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Autore: CL_Kiki    01/10/2014    3 recensioni
< T-Tu... sei il ragazzo di oggi pomeriggio? >
< Mi dispiace per prima. Davvero. - le porse nuovamente la mano - Dai, alzati, sistemati e andiamo via da questo vicolo. >
< G-Grazie... >
< Non devi ringraziare. L'avrei potuto uccidere quel bastardo. >
< Come ti chiami? >
< Come ti chiami tu? >
Un sorrisino gli comparve nelle labbra.
< Io sono – disse togliendo gli occhiali da sole che aveva ancora in volto - Jung IlHoon. >
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ilhoon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! Scusatemi tantissimo per il ritardo ma, come avevo scritto nella pagina, ho avuto problemi con il wifi e non potevo pubblicare il capitolo çç Però ci sono riuscita! Beh, diciamo che è arrivato per festeggiare il comeback dei nostri amori <3 Quant'è bello IlHoon? Taaanto <3
Vi lascio alla lettura del capitolo e alla pagina facebook, notte!
https://www.facebook.com/pages/CL_Kiki-Ely-Lee-89-EFP/337429203023783




La mattina dopo, MinJee si risvegliò con il sole che illuminava completamente la camera. Si girò verso la sveglia, nel comodino alla sinistra del letto, e si accorse che erano già le dieci passate. Non aveva mai dormito così tanto. Il dolore alla testa era del tutto scomparso ma si sentiva ancora debole e decise di stare altri cinque minuti sdraiata prima di alzarsi.
Quando trovò le forze per alzarsi, incontro il fratello a metà scala, con un vassoio in mano.
< Stavo venendo a svegliarti e a portarti la colazione. >
< Preferisco stare giù, grazie. >
Si diressero insieme fino alla sala da pranzo dove prese a mangiare i pancake che le aveva preparato, anche se non le era tornata del tutto la fame.
< Allora, come ti senti stamattina? >
< Bene, non sento più nessun sintomo. Sarei potuta andare a scuola senza problemi, se qualcuno non mi staccava la sveglia. >
< Anche Omma era d'accordo sul farti rimanere a casa e pensa che sarebbe meglio se ci restassi per almeno altri due. Non c'è niente di male nel saltare qualche giorno, visto che stai male. Puoi leggere qualche libro o suonare senza pensare alla scuola e ai compiti, per una volta. >
In effetti, a questo non aveva pensato. Erano mesi che era bloccata al quinto libro delle “Cronache di Narnia” perchè, per pensare a studiare e al corso di musica, non aveva avuto tempo. Potrà anche non sembrare, ma adora i libri di genere fantasy.
< Forse hai ragione, dovrei proprio finire quel libro. Potrei prendermi un po' di tempo per me... >
< Direi di si. >
< Allora... Vado di sopra a leggere. >
Era stato gentile a non fare domande sull'incubo che, sfortunatamente, ricordava anche troppo bene. Salì le scale velocemente ed entrò nella sua camera, decisa a cambiarsi, prima di andare a leggere nella camera dedicata alla lettura, alla porta accanto. Si sfilò il pigiama di dosso e prese dall'armadio, un pantalone di una tuta nera aderente e una felpa leggera verde militare. Mentre usciva dalla camera notò che, il suo cellulare poggiato sul comodino accanto alla porta, lampeggiava. Lo ripose nella tasca della felpa e, appena si sedette nella sua poltrona preferita, posizionata davanti alla finestra che percorreva l'unica parete libera, incrociando le gambe e, liberando le mani dal libro che poggiò nel tavolino accanto, sbloccò il cellulare e aprì il messaggio che aveva ricevuto: era da parte di IlHoon.


From IlHoon:
“Come stai? Rispondi, appena ti svegli. Mi hai fatto preoccupare un sacco,
ieri.”


