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Autore: happley    24/09/2014    0 recensioni
One-shot in cui Sion è insofferente all'inverno e Alba ha le mani calde. Sion(Ros) x Alba, gakuen!AU.
La pelle di Alba era rovente, soprattutto rispetto alla sua; quel piacevole calore gli strisciò lentamente dai polpastrelli alle braccia, diffondendosi poi nell’intero corpo e specialmente nel petto, dove il cuore iniziò a battere all’impazzata.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia ha lo stesso setting (Alba presidente del comitato studentesco; Sion, Crea e Foyfoy e Alba sono al secondo anno in un liceo nella periferia di Tokyo (?)) di "Because of some weird reasons", ma cronologicamente viene prima: qui, infatti, Alba e Sion non sono ancora una coppia, anche se Sion già nutre sentimenti d'amore per Alba. Adoro le gakuen!AU, quindi spero di trovare l'ispirazione di scriverne altre in futuro :))

Disclaimer: Senyuu e i suoi personaggi sono stati creati da Robinson Haruhara, che ha tutti i diritti su di essi. Solo il soggetto di questa storia e la storia stessa mi appartengono.

 
Warmth
 
La neve caduta durante la notte aveva coperto la periferia di un nevischio sottile e cinereo, che dava alla campagna un aspetto spettrale, un cimitero di auto e cassette postali; i vetri delle finestre erano rivestiti da un velo di condensa che rendeva impossibile guardare fuori.
Crea stava illustrando a Foyfoy la sua interpretazione della lezione di fisica del giorno, confusamente perché in realtà non capiva niente di matematica –men che mai di fisica- e le sue idee erano basate più su illuminazione del momento che su reali basi scientifiche. Come al solito, durante l’ora di pranzo, i due ragazzi avevano avvicinato le sedie al suo banco e si erano messi a svuotare i bento chiacchierando tra loro. Sion non capiva cosa ci trovassero di tanto divertente, ma li lasciava fare. Si era rassegnato: far cambiare idea a Crea era pressoché impossibile.
Affondò il viso fino al naso nella sciarpa rossa e sbuffò, annoiato dalla chiacchiere insensate di Crea, e ancor più dal clima freddo e ostile. Erano molte le cose che Sion odiava, ma l’inverno era decisamente in cima. Il suo gesto incuriosì Foyfoy.
“Sion, sei ancora vivo? A questo punto di solito avresti già picchiato Crea” notò, interrompendo l’illuminante spiegazione di Crea. Sion scrollò le spalle, non curandosi di rispondere.
“È perché fa troppo freddo. Si-tan non sopporta questo clima” disse Crea. “Le sue mani diventano subito fredde e non ha più forza per far nulla…” Si sporse sul banco e, prima che Sion potesse reagire, gli afferrò le mani e le strinse nelle proprie, tenendole sollevate. La sua bocca si stese in un largo sorriso, quelli che generalmente facevano venire voglia di prenderlo a schiaffi. 
“Infatti, come sempre” esclamò, girandosi verso Foyfoy. “Vuoi provare?” Il biondo annuì e, curioso, prese le mani di Sion. Fece una smorfia.
“Wow, sono dei cubetti di ghiaccio. Ma ti scorre il sangue nelle vene o no?!”
Sion alzò gli occhi al soffitto e si liberò della presa, schiaffeggiando con forza le mani di Foyfoy e poi anche quelle di Crea. I due ragazzi si ritrassero immediatamente, nascondendo le dita rosse e doloranti nelle tasche della divisa. Il broncio di Crea durò pochi istanti, poi il suo viso s’illuminò, attraversato da un improvviso pensiero.
“Oh, sai cosa, Si-tan? Il presidente ha delle mani caldissime! Si vede che siete proprio all’opposto in tutto, voi due!” esclamò ridendo. Sion lo guardò sbattendo le palpebre, sorpreso.
“Il presidente…? E come lo sai?” mormorò.
“Ieri l’ho incontrato in corridoio e l’ho aiutato a portare dei quaderni, mentre ce li passavamo per caso le nostre mani si sono toccate. Sono davvero calde, danno una bella sensazione…” raccontò Crea, talmente perso nei propri pensieri da non accorgersi dell’effetto che quelle parole avevano su Sion finché il ragazzo non si alzò in piedi e gli tirò un pugno nello stomaco.

