Serie TV > Ned - Scuola di sopravvivenza
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Autore: SellyLuna    29/09/2014    3 recensioni
Ned Bigby non poteva credere che la sua ragazza ideale potesse essere Moze. Ci doveva essere uno sbaglio. Sì, doveva proprio essere così; si tranquillizzò.
Insomma, non poteva essere possibile: lui e Moze erano migliori amici da sempre e, se ci fosse stato qualcosa tra loro, se ne sarebbe dovuto accorgere molto tempo prima, o no?
Che cosa gli metteva in testa Cookie?
Le sue parole, dette con così tanta naturalezza e noncuranza, gli frullavano in testa da giorni.
E se avesse avuto ragione?
«Signor Bigby, vuole ripetere quello che ho detto?»
Eh?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jennifer 'Moze' Mosely, Ned Bigby
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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RIVELAZIONI
 
 
 
Ned Bigby non poteva credere che la sua ragazza ideale potesse essere Moze. Ci doveva essere uno sbaglio. Sì, doveva proprio essere così; si tranquillizzò.
Insomma, non poteva essere possibile: lui e Moze erano migliori amici da sempre e, se ci fosse stato qualcosa tra loro, se ne sarebbe dovuto accorgere molto tempo prima, o no?
Che cosa gli metteva in testa Cookie?
Le sue parole, dette con così tanta naturalezza e noncuranza, gli frullavano in testa da giorni.
E se avesse avuto ragione?
«Signor Bigby, vuole ripetere quello che ho detto?»
Eh?
Gli apparve davanti agli occhi il volto seccato del professor Sweeney, che lo scrutava con sguardo assassino.
Ned aveva sempre pensato che Sweeney ci trovasse un gusto particolare nel torturare i suoi studenti, soprattutto quando li beccava in fallo. Esattamente come si trovava lui, adesso.
Di cosa stava parlando? A che argomento erano arrivati?
Che cosa si inventava, ora?
«Ehm… sì, certo. Stava dicendo…» temporeggiò Ned, aspettando una qualche illuminazione che gli venisse in soccorso.
Ma nessuna rivelazione divina giunse dal Cielo per toglierlo da quell’impiccio.
«Molto male, Bigby. Molto male» sentenziò, con tono grave, il professore di scienze.
«I miei studenti devono stare attenti, se non vogliono prendere una effe nel compito in classe, non le pare?»
L’affermazione del suo insegnante non faceva una piega e, a malincuore, si trovava d’accordo con lui. Non poteva permettersi un voto così basso, quindi era meglio che, per un po’, relegasse il suo piccolo grande dilemma in un angolino della sua mente. Non sarebbe stato facile, ma ne dipendeva la sua rendita scolastica; si sarebbe forzato di concentrarsi interamente sugli elementi scientifici.
«Passi la sua disattenzione dei giorni scorsi, a causa del trasferimento della signorina Crabgrass, ma credo che ora possa tornare tutto nell’ordinario. O forse, c’è qualche altro avvenimento importante nella sua vita privata, Bigby?»
Accidentaccio! Era così evidente che pure Sweeney aveva centrato il suo problema?
All’improvviso sentì una miriade di occhi puntati addosso, ma quelli che lo spaventavano di più erano quel paio di occhi castani. Gli occhi di Moze.
Le sue guance si tinsero velatamente di rosso. Meno male che se ne accorse solo Sweeney – sperò che per quel giorno avesse concluso nell’infierire su di lui –, Moze era seduta dietro di lui, per cui non ebbe l’opportunità di notarlo.
Sarebbe stata molto più dura mantenere l’attenzione alla lezione, dopo l’uscita infelice di Sweeney.