Era davvero così preoccupato? Poi, notò che il messaggio l'aveva mandato il giorno prima. Come aveva fatto a non notarlo? Di solito, non riusciva mai a dormire con un minimo di luce. Doveva stare proprio male per non rendersi conto che il cellulare aveva lampeggiato tutta la notte. Che doveva fare? Doveva chiamarlo? E se era al lavoro? L'avrebbe solo disturbato, magari avrebbe risposto anche arrabbiato e nervoso. E poi, lo conosceva solo da una settimana, chi era lei per chiamarlo direttamente al cellulare. No, non poteva chiamarlo, era fuori discussione.
Chiuse la schermata della rubrica e decise di posare il telefono e iniziare a leggere, ma non ne ebbe il tempo, perchè il telefono iniziò a squillare la Primavera di Vivaldi. Ebbe un sussulto quando nel display comparve il nome del ragazzo. Doveva rispondere? Beh... Una cosa era sicura, si stava ponendo un po' troppe domante per un semplice conoscente. Secondo, si sarebbe potuto offendere se non rispondeva. Quindi, passo il dito sullo schermo e portò il telefono all'orecchio.
< Yoboseyo? >
< MinJee? >
< Si, Ciao! >
< Meno male! Come stai? >
Era un sospiro di sollievo quello che aveva sentito?
< Tutto bene, sembra che mi sia ripresa. >
< Ma sei a casa, no? Non sei andata a scuola, vero? >
< No, mi sono svegliata mezz'ora fa. >
< Ah, beh, non ti facevo certo una che dormiva fino a tardi. >
< È stata una lunga notte... >
< MinJee? È successo qualcosa? >
< Niente di troppo preoccupante... Solo l'incubo che è tornato a farmi visita peggio della scorsa volta... >
< Dovresti parlarne con i tuoi o con uno psicologo... Potrebbe aiutarti. >
Parlarne con i miei? Con uno PSICOLOGO? Ma per chi l'aveva presa. Forse, capendo quello che stava pensando, a causa del silenzio, cambiò discorso.
< Ma che bello. Oggi non dovrò farti da scorta > disse, con tono ironico.
< Ah-Ah. Direi che sei libero fino a fine settimana. Mia madre vuole tenermi a casa, per sicurezza. Vuole evitare una ricaduta. >
< Non avevi detto che non le importava di te? >
< Esatto, lo fa solo per evitare che la contagi. >
< Interessante... >
< Comunque, se proprio ti manco, potresti fare qualche commissione per me e portarmi tutto a casa. >
< Tu? Mancarmi? Ma non scherziamo! Comunque, che cosa ti servirebbe? >
< Ti farò sapere, comunque portami le cose domani che non c'è mio fratello. Non immagini nemmeno che ha fatto appena sei andato! Meglio evitare di farti vedere di nuovo dentro casa. Almeno, se vieni domani, potrai salire e scendere senza combinare guai. >
< Ah, è così che mi ringrazi per essermi preso cura di te? Ingrata! >
Rise per qualche istante, sembrava davvero divertito.
< Il... Grazie. >
Rispose solo dopo qualche minuto di silenzio. < Non c'è di che. Scusa ma ora devo andare, ti chiamo dopo per la lista. >
Chiuse la telefonata così, senza salutare, forse la considerava come un'allontanamento temporaneo. Sta di fatto, che quando richiamò, aveva già finito il libro, pranzato e iniziato il sesto della saga. Erano circa le tre del pomeriggio.
< Scusa, se la sono tirata per le lunghe. >
< Non ti preoccupare. >
Dall'altro lato della cornetta si sentivano delle voci lontane che ridevano. Probabilmente Min... come si chiamava? MinHyuk? Si, probabilmente si, e forse anche gli altri del gruppo.
< Hai deciso che ti devo portare? >
< Fai sul serio? Io scherzavo! Magari devi anche lavorare! >
< Sono abituato a scappare, ogni tanto. Gli altri mi coprono. >
< Spiegami, com'è che non ti hanno ancora buttato fuori? >
< Perchè sono troppo bravo! Non possono lasciarsi sfuggire uno come me. >
< Montato. >
< Dico solo la verità. >
< Voglio un bubble tea fragola al tea verde e gelatina di fragola, un pacchettino di biscotti al cioccolato che fanno nel negozio del bubble tea e, magari, mi potesti anche comprare la rivista di musica classica che è uscita oggi! >
< Vuole anche un modellino allegato alla rivista? >
< No grazie, direi che così può anche andare bene! >
Non riuscì a farsi sfuggire una piccola risata e, nello stesso momento, nella stanza entrarono Ae Sook e Eun Hee, che stringeva in mano la rivista di musica, e Yong Shi.
< Beh, a quanto pare, puoi fare a meno anche della rivista. >
< Wae? >
< Mi è appena arrivata. Beh, ricorda tutto il resto! Ora va a lavorare, scansafatiche! >
Chiuse subito la chiamata, ma sentì comunque arrivare un urlo provenire dal telefono.
Il fratello le rivolse una strana occhiata, ma poi uscì dalla stanza, mentre le amiche si accomodarono nel divano, vicino alla poltrona.
< Parlavi con il ragazzo di ieri? Chi è? > Chiese Hee, sempre curiosa.
< Solo un amico. >
< Amico? Sembra che passi diverso tempo con lui e ti passa a prendere tutti i giorni a scuola, no? >
< Si... >
< Ti piace? > chiese Ae.
< Eh? Piacermi quello? No! Per niente! È solo un montato. >
< Però vi vedete spesso. >
< Un montato simpatico... > Non sapeva che altro dire, non aveva intenzione di rivelare tutto ciò che era successo solo una settimana fa.
< Certo... Siccome sei stata male, per questa volta ti lasciamo andare. - Disse Ae. Naturalmente, Hee non era daccordo e le rivolse uno sguardo di disapprovazione. - Ti abbiamo portato i compiti. Domani rientrerai? >
< Penso di no, mamma ha stranamente deciso che, per il suo bene, è meglio stare a casa in modo da evitare l'aumento dei germi che potrebbero colpirla. >
< Non me lo sarei mai aspettato. >
Dopo un attimo di esitazione le tre scoppiarono in una fragorosa risata e tornarono a parlare dei soliti pettegolezzi scolastici.

