I guess that makes me lucky, because I don’t have anyone.
Tobias Eaton era nato durante un afoso pomeriggio di primavera; faceva già caldo e le aiuole erano ricoperte di fiori colorati, ma la luce del sole era offuscata da un massiccio blocco di nuvole. Sua madre gli diceva sempre “ti aiuterà – la primavera – ad andare avanti”, e Tobias ci credeva. Ci credeva quando, di ritorno dalla scuola materna, l’odore pungente di deodorante per ambienti lo accoglieva a casa; ci credeva quando, a quindici anni, nascondeva i lividi dietro uno spesso strato di pomata antidolorifica e i ragazzi gli sorridevano come si fa tra amici. Ci credeva quando, sotto gli sguardi esterrefatti della gente, sentì una voce gridare “Intrepidi” e lo sfrigolio del proprio sangue contro i tizzoni ardenti. Ci credeva quando, la camicia da Abnegante macchiata di terreno e il fiato corto, un certo Amar gli tese una mano e gridò “primo a saltare: Tobias”.
I suppose a fire that burns that bright is not meant to last.