Anime & Manga > Mahō shōjo Lyrical Nanoha
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Autore: Andromeda Lair    25/09/2014    2 recensioni
L'enforcer Fate Testarossa torna a casa dopo una delle sue tante missioni e non trova Nanoha a casa. Una fluff semi-drammatica basata sulla NanoFate. Si svolge durante la serie StrikerS prima della comparsa di Vivio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Fate T., Nanoha T.
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Nanoha! Sono a casa!" disse Fate togliendosi le scarpe sulla soglia di casa.

Era appena tornata da una missione sul mondo non amministrato numero 67, la Terra, il luogo natale di Nanoha e il posto di cui Fate conservava i ricordi più belli.

Accipicchia che caldo quest'uniforme, disse slacciandosi la giacca. Se almeno non fosse nera… uff.

"Nanoha, ci sei?" chiese affacciandosi alla porta della cucina. Nessuna risposta. Controllò anche in salotto e in veranda, ma nulla.

Allora Fate si diresse verso la camera da letto e finalmente trovò Nanoha. Poverina, è talmente stanca che si è addormentata ancora vestita, pensò sorridendo. Forse è meglio toglierle i vestiti, altrimenti si sgualciranno, si disse.

Fate arrossì violentemente, pensando che forse era meglio lasciarla stare e andare a finire di preparare la cena, già preparata a metà da Nanoha.

Poi, mentre tentava invano di togliersi pensieri strani dalla testa e lottava con i bottoni della camicetta, Nanoha si mosse e sussurrò qualcosa. Fate si spaventò come fosse stata colta in flagrante a fare qualcosa che non doveva. Nanoha aveva pronunciato improvvisamente il suo nome, chissà che genere di sogno stava facendo...

Mentre pensava questo, Fate si avvicinò al letto e carezzò piano il viso di Nanoha.

Era sempre stata bella, persino negli anni dell'adolescenza quando ancora era un fiore in boccio. Sembrava così delicata, eppure non era chiamata Demone Bianco per nulla.

Il suo Linker Core era stato danneggiato tempo prima, intorno ai 15 anni, durante una battaglia insieme a Vita. Avendo rilasciato una quantità impressionante di energia per usare il Divine Buster che mise fine alla Missione del Tomo Dell'Oscurità ed essendone stata indebolita, un nemico - che avrebbe potuto battere facilmente in condizioni standard - le era arrivato alle spalle e l'aveva quasi uccisa, senza che nessuno potesse fare niente.

Quella volta aveva subito gravissime ferite ed era rimasta in bilico tra la vita e la morte per settimane. Uscita dal coma i medici le avevano diagnosticato una paralisi permanente della parte inferiore del corpo. Non avrebbe mai più potuto camminare, né tantomeno volare.

E come poteva, la maga aerea che più amava il volo, rimanere bloccata a terra per tutta la vita?

Si era sforzata, era caduta e si era rialzata, col cuore ferito e la mente vacillante, forse anche più delle sue stesse gambe, ed era riuscita a fare un miracolo: era arrivata dove neanche la magia aveva potuto nulla. Poteva camminare di nuovo.

E adesso a 22 anni era capo istruttore delle forze aeree, maga di classe S+ e Striker della Sesta Divisione. E la sua potenza di fuoco era tornata micidiale come lo era sempre stata.

Fate aveva le lacrime agli occhi: quella ragazza era stata capace di salvare anche la sua vita, come pure quella di Hayate e dei Cavalieri, senza mai farli sentire in debito, come se quello fosse stato il suo compito sin dall'inizio.

Quand'era che si era innamorata così follemente di quella ragazza dai capelli castani?

A pensarci bene probabilmente era stata la prima, fugace occhiata che si erano scambiate combattendo, quei determinati occhi viola che volevano a tutti i costi fermarla. E quella voce gentile che tentava di condurla verso di sé nella salvezza, verso quell'angelo bianco che illuminava un angolo del cuore nero di Fate.

Ricordi di un tempo lontano, eppure quei sentimenti erano ancora lì, più forti di giorno in giorno. Ma non potevano essere rivelati. Né ora, né mai. Era doloroso, certo, ma Fate l'avrebbe sopportato pur di avere Nanoha accanto, anche solo come amica, per il resto della vita.

Spesso la sfiorava il pensiero di svelare a Nanoha ciò che provava nei suoi confronti, ma le conseguenze sarebbero state probabilmente catastrofiche. Nanoha avrebbe potuto odiarla o addirittura lasciarla sola e questo Fate non poteva accettarlo; non l'avrebbe sopportato.

E così da anni le era al fianco, guardiana silente e consigliera fedele.

Nell'impeto del momento e dei ricordi Fate le si avvicinò e baciò Nanoha sulle labbra, approfittando del fatto che dormisse, ma se ne pentì quasi subito. Era inammissibile che due amiche si baciassero!

Non accetterà mai i miei sentimenti! È impossibile! Fate Harlaown Testarossa sei una stupida! Un' emerita stupida!

"Stupida, stupida, stupida!" disse a voce alta.