 
****

Il resto della giornata passò molto velocemente. Le ragazze andarono via circa un'ora dopo, e MinJee si dedicò un po' a se stessa. La notte riuscì a dormire senza problemi, niente incubi, fortunatamente. Come previsto, la mattina, sia i genitori che Yong Shi uscirono presto per i loro impegni e la ragazza rimase sola. Aveva mandato un messaggio a IlHoon intimorendolo di sbrigarsi a portarle il bubble tea o non gli sarebbe piaciuta molto la sua reazione, ma il ragazzo non rispose ed erano passate 2 interminabili ore prima di sentire il campanello della porta. Quando aprì, il ragazzo era ancora saggiamente coperto con cappuccio e occhiali da sole e le porgeva i sacchetti di cartoni come segno di scuse.
< Mi dispiace. I ragazzi mi hanno trattenuto a casa, sperando di convincermi a uscire con loro, essendo il nostro giorno libero. >
< Giorno libero? - Disse, facendo spazio, in modo che potesse entrare – Non me lo avevi detto. Ti avrei lasciato in pace. >
< Tranquilla, tanto sarei venuto anche senza il tuo obbligo > e così le rivolse uno dei suoi sorrisi che aveva visto nelle foto mostratale dalle amiche.
< Ah... Vuoi vedere la casa? L'ultima volta che sei venuto, penso che hai visto bene solo la mia camera, nemmeno nel suo migliore aspetto. >
< La tua camera non era così male. Mi piaceva lo spartito nella parete. >
< Grazie! >
Dopo un giro veloce della casa, MinJee dirisse IlHoon in cucina, dove si sedette sul bancone e prese il suo bubble tea.
< Ti sei ricordato il gusto, complimenti. >
< Se devo fare una cosa, la faccio bene! >
< Dai, hai ragione. Ti stai rendendo davvero utile in questi giorni. >
< Te lo devo... >
< La smetti? - fece una pausa per masticare un pezzo di biscotto – Ti ho già ripetuto che non è colpa tua, quindi smettila di sentirti in colpa! >
< E io ti ripeto che per colpa mia lui ti si è avvicinato. >
< Ma ormai è passato. Mi riprenderò... >
< Come vanno gli incubi? Ne hai avuti ancora? > si spostò di qualche metro e si appoggiò con i gomiti all'isola al centro della stanza.
< La notte che sono stata male... Però questa volta ho buttato talmente tante urla che si sono preoccupati persino i miei e mio fratello ha finito per passare la notte con me per farmi calmare. >
< Che fratello premuroso. >
< Si... C'è sempre quando ho bisogno. >
< Ma ora dovrà dividersi con me. >
< Ehi! Non sei il mio protettore! >
< Veramente, si. >
< Ok, è vero. Ma sei un po' come un conoscente – si fermò un attimo per prendere un altro sorso di tea e distoglieva lo sguardo dal viso del ragazzo. - Ma cambiamo discorso. Come vanno le prove? >
< E specificherei anche che non mi sopporti molto.. Comunque bene, grazie... - aveva ancora un sopracciglio alzato, per l'affermazione di prima. - Stiamo preparando un alto comeback. >
< Ancora? - tralasciando l'affermazione di prima Ma non avete finito circa un mese fa? >
< Già – continuò, staccandosi dall'isola e avvicinandosi a lei per prendere un biscotto dalla busta accanto a lei. - Simon vuole farci tornare presto sul palco. >
< Simon? >
< Il presidente della Cube, Hong Seung-sung. >
< Ah, ne so ben poco. >
< L'ho notato! > con una risata smorzo il silenzio che si stava venendo a formare. La giornata non sembrava andare poi così male.
   
 
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