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Autore: feilin    24/09/2014    5 recensioni
Una ragazza invisibile, nel vero senso della parola, incontra l'unico essere umano in grado di vederla. Una convivenza a volte forzata ma spesso piacevole. Un nuovo amico per lei, e una nuova amica per lui. Amicizia, amore e scoperte inaspettate.
Non sarà troppo lunga come cosa, spero vi piaccia. Buttateci un occhio :D
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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3 Marzo 2014
 
Passai la notte a ripensare a cosa era successo, rotolandomi nel piumone, aspettando che Alex tornasse a dormire nel suo letto. Si era fatto una doccia nel cuore della notte, cosa alquanto insolita per lui, ed era tornato nel letto verso le tre, facendo attenzione a non svegliarmi, anche se non stavo dormendo. Non sapevo cosa fare, non sapevo come avrei dovuto comportarmi non appena fosse sorto il sole. Lo ascoltavo respirare in silenzio, senza il coraggio di muovere un solo muscolo per non fare rumori. Ero ancora confusa e frastornata da quel bacio, non riuscivo a capire cosa potesse significare per lui o a cosa avrebbe portato.
In genere… quando due persone si baciano è perché si piacciono…
Avvampai da sola e mi rannicchiai sotto le coperte nel tentativo di prendere sonno.
Verso le 7 sentii la sveglia di Alex suonare ma venne prontamente fermata da lui che tornò a dormire. Era sabato, quindi niente scuola. Chiusi gli occhi anche io e mi addormentai.
Quando riaprii gli occhi erano le nove passate ed ero sola nella stanza. Mi alzai rimettendo in ordine la mia roba per poi scendere in soggiorno, dove mi venne a salutare Maggie.
Ma non c’è nessuno?... è scappato via? Mi sta evitando?
Mi guardai intorno ancora un po’ per poi abbandonarmi sul divano con la cagnetta in braccio. Probabilmente si era pentito e aveva deciso di passare i prossimi giorni il più lontano possibile dalla sottoscritta. Sospirai, sentendo una fitta al cuore pensandoci.
Sono solo una povera illusa.
Mi voltai sentendo la porta aprirsi, vedendo poi la figura di Alexander entrare con delle buste in mano. Mi alzai per raggiungerlo.
- Ah bene, sei sveglia. Sono andato a fare un po’ di spesa e ti ho comprato dei cornetti per colazione. - sorrise lui sventolando una bustina bianca. Sorrisi. Immensamente.
- Sei contenta? - chiese appoggiando le buste sul tavolo.
Come se il mio sorriso da un orecchio all’altro non fosse abbastanza evidente.
Mentre lui metteva a posto la spesa, io mi gustavo il cornetto e lo osservavo in silenzio. Non riuscivo a togliermi dalla testa le immagini di noi la sera precedente, e se non fosse stato che avevo un contegno e un orgoglio probabilmente mi sarei messa a saltellare e a fare urletti poco normali per tutta la stanza. Tirai un lungo sospiro per calmare quell’emozione, cercando di reprimere il sorriso da beota che avevo.
 
- Hai chiamato tua sorella? - chiesi voltando pagina al libro che stavo leggendo mentre lui cercava di risolvere delle equazioni in matematica.
- Mh… sì, dice che sta bene e che tornerà un ora prima dell’arrivo dei miei genitori, domani -
- Angie è proprio una ribelle - sorrisi rileggendo la frase che avevo letto. Era inutile, mi stavo perdendo.
- Già, finirà col mettersi nei guai prima o poi - sospirò staccandosi dal libro per poi chiuderlo – che leggi? -
- Jane Eyre - dissi guardandolo.
- Mh? E ti piace? Ha detto mia sorella che è pesante -
- No, a me piace. È una bella storia. Quando ero visibile avevo visto il film in televisione e mi era piaciuto tanto -
- Meglio così - sorrise lui giocherellando con la penna. Lo guardai. Avevo tante e troppe domande, e avevo bisogno di risposte.
- Alex -
- Mh? -
- Perché mi hai baciato? - chiesi schietta, prendendolo in contro mano poiché sembrò bloccarsi di colpo.
- Troppo diretta? - dissi sorridendo dopo qualche secondo.
- Decisamente – sorrise imbarazzato lui – perché me lo chiedi? -
- Perché era il mio primo bacio. Voglio una scusa valida - commentai chiudendo il libro per ascoltarlo.
