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Autore: Tempestosa    04/10/2014    2 recensioni
-Sono una grandissima cogliona, lo so.- dissi secca
Mi lasciò.
-Sì, in realtà lo sei.- ammise.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Sì, lo ammetto. Ti ho seguita.-

Quelle parole mi colpirono come un treno in corsa, ed allo stesso modo partì lo schiaffo che colpì il suo volto. I suoi occhi celesti sussultarono per il mio gesto; non se lo aspettava ed in un certo senso neanche io mi sarei aspettata una reazione tale.

Senza aggiungere nulla si portò la mano sulla guancia adesso arrossata, senza distogliere neanche per un secondo il suo sguardo da me. Si strofinò il volto e se per una manciata di secondi i suoi occhi furono sorpresi adesso ripresero quella sfumatura di rabbia che mai avevo visto su di loro, mai quegli occhi così severi erano stati direzionati verso di me.

-Cosa avete fatto, Lara? Cosa ti ha fatto?- Si corresse,scandendo lentamente quelle parole per poi serrare la mandibola. Cercava in tutti i modi di trattenere la rabbia perché in un certo senso ero io quella a dover essere presa a schiaffi.

Mi accigliai. -Nulla che non volessi neanche io.- risposi con una punta di acidità.

Mi voltai, pronta ad andarmene da quella casa. Quella discussione era durata fin troppo per i miei gusti. La nostra amicizia, era durata fin troppo, pensai.

Ero furiosa con lui. Ero ferita, da lui.

Come gli era saltato in mente di seguirmi, di pedinarmi come un ladro, di osservarmi mentre ero con lui?

Riuscì a muovere solo un passo perché lui mi bloccò il polso, stringendo.

-Non ti farò uscire da questa casa finché non mi racconterai tutto.- mi avvertì, serio.

Un piccolo brivido mi attraversò la schiena. Avevo paura. Non tanto per il modo in cui si rivolgeva a me, dopo tutti questi anni di amicizia ed affetto incondizionato, ma avevo paura perché sapevo che la nostra amicizia era appena finita.

-Spiegami per quale legge della natura una ragazzina, dopo essersi divertita la sera prima con un emerito coglione, viene trovata a piangere per strada.-

Il mio cuore perse un battito mentre i miei occhi castani si riempivano pian piano di lacrime. Iniziai a tremare e lui se ne accorse perché mi lasciò il polso che mi portai al petto.

Lo strinsi, cercando di calmare i nervi, ma non ci riuscì.

La prima lacrima scese dai miei occhi.

Lo sentì sospirare, e conoscendolo così bene pensai al modo in cui si stava portando le mani tra i capelli. Al modo in cui chiuse gli occhi abbandonando la testa all'indietro.

-Lara.. io lo faccio per te. Lo faccio perché non voglio vederti soffrire, tengo troppo a te per poter permettere questo.-

Tirai su con il naso, voltandomi.

-E' proprio questo il problema. Devi smetterla di intrometterti nella mia vita!- sbottai.

Avevo il viso in fiamme, e le lacrime che scendevano giù lentamente sembravano bruciarmi il viso come tizzoni ardenti.

-Lasciami sbagliare da sola! Lasciami vivere la mia vita senza il bisogno della tua approvazione!-

Lo odiavo e allo stesso modo odiavo me stessa.

Mi si avvicinò e dovetti alzare il viso per non staccare i miei occhi da suoi.

-Come puoi chiedermi una cosa simile se ti sorprendo appartarti in un vicolo cieco con il primo che incontri? Ti ha solo usata Lara! Cazzo, renditi conto della realtà dei fatti. Si è divertito con te, con il tuo corpo e scommetto che adesso starà facendo la stessa cosa con qualcun'altra! Cresci, una volta per tutta! Non fa per te, per lui non sei altro che una stupida ragazzina con cui scopare!- Urlò prendendomi dalle spalle e scuotendomi nervosamente.

Crollai a terra, iniziando a piangere per una verità che in fondo conoscevo io stessa.

Mi inginocchiai sul tappeto blu cercando di bloccare i singhiozzi senza alcun successo.

Aveva ragione, ma lo sapevo.

Sapevo che Castiel non provava nulla nei miei confronti, sapevo che per lui non ero altro che una delle solite ragazze da sbattersi quando gli andava, eppure lo assecondai. Lo assecondai perché mi ero improvvisamente ritrovata sola senza la persona che più amavo al mondo.

Armin imprecò per l'ennesima volta in quella discussione che ormai durava da ore. Mi prese per il braccio e senza alcuna delicatezza mi fece alzare in piedi per poi stringermi, pentito per il suo gesto di rabbia. Affosai il viso nella sua maglietta annusando quell'odore dolce ed acre allo stesso tempo che sempre riusciva a calmarmi.

