Era la sera del ventiquattro
Dicembre... e sinceramente non avrei mai potuto pensare che sarebbe
andata così. In nessun senso in assoluto.
Pomeriggio lento e
noioso come se fossimo una famiglia normale; cioè, come se i
paparazzi non uscissero dal nostro water per scoprire in quanti
saremmo stati a tavola, o il ripieno del tacchino.
Ok, no: il
tacchino non c'era. Non era mica il Ringraziamento, diamine!
Di
fatto c'erano anche i paparazzi che uscivano dal water, ma non era
quello che intendevo.
Il pensiero di avere una sorella, era stato
temporaneamente accantonato. Non avevo il coraggio di scrivere un sms
a Natalie; anche perché, la scusa era la solita che avrebbe
utilizzato il figlio viziato di una rockstar: “Sai, non potevo mica
venire al tuo compleanno, quando il mio fantastico papà organizzava
un meet & greet per dirmi che ho una sorella nascosta”. Non
credo sia il modo migliore per farsi notare, dare bidone a una e poi
raccontarle una verità che per me è una palla al piede, ma che per
lei potrebbe essere un chissà cosa da farsi i complessi. I ragazzi
normali sognano sempre storie così, senza immaginare che potrebbe
non essere il massimo avere una vita che sembra più un circo. Ci
mancava solo la donna cannone.
Erano tutti contenti, ricontenti,
stracontenti... tranne me. E quando dico tutti contenti, intendo che
gioiva anche Fiona con la gamba rotta eh! Tutti tutti tutti.
Io incartavo regali come un dodicenne
sfigato. Quella ragazza dall'aspetto incantevole che sembrava tanto
disponibile, voleva solo fare colpo sul papà ritrovato. Era la mia
versione femminile e già questo fatto l'aveva resa tanto
intoccabile, quanto repulsiva. Non provavo nemmeno quell'istinto da
fratello protettivo alla “spacco il muso a chi la tocca”. In fin
dei conti, eravamo due estranei. Era un modo strano di essere
fratelli. Io e Jamie.
-Cooodyyyy!
-Papà?!
Replicai, stupito dal suo
fare giulivo. Oh, dimenticavo: da quando l'aveva conosciuta, era
peggio del solito. Le aveva telefonato una volta al giorno; a volte
due, ma in quelle occasioni chiamava la sera, per fingere di essersi
scordato di averla già cercata all' ora di pranzo. Esatto: datemi una
vanga, che voglio sotterrarmi.
-Stasera c'è una sorpresa!
-Se è una sorpresa, perché vieni a
dirmela?
-Perché sarai sorpreso lo stesso!
-Non mi dire che Jamie viene a cena...
Al che la sua risposta fu
un'espressione da bimbo preso con la marmellata sulle mani e spalmata
in faccia; sparì alla svelta furtivo come un gatto.
Bella sorpresa.
Per la contentezza mi tagliai con la
carta.
(Avevo detto che ci sarebbe stato un capitolo bonus, ma lo sezionerò per ragioni di lunghezza).