- Era la buonanotte. Te l’ho detto - rispose lui guardandomi negli occhi. Lo fulminai.
Aspetta. Cosa?
- Tu avresti rubato il mio primo bacio solo per darmi la buonanotte? - chiesi irritata incrociando le braccia. Lo vidi leggermente in difficoltà.
- Ehm… -
- Ti prego, dimmi che c’è un vero motivo, altrimenti potrei arrabbiarmi sul serio - commentai.
- Non c’è un motivo. Avevo semplicemente voglia di farlo - si scusò lui.
- Risposta sbagliata - ringhiai alzandomi.
- Ehi, perché sei arrabbiata? Non capisco -
- Alex, per una ragazza come me, che non ha mai avuto rapporti con persone per otto anni e che quindi non ha esperienze di nessun tipo, è veramente disturbante tutto ciò che comporta baci, abbracci e carezze, soprattutto da parte di un ragazzo. A te forse non te ne potrà fregare nulla, ma era il mio primo bacio quello, e tu me l’ hai portato via perché “ avevi voglia di farlo” - gli strillai mimando con le mani le virgolette avvicinandomi a lui.
- Pensavo ti facesse piacere, tutte le ragazze non vedono l’ora di provare il primo bacio. Ti ho fatto un favore -
- Sarebbe stato un favore se te lo avessi chiesto. Sei stato tu a baciarmi, ed io di certo non te l’ho mai chiesto! Era una cosa che volevo tenermi per un occasione speciale! -
- Ma tu hai risposto al bacio! Perché te la prendi tanto, non ti ho violentata, tu eri consenziente! - si difese lui aggrottando la fronte.
- Perché pensavo fosse un’occasione speciale! – strillai serrando i pugni. Mi stava venendo da piangere – e invece era solo un tuo capriccio. Grazie mille! - dissi dandogli uno spintone. Mi voltai per andarmene ma venni afferrata per un braccio.
- Aspetta, parliamone -
- Di cosa vuoi parlare!? COSA!? Sei un idiota come il resto della generazione maschile! Cavolo, pensavo fossi una persona per bene! - dissi voltandomi ed incenerendolo nuovamente. Maggie aveva cominciato ad abbagliare sentendo la lite che aumentava.
- La colpa è tua! Ieri sera hai cominciato a sprigionare feromoni da tutte le parti! Mi hai dato tutti i segnali di una che implorava di essere baciata! E non mi hai neanche fermato! -
- Ah! Adesso sarebbe colpa mia!? Avrei sprigionato i feromoni che ti hanno costretto a baciarmi!? Guarda cosa sprigiono adesso! - strillai prima di assestargli un ceffone in piena guancia. Il rumore rimbombò per tutta la casa e Maggie smise di abbaiare. Alex si portò una mano sulla guancia che piano piano stava prendendo colore.
- Sei proprio un idiota - commentai prima di uscire di casa.
 
Per tutto il giorno rimasi al parco, seduta su una panchina a pensare. Avevo fatto una di quelle solite uscite teatrali che fanno sempre nei film invece di continuare a parlare, e di questo me ne stavo pentendo, perché cominciavano ad arrivare frasi di senso compiuto che avrei potuto dirgli. Probabilmente non aveva ben capito il perché del mio malumore. Ma cosa potevo dirgli? Che c’ero rimasta male perché invece di dichiararsi aveva buttato un “avevo voglia di farlo” ? Che per me quel bacio aveva un significato molto più profondo di quello che aveva lui?. Non avrebbe comunque capito, o forse si sarebbe allontanato mettendo le mani avanti e dicendomi che ero una povera illusa e che non aveva nessuna intenzione di cominciare una relazione con me. Perché avrebbe dovuto poi? Ero una ragazza invisibile. Non esistevo per nessuno, e di certo non sarebbe stato normale per lui da spiegare.
Stupida io che ci ho anche sperato. Ma dove ho la testa? È un ragazzo nel pieno dell’adolescenza, dovrebbe essere strano che non mi sia saltato addosso.
Sospirai. Non mi piaceva litigare con lui, e stava accadendo troppo spesso. Tutto per colpa mia, mi stavo facendo coinvolgere troppo da delle stupide emozioni.
Dovrei smetterla di farmi stupidi film. Sono destinata a rimanere sola. Alex prima o poi si sposerà e giustamente mi caccerà di casa, ed io ricomincerò a vagare come la povera anima persa che sono.
