Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |      
Autore: Cara Jaime    28/09/2014    0 recensioni
Ti sei mai ritrovato a parlare con una falena durante una notte insonne? Ti sembra così strana questa domanda? Alla protagonista di questa storia non pare per nulla strano, anzi. A volte un animale, letterale o simbolico che sia, è soltanto uno dei molti modi per accedere ai recessi della propria anima e comprendere il mistero dell'ignoto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LUCCIOLE PER LANTERNE

"Dovresti smetterla..."

"Non riesco a dormire con questa luce."

"Io non ci riesco senza, nè con: non riesco a dormire e basta!"

L'insetto continuava a svolazzare contro il soffitto, producendo un fruscio sordo quando sbatteva addosso all'intonaco bianco.

 

Mandy giaceva prona sul proprio letto, incapace di prendere sonno. Erano le tre e cinque del mattino.

"No, davvero. Dovresti smetterla, o ti uccido!" Quel rumore le strideva sui nervi e la fobia di quelle bestiacce, che la tormentava da quando era bambina, non l'aiutava di certo.

"Tanto morirò a breve, chiusa qui dentro, senza cibo né aria" ribatté la falena, grossa quanto un topo con le ali.

"D'aria qui dentro ce n'è quanta ne vuoi!"

"Ma non c'è cibo."

"Potevi rimanere là fuori all'aperto invece di cacciarti nella mia camera!"

"Non ho potuto. Ero curiosa di vedere cosa fosse quella luce, ne ero troppo affascinata."

"E ora hai capito che cos'è?"

"Sì. Una lucciole per lanterne."

"Una... che?"

Mandy si drizzò sui gomiti con la fronte aggrottata, l'espressione profondamente irritata e confusa. Che razza di diavolerie stava blaterando quell'animale? Si girò sul letto per piombare sulla schiena e il materasso protestò cigolando. I suoi occhi azzurri si misero a seguire lo sbatacchiare della bestiola intorno al lampadario.

"Una lucciole per lanterne. Quelle luci che si vedono per mandarti fuori strada", spiegò l'insetto.

"Tu sei matta. Non capisco quello che stai dicendo", rispose la ragazza, accavallando le caviglie e serrando gli occhi per fingere di riposare.

"Oh, sì invece; lo sai molto bene."

Quell'insetto aveva ragione, dannazione. Una lucciole per lanterne era simile ad un falso faro, un fuoco acceso sulla spiaggia dai briganti per far insabbiare le navi e saccheggiarle dopo averne ucciso l'equipaggio; e lei era stata come quella nave, in viaggio verso la spiaggia nella più totale oscurità di una notte senza stelle.

Aveva riconosciuto il faro? O l'aveva scambiato con una lucciole per lanterne?

 

L'uomo pompò altre due volte dentro di lei senza eiaculare nulla. Mandy giaceva sotto di lui con l'espressione rassegnata, quasi annoiata. Era solo una maschera. Nel suo petto si agitava una sensazione acre di panico da perderci la ragione. Il suo seno piccolo e sodo si alzava e si abbassava rapido, cosa che lui avrebbe sicuramente scambiato per un risultato dell'orgasmo che in realtà Mandy non aveva avuto. Erano mesi che non ne aveva uno, andando a letto con lui. Da quando aveva scoperto che il suo amore per lei era solo una scusa per scoparsela. La sua migliore amica gli aveva scattato una foto mentre ci provava spudoratamente con una biondina slavata tutta in tiro, in un angoletto del centro commerciale... squallido. Però quella era solo la punta dell'iceberg. Parlando con diverse ragazze, scoprì l'altarino tenutole così ben nascosto: lui la tradiva regolarmente con le prostitute del bordello sull'autostrada. Fu la goccia.

Il sentimento che provava inizialmente per lui si era trasformato lentamente in odio puro. Più volte aveva immaginato di avvelenarlo e guardarlo soffrire con un sorriso beffardo a fior di labbra. Ma aveva sempre rinunciato, convinta che l'avrebbero beccata. Alla fine, aveva deciso. Gli aveva chiuso la porta in faccia, buttato fuori tutta la sua roba e cambiato la serratura. Niente più bum bum.

 

"Vedi che avevo ragione?" si insinuò in lei la vocina flebile dell'insetto fastidioso. Continuava incessantemente a sbattere al muro con un frullare d'ali che le dava i brividi. Nonostante tutto, iniziava a trovare piacevole la sua compagnia, in un momento di completa insonnia. Seccante, ma piacevole.

"Sì, sì, avevi ragione, contenta?" si affrettò a concordare la ragazza, spazientita. Incrociò le mani sulla nuca, distendendo le membra contratte.

Finalmente tutto iniziava a spiegarsi. I conti facevano il botto, per quanto tornavano. Si era ritrovata a seguire una falsa pista, un fuoco fatuo il quale aveva catturato la sua attenzione e l'aveva condotta fuori strada di proposito – proprio come la luce della lampadina aveva fatto con quella farfalla – per depredarla delle sue risorse. Però lei se n'era accorta, inconsciamente o no; l'aveva percepito; e aveva subito corretto la rotta, allontanando quella persona dalla sua vita. Niente più lucciole per lanterne. Aveva imparato la lezione.

Le palpebre si fecero più pesanti ogni volta che la lancetta dei minuti si spostava di una tacca.

Il sonno le ghermì la mente, portandola con sé in volo nel cielo stellato oltre la notte. Sognò di navi e porti, di fuochi accesi sugli scogli e di briganti, ma la sua nave arrivò sicura in porto, stavolta. Erano le tre e diciassette quando s'assopì.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Cara Jaime