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Autore: SaraWood    30/09/2014    0 recensioni
La mamma ha fatto un grande errore quando era giovane …e ogni tanto se ne ricorda.
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 1 – Spettri del passato.
Macerie di New York – 20 anni dopo il disastro …
 
<< Aspettatemi! >> disse la ragazza cercando di inseguire i suoi fratelli, che gli avevano fatto l’ennesimo dispetto. Anche se piccola si muoveva agile in quel posto lugubre; cimitero di una città che ormai non esisteva più. Si guardava intorno ben sapendo che suo fratello maggiore Jim (12 anni ) era solito nascondersi all’interno delle carcasse delle vecchie auto arrugginite disseminate in quei luoghi.
<< Vi ho trovato! >> << Stavolta vi ammazzo! >> esclamò Mary (9 anni ) scorgendo le sagome dei fratelli in lontananza.  “Un momento …. Qualcosa non va…” pensò mentre la distanza che li separava diminuiva sempre più. Non stavano più scappando. Erano fermi l’uno accanto all’altro. Sembrava che stessero guardando qualcosa davanti a loro. << Che succede? Se è un altro scherzo giuro che stavolta io … >> la ragazzina si interruppe quando mise a fuoco quello che i fratelli stavano fissando.
Era un cratere. Un gigantesco cratere, grande almeno un chilometro quadrato nel bel mezzo delle macerie. I confini erano ben delineati; i palazzi e le auto , anche se corrosi dal tempo, erano intatti intorno ad esso.  Al centro c’era qualcosa. Ma da dove si trovavano non si capiva bene cosa …
Sam (11 anni ) fece un passo in avanti , ma Jim lo afferrò << Dove credi di andare? >>  
<> disse Sam liberandosi dalla stretta.
<< Ti sei accorto di dove ci troviamo? Non ci siamo mai addentrati cosi tanto nella città. Potrebbe essere pericoloso! >>
<< Pericoloso? La mamma arrabbiata è pericolosa! Questo è solo interessante! >>
“Che risposta idiota” bofonchiò Jim sapendo di non poter far nulla contro la famosa e spiccata curiosità di Sam.
<< Io ho paura … voglio tornare a casa! >> Disse Mary prendendo Jim per la maglia.
Jim la guardò, e sospirando disse << Se va lui dobbiamo andare anche noi. Non lo possiamo lasciare andare da solo … sai quanto è fesso! Si ficcherebbe in qualche pasticcio. Te la senti di venire con noi? Siamo una famiglia, dovremmo essere uniti…e poi magari troviamo qualcosa che possiamo usare al campo! >>
Mary annui scocciata e segui il fratello nel cratere.
La terra era secca, le spaccature si ramificavano come i rami di un albero. Più si avvicinavano all’interno più Mary si rendeva conto che la voragine oltre a essere grande era anche profonda; più di 2 metri dal punto in cui erano partiti.
Sam che li aveva preceduti si trovava vicino alla sagoma scorta in precedenza. Quello che sembrava vendendola da più vicino era un ammasso informe d’acciaio. La vernice verde in tinta mimetica  era sbiadita ormai da tempo. Frammenti di vetro erano sparsi intorno alla lamiera contorta.
<< Che cosa credi che sia? >> domando Sam al fratello.
<< Anche se sembra difficile da capire per come è ridotto … credo sia una specie di veicolo … quelli mi sembrano cingoli! >> Rispose Jim prontamente.
<<  Se hai ragione … potrebbe essere un mezzo militare … >> Disse Sam cercando di arrampicarvisi sopra.
<< Che diavolo fai?  Scendi di li! >> Sbottò Mary.
<< Zitta sgorbio! Se è un veicolo vuol dire che ci si può entrare! Devo solo capire come... >> La zittii Sam. Tastando un po’ ovunque , riuscì a trovare una specie di leva sul bordo. Tirandola il coperchio di un apertura si apri. Un odore nauseabondo fuoriuscì dall’interno del mezzo. << Che puzza tremenda! Sembra il pranzo che ci cucina sempre Mary… >>
<< Chi ti dice di mangialo se non lo vuoi!? Ingrato! >> Mary palesemente colpita nell’orgoglio incrociò le braccia in segno di screzio.
Sam sgattaiolò all’interno di quello che sembrava un abitacolo. Dopo qualche secondo un urlo agghiacciante allerto i due fratelli all’esterno.
Jim saltò atleticamente tra le lamiere << Stai bene?! >>  non fece in tempo ad entrarvi che Sam si gettò a capo fitto all’esterno.  Con un faccia sconvolta balbettò << C- C- C’è un uomo dentro! Andiamocene!>>
Mary cominciò a mangiarsi le unghie << Concordo! >> disse.
<< Un uomo? Ma è impossibile! Fa vedere. >> Jim continuò la scalata , entrando nell’abitacolo stretto e puzzolente vide la sagoma di un uomo stesa a terra. Era chiaramente in decomposizione ma Sam era troppo pauroso e precipitoso per arrivarci. Jim si avvicinò al cadavere. Indossava un uniforme militare e teneva qualcosa stretto in mano … prendendo un gran respiro e facendosi coraggio aprì la fredda morsa.
<> grido Sam
<< Si! Sto uscendo! >> rispose Jim. E cosi fece.
<< Che cos’hai li? >> chiese Mary.
<< Uh questo? E’ un diario! L’ho preso dentro. >>
<< Cosa c’è scritto? >> Domando Sam ancora tremolante.
<< Se fossi stato abbastanza coraggioso c’è lo avresti detto tu stesso! >>
Mary rise.
<< Portiamolo alla mamma , lei c’è lo leggerà! >>