Forse sono morta e questa è la mia pena? Sono finita in questo limbo dal quale non uscirò mai più?
Impossibile. Se fossi morta dovrei ancora avere dieci anni. E non ricordo di aver commesso crimini così gravi da meritarmi questo strazio.
Alzai lo sguardo, guardando i bambini che giocavano e passeggiavano con i propri genitori. Forse era la buona occasione per tornare in Italia. Dopo lo schiaffo che gli avevo tirato di certo non mi avrebbe fatto rientrare in casa. Sbuffai, pensando che sarebbe stato meglio se non avessi mai insistito per abitare con lui. Ci aveva solo portato problemi.
Mi alzai, pronta a tornare a casa per dirgli addio, ma quando mi voltai lo vidi davanti a me mentre mi guardava.
Da quanto tempo sei qui?
Non sembrava arrabbiato, ma era serio. Lo guardai, notando le cinque dita ancora visibili sulla sua guancia. Non ci ero andata leggera.
Vidi una sua mano infilarsi in tasca, estraendo l’auricolare per infilarlo all’orecchio.
- Posso parlarti o sei impegnata? - chiese lui guardandomi.
- Dimmi -
- Non starò qui a chiederti il perché tu mi abbia picchiato in questo modo violento – commentò sarcastico e accennai ad un sorriso – e non ti chiederò nemmeno il perché tu abbia reagito in questo modo. Capisco di essermi comportato da perfetto idiota, e ti chiedo scusa a nome di tutti gli istinti perversi dei ragazzi. So che non sei contenta della risposta che ti ho dato. Lo so. Devi capire però che non tutti sono diretti come te, ed io sono un essere abbastanza timido che in questo momento ha la gola secca solo perché ti sta davanti. – continuò deglutendo ed io mi accigliai – Quello che sto cercando di dire… è che sei la prima ragazza che invece di credersi già fidanzata con me, mi chiede perché l’abbia baciata. Non riuscivo a capire a cosa pensassi, non sapevo come risponderti e ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente. Sto cominciando a provare un profondo affetto per te, e ciò mi spaventa perché la tua situazione, la nostra situazione, è troppo strana e non so come potrebbe andare a finire. E comunque è vero che avevo voglia di baciarti… ma non c’è scritto da nessuna parte che ti debba dare dei validi motivi per cui l’abbia fatto. - concluse lui. Restai in silenzio, come avevo fatto negli ultimi secondi, per guardarlo meglio. Sembrava sincero. Forse lo era davvero.
- Dì qualcosa - mi incalzò lui vedendo che non rispondevo. Sogghignai.
- Sei diventato tutto rosso - commentai solamente.
- Grazie davvero… - borbottò abbassando lo sguardo. Si stava vergognando come un ladro. Sorrisi, andandogli incontro per abbracciarlo. Non c’era un motivo preciso, avevo solo voglia di farlo. Non rispose all’abbraccio, ma capii che semplicemente non poteva perché eravamo in un luogo pubblico. Mi beai del suo calore corporeo che era sempre a livelli di un termosifone.
- Andiamo a casa - disse poi cominciando a camminare. Sorrisi venendogli dietro.
Possibile che non riesca mai ad arrabbiarmi davvero con lui?
Lo seguii in silenzio fino a casa, riflettendo sulle sue parole. Anche lui cominciava a provare lo stesso affetto che provavo io per lui?
Fa tanto il pallone gonfiato quando mi racconta delle sue vecchie fiamme e adesso non riesce a dirmi se prova qualcosa per me o no.
Sospirai, incurante del fatto che potesse sentirmi. Avrei dovuto fare la prima mossa? Scossi la testa, andava contro ogni mio principio. Ma forse avrei potuto aiutarlo. O forse no.
Accidenti, che devo fare?
Una volta arrivati in casa lo vidi sgattaiolare via nella sua camera. Sospirai nuovamente.
Uomini, tutte donne.
Andai a sedermi sul divano e ripresi in mano il libro che stavo leggendo. Avrei aspettato che il suo cervello lento si fosse deciso.
 
- Sono a casa! – tuonò Angie inaspettatamente chiudendo la porta – Alex, ci sei? -
- Angie, che ci fai qui? Avevi detto che saresti tornata domani - disse Alexander scendendo le scale.
