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Autore: BunnyShipper    19/09/2014    2 recensioni
Agosto del 1984, siamo alla periferia di Londra e due normali bambini stanno giocando a calcio. I due sono nel cortile di una casa oramai abbandonata che li metterà nei guai...
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Missing.


Agosto 1984

In un pomeriggio soleggiato nella periferia di Londra, sì, la città dalle grandi possibilità e del tè delle cinque del pomeriggio;  due bambini giocavano a calcio.
I loro nomi erano :  Cody e Dylan. Erano due gemelli di dieci anni, con grandi occhi verdi, capelli giallo grano, delle lentiggini sulle guance e con indosso due magliette a righe con colori diversi, verde e rosso.
I due giocavano davanti alla casa abbandonata dei Harmon, che ormai avevano cambiato casa da molti anni e per motivi a noi sconosciuti.
Durante la loro ‘amichevole’ partita, il più timido dei due lanciò la palla con troppa forza e finì per rompere una finestra della casa.
- Visto cosa hai fatto?! – esclamò spazientito il più coraggioso, Dylan, al fratello che rispose in fretta:
- Non è stata colpa mia, è stato un incidente! – esclamò in sua difesa.
- Va bene, va bene – controbatté l’altro, roteando gli occhi al cielo – ora però vai a riprenderlo!
- I- Io? Da solo? – esclamò Cody deglutendo e puntando l’indice verso di sè, guardando il fratello quasi incredulo.
-Certo! Non avrai mica paura? … - disse Dylan con un ghigno altamente ironico sul volto.
- Io? Assolutamente no. Non è che invece hai paura tu e per questo mandi da me? – cercò di rivoltare la frittata l’altro, incrociando le braccia al petto.
I due si guardarono in cagnesco, avvicinandosi sempre di più l’un l’altro.
- Senti, facciamo così : Noi entriamo, prendiamo quel dannato pallone e poi ti distruggo! – esclamò sicuro di sé Dylan, allungando la mano verso il fratello. L’altro si limitò ad annuire col capo ed a stringergli la mano, accettando la sua proposta.
I due entrano nella casa proprio dallo spazio creato dal lancio del pallone , facendo attenzione a non tagliarsi coi vetri appuntiti.
Appena entrarono, la prima cosa che i due notarono fu la maestosità di quella casa :  davanti a loro si vedeva una scalinata molto lunga e con una finestra ampia dietro , un divano a destra ormai vecchio e consumato dal tempo, un lampadario sopra di loro dorato con molte ragnatele(segno che non veniva pulito da chissà quanto tempo) e la carta da parati era colore rosso ma si poteva intravedere il muro color bianco sporco al disotto.
I due bimbi si guardarono intorno , mentre dalle loro bocche uscì un ‘wow’ detto come se qualcuno li stesse ascoltando e non volevano farsi sentirsi. A sinistra? A sinistra non c’è niente tranne che una piccola porta.  È proprio Dylan a vedere la porta che ha un cartello, ormai arrugginito col tempo, con la scritta ‘Vietato l’accesso’ … cosa c’è di più allettante (non solo) per un bambino che una possibile regola da trasgredire?Niente.
La nostra adorabile magliettina rossa quindi , schioccò le dita per richiamare l’attenzione del gemello, avvicinandosi alla porta con l’intenzione di entrare. Cody  che era in procinto di le scale,  appena capì le intenzioni del fratello  si precipitò subito dal fratello e gli bloccò la mano, già sul pomello.
- Non andare, dai. Prendiamo il pallone ed andiamo. – sentenziò cercando di nascondere la voce tremolante, aveva un brutto presentimento. Per quanto bella, quella casa gli metteva i brividi.
- Senti, se vuoi vai , io entro. – disse Dylan senza nemmeno guardarlo , girando il pomello per poi scomparire nell’oscurità.
Cody sospirò, scuotendo la testa e facendosi coraggio,  fece uscire dalla tasca posteriore  dei pantaloni un inalatore dell’asma e prese almeno tre boccate, prima di seguire il gemello.
I due scesero quelle che avevano capito essere scale ed arrivarono ad una camera, più piccola e spuria, con solo una grande finestra con delle tende verdastre ad illuminare tutto. A quel punto, il più impavido dei due si girò ed aprì le braccia , sorridendo trionfante al gemello ed esclamò  :
- Te lo avevo detto! -  per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Ad interromperla fu una goccia d’acqua proveniente dal soffitto che si posò sui suoi capelli. Alzò lo sguardo e vide che dal soffitto scendeva dell’ acqua, con una faccia schifata si spostò e scosse i capelli. Cody sospirò sollevato del fatto che non ci fosse niente di spaventoso là e grato che il suo presentimento fosse sbagliato. Però, notò una macchia di acqua violacea sul pavimento di legno ma non ci diede tanto peso visto che l’attenzione sua che quella di suo fratello venne rapita da un mobile. Un tavolino di legno , per l’esattezza. Esso aveva sopra dei  cocci di un bicchiere rotto ed una vecchia fotografia ingiallita che ritraeva una famiglia. Che sia la famiglia Harmon? E’ il pensiero che passò nella mente dei due.
Essi guardarono meglio la foto e notarono una donna ed un uomo con il volto sfocato, ai lati di un divano. Potrebbe essere il divano di sopra quello della foto?
La cosa che li incuriosiva maggiormente però  era il bambino seduto al centro del divano,era una figura nitida li fissava come se volesse qualcosa da loro. Forse lo voleva veramente.
- Cosa ci fate voi qui? – esclamò una voce cristallina dietro di loro . La paura li irrigidì, tutti e due sudarono freddo,i loro cuori battevano freneticamente, le mani frenavano. La mente di Cody era andata in panne, nel panico più assoluto mentre  Dylan prese uno dei cocci di vetro e si girò di scatto, pronto ad attaccare … ma ciò che vide lo lasciò senza parole.
Dietro di loro un bambino, della loro età probabilmente, con i capelli e gli occhi corvini li guardava con un mezzo sorriso sulle labbra.
- Hei, posa quel coso! Mamma dice di non giocare con le cose appuntite.- esclamò mettendo le mani davanti a lui come segno di protezione. Dylan posò il coccio nuovamente sul tavolo e scoppiò in una risata isterica, nervosa, mentre Cody prese altre boccate dall’inalatore.
- Cosa ci fai qui? – chiede poi il nostro gemellino dalla maglia smeraldo ripresosi , al bimbo che intanto  lo guardava attento e lo studiava,  come un leone che fissa la propria preda.
- Avevo sentito delle voci e sono entrato a vedere, niente di più.  –rispose con nonchalance ed una calma disarmante, alzando le spalle. Ad un certo punto, senza dire niente, tese entrambe le mani verso i due. – Vi va di fare un gioco? – chiese mentre un sorriso ampio si fece strada sul volto, mantenendo sempre la stessa calma. I gemelli si guardarono rapidamente ed annuirono all’unisono per poi stringergli la mano senza esitazione. Notarono subito che la sua mano era stranamente fredda, glaciale, ma nonostante quello la sua presa era decisa e forte.
Il piccolo ragazzo senza nome,  strinse con forza sussurrando un ‘Sarà divertente.’






