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Autore: missjendy99    30/09/2014    1 recensioni
Ecco la storia di due ragazzi con un passato difficile da dimenticare e un presente impossibile da affrontare.
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Lei, ragazza dal passato pieno di lividi e sangue.
Lui, ragazzo con cui deve vivere.
Lei, zero voglia di vivere
Lui, impassibile a ogni cosa o forse no.
Lei, la vittima.
Lui, il suo carnefice.
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Rosy. Il suo nome.
L'ho odiata dal primo momento in cui l'ho vista. Arrogante e sprezzante di tutto ciò che la circonda.
Niente la tocca, niente distrugge il suo equilibrio perfetto.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2 – LUI –
Quando lo incontrai per la prima volta pensavo fosse un angelo.
Eliah il suo nome.
Occhi di ghiaccio, capelli neri e un sorriso mozzafiato.
In poche parole il ragazzo perfetto.
Per le prime settimane tutto fu come un sogno, lui era gentile e si preoccupava per me, a scuola non mi prendeva in giro anzi mi trattava come una principessa.
Poi mia madre e suo padre si sposarono e tutto cambiò; divenne freddo, come i suoi occhi; riusciva a congelarmi il sangue con lo sguardo ma non mi toccava e io pensavo di essere al sicuro.
Poi scoprì la sua vera natura e le cose peggiorarono; dall’ indifferenza passò alla violenza, prima mi tirava solamente i capelli poi iniziò a tirarmi calci, schiaffi e pugni.
Il mio corpo era la testimonianza del suo odio per me.
A scuola però era popolare tra le ragazze per la sua gentilezza, che poi era inesistente.
Minacciava i secchioni per avere i compiti fatti e i professori per avere voti alti.
Era temuto da tutti e aveva tanti amici che per lo più avevano paura di lui.
La verità è che era un delinquente; uno stronzo di prima categoria che si prendeva gioco di tutto e di tutti senza eccezioni.
Tutto venne a galla quando i nostri genitori ormai sposati decisero di andare in luna di miele.
Era stato deciso che avrebbero passato una settimana a Cancun e noi saremo rimasti a casa perché avevamo una settimana piena di compiti in classe.
E così partirono, felici come non mai per aver finalmente formato una famiglia felice.
Peccato che fosse solo un illusione; il primo giorno che passammo da soli iniziò l’incubo.
Appena i nostri genitori uscirono di casa lui con uno sguardo agghiacciante mi si avvicinò, io indietreggiai impaurita ma lui mi prese per i capelli e mi avvicinò al suo corpo.
Guardandomi negli occhi sibilò: “ Senti stupida ragazzina, da oggi in poi comando io e non provare a disobbedirmi altrimenti te ne pentirai amaramente”.
Diventai di pietra. Non mi aveva mai parlato così.
Con un sorriso malizioso mi diede un bacio all’ angolo della bocca e mi lasciò i capelli andandosene in salotto per chiamare i suoi amici.
Quella notte casa nostra fu invasa da alcol e droga oltre che da un gruppo di ragazze ubriache fradice.
Io cercai di andarmene ma tutto fu inutile perché il cretino del suo migliore amico, Lucas, mi beccò mentre me ne stavo uscendo dalla finestra e chiamò quel decerebrato del mio fratellastro.
Naturalmente era mezzo fatto e l’unica cosa che fece fu impormi di scendere e di stare con i suoi amici cosicché mi potesse tenere d’occhio.
Io però non volevo stare con quegli idioti così, appena ne ebbi l’occasione, li chiusi fuori dalla camera e mi ci barricai.
La festa finì alle 3 del mattino e lui, ripresosi, irruppe nella mia camera e non mancò di prendermi per il collo e di sbattermi contro muro, mi tirò uno schiaffo talmente potente da farmi cadere.
“ Puttanella del cazzo perché non mi hai obbedito eh? ”
Poi mi tirò un calcio nelle costole e se ne andò.
Le lacrime scesero incontrollate, il dolore era insopportabile ma perché mi stava facendo questo? Cosa avevo di così sbagliato da attirare le persone più orribili al mio fianco?
Con questi pensieri mi addormentai.
Poche ore dopo mi alzai dal letto, mi vestì e mi truccai mettendo molto correttore sopra le occhiaie violacee. Uscì di casa il più in fretta possibile e, fortunatamente, non lo incontrai.
Una volta arrivata a scuola un ragazzo, passandomi accanto, mi scaraventò a terra.
Dopo essere stata umiliata e derisa da tutti quelli che erano difronte al cancello mi diressi in classe dove aspettai che quella giornata finisse al più presto.
Il resto della settimana lo passai tra biblioteca e casa dove Eliah non fece altro che insultarmi e deridermi.
 

  
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