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Autore: AkyaWolf    26/09/2014    3 recensioni
[HenryXMU]
"I'll love you with every ounce of my blood, until the day I die. Ooh, wonder when it will ever be?"
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano stati attaccati da un'orda di risorti. Per la millesima volta.
La cavalieressa oscura Akya sguainò la spada, a cavallo del suo cavallo nero, Sleipnir.
Era una bella donna. Alta, forte, con lunghi capelli indaco e affilati occhi nocciola.
In quel momento indossava l'armatura da Cavaliere Oscuro, ma chi poteva sapere quanto sarebbe durato? Era una persona che si annoiava in fretta.
Uno stormo di corvi travolse i pastori, e un giovane sorridente dai capelli candidi le comparve accanto.
Era vestito con una casacca grigia e pantaloni neri. Della stoffa viola, come il grande mantello che formava un'impressionante collare dietro al collo, era legata attorno ai suoi fianchi. Il mantello era fissato con un collare dorato, e da sotto di esso partivano lunghe maniche nere semitrasparenti, che lasciavano intravedere le sue braccia esili e che finivano in un anello dorato sul dito medio, formando una specie di guanto.
Aveva un viso bianco come un cadavere, e dietro le palpebre semichiuse Akya scorse delle iridi rosso sangue.
 Dopo aver scambiato un paio di scherzose battute con uno sconvolto Chrom, il bianco rivolse la parola alla stratega dei pastori
<< ah, si! I corvi mi dicono di dirti che nelle fortezze ci sono altri mostri in attesa di mangiarci i cervelli! >> 
E rise, come se l'immagine dei risorti che le mangiavano il cervello fosse particolarmente divertente.
<< tu sei tutto matto! >> gli urlò Akya, guardandolo dirigersi da solo verso un gruppo di non morti. Lui evitò l'attacco di uno dei suoi avversari e lo distrusse col suo tomo nero Rovina, ridendo.
Rideva pure quando Akya lo raccolse dalla mischia in cui si era cacciato, sanguinante in alcuni punti, e lo fece salire a cavallo insieme a lei.
Grazie alle grandi abilità da cavaliere arcano della moglie di Chrom, Sumia, il generale nemico fu sconfitto facilmente.
Akya si era già preparata a colpire da lontano, aprendo col pensiero il suo tuono d'elfo e concentrandosi, ma non ce ne fu bisogno.
Così trascinò via il giovane dai capelli bianchi, che sembrava essere intenzionato a mantenere il suo quasi irritante sorriso.
<< guarda, stratega indaco! Guarda quanto sangue! Niah ha ha ha ha ha! >>
Rise lui, guardandosi la ferita al braccio dalla quale stava uscendo molto sangue. Aveva sporcato l'armatura nera della donna dai capelli blu-violetti, così lei decise di portarlo da Lissa. Lei, affiancata dal marito Frederick, lo curò con un colpo di bastone.


Erano passati un paio di giorni.
Avevano scoperto tutti che "Marth", la misteriosa ragazza che molte volte li aveva aiutati, era nientemeno che Lucina, figlia di Chrom e principessa di Ylisse, proveniente da un futuro di distruzione e dolore.
Ora stavano cercando i compagni di viaggio della ragazza, dispersi per via del viaggio nel tempo.
Avevano già ritrovato Severa, una giovane dai lunghi codini azzurri che aveva un carattere a dir poco maleducato, figlia di Cordelia, la cavalieressa di pegasi dai capelli rossi, e di Virion, il nobile arciere duca di Rosanne.

Erano ora sulla strada di una casa in cui erano stati avvistati molti risorti.
Ovviamente, i non morti non li lasciavano in pace nemmeno un attimo, continuando ad assaltarli sulla strada.
Akya aveva tentato di evitare il giovane dai capelli bianchi che rispondeva al nome di Henry, che riteneva inquietante e irritante, ma più cercava di evitarlo, più era curiosa di conoscere meglio l'enigmatico e sempre sorridente mago.
Quindi, i due cominciarono a combattere insieme contro i mostri.


Una sera, Akya si perse in un bosco, inseguendo un brigante spuntato dal nulla che aveva rubato il suo borsellino, dentro cui teneva le sue pozioni e gli elisir.
Acciuffato il ladro a mani nude, la stratega dei pastori si accorse che era notte fonda.
Ed era buio. Non poteva vedere più lontano dal suo naso, Il resto era immerso nel nero.
Il respiro si fece immediatamente pesante e irregolare, il cuore cominciò a batterle con violenza nel petto, se lo sentiva in gola, pronto a scoppiare. Voleva urlare, ma la voce non le rispondeva.
La sua unica debolezza...
Akya era nictofobica : Non aveva idea del perché, ma aveva il terrore del buio.
Ogni pensiero scomparve di fronte all'urgenza di trovare qualcosa per illuminare, anche solo di poco, quella notte senza luna.