- Lo so, ma ho deciso di cenare a casa con il mio bel fratellino stasera - disse lei con allegria.
- Ti ha lasciata? - chiese lui non facendosi abbindolare dalle parole di lei.
- Ma no Alex, cosa farnetichi, volevo davvero passare la serata con te - commentò lei con disapprovo.
- L’hai lasciato tu? - continuò imperterrito incrociando le braccia.
- Nooo, che stress che sei, era meglio se non tornavo -
- Aaah ho capito, l’hai beccato con un’altra - disse come se gli si fosse accesa una lampadina. Angie scattò all’istante.
- Mi tradisce capisci!? Non fa altro che dirmi quanto mi ama e quanto lo rendo felice e poi manda messaggi sessuali ad una sgualdrina! Glieli ho trovati sul telefono! E lui sai cosa ha risposto? – chiese lei fuori di se – “ mi sto solo divertendo”. Capisci!? -
- Te lo avevamo detto che non era adatto a te. Ma tu non ci dai mai retta, come se volessimo solo il tuo male - borbottò lui ammonendola.
- Ma infatti io credo che siete voi che mi lanciate le fatture! Come dico di avere un ragazzo, appena voi dite “ no, non fa per te” o lui mi lascia o mi tradisce! - piagnucolò lei. Sentii Alex sospirare.
- Lo devo andare a picchiare? - chiese lui sorridendo.
- No, no. Non preoccuparti. - sospirò lei. Si erano spostati dov’ero io.
Continuarono a chiacchierare per un po’, mentre io girovagavo per casa cercando di non impicciarmi troppo delle loro conversazioni. Dopo una mezz’ora la conversazione si era spostata completamente su altro.
- Tu credi ai fantasmi Angie? - chiese improvvisamente Alexander guardando la sorella.
- I fantasmi? Perché me lo chiedi? -
- Così, per sapere -
- Non so, ci sono tante testimonianze che dicono che esistono, ma se esistessero i fantasmi dovrebbe esistere anche tutto il resto, no? Alieni, fate, folletti - pensò lei.
- Che cosa faresti se ce ne fosse uno in casa? - chiese lui con un ghigno.
Ehi, io non sono un fantasma!
- Cambierei casa probabilmente - sorrise lei.
- E se fosse un fantasma buono? -
- Lo stesso. Buono o meno è invisibile agli occhi di tutti, potrebbe guardarmi mentre faccio la doccia o fare altre cose poco raccomandabili -
Un fantasma pervertito.
- Addirittura? – scoppiò a ridere lui. – e se ti dicessi che ne abbiamo uno in casa? -
- Alex, io non sono un fantasma - borbottai incenerendolo, ma fui ovviamente ignorata.
- Tanto lo so che mi stai prendendo in giro. – sorrise lei per poi incupirsi – ma perché, tu ne vedi uno? Hai ricominciato ad avere le allucinazioni Alex? - chiese preoccupata lei facendomi incuriosire.
Ricominciato? Vuol dire che un tempo aveva allucinazioni?
- No no, non preoccuparti. Era giusto per parlare - commentò lui alzandosi.
- Capisco… mangiamo? Più tardi esco con le mie amiche. Serata tra donne - concluse lei andando in cucina.
 
Quando Angie se ne fu andata, Alex fece mangiare anche me. Lo guardavo silenziosa, non sapendo se potessi chiedere o meno.
Alla fine la curiosità mi vinse.
- Che intendeva prima Angie? - chiesi.
- Mh? Riguardo a cosa? -
- Alle allucinazioni - dissi vedendolo un po’ restio a parlare della cosa. Sbuffò.
- E’ successo tanto tempo fa. Nulla di preoccupante. - commentò.
- Se non vuoi parlarne non ti costringo - mormorai guardandolo.
- Diciamo che non è una cosa di cui mi vanto. - disse lui senza guardarmi. Rimasi in silenzio senza aggiungere altro. Sembrava ci stesse pensando, forse era indeciso se parlarmene o meno. Io e Alex non parlavamo spesso dei rispettivi passati, a parte quando gli raccontavo della mia vita di quando non ero invisibile. Per il resto conoscevo solo il suo presente.
- Qualche anno fa ho avuto un incidente con la moto perché ero ubriaco. Sono rimasto in coma per qualche settimana, e quando mi sono svegliato avevo delle allucinazioni. - confessò lui a testa bassa. Restai in silenzio. Non mi aveva mai raccontato una cosa simile. In realtà non conoscevo quasi nulla di lui, ma scoprire da un momento all’altro che aveva rischiato la vita in questo modo mi faceva venire l’ansia.