 
 xxx
 
Il cortile era gremito di studenti che si affrettavano ad uscire, ammassandosi nella zona del cancello in una massa di cappotti colorati e ombrelli aperti. La neve aveva ripreso a cadere, contribuendo a peggiorare l’umore già lunatico di Sion. Il ragazzo si appoggiò agli armadietti, immerse il mento nella sciarpa e si strinse il più possibile nella giacca, sperando così di stare più caldo, ma aveva la sensazione che il freddo e l’umido fossero ormai penetrati fino alle ossa. Odiava l’inverno, decisamente. Lo sfiancava, gli toglieva ogni voglia di muoversi.
“Sion? Come mai sei ancora qui? Oggi non c’è il lavoro del comitato, sai?” Una voce lo sorprese. Sion sbuffò, infastidito. Avrebbe voluto girarsi verso la faccia stupida di Alba e chiedergli perché, allora, lui aveva fatto tardi –beh, il motivo lo sapeva, naturalmente. Di certo quell’idiota aveva dovuto finire i compiti di qualcun altro... era un idiota senza speranze.
“Presidente, se non ti sbrighi ti prendo a calci” si limitò a dire. Alba aprì la bocca, come per replicare, invece poi la richiuse, accelerò il passo e lo superò. Era diventato abitudinario fare la strada di casa con lui, da quando Sion aveva scoperto quanto vicini abitavano, e soprattutto da quando si era reso conto di nutrire una particolare affezione per quello sciocco.
Sion non sapeva spiegarsi quando fosse successo, perché nel momento in cui aveva iniziato a prenderne coscienza quei sentimenti erano già là e rifiutavano di tornare da dove erano venuti. E la cosa più irritante in assoluto era che, nonostante fosse palese per Crea, che non perdeva occasione per fare allusioni o battute, il pensiero che Sion potesse avere una cotta per lui non sfiorava nemmeno lontanamente la mente di Alba.
“Sion, tu sei una persona che soffre molto il freddo, vero?” osservò il castano, all’improvviso, mettendo fine al silenzio nel quale avevano camminato fino a quel momento. Sion lo guardò e notò un leggero sorriso sul suo volto.
“Lo trovi divertente, presidente?” disse, sorridendo a sua volta, ma il suo tono era più che minaccioso. Alba si affrettò a scuotere il capo.
“No, no, no, era solo una costatazione” si giustificò, torcendosi nervosamente le mani. Sion non poté fare a meno di fissarle e ripensare a ciò che Crea aveva detto in classe. L’irritazione per il fatto che Crea avesse toccato Alba tornò a bussare con violenza e gli fece venire voglia di prendersela con il ragazzo che gli camminava a fianco.
Senza pensarci due volte, sfilò una mano di tasca e la mise sulla nuca di Alba, che sobbalzò e si scostò di scatto con un piccolo urlo. “S-Sion, hai le mani gelate!” balbettò, scioccato.
“Oh, come sei perspicace, presidente” cinguettò Sion con un ghigno. Si mosse e di nuovo premette il palmo aperto sul collo dell’altro, risalendo fino alla guancia. Alba ebbe un brivido, si divincolò, ma Sion gli afferrò i polsi per bloccare i suoi movimenti. Stava per fare un altro commento sarcastico, ma dimenticò cosa voleva dire quando realizzò che Crea aveva ragione.
La pelle di Alba era rovente, soprattutto rispetto alla sua; quel piacevole calore gli strisciò lentamente dai polpastrelli alle braccia, diffondendosi poi nell’intero corpo e specialmente nel petto, dove il cuore iniziò a battere all’impazzata.
“Uhm, Sion?” La voce incerta e spaurita di Alba lo strappò ai propri pensieri. Solo in quel momento, Sion si rese conto che si erano bloccati e stavano occupando mezzo marciapiede, ma non solo; alzando lo sguardo dalle mani al viso di Alba, infatti, notò che le guance dell’altro avevano assunto una sospetta sfumatura color porpora. La temperatura si alzò al punto da diventare  insopportabile –sembrava quasi che qualcuno gli avesse versato della benzina nel petto e avesse acceso una miccia- e Sion gli lasciò le mani all’istante, affrettandosi a voltarsi dall’altra parte.
Avrebbe preferito morire piuttosto che mostrarsi vulnerabile; non poté evitare, però, di lanciargli delle occhiate di sbieco.
“Uhm, Sion…” cominciò Alba, imbarazzato, ottenendo immediatamente tutta l’attenzione di Sion. Quell’incidente poteva trasformarsi nell’occasione perfetta; magari Alba avrebbe finalmente capito cosa Sion provava per lui…
“Quindi alla fine non ti piace il freddo, vero?”
o forse no. In fondo c’erano più possibilità che Crea capisse qualcosa di fisica.
Sion sospirò, fece scrocchiare le nocche e posizionò i pugni ai lati della testa dell’altro, stringendola in una morsa.
 
“Ah, i tuoi neuroni si sono congelati, vero, presidente? Lascia che ti aiuti a riattivarli…”
“Sion? Sion, sei arrabbiato? Ma perch—Ouch! Fa male, Sion, fa male, fa male!!”


 


n/A: come ho già spiegato in "Because of some weird reasons", preferisco chiamare Ros con il suo vero nome nelle AU, visto che non avrebbe motivo di portare un nome inventato (se conoscete la storia di Ros/Sion nell'opera di Haruhara, saprete di che parlo) :P
  
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