Cercò tra le tasche, sia le sue che quelle del bandito che aveva colpito. Non trovò nulla.
Deglutì e fece il punto della situazione.
Era sola.
Al buio.
Disarmata.
Con un bandito che avrebbe potuto rialzarsi ad ogni momento.
Dannazione

Cedette al terrore, accasciandosi contro un'albero, le lacrime che cominciavano a scorrerle sulle guance dalla paura, si mise a singhiozzare.
<< aiuto... aiutatemi... Ho paura...  >>

Potevano essere passati secondi, ma per Akya erano sembrate ore, quando una flebile luce viola comparve dietro di lei, rischiarando di poco l'area.
Girandosi, la cavalieressa oscura notò dei ben visibili capelli bianchi.
<< Niah ha! Non me lo sarei mai aspettato da te! Che ci fai ancora qui? Andiamo! >>
Il mago nero si girò e fece un passo, ma Akya gli prese il mantello, fermandolo.
<< Henry... f-fammi compagnia... Ho paura... aspettiamo che si schiarisca un pò...  >>
Henry fece una risatina, ma si sedette di fianco a lei, avvolgendosi nel proprio mantello, quando notò le lacrime che scorrevano sulla guancia della stratega
<< Niah ha! Devi avere proprio taaaanta paura dell'oscurità! Eppure è così bella e pacifica... mi ricorda i boschi dove andavo quando i miei genitori non mi volevano tra i piedi! >>
Akya lo osservò col suo solito sguardo assassino, mentre lui rideva di gusto.
La notte sembrò durare un'eternità alla cavalieressa oscura, che non aveva chiuso occhio per tutto il tempo.
Infatti la presenza del mago nero, seppur gradita, non poteva dirsi rassicurante.
Ma almeno non era sola.
Come l'alba arrivò, Akya saltò in piedi, seguita dal bianco, a cui fece promettere assoluto silenzio sulla sua reazione alle tenebre, e raggiunse il resto dei pastori, con la scusa dell'essersi persa nel bosco.
Henry rise e la salutò, mentre Palne, la migliore amica della stratega, controllava se il mago nero le avesse fatto qualcosa.
Perché nessuno nel gruppo si fidava del gioviale amante dei corvi, tantomeno Palne.

Fu da quel giorno che la stratega cambiò il suo atteggiamento, da sempre distaccato, col mago. Si, poteva dire di aver cominciato a fidarsi di lui e pure ad essere un pò più amichevole.


<< Akya... inspira, espira... inspira, espira... non ti fa niente, e come se tu chiudessi gli occhi... li sai chiudere gli occhi, no? E cosa succede quando chiudi gli occhi? Vedi tutto nero. Come adesso. Tranquilla. Tranquil-- iiih! >>
Akya stava parlando da sola, fuori dalla tenda, in piedi, respirando pesantemente e maledicendosi ripetutamente. Aveva dimenticato la candela nella tenda di Palne, e la donna- coniglio stava dormendo.
Dato che la sua migliore amica poteva trasformarsi in un coniglio grosso come un orso, forse era meglio non provare nemmeno a svegliarla.
E quindi, stava per addentrarsi e addirittura dormire in un posto completamente buio e nero.
Solo che non riusciva a fare un passo nella tenda.
Respirò ancora e deglutì, poi, presa dalla frustrazione, tirò un calcio alla tenda, sibilando un "Dannazione" tra i denti serrati.
Alla fine, si ritrovò a imbacuccarsi nel cappotto, usandolo come un sacco a pelo, addormentandosi con le gambe dentro il rifugio e il resto fuori.
Per fortuna, erano accampati in un bosco abbastanza accogliente, subito dopo la casa stregata dove avevano reclutato Nah, una giovane e seria manakete dalle trecce castane, figlia di Nowi e Gregor il mercenario.

Per caso, ad un ben conosciuto mago nero capitò di camminare per quella strada, e per poco non pestò la mano della stratega. Ridacchiando sommessamente, Henry capì la situazione al volo. Senza proferire parola, corse verso la propria tenda a prendere una candela e la posò di fianco alla donna, con una nota scritta accanto.

"Potevi chiedermela prima, stratega indaco!
Il tuo caro amichetto mago nero
Henry"
Akya si battè un pugno sulla testa. Stupida, stupida, stupida! Perché non ci aveva pensato?
Forse pensava che Henry non l'avrebbe aiutata? 
Qualunque fosse la risposta, doveva ridargli la candela!
Akya si alzò dalla fredda terra, raccolse l'oggetto e camminò fino al rifugio del bianco, che stranamente non era lì.
La donna appoggiò la candela e si sedette sulla branda del mago, massaggiandosi la schiena.
Il terreno di quella zona era dannatamente scomodo, per di più lei aveva dormito in una posizione stranissima.
Insomma, quella notte aveva sì dormito, ma non si sentiva per nulla riposata, così si concese un pisolino.

