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Autore: emmeline    01/10/2014    1 recensioni
“Facciamo una scommessa.”
Il ragazzo dai capelli indaco voltò il viso verso di lui. “Una scommessa?”
“Una scommessa”, ripeté semplicemente Nice “come quando eravamo bambini, ricordi?”
Leggerissimo spoiler per Re:Hamatora, se si sa cosa cercare, in ogni caso. Non è per nulla accennato.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Art, Nice
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era come se nulla fosse mai accaduto.
Il nuovo appartamento era piccolo, tuttavia perfetto per qualcuno come Art, un odore dolce ad espandersi tra quelle mura.
In quell’atmosfera Nice si sentiva a casa, al sicuro, con Art seduto al suo fianco sul divano e gli unici rumori udibili proveniente dalla televisione, sullo schermo lo scorrere di un pessimo film horror che Art aveva scelto per quella sera. Era come se nulla fosse sbagliato, come se i loro demoni fossero lontani, incredibilmente lontani da loro.
“Sono piuttosto sicuro che il colpevole sia il padre della protagonista”, proclamò Nice ad un certo punto, cambiando posizione sul divano. Il film non era così interessante, in realtà, ma la trama era abbastanza complessa da riuscire a catturare l’attenzione di Nice.
Gli era mancato incredibilmente passare del tempo nell’appartamento del proprio migliore amico, guardando film di serie B con lui e fare insieme stupide scommesse, poter rivivere queste cose di nuovo era molto più di quanto avesse mai potuto desiderare, dunque non aveva davvero un motivo per lamentarsi.
“Mh”, mormorò Art in risposta, “sei sicuro? A dire il vero credo che il colpevole sia la sua migliore amica.”
Nice sbuffò a quell’ipotesi, visibilmente non soddisfatto.
“E’ troppo ovvio.”
“Tu dici...”

Art sembrava davvero interessato agli eventi che stavano prendendo vita sullo schermo, dunque il diciassettenne ghignò, puntando un dito verso la televisione. “Facciamo una scommessa.”
Il ragazzo dai capelli indaco voltò il viso verso di lui. “Una scommessa?”
“Una scommessa”, ripeté semplicemente Nice “come quando eravamo bambini, ricordi?”
Ovviamente Art ricordava. C’erano momenti in cui desiderava semplicemente poter dimenticare ciò che era successo alla Facultas, il posto doveva aveva perso Skill, il posto dove si era lasciato ammaliare così tanto dal potere dei Minimum da perdere di vista le cose importanti. Era stato così stupido. In ogni caso, da quell’esperienza era riuscito a portare con sé anche ricordi piacevoli. Nice, per esempio, era uno di questi.
“Ricordo”, rispose Art con un sorriso. Lui e il suo migliore amico erano soliti fare scommesse fin dalla tenera età con monete da 500 yen – e Nice era sempre il vincitore.
Non poteva essere altrimenti, pensò Art, Nice era sempre al primo posto, poco importava la situazione. “500 yen?”, propose quindi.
“Oh, um, a dire il vero...”, Nice portò una mano dietro la nuca e nonostante la stanza fosse immersa nell’ombra, illuminata solo dalla luce della televisione, Art avrebbe potuto affermare con certezza che le guance di Nice erano diventate visibilmente rosse. “Vorrei proporre una scommessa diversa, questa volta.”
Art alzò un sopracciglio. “Diversa?”
Nice fece un respiro profondo, dopodiché pronunciò “un bacio” così velocemente che Art per un momento non realizzò ciò che il proprio migliore amico aveva detto. Ma quando lo fece si immobilizzò, trattenendo il respiro, chiedendosi se avesse sentito davvero quelle parole o fossero state solo frutto della propria immaginazione.
Art aveva sempre imposto a se stesso di non sognare troppo. Persone come lui, si ricordava ogni volta, non avevano il diritto di perdersi in desideri che non avrebbero mai potuto realizzare. Persone come lui, divorate da un senso di inferiorità, divorate da qualcosa di troppo grande da poter controllare, persone come lui che non potevano neanche ricordare la sensazione di un abbraccio o di una parola di conforto, non potevano perdersi in dolci illusioni.
Ma le labbra di Nice erano una meravigliosa illusione da anelare. Irraggiungibili e allo stesso tempo così vicine.
Il mondo era stato crudele con Art e Nice era sempre stato una delle poche luci della sua vita, una luce di cui era sempre stato geloso e che aveva desiderato con tutto se stesso raggiungere.
Ma le cose erano differenti e forse, forse, poteva permettere a se stesso di sognare. Solo un po’.
“Un bac—“
“Sì, un bacio. Voglio dire, se per te è ok.”
“Se vinci?”
“Sì.”
“Se il padre è il colpevole?”
“Sì.”
“E cosa succede se perdi?”

Nice sembrò pensarci per un istante. “In quel caso ti morderò il naso.”
“Cosa-?!”
 
“Non posso credere che il colpevole fosse la madre!”, Nice urlò alla televisione, seccato dal finale del film.
Dopo aver deciso che la scommessa non fosse un problema per entrambi il tempo era passato tranquillamente, erano rimasti in silenzio, le loro mani intente a sfiorarsi sui morbidi cuscini del divano. Nessuno dei due aveva parlato quando le loro dita si erano sfiorate e allo stesso modo nessuno dei due si era allontanato, ma Art aveva sorriso nel notare l’imbarazzo di Nice per quel gesto.
“Hai perso”, rincalzò Art.
“A quanto pare.”
Si guardarono per un istante, in silenzio.
“Devo morderti il naso.”
“Una scommessa è una scommessa”, sospirò Art e chiuse gli occhi, aspettando semplicemente.
Passò un lungo momento prima che potesse sentire qualcosa, ma quando ciò avvenne non fu ciò per cui si era preparato.
Qualcosa di morbido sfiorò appena le sue labbra e Art sembrò dimenticare come respirare.
Fu dolce, e durò per un periodo di tempo incredibilmente breve.
E quando Art aprì i propri occhi potette notare come le guance di Nice sembravano sul punto di prender fuoco da quanto rosse erano diventate.
“... non si baciano così le persone.”
“S-stai zitto.”
“Penso che tu abbia bisogno di una lezione.”
“Ho detto stai zitto.”

Art non lo ascoltò e posò invece le proprie mani sulle spalle di Nice, spingendo il ragazzino a stendersi sul divano e ritrovandosi così su di lui, i lunghi capelli indaco lasciati sciolti andarono a carezzare le gote rosse dell’altro.
“C—cos—“
Art sorrise al disorientato – e carino – Nice sotto di lui.
 
“Lezione numero uno.”





-- ;; ehi, è la prima storia che pubblico su efp dopo probabilmente secoli e con un nuovo account. A dire il vero questa one-shot è stata scritta prima in inglese per qualcosa chiamato "kissykissy day" che io e altre tre ragazze avevamo indetto come scherzo. Quindi sì, NiceArt e qualche bacio, praticamente. Se qualche personcina che ha tumblr l'ha già letta sappiate dunque che non l'ho rubata ma è mia. Questo è tutto, lel. Appena ho notato l'esistenza della sezione di Hamatora mi sono dovuta fiondare a pubblicare qualcosa. Ahhh, boh, questo è quanto.
   
 
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