Agosto 2000
Sono passati sedici anni da quello strano evento e dei due gemelli nessuna traccia. Alcuni dicono che siano stati rapiti, altri che siano ancora vivi ma senza memoria ed altri che insinuano che siamo stati uccisi dai genitori. Oh, quanto parla la gente di oggi.  Forse vi starete chiedendo : La vecchia casa che fine ha fatto? Sta per essere demolita.
Il giorno della demolizione è oggi! Uno degli operai scende in cantina per prendere le cose rimanenti e magari venderle in uno di quegli stupidi programmi strasmessi dalla tv.
Ciò che colpisce la sua attenzione è un tavolino di legno impolverato con dei cocci di vetro, una palla da calcio ormai sgonfia ed una foto ingiallita. Una foto di famiglia. I genitori ai lati di un grande divano e su di esso tre bambini, che si tengono per mano. Uno al centro  è vestito di nero mentre quei due ai lati si assomigliano molto, forse se ci fosse del colore sarebbero distinguibili. I tre bambini stanno guardando fisso l’obbiettivo, sembra davvero  che possano leggerti l’anima…hei, ti va di fare un gioco?

                  



 [ GUESS WHO IS BACK BACK BACK, BACK AGAIN!
Esatto pasticcini, sono tornata. Come state?Com’è stato il vostro rientro a scuola?Per me: il trauma.
Cooomunque, cosa vi sembra della storia? Vi piace? Non vi piace? Fatemi sapere! Fatemi sapere se volete che scriva un’altra storia dello stesso genere o se volete che cambi o non so…fate voi!
Io vi abbraccio, vi regalo caramelline gommose e ci vediamo soon!
Bunny . xoxo



Ps. Accetto critiche NON insulti.

 
  
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