<< dormigliona lei eh? Mmh... eh eh. Già. Voglio proprio vedere...  >>
Henry aveva avuto un attimo di sconcerto quando aveva visto la stratega, l'unica persona nel campo, a parte Nowi, che poteva chiamare amica dormire nella sua branda.
Poi, però, si era tranquillizzato e aveva cominciato a ridacchiare come al suo solito, guardandola.
Certo, Akya era molto carina quando dormiva, i lunghi capelli indaco spettinati sul braccio che aveva posizionato a mò di un cuscino, mentre l'altro era piegato contro al corpo raggomitolato della donna. Sembrava fare un brutto sogno, dalla faccia che aveva, ma per Henry non c'era modo di scoprirlo.
Se non fosse stato per le fattezze da donna adulta di lei, sarebbe sembrata una bambina.
Era rimasto qualche minuto ad aspettare che lei si svegliasse, ma la donna continuava a dormire, mugolando nel sonno, così il giovane decise di prenderla per una spalla e scuoterla fuori dal mondo dei sogni.
Akya si alzò di scatto, tirando una testata contro la testa del bianco, e caddero entrambi a terra
<< oh, oh Naga! Mi- ahia! Mi dispiace! S-stai bene? >>
Lui si rialzò, toccandosi il bernoccolo
<< stratega indaco, hai la testa proprio dura, Niah ha ha! >>
Risero entrambi per un pò, fino a quando Akya non aggiunse
<< Henry, ti deciderai a chiamarmi per nome o no? >>
Lui, dopo un'altra risata, esclamò << va bene, Akya! >> poi rise di nuovo << anzi, no, non va bene, non mi piace! >> il mago nero allungò una mano verso i capelli della stratega, prendendo delicatamente una ciocca con due dita << tu sei una cornacchia color indaco! >>

Durante i giorni a seguire, la loro amicizia si consolidò sempre di più, arrivando ad attirare gli sguardi indiscreti dei Pastori, interessati e un pò preoccupati che il mago non avesse fatto una maledizione alla loro stratega per renderla così disponibile.
 Yarne, anche lui uno dei ragazzi venuti dal futuro, si era unito all'esercito. Era un ragazzo appartenente alla stessa razza della madre Palne, la razza dei Taguel, uomini bestia di cui gli ultimi sopravvissuti erano proprio Palne e il figlio.
Oltre ad essere un taguel, era anche figlio di uno fra i più forti nell'esercito dei pastori, Lon'zu.
Yarne aveva cominciato a chiamare Akya "zia Aky" spiegandole che la chiamava sempre così, nel futuro. Per qualche motivo, sembrava meno sospettoso nei confronti di Henry in confronto agli altri.
Anche la sorella minore di Lucina, Chyntia, una cavaliere pegaso con la convinzione di essere un'eroina entrò nel gruppo, legando subito con il taguel che aveva eletto a suo pupillo.

Era proprio durante uno di quegli allenamenti che Nowi, di ritorno dalla sua ricognizione aerea in forma drago, aveva dato l'allarme "al risorto" emettendo un ruggito sonoro e spaccatimpani.
Con un movimento perfettamente sincronizzato dettato dall'abitudine, Akya e Henry saltarono in groppa a Sleipnir, il cavallo della cavalieressa oscura, mentre Yarne, in veste di Cavaliere Viverna affiancato da Chyntia ed il suo pegaso si affrettavano a prepararsi. O meglio, Chyntia si stava preparando, mentre il suo pupillo era seduto tutto tremante sulla viverna, terrorizzato solo dall'idea di combattere contro un quantitativo così grande di nemici.
In effetti erano molti, i risorti.
Iñigo, uno delle nuove reclute dei Pastori, un donnaiolo sempre sorridente, si era avvicinato a Lucina e le aveva messo una mano sulla spalla.
Nessuno tra i pastori era riuscito a spiegarsi come il figlio di un sacerdote, Libra, e di una timidona come Olivia avesse potuto esser diventato così. Uno scherzo della natura? Non lo sapeva nessuno.
Henry svegliò Akya dal suo stato di trance, e la donna si lanciò al galoppo, concentrata solo sul rumore della spada che trafiggeva il nemico e degli zoccoli del cavallo che schiacciavano cranii di risorto sotto la possente massa dell'animale.
Akya si lanciava in linea retta con Sleipnir, tenendo la spada sguainata e trafiggendo tutto nella sua strada.
I mostri che ancora non morivano per colpa della spada della cavalieressa o degli zoccoli del cavallo venivano finiti da Henry, munito di un tomo nero, che si divertiva come un bambino.
<< Akya! >>
Henry era stato trascinato giù da cavallo, ed ora stava combattendo da solo, circondato. Se la stava cavando molto bene, ridendo sguaiatamente e canticchiando "vi ucciderò!" Mentre assestava colpi durissimi ai nemici, a volte colpendoli letteralmente col libro per allontanarli e tramortirli, senza fargli troppi danni, guadagnandosi attimi di respiro.
Ma Akya sapeva che non sarebbe durato. Infatti, in poco tempo, il tomo era stato prosciugato di tutta la sua magia, ed oramai non era nemmeno molto efficace come arma contundente. 
La stratega si liberò dei nemici che la ostacolavano e affiancò il mago, lanciandogli un libro di vento d'elfo che si era portata di scorta e sguainando la spada.
Notò un comportamento diverso in Henry. Sembrava più lento del solito e meno propenso alla risata. Ad un certo punto, il sorridente mago nero si girò verso di lei con un sorriso stanco che confermava le sue teorie. Lo prese e lo issò a cavallo e lui rispose con un gemito.
Facendo impennare Sleipnir, Akya cambiò direzione, lanciando la sua cavalcatura in corsa verso i curatori.