"Chi sarebbe la stupida, Fate-chan?" chiese Nanoha sorridendo sorniona mentre si stiracchiava.

Che faccio, che faccio, che faccio!? Respira Fate, calma e sangue freddo...sono appena tornata e l'ho vista dormire, niente di più! Io non ho fatto niente...

"Oh... ehm... ah... ben svegliata Nanoha... Ecco... Sai stavo parlando così, tra me e me..." balbettava Fate, evitando accuratamente di guardare Nanoha negli occhi. Che poteva fare adesso? Fermare una banda di criminali interdimensionali sarebbe stato più facile che spiegare a Nanoha quella situazione.

Nanoha, vedendo Fate così in difficoltà, sorrise con malizia.

"Fate-chan..." disse Nanoha con voce melliflua.

Fate si girò di scatto verso di lei e sentì qualcosa di caldo sulle labbra.

Nanoha la stava baciando.

Era troppo stupita per muovere anche solo un muscolo: che diavolo stava succedendo!?

Quando Nanoha lasciò andare Fate e si staccò, erano entrambe senza fiato.

Fate sembrava una statua di sale con gli occhi sbarrati e la bocca un po' aperta, come a voler dire qualcosa, Nanoha rideva sommessamente.

Fate si sentiva in qualche modo offesa e, allo stesso tempo, lusingata. Ma Nanoha stava giocando coi suoi sentimenti. E senza volerlo iniziò a piangere.

"CHE T'È SALTATO IN MENTE!? SEI IMPAZZITA!?" urlò Fate, in uno scatto d'ira.

Nanoha si zittì e guardò Fate stupita e delusa. "Non... ti è piaciuto?"  le chiese sconsolata.

"NON È CERTO QUELLO, IDIOTA!" continuò Fate "TI AMO DA QUANDO AVEVAMO NOVE ANNI, COME POTREBBE MAI..." poi si accorse di ciò che stava dicendo e il suo cuore smise di battere. Aveva rovinato tutto, quel che di peggio poteva accadere era appena accaduto.

Si mise una mano sulla bocca per cercare di fermare i singulti, ma era inutile, le sue speranze erano appena andate in frantumi.

Nanoha adesso non rideva più e guardava Fate piangere: non era mai accaduto prima, neanche quando, ancora bambina, aveva assistito alla morte di Precia, sua madre.

Era uno shock per Nanoha sapere che Fate era innamorata di lei, da così tanto tempo poi. Ma, in fondo, non erano gli stessi sentimenti che lei stessa provava per Fate? Quando si erano scontrate in battaglia per la prima volta, la tristezza di quegli occhi rossi l'aveva ferita, perché una bambina non può covare nel cuore una tale disperazione. Aveva tentato di salvarla dall'abisso e ci era riuscita, in qualche modo. Però, di notte, sentiva ancora Fate singhiozzare nel sonno chiamando la madre. Avrebbe voluto abbracciarla ogni volta, ogni dannatissima volta, ma non poteva: si sarebbe tradita e avrebbe svelato sentimenti che non erano normali, non per ciò che le avevano insegnato.

Eppure Fate adesso piangeva e piangeva per lei. Provava davvero quelle stesse sensazioni?

"S-sono disgustosa... M-ma... Ho sempre avuto... Paura, paura di perderti e... E... Non... Scusami, mi dispiace... Se non mi vorrai più accanto... Lo accetterò… Io...." sussurrò Fate fra le lacrime.

Allora davvero provavano sentimenti reciproci, provavano davvero la stessa sensazione di calore quando erano insieme, si amavano davvero allo stesso modo.
Anche Nanoha iniziò a piangere, ma le sue erano lacrime di sollievo, le lacrime di chi scopre che l'amato ricambia i propri sentimenti.

"Perché piangi, Nanoha?" chiese Fate, ricordandosi che erano in due in quella stanza.

"Fate, se tu sei disgustosa, allora lo sono anche io..." sorrise Nanoha tra le lacrime. ”Ti amo Fate, ti amo da sempre e ho aspettato per anni che tu ti accorgessi di miei sentimenti."

Fate era senza parole: stava realmente accadendo?

"Nanoha, io..."

“Adesso voglio proteggerti dai tuoi incubi" la interruppe Nanoha, prendendo le mani di Fate tra le sue. "E voglio che tu sia felice, voglio essere io il motivo di quel sorriso che mi piace tanto." Sorrise. Di riflesso sorrise anche Fate: le stesse lacrime, lo stesso sorriso, le stesse speranze e le stesse paure.

Si abbracciarono di slancio e, guardandosi negli occhi si baciarono, più e più volte, durante interminabili attimi. Finalmente i loro sogni si erano realizzati, erano insieme e lo sarebbero state per sempre.

D'un tratto Fate interruppe un bacio e guardò  Nanoha.

"E la cena?" chiese preoccupata.

"Oh, ma che t'importa della cena!" disse Nanoha con tono fintamente offeso, spingendo sul letto Fate. Si baciarono ancora e ancora, ridendo e giocando, finché non si addormentarono abbracciate l'una all'altra. E non si sarebbero mai più lasciate.
  
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