Idillio
Se chiudo gli occhi e apro la
mente
posso vedere, udire,
toccare, odorare, assaggiare
l'incanto che la natura mi offrì quel giorno.
Rammento
il
sole splendente e luminoso accecava di
piacevolezza i miei occhi – il tuo ampio sorriso accecava
d’amore il mio cuore;
l’immobile
silenzio del bosco, rotto dal cinguettio di isolati uccelli e dal
fruscio delle
fronde degli alberi, agitate dalla dolce brezza
– il silenzio tuo, e mio,
rotto dal calmo battito dei nostri cuori unisoni;
la fresca erba
del prato sotto le mie gambe era la carezza umida
dell’innocua pioggia estiva –
il tuo busto, dietro la mia schiena, e le tue mani, posate sul mio
corpo, mi
tenevano vicina, senza stringere;
il
soave profumo dei fiori penetrava le nostre
narici senza essere invadente, colmandole dell’odore della
natura – il profumo
tipicamente tuo, della tua colonia o della tua pelle;
il
sapore, immaginato, dei frutti squisiti
dell’albero che ci faceva ombra stuzzicava sempre
più la nostra fame – il
sapore, ricordato, di te.
A diversi passi di distanza da noi, un duetto aveva luogo
sul tappeto d’erba verde scintillante.
Un uccellino affamato cinguettava, chiedendo il
nutrimento che da solo non era in grado di procurarsi. La madre
premurosa non
ignorò la richiesta accorata del piccolo figlio,
cinguettò in risposta e volò
via alla ricerca di cibo.
Tornò, dopo pochi momenti in cui il piccolo volatile non
smise di chiedere da mangiare, trasportando nel becco alcune briciole
di pane
raccolte dal prato, resti di merende all'aperto consumate dai numerosi
frequentatori del bosco. Gliele offrì dal suo becco, mentre
il piccolo aveva
già aperto la bocca in un’istintiva aspettativa:
così gli dava la vita in un
bacio metaforico.
Sospirai, mentre mi
facevi distogliere lo sguardo da quella scena d’amore,
voltandomi verso di te,
e ti avvicinavi adagio al mio viso.
Quando infine apro
gli occhi, avverto ancora la
natura, e te, dentro di me.