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Autore: Leaves of Autumn    28/09/2014    1 recensioni
Alcuni miei coetanei dicono che la società di Era sia una società ragguardevole e giusta verso i propri abitanti. Altri dicono sia un oscuro velo in cui si celano potenti persone con un preciso scopo da svolgere. Io penso sia una società dispotica, fittizia e fin troppo misteriosa. Molte cose sono tutt'ora irrisolte, altre inspiegabili. La cosa più inspiegabile è che nessuno si fa delle domande, se non i più giovani.
"Il mondo non è più quello di un tempo", ripeteva spesso mio nonno quando era testimone della "Chiamata" la quale si svolgeva ogni anno. I ragazzi a compimento dei 18 anni in cui "raggiungevano la piena maturità e consapevolezza di se stessi, ed un buon livello di studi e conoscenze della regione" come annuncia la "lettera di richiamo", vengono trasportati alla capitale Anadea e preparati per il "Bivio", molteplici test di ogni genere della quale non se ne è a conoscenza fino a quel momento. O sei dentro o sei fuori, o sei uno di loro od una comune persona che ignora i fatti che circondano Era.
E' il 30 luglio ed io, Alanis Simmons, domani compirò 18 anni.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Revolution of Era

The Beginning

 

 

E' il 30 luglio, si il 30. E nonostante sia domani il giorno in cui compirò i miei 18 anni, quest'anno dovrò festeggiarli il giorno prima. Non è una novità, e non ne sono certo venuta a conoscenza ora. La lettera di richiamo che ho ricevuto 6 giorni fa parlava chiaro, domani verrò portata ad Anadea per il bivio e non ci sarà ne tempo ne modo di ricevere auguri. Tutto questo può spaventare all'inizio, ma non possiamo rifiutarci di mancare al bivio il giorno stabilito, qualsiasi sia il motivo. Papà ci ha raccontato che in città come Ethis e Minartias ci sono stati spiacevoli eventi.

Una famiglia nel giorno stesso della chiamata si era rifiutata di lasciar andare il proprio figlio con i chiamanti inviati da Anadea, raccontava mio padre. Persone incaricate di portare i chiamati alla capitale per il bivio: indossano divise di un grigio perla con lo stemma della nostra regione rosso scarlatto ben evidente sulla parte alta a sinistra della divisa, hanno elmetti, torsi e spallacci di colori diversi a seconda del grado di appartenenza di ognuno, sono muniti di una pistola dal nome quantum, e dal loro comportamento si dice, da chi ne ha avuto sfortunatamente a che fare, si comportino come degli automi. Persone di quel genere, di quel mestiere e con il permesso di usare la violenza se in netto contrasto con l'obiettivo a loro prefissato... la risposta non si fece attendere. Uno dei cinque chiamanti si staccò dal gruppo e prese il chiamato, un ragazzo, letteralmente di peso. Il ragazzo con tutti gli sforzi possibili non riuscì a crearsi una via di fuga, ma sembrò che il chiamante volesse solo bloccarlo al momento. I restanti quattro chiamanti circondarono i due genitori, ben consapevoli di quello che li aspettava per quel gesto sconsiderato ma tutt'altro che incomprensibile.


Qui papà si prese una pausa ed andò a bere del caffè, al ritorno continuò il racconto saltando volontariamente quella scena.

Dell'accaduto furono testimoni i vicini di quella famiglia che, forse solo per imposto senso civico o forse mutati dal terrore, aiutarono la coppia ad alzarsi e li accompagnarono in casa. Il ragazzo fu poi messo nel velivolo e trasportato ad Anadea.
Quando ripenso a quella vicenda, penso al perché di tutto questo. Al motivo ed al coraggio che i potenti hanno nel permettere ciò. Perché in molti non reagiscono? Perché permettiamo loro di educarci e istruirci al fine di controllarci come marionette del loro gioco? Come siamo arrivati a questo?

Poi ripenso al periodo buio... “Periodo che va dal 2020 al 2040 circa, in cui il mondo ha subito un drastico cambiamento che ha portato alla nascita di Era e alla sua conseguente crescita socio-economica...” eccetera eccetera, era scritto nei libri di testo dei primi anni di formazione. Ne più ne meno. Forse non ci ritengono tutt'ora capaci di rivelarci dell'accaduto, o che può essere pericoloso per loro farlo, o semplicemente che nemmeno i potenti sappiano cosa sia realmente accaduto e ne abbiano dato un'etichetta per soddisfare la curiosità della popolazione.
Odio questa società, ma non possiamo far altro che sopravvivere ad essa.


Più tardi nel pomeriggio finalmente inizia la mia festa di compleanno. Non manca nessuno. Mamma, papà, i miei zii ed il mio cane Roger che corre fra le gambe del tavolo e le nostre.
Ad Era non è consentito l'invito alle proprie case di persone al di fuori della propria cerchia famigliare e nemmeno l'organizzazione di feste, se non quelle indette dal calendario generale. Qui a Lafyon però alcune regole sono più malleabili che in altre città, i compleanni possono essere festeggiati ma entro e non oltre i limiti indetti.
 

<< Ali, da quanto tempo... Come stai? Auguri di buon compleanno!>>.

<< Tutto bene zii e voi come state? Ah, grazie per gli auguri! >>, detestavo quel nomignolo.

<< Tra poche settimane da noi ad Ursundica si terrà l'incanto >>.

<< Wow non ci sono mai stata, deve essere grandioso zii >>.

<< Come ogni mese Ali >> sorrise mia zia.

