ridendo sotto i baffi.
-
I-io non posso stare qui! Devo tornare a casa!
-
Stai zitta. Con quella voce potrebbero sentirti fino in paese e se le
mogli ti
scoprono, ti mettono al posto mio a spalar letame. –
puntualizzò, per poi
tirare fuori dal taschino un’armonica a bocca.
-
Ci mancava il porcaro musicista. – sbuffò
l’odiosa ragazzina, ma Bonzo non le
diede corda. Prese a suonare. Era un vecchio pezzo di Little Walter, Juke, che spesso si divertiva a suonare
insieme a Robert quando erano ragazzini, stesi sul bordo di qualche
muretto di
una delle tante campagne sperdute delle Midlands.
Sembrò
un incanto.
Sally
si voltò a guardarlo, forse era la prima volta che lo faceva
quel giorno, gli
occhi pieni di un interesse che fino a quel momento non gli aveva
rivolto. Il suono
di quell’armonica era così cristallino e al
contempo sporco, sensuale, che
sentì qualcosa muoversi al centro del petto. Forse
l’anima.
Si
sedette su un mucchio di paglia, le ginocchia raccolta tra le braccia,
fissando
Bonzo a bocca spalancata.
-
Wow! – sussurrò quando lui ebbe finito, incantata.
Lui
si voltò soddisfatto, sorridendole sbilenco.
-
Grazie. – disse, poi guardò fuori da una delle
minuscole finestre del porcile,
i poveri animali che continuavano a gironzolare pigri ed indisturbati.
-
Che c’è? – chiese lei.
-
Credo siano andate via. Ti accompagno su.
*
Dal
salotto, la chitarra di Jimmy urlava impazzita, persa in un assolo
malinconico.
-
Stanno provando! – sussurrò lei a Bonzo, ormai
avvicinandolo con sicurezza –
Perché non gli chiedi di suonare con loro? Sei bravo con
quell’armonica.
Bonzo
rise di gusto: - Il mio mestiere è la batteria, carina!
– esclamò e, così
dicendo, spalancò la porta del salotto, entrando entusiasta.
-
Ma dov’eri finito? – lo rimproverò Jimmy
vedendolo entrare e, pur notando la
presenza di Sally, la ignorò completamente.
-
Chiedilo a Miss Universo! – disse, afferrando le bacchette e
indicando Sally,
sempre più sconvolta e corrucciata.
-
T-tu … - balbettò, indicando Bonzo con un dito
mentre gli altri tre si
gustavano la scena iniziando a ridere – Se-sei il batterista?
-
No, suo nonno! – disse, battendo le bacchette una contro
l’altra – Riprendiamo a
provare? A mezzogiorno vorrei mangiare!
-
Agli ordini capo! – esclamò Robert mettendosi
sull’attenti e agitando a destra
e a manca la chioma leonina.
Sally
prese a piangere.
Bonzo
aveva organizzato tutto alla perfezione, mettendo in piedi quella
lezione che,
ne era sicura, non avrebbe mai dimenticato. Si voltò,
facendo per andarsene, ma
la voce di Bonzo la bloccò.
-
E ricorda una cosa, bambina!
Lo
guardò, gli occhi che trasmettevano il suo senso di colpa.
-
Mai giudicare dalle apparenze.
Detto
questo, batté il tempo e ricominciarono a provare, mentre
Sally andava via a
testa bassa e la sua presunzione ferita.
Angolo dell’autrice.
Eccomi qui!
Perdonate il vergognoso ritardo, ma il
tempo è
quello che è!
Ecco, questa è la fiaba
“appioppata” a Bonzo bello:
“Il porcaro” o “Il guardiano dei
porci”.
Per chi abbia letto la storia, sa
perfettamente che
la storia non è esattamente fedele per come l’ho
scritta, ma, lo ripeto, per me
la cosa fondamentale è adattare la fiaba originale alla
realtà e renderla quasi
verosimile. E per farlo, ciò che tento di
“salvare” è la morale che vuole
insegnare la fiaba vera.
Ad ogni modo, quella scritta qui
è anche una specie
di “critica”.
Lo so bene, tutte noi, esattamente come
Sally, non
possiamo fare a meno di spalancare la bocca di fronte ai fianchi
spettacolari
di Robert o incantarci di fronte agli occhi di Jimmy
però… Hey, c’erano altri
due componenti nel gruppo! :D
Quindi, eccovi la morale della fiaba
abbinata a
Bonzo!
Credits: Out On The Tiles, Led Zeppelin.
Sì, credo ci sia tutto, alla
prossima!
D.H.