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Autore: kike919    23/09/2014    0 recensioni
"Quell'antico vuoto bruciava. Partiva da un foro dell'anima e ne inceneriva sempre di più i contorni, fino ad espandersi. Quegli strappi incolmabili."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la sera del ventiquattro Dicembre... e sinceramente non avrei mai potuto pensare che sarebbe andata così. In nessun senso in assoluto.
Pomeriggio lento e noioso come se fossimo una famiglia normale; cioè, come se i paparazzi non uscissero dal nostro water per scoprire in quanti saremmo stati a tavola, o il ripieno del tacchino.
Ok, no: il tacchino non c'era. Non era mica il Ringraziamento, diamine!
Di fatto c'erano anche i paparazzi che uscivano dal water, ma non era quello che intendevo.
Il pensiero di avere una sorella, era stato temporaneamente accantonato. Non avevo il coraggio di scrivere un sms a Natalie; anche perché, la scusa era la solita che avrebbe utilizzato il figlio viziato di una rockstar: “Sai, non potevo mica venire al tuo compleanno, quando il mio fantastico papà organizzava un meet & greet per dirmi che ho una sorella nascosta”. Non credo sia il modo migliore per farsi notare, dare bidone a una e poi raccontarle una verità che per me è una palla al piede, ma che per lei potrebbe essere un chissà cosa da farsi i complessi. I ragazzi normali sognano sempre storie così, senza immaginare che potrebbe non essere il massimo avere una vita che sembra più un circo. Ci mancava solo la donna cannone.
Erano tutti contenti, ricontenti, stracontenti... tranne me. E quando dico tutti contenti, intendo che gioiva anche Fiona con la gamba rotta eh! Tutti tutti tutti.
Io incartavo regali come un dodicenne sfigato. Quella ragazza dall'aspetto incantevole che sembrava tanto disponibile, voleva solo fare colpo sul papà ritrovato. Era la mia versione femminile e già questo fatto l'aveva resa tanto intoccabile, quanto repulsiva. Non provavo nemmeno quell'istinto da fratello protettivo alla “spacco il muso a chi la tocca”. In fin dei conti, eravamo due estranei. Era un modo strano di essere fratelli. Io e Jamie.
-Cooodyyyy!
-Papà?!
Replicai, stupito dal suo fare giulivo. Oh, dimenticavo: da quando l'aveva conosciuta, era peggio del solito. Le aveva telefonato una volta al giorno; a volte due, ma in quelle occasioni chiamava la sera, per fingere di essersi scordato di averla già cercata all' ora di pranzo. Esatto: datemi una vanga, che voglio sotterrarmi.
-Stasera c'è una sorpresa!
-Se è una sorpresa, perché vieni a dirmela?
-Perché sarai sorpreso lo stesso!
-Non mi dire che Jamie viene a cena...
Al che la sua risposta fu un'espressione da bimbo preso con la marmellata sulle mani e spalmata in faccia; sparì alla svelta furtivo come un gatto.
Bella sorpresa.

Per la contentezza mi tagliai con la carta.



(Avevo detto che ci sarebbe stato un capitolo bonus, ma lo sezionerò per ragioni di lunghezza).
   
 
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