- Che tipo di allucinazioni erano? - chiesi interessandomi.
- Alcune erano stupide, tipo pinguini che camminavano in mezzo alla strada o mia sorella che ogni tanto mi appariva davanti anche se non c’era – disse lui facendomi sorridere – altre invece erano più violente. Vedevo serial killer che volevano uccidermi, o macchine venirmi addosso anche se ero in casa. Anche nel cuore della notte -
- Capisco. Beh, adesso sei in ottima forma no? Niente di cui preoccuparsi - dissi sorridendo e dandogli delle pacche sulle spalle.
- Da piccolo ero uno scapestrato, non so quanti ossi mi sono rotto - sorrise lui dopo un po’ ricordando.
- Io no, ero spericolata ma prudente. Non sono mai finita in ospedale - commentai sorridendo.
- Non dirlo troppo forte - sogghignò lui.
- Se mi rompessi una gamba in queste condizioni me la terrei rotta. Nessun medico potrebbe curarmi -
- Io sono ottimista, spero che un giorno tu possa tornare visibile -
Lo spero tanto anche io.
- Se fossi visibile le cose sarebbero diverse - commentai pensandoci su.
- Già, a quest’ora saresti la mia ragazza -
- No, a quest’ora non sarei qui e vivrei in Italia - risposi per poi rielaborare quello che aveva detto lui.
Ho capito male io o ha proprio detto “ la mia ragazza?” sono impazzita? O è impazzito lui?
Santo cielo, l’ha proprio detto!?
- Allora posso dire egoisticamente che sono contento che sei invisibile - commentò lui per poi notare probabilmente la mia faccia sconvolta.
- Non guardarmi così, dovresti averlo capito ormai che mi piaci. - borbottò lui.
Mayday mayday abbiamo un problema, il cuore si sta fermando. Ripeto. Il cuore si sta fermando!
- …tu… - deglutii non riuscendo a mettere insieme due parole. Lo vidi sorridere divertito. – tu… -
- Sì, proprio io. – sorrise lui facendomi arrossire – pensavo di avertelo fatto capire al parco. Sei più tarda di quanto pensassi -
- Ma io…. Tu… EHI! Tu prima fai il timidone dei miei stivali e poi me lo dici così! Come se mi stessi offrendo delle patatine!? - chiesi riprendendomi.
- Ho bisogno dei miei tempi ok? - rispose divertito.
- Come osi sorridere in questo modo dopo avermi fatto penare questa mattina!? Non potevi dirlo subito invece di farmi ar… - non riuscii a finire la frase perché mi tappò la bocca. Con la sua.
- Io mi stavo lamentando - mormorai a pochi centimetri dalla sua bocca.
- Ah si? - soffiò lui continuando a guardare le mie labbra.
- Già. -
- Continua allora - sorrise lui spostandosi di poco all’indietro.
- Mi hai fatto perdere la voglia -
- E cosa hai voglia di fare adesso? - mi provocò lui con un sorrisetto malizioso.
- Niente di sconcio con te - risposi sulla difensiva.
- Come sei perversa, io stavo pensando di andare a dormire. – sorrise innocente lui alzandosi e stampandomi un bacio sui capelli – buonanotte - disse sparendo tra le scale. Mi morsi un labbro cercando di non sorridere.
Che razza di stronzo.

Angolo di Feilin
Buonasera :D lo so, è passato un'altro mese ( se non due) dall'ultimo capitolo, ma ero un pò confusa sul da farsi. Piano piano ci stiamo avvicinando alla fine, e sono indecisa tra due finali, uno diverso dall'altro. Che dite? li metto tutti e due? XD metto un finale e poi un " come sarebbe potuto finire" ? ditemi voi u.u e ditemi anche cosa ne pensate di questo capitolo. ç_ç è un pò cortino ma è stato un parto per me, quindi accettatelo così com'è XD lasciatemi un commentino u.u
Ringrazio come sempre chi legge la mia storia *^* e ringrazio ancora di più chi recensisce ( vi amo <3). Un bacione e al prossimo capitolo! :D
Ah! se volete passate anche Qui!. E' una storia scritta da una mia amica u.u ditemi se vi piace anche questa :D 
  
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