 

L'incanto era un insolito ed enorme mercato, dove mercanti provenienti da ogni angolo di Era si riunivano a proporre ogni genere di oggetti. I miei genitori ci sono stati molti anni fa, e mi hanno raccontato che il mercato occupa ben 1/3 della cittadina e che visitarlo tutto in un giorno e praticamente impossibile.


<< E' tutto pronto, possiamo festeggiare >> sapevo che i miei fossero nervosi per domani e cercavano di non pensarci almeno per il momento.

<< Auguri alla nostra piccola Ali! >>.

<< Auguri anche dagli zii! >>.

<< E scommetto anche da Roger >> che da ben 5 minuti era li a farmi le feste.



La festa si è conclusa da poco, e più o meno si è svolta come gli anni passati, saluti-auguri-Roger-cena-torta-Roger-candeline-chiacchiere-Roger-saluti.

Si è fatto tardi, saluto frettolosa i miei zii sulla via del ritorno, do la buonanotte ai miei genitori, e con Roger saliamo in camera mia. Prima di andare a letto, mi faccio una doccia e mi metto il pigiama regalo dell'anno scorso, già sento Roger che fa dei piccoli suoni, il classico modo che ha di russare. Passo in rassegna allo specchio e mi ci rifletto: sono una ragazza dal carattere piuttosto forte, determinata in tutto ciò che fa, che difficilmente si arrende alle prime difficoltà, impulsiva a volte, che può risultare un po' scontrosa al primo impatto, che non ama molto le inutili chiacchiere, e che è curiosa di tutto ciò che nasconde Era. Ma ora ho paura, paura di ciò che mi aspetta domani, del luogo, degli esiti e di cosa sarà di me in entrambi i casi. Penso alla mia famiglia e a come si sentano ansiosi per me, ma spero non siano avventati nel rifiutarsi all'ultimo momento, non permetterei mai li capitasse qualcosa di brutto.

Rientro in camera cercando di fare meno rumore possibile, do un buffetto sulla testa di Roger senza correre il rischio di svegliarlo. Poi entro nel letto, chiudo gli occhi e spero che domani non arrivi mai.

 

Eccomi. E' raro svegliarsi prima che squilli la sveglia, ma quando non si è quasi chiuso occhio tutta la notte credo sia normale.
Sono appena le 7 del mattino ed i chiamanti verranno qui alle 8 come da stabilito. Come accennato nella lettera, il suddetto chiamato deve farsi trovare “pronto, disponibile ed in perfetta forma”, parole di cui non capirò mai il significato, sempre che ne abbia uno.


<< Ali sei sveglia? Sai che non hai molto tempo per prepararti >> mia mamma facendo capolino dalla porta.

<< Si sono sveglia. Lo so mamma, non ci metterò molto. Quando ho finito scendo >>. La breve conversazione avuta qualche istante fa.


Dopo essermi “agghindata”, come promesso scendo giù in salotto. Trovo mamma e papà rivolti verso l'ingresso, appena mi sentono scendere dalle gradinate si voltano verso di me attoniti e poi di nuovo verso l'ingresso, o meglio un chiamante. Un chiamante? Ora?


<< Mamma, papà che ci fanno qui? Non è ancora il momento >> sono paralizzata a metà scale.

<< Piccola noi... Sono qui, non ce l'aspettavamo >> papà è altrettanto fermo, gli si legge nello sguardo l'infinita preoccupazione.

<< Non potete, non ora! >> la mamma avvicinandosi sempre più al primo chiamante.

<< Mamma no! >> il torpore che mi avvolgeva poco fa è svanito, ed ora grido e scendo dalle scale. Papà già mi anticipava << Ferma, non possiamo fare niente, non facciamola soffrire di più. La riavremo indietro presto, te lo prometto >>.

<< Si è fatto tardi, lei è la signorina Alanis Simmons? Come da protocollo deve venire con noi alla capitale, non se lo faccia dire due volte >> le ultime parole pronunciate con un non so che di metallico nel timbro della sua voce.

 

Sono su un velivolo che sta sorvolando i confini di Lafyon da circa dieci minuti.
Inutili le parole dette, i pensieri e le lacrime versate.

Non mi hanno lasciata il tempo di salutarli, se non ad ormai debita distanza. Me lo sono ripromessa, ritornerò a casa a tutti i costi. Ora so solo che non devo apparire fragile, le lacrime e gli affetti devo reprimerli se voglio scoprire cosa vogliono da me.
Come ho letto in un vecchio libro la speranza è l'ultima a morire. Beh se è davvero così, quello sarà il mio nuovo nome.





Spazio dell'autore
Ciao a tutti e scusate il ritardo vi prego per chi mi conosce già xD per tutti gli altri è un vero piacere conoscervi tramite questa storia :)
Eccomi qui con una nuova storia, praticamente l'opposto in quanto al genere di storia della prima (che al più presto continuerò, promesso xD), ma vabbè ;)

Beh, in quanto a questa nuova storiellina che dire... E' la prima volta che ne scrivo una di genere fantasy, quindi siate clementi con me :). In questo primo capitolo non molte cose sono chiare (per esempio, le parole in grassetto) ma tutto vi sarà più chiaro nei prossimi capitoli, che gusto c'è altrimenti? ;)
Ora vi saluto, e spero che vi piaccia Era ed i segreti che nasconde
, e... recensite recensite recensite se vi va, ve ne sarei enormemente grato :)
A presto, Ax :) :)

 

   
 
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