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Autore: LauraKilljoy    28/09/2014    1 recensioni
"Cosa ci potrà mai separare?"
"Nulla, se non noi stessi."
Gerard e Frank, dolore e amore. Frank cercherà di salvare Gerard, ma vorrà Gerard salvarsi veramente?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Tutto è così vuoto, sterile, bianco. La luce porta il bene, ma a me sta portando solo dolore."
Mikey rilesse più volte quelle righe dal diario di suo fratello, che ogni tanto dimenticava aperto sotto il cuscino, e trasse un sospiro di sconfitta. Ormai erano già passati due anni, ma Gerard non dava segni di miglioramento. Ogni giorno che passava, Gee sembrava spegnersi un po', come una candela che si consuma. 
Passava le giornate davanti al telefono, mordendosi le unghie e aspettando una chiamata per poi riattaccare. Gli piaceva quel gioco, era meccanico, non bisognava sforzarsi e ci si divertiva... O meglio, si passava un'altra giornata. Quando non era davanti al telefono, guardava fisso nel vuoto, rannicchiato sul divano, avvolto dalla coperta di pile a scacchi blu e neri di Frank. 
Ogni tanto rabbrividiva ai ricordi su Frank: le passeggiate, le prove con la band, le nottate in bianco, tutte passate con quel dolcissimo ragazzo dagli occhi nocciola. 
Da quando era entrato nella sua vita, Frank, non se n'era mai andato. Neanche quando, effettivamente, Frank era andato a vivere in un'altra città. Non lontana dalla sua, ma pur sempre via da lui. 
Una mattina, Mikey sbraitò "Hey, Gee, c'è qualcuno al telefono per te!" e lui comparve davanti al fratello in un baleno, con un sorriso da far sciogliere l'anima, Gee prese il telefono e riattaccò la chiamata. Mikey andò su tutte le furie "Ma cosa ti salta in mente, razza d'idiota? Era FRANK."
F R A N K. Cinque lettere, dure, affilate, fredde che si conficcarono come coltelli nel cuore. 
Frank. Il suo amato Frank. 
Perché l'aveva fatto? 
Perché aveva riattaccato? 
Gee si vergognò di ciò che aveva fatto e corse in camera sua. Ogni volta che si chiudeva in quella stanza, sembrava che tutto si fermasse, che tutto non avesse più importanza, che tutto acquisisse un senso vacuo, opaco. A Gerard piaceva quel senso di pace, o di oblio, non gli importava più di nulla. E di nessuno. O per lo meno, voleva dimostrare alla gente che lui se ne fregava, che lui riusciva a superare tutto, ma non il problema dell'alcol. Gee era caduto in quel vortice dopo che Frank lo lasciò, l'alcol dava quel senso di ottundimento che gli serviva per dimenticarsi della sua tristezza, del suo dolore e del suo disgusto verso se stesso. 
Frank gli mancava.
L'unica ragione per la quale lui se ne fosse andato era il fatto che Gerard non fosse più lo stesso.
Negli ultimi tempi Gee si arrabbiava per tutto e un giorno l'ira si personificò in lui. Aggredì Frank, gli disse che non lo amava, e che poteva andarsene. Gli disse che non gli importava più di nulla. 
Frank, quella notte, pianse. Pianse così tanto che i suoi occhi si chiudevano per la stanchezza nell'asciugarsi le lacrime. Quella notte qualcosa era cambiato. Frank ignorò tutte le chiamare del ragazzo che amava, non rispose ai suoi messaggi, e decise di andarsene. Per dimenticare. 
Ma perché tutta quella rabbia, si chiese? Cosa gli stava succedendo? Perché ad un tratto l'amore che gli aveva sempre dichiarato si era annullato?
   
 
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