 
La campanella arrivò puntuale come sempre, ben accolta da tutti gli studenti e quel giorno Ned non aspettava altro che il momento in cui il suo celestiale suono indicasse a tutti loro la fine della tortura.
C’era la ricreazione e, forse, in quei quindici minuti, poteva trovare un po’ di calma, poteva riordinare un po’ le idee, poteva parlarne con i suoi amici…
Un attimo. No, non poteva chiedere un consiglio ai suoi amici, non poteva proprio parlarne con Moze: cosa le avrebbe detto?
Che dritta gli dava la sua guida in occasioni simili?
Ma per quale arcano motivo la guida risultava utile agli altri e, quando ne aveva bisogno lui, non contemplava un suggerimento che faceva al caso suo?
Per cosa, diamine, l’aveva inventata quella guida?
«Ehi Ned! Tutto bene?»
Moze l’aveva raggiunto. Chissà da quanto tempo si trovava lì, accanto a lui, che osservava tutte le sue strane espressioni.
«Sì, sì. Perché non dovrebbe, scusa?» le rispose, poco convinto.
«È da alcuni giorni che ti vedo, come dire, sfuggente.»
Sfuggente, lui? Ma cosa andava a pensare?
«No, no, tranquilla. È tutto a posto» si affrettò a convincerla.
Ma Moze non era così facile da ingannare; aveva fiutato che qualcosa non andava e non l’avrebbe lasciato in pace fino a che Ned non avesse sputato il rospo.
«Sì, hai ragione. In effetti non va tutto bene» le concesse.
«Non sarà ancora per Susie, vero?» gli chiese, preoccupata.
Come poteva rivelarle che, questa volta, il problema, stranamente, non era Susie?
«Non proprio. Insomma, sento ancora la sua mancanza, però mi sto abituando a questa situazione. Solo che…»
Solo che, cosa?
Bravo, Ned, che cosa ti inventi, ora?
«Solo che… sono un po’ in ansia per tutte queste prove. Sì, è così.»
Moze gli rivolse un’occhiata incerta. Non gliela aveva data a bere.
«Per le prove?» lo osservò, da sotto in su, con quello sguardo da Moze, che analizzava tutto e tutti, quello sguardo che era in grado di farti sputare la verità, anche se non volevi, quello sguardo che sapeva rimetterti sulla strada maestra, farti fare quello che era giusto, quello sguardo che ti faceva sentire in colpa se non ti eri comportato in modo corretto.
Ma Ned riuscì a tenerle testa. Non si sarebbe fatto piegare.
Annuì diverse volte, con vigore, per sottolineare il concetto. Certo che la sua preoccupazione dipendeva dalle prove, da che altro, sennò?
Iniziava a sudare freddo.
Nonostante Moze non sembrasse del tutto persuasa dalle sue motivazioni, preferì lasciare correre e concedergli tregua.
«Se lo dici tu.»
Ned sospirò, sollevato. Se l’era vista brutta.
«Comunque, non è la settimana peggiore. Ce ne sono state altre, di molto, ma molto peggio.»
Lo liquidò, così.
Si sentì uno sciocco. Ancora una volta aveva vinto Moze: era inutile, quella ragazza era troppo sveglia per farsi fregare da chicchessia.
Gli aveva lasciato qualcosa su cui riflettere.
Ma Moze lo conosceva altrettanto bene da sapere quando era il momento di mollare la presa, d’altronde quando si sarebbe sentito pronto, sarebbe stato lui stesso che l’avrebbe cercata per mettere nero su bianco i suoi tormentati pensieri.
Ora, l’unica cosa era quantificare quanto presto – o meglio tardi – ciò sarebbe avvenuto.
 
[927 parole]
 
 
 


Hola gente! ^_^
Non ho idea se qualcuno incapperà in questa mia cosetta che ho scritto dopo la visione dell’episodio “Girls” ( se non ricordo male), quando Ned cerca la sua ragazza ideale e non riesce a trovarla, nonostante sia sempre stata al suo fianco. E, sembra, che alla fine se ne rendi conto. O forse no?
Non ho idea di quello che succede realmente dopo, perché vedo degli episodi a caso, per cui…
Quindi non so se classificare questa cosa come una What if? o cos’altro…
Se qualcuno si aggira da queste parti e volesse lasciarmi un suo parere, è sempre ben accetto. C:
Eh, beh ho finito di sproloquiare.
Grazie per l’attenzione e mi scuso per l’invadenza(?).
Arrivederci a tutti! ;)
Selly
 
 
 
 
   
 
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