Tanto, la battaglia era già quasi stata vinta, di sicuro non avevano bisogno di lei.

Lissa posò una mano sulla fronte di Henry, esclamando
<< caspita! Maghetto, bruci! >>
Lui rise, per tutta risposta.
Akya battè un pugno sul tavolo della base, facendo vibrare l'aria attorno a sé.
<< sapevo che eri fuori di testa, ma non pensavo fino a questo punto! Sei stupido o cosa? Andare in battaglia ammalato, questa poi! >>
Henry rise di nuovo, sdraiato sulla branda della sua tenda, passandosi una mano tra i capelli mentre Lissa gli somministrava un medicinale
<< mmh... Niah ha ha ha! Già! Cosa mi è capitato? >> poi rivolse un mezzo sorriso alla stratega, mormorando
<< pfff. Sono sopravvissuto a mooolto peggio di una piccola febbre! >>
<< non ne dubito! >> La donna si sedette, bofonchiando una maledizione << ma buttarsi nella mischia con la febbre è un suicidio! >>
Lui mise le braccia dietro la testa, cercando una posizione comoda mentre cominciava a sentirsi la testa pesante.
<< Niah ha ha... tanto a chi importa se vivo o muoio? >>
Quella domanda colpì Akya come un pugno. Non aveva... pensato a lei? Lo guardò con sguardo a metà tra furioso e disperato, inclinando la testa.
<< te lo chiedi davvero? A me non pensi? >>
Henry non rispose, si era già addormentato sulla branda. Doveva essere proprio stanco.
La donna gli passò una mano nei capelli bianchi come la neve, si tolse il cappotto che aveva conservato anche dopo aver cambiato classe, quello da stratega, e lo usò come coperta, rimboccandoglielo in modo che non cadesse nemmeno se lui si fosse girato nel sonno e fece per dirigersi verso l'uscita, ma si fermò e si girò di nuovo verso il mago. Lui era praticamente sepolto nel cappotto della stratega, emergendo solo con la chioma bianca e con una mano. Aveva il sorriso sulle labbra anche mentre dormiva, e la stratega sorrise dolcemente, chiedendosi cosa lui stesse sognando e rendendosi conto che sì, a lei importava molto di Henry. Aveva provato a non ficcarsi in quel tipo di pasticcio, ma il cuore non le aveva dato retta. Si avvicinò di più e gli diede un leggerissimo bacio sulla fronte bollente, facendo attenzione a non svegliarlo, sussurrò
<< a me importa, Henry >>
E uscì dalla tenda portando con sè la candela, per poi andare a dormire.


Angolo dell'autrice
ed eccomi qui a tartassarvi col mio unico vero amore Henry, che supera perfino N in termini di fangirlismo da parte mia.
che c'è d'altro da dire? LO AMO, dai come si fa a non amarlo, è la perfetta combinazione tra folle, tenero e inquietante <3 per di più ha i capelli bianchi, preferisce gli animali agli umani e gli occhi (presuppongo) rossi, proprio il mio tipo!
ma a parte questo, come vi sembra questa FF? io resto in attesa di recensoni! :3
Sayounara, devo andare a giocare a Palla-Drago assieme a Henry, mio fratello, sua moglie Tiki e mia nipote Linfan!
AkyaWolf

 
   
 
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