In prossimità della baraccopoli in cui vivevano, i tre fratelli cominciarono a ipotizzare una scusa convincente per giustificare il ritrovamento di quel diario.
<< Possiamo dirgli che lo ha trasportato il fiume , e che noi lo abbiamo trovato sulla riva! >> esclamò Sam.
<< Se fosse cosi  sarebbe bagnato, o per lo meno sarebbe illeggibile … non va bene. >> disse Jim grattandosi la testa.
<< Non possiamo dire a mamma la verità? >> si lamentò Mary. Mentire non era mai stato il suo forte; era un arte molto più adatta ai suoi fratelli. Sam gli diede un scappellotto. << Si certo! Diciamogli che ci siamo inoltrati da soli nella zona proibita e magari diciamogli anche che abbiamo trovato un cadavere e che gli abbiamo rubato il suo diario! Sono certo che non ci sgriderà! Ma si può essere più tonti di cosi dico io? >>
Improvvisamente una losca figura con le braccia incrociate gli apparve davanti senza che loro neppure se ne accorgessero.  Il sopracciglio sinistro alzato e la piccola vena pulsante sulla sua tempia erano un chiaro segno che i guai stavano per travolgerli. << DOVE DIAVOLO SIETE STATI MARMOCCHI? >> esclamò la donna che indubbiamente usava un tono materno.
<< Ehm … a pescare! >> si giustificò Sam.
Ci fu un attimo di silenzio poi la donna chiese << ..E dove sono le canne da pesca? >>
<< beh … le abbiamo buttate! >> fu l’unica cosa che riuscì a inventarsi Mary.
Un altro interminabile secondo di silenzio in cui la donna, come un cyborg venuto dal futuro, scrutava i volti dei ragazzi decifrando ogni espressione facciale che avrebbe potuto tradirli. << E perché le avete buttate? >> esclamò convita di incalzarli.
I tre si guardarono intorno , Sam fischiettando , Mary disegnando ghirigori nel terriccio arido , e Jim tirando calci ai sassolini. I gatti avevano finito di arrampicarsi sugli specchi in fine.
<< Jim che cos’hai in mano? >> Chiese la donna notando la copertina rossa tra le mani del figlio maggiore.
Il ragazzo gli porse il diario << Non so bene di cosa si tratti, ma credo che sia una cosa importante . Dovresti leggerlo mamma. >>
I due fratelli minori si dileguarono ognuno in una direzione diversa. Non sarebbero stati così sciocchi da farsi trovare li quando la mamma si sarebbe arrabbiata sul serio. Sarebbe stato come aspettare che un tornado gli passasse sopra.
Jim invece rimase li difronte a lei, in attesa; affamato di un resoconto dettagliato di ciò che il diario voleva raccontare.
La madre rimase immobile per qualche secondo, giusto il tempo di capire che tipo di oggetto avesse d’avanti. “ Un libro? ” pensò “ sembra parecchio vecchio …” lo spolverò per benino, poi aprendo la prima pagina lesse in una calligrafia decisa “ Diario del Sergente Maggiore Alvin Nordwing ” .
Gli occhi nocciola della donna sembravano incuriositi mentre scorrevano lungo le righe di quella vita cosi distante da lei da sembrare inventata . Il pensiero di dove i suoi figli avessero potuto trovare quel diario non aleggiava ancora nella sua mente, offuscata da quella lettura cosi affascinante.
Ma … improvvisamente la sua curiosità si trasformò in paura , in terrore ; quando pagina dopo pagina , i giorni cominciarono a susseguirsi in ordine temporale, sempre più vicini al suo presente. Margaret cominciò ad unire i tasselli di memoria riportati fra quelle pagine insieme ai suoi, in un unico puzzle . Un gigantesco e terrificante puzzle di ricordi e strane coincidenze. Un rivolo di sudore colò freddo sulla sua candida tempia leggendo l’ultima pagina.

25/10/ 2014 NEW YORK
 16:30 - In questo momento i miei uomini sono scesi dal blindato per andare a supportare la squadra beta e gamma al centro della città. E’ incredibile pensare quanti mezzi e uomini stiano cercando di eliminare quella creatura. Nessuna delle nostre armi sembra efficace su di lui … non sembra di questo mondo …
17:15 - Dalle informazioni radio non si campisce la sua posizione. Attacca in un lato della città e subito dopo in quello opposto … sembra sia un fottuto fulmine! Per il momento mantengo la mia postazione.
17:45 – Non ho più contatti radio con nessuno da più di mezzora. Dove sono tutti?
18:00 – Le esplosioni sono sempre più vicine. Le urla dei soldati mi stanno torturando … sono i miei uomini … li ho mandati al macello … cosa sarà di me? Sembra vicino …
18:12 – Margaret! Non so chi tu sia, ma quel mostro sta gridando il tuo nome per tutta la città. Sé è te che cerca … se ha distrutto tutto quanto solo per trovare te... se io e i miei uomini siamo morti solo perché non hai avuto il coraggio di morire con dignità …beh … allora dovunque tu sei, io ti maledico MARGARET.

Quelle furono le ultime parole scritte dal Sergente Maggiore Alvin. La scrittura nelle ultime righe era talmente tremolante da renderle quasi illeggibili. Ma lei, nonostante tutto, è riuscì a leggerle.
Le lacrime della donna bagnarono quelle ultime frasi , bagnate a sua volta dalle ultime lacrime di Alvin quando questo le scrisse ; unendosi cosi in macchie indelebili fra le vecchie pagine sbiadite di quel diario dimenticato da Dio.
<< Mamma? Perché stai piangendo? >> esclamò Jim ancora in attesa.
Margaret si asciugò il viso col palmo della mano. << Perché … la mamma ha fatto un grande errore quando era giovane …e ogni tanto se ne ricorda… >> rispose singhiozzando lievemente.
 
   
 
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