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Autore: Placebogirl_Black Stones    27/09/2014    7 recensioni
Dalla storia:
- Zoro? Che fai?- arrivò alle sue spalle senza preavviso.
- Oh, Sensei…Ecco…io…- arrossì, grattandosi la nuca imbarazzato.
- Sono belli, vero?- sorrise, perdendosi anche lui nella contemplazione.
- No! Sono da femminuccia!- incrociò le braccia, atteggiandosi a granduomo.
- Invece ti sbagli, Zoro. I ciliegi sono il simbolo degli antichi samurai…-
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Like a sakura flower

 

Il dolce e delicato profumo si espandeva nell’aria, allietando i cuori di chi come lui si era perso ad osservare quello spettacolo senza paragoni.

Non era uno che si emozionava con facilità, tutt’altro, però gli scenari mozzafiato che mostravano la natura in tutta la sua potente bellezza lo avevano sempre affascinato, e quella distesa di ciliegi in fiore non era da meno.

Gli sembrava di essere tornato indietro di anni, al suo villaggio natale, quando si perdeva a contemplare quei maestosi alberi che conservavano in sé una purezza pari solo a poche altre.

Osservò un leggero turbino di petali, trasportati da una brezza fresca, danzare davanti ai suoi occhi con una maestria innata.

Fu allora che nella sua mente risuonarono le antiche parole del suo maestro, pronunciate in una delle tante lezioni di vita che gli aveva dato quando si allenava al dojo da bambino.

Era successo proprio in una giornata come quella, dove i ciliegi erano appena fioriti.

Lo aveva beccato con il naso all’aria, perso nell’osservare quegli alberi tinti di rosa tenue…

 

…………..

 

- Zoro? Che fai?- arrivò alle sue spalle senza preavviso.

- Oh, Sensei…Ecco…io…- arrossì, grattandosi la nuca imbarazzato.

- Sono belli, vero?- sorrise, perdendosi anche lui nella contemplazione.

- No! Sono da femminuccia!- incrociò le braccia, atteggiandosi a granduomo.

- Invece ti sbagli, Zoro. I ciliegi sono il simbolo degli antichi samurai…-

- Come? Dice davvero?- si stupì, come ogni bambino curioso di otto anni.

- Certo. Vedi, il ciliegio rappresenta due concetti molto diversi e distanti fra loro: da una parte la bellezza, dall’altra la brevità della vita. È una contrapposizione forte, poiché si tende a pensare che la bellezza rappresenti il vigore, e quindi la vita che non appassisce mai. Eppure, questi alberi all’apparenza meravigliosi sono fragili come gli uomini. Per questo vengono paragonati ai grandi guerrieri: quando sono fioriti e si mostrano in tutto il loro splendore, è come se riflettessero la gloria dei samurai e delle loro gesta; al tempo stesso, però, basta un semplice temporale per porre fine alla loro magnificenza, così come un guerriero può perire in battaglia con un colpo di spada. Dall’altro lato il guerriero, che considera la morte in battaglia l’unico modo di andarsene con onore, riflette questa sua filosofia nei fiori di ciliegio. Quindi non sono affatto fiori da femminuccia, come dici tu- concluse.

 

…………

 

All’epoca rimase affascinato da quelle parole, proprio come può esserlo un bambino di fronte a un racconto così profondo; tuttavia non ne comprese davvero il significato.

Solo crescendo, vivendo la sua vita e diventando uomo gli era stato possibile rendersi conto di quanto quelle parole fossero vere.

Adesso poteva affermare di sentirsi anche lui come i fiori di ciliegio.

Aveva rischiato la vita, era appassito più di una volta, ma si era sempre rigenerato, proprio come i fiori nel susseguirsi delle stagioni.

Dietro quella metafora non c’era solo l’intento di far risaltare la figura del samurai: alla base vi era un concetto molto più profondo, che comprendeva tutto il genere umano.

Gli uomini erano creature fragili.

Un solo colpo e non esistevano più, cancellati come segni di matita su un foglio bianco.

Eppure, per quelli come lui, morire non rappresentava alcuna paura, se lo si faceva con onore.

 

- Sono belli, vero?- una voce alla sue spalle interruppe i suoi pensieri, proprio come quella volta.

 

Si girò, trovando però una giovane donna dai capelli rossi che gli sorrideva.

 

- Oh, sei tu Nami. Sì, è davvero una vista mozzafiato- ammise.

 

Ora non aveva più motivo di negare.

 

- Non credevo che un burbero come te potesse emozionarsi di fronte a certe cose. La bellezza dei ciliegi in fiore non è una cosa romantica e da donne?- lo punzecchiò affiancandolo.

- Ma io non ne sto contemplando la bellezza-

- Ah no? E allora che guardi?- lo fissò perplessa, proprio come aveva fatto lui con il suo Sensei.

- Osservo la gloria- sorrise.

 

 
ANGOLO DELL’AUTORE

Ok, il finale di questa storia è più incomprensibile delle interviste di Barbara D’Urso. Non avevo idea di come terminarla, e questo è stato il modo migliore che ho trovato (figuratevi come potevano essere gli altri). Alla fine ciò che mi premeva raccontare era la simbologia fra i ciliegi e i samurai. Premetto che non l’ho inventata io ma ho trovato le nozioni sulla cara Wikipedia sempre nella pagina dei samurai.
Spero che vi sia piaciuta almeno un pochino!
Baci
Place

 

   
 
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