-E' colpa tua. E' sempre stata colpa tua!- mi strinsì a lui come se fosse la mia unica ancora di salvezza.

Armin intrecciò le sue dita tra i miei capelli. -Di cosa stai parlando?- mi chiese realmente sorpreso.

Alzai il viso per poterlo guardare negli occhi. Mi fissava preoccupato, incapace di decifrare la mia accusa. Mi scostò una ciocca di capelli rimasta appiccicata sul mio viso per colpa delle lacrime.

-Io non capisco. Nell'ultimo periodo non riesco più a capirti Lara.-

-E' proprio questo il problema.- dissi sconsolata come non mai. -Non riesci più a capire nulla di me.- continuai con l'accusa.

-Non capisci che non siamo più i bambini di un tempo, non capisci che non potremmo mai più rifugiarci nella nostra casa sull'albero. Non capisci che ormai siamo cambiati, che io sono cambiata.-

Chiusi gli occhi affondando nuovamente il viso sulla sua maglietta. Sospirai mentre il mio cuore sembrava che stesse per scoppiare.

-Non capisci che ti amo.- Sussurrai.

Rimasi in silenzio, sentendo il suo corpo irrigidirsi.

Presi un lungo respiro, non riuscivo a guardarlo negli occhi ma prima o poi avrei dovuto sciogliere quell'abbraccio.

Morsi il labbro inferiore prima di allontanarmi da lui e guardarlo con sguardo incerto.

Lui continuava a guardarmi, le sue iridi slittavano da un mio occhio all'altro senza interruzione.

Non sapeva cosa fare, cosa dire.

Mi allontanai da lui per recuperare la borsa che avevo lanciato dietro di me in un impeto di rabbia, ore prima.

-Me ne vado.- dissi atona.

Ero una codarda. Stavo scappando dall'unico uomo che avessi mai amato subito dopo avergli aperto il mio cuore. Strinsi forte il pomello della porta prima di girarlo, pronta a dire per sempre addio al mio migliore amico.

Feci per aprire la porta quando una mano di Armin la richiuse prepotentemente sotto il mio naso. Sussultai.

-Lara...- esitò.

-Fa niente.- lo bloccai subito senza togliere lo sguardo dal legno bianco della porta che avevo di fronte. -Sono solo una stupida, non avrei dovuto. E di certo non mi sarei aspettata che ricambiassi i miei sentimenti.- farfugliai a macchinetta. -Mi dispiace solo di aver rovinato la nostra amicizia.-

Riaprii la porta che per l'ennesima volta mi venne richiusa forte, dalla sua mano.

-Lara, ascoltami.- mi disse.

-Non devi scusarti, o giustificarti.. o fare la qualunque che si faccia in questi casi. Lasciami andare e giuro che sparirò dalla tua vista.- Cercai nuovamente di aprire la porta prima che lui sta volta non la chiudesse girando la chiave, e mettendosela nella tasca posteriore dei pantaloni.

-Cazzo Lara, mi vuoi ascoltare?- alzò di nuovo il tono della voce e non potendo fare altro mi voltai verso di lui senza però avere la forza di reggere il suo sguardo.

-Sei una grandissima testarda, lo sai?- mi rimproverò, ed io mi sentì ancora più male di prima.

-Come diavolo ti è venuto in mente di combinare tutto quello che hai fatto, andare da quel coglione e farti mettere le mani addosso, per poi venire qui a piangere lacrime da coccodrillo?- mi accusò, facendomi alzare il viso. Voltai immediatamente lo sguardo verò la scrivania sulla quale notai una nostra foto scattata solo pochi mesi prima.

-Sono una grandissima cogliona, lo so.- dissi secca.

Mi lasciò.

-Sì, in realtà lo sei.- ammise.

Sospirai vergognandomi. -Grazie, sei di conforto.- gli risposi.

-Ma- proseguì, -se per tutti questi mesi tu non fossi scappata da me a quest'ora avresti capito quello che provavo per te.-

Mi voltai subito in sua direzione. Era rilassato, ed accennava un sorriso.

-Cosa provavi per me?- chiesi con un filo di voce, aggrappandomi con tutta me stessa a quelle parole.

-Ti amo, Lara.- disse secco.

Sentì le guance andare a fuoco ed i miei occhi riempirsi nuovamente di lacrime.

-E se tu per questi due mesi non te ne fossi andata con quel grandissimo coglione a quest'ora saresti stata qui, tra le mie braccia.- Proseguì facendosi nuovamente cupo.

Oh.

Tornai nuovamente a fissare il pavimento.

-Mi dispiace per essere stata un'idiota, va bene?- L'ennesima lacrima di quella giornata sfuggì dai miei occhi, ma Armin la raccolse con il suo pollice, costringendomi a voltarmi verso di lui.

-Guardami, Lara.- mi disse in un sussurro. -Non scappare di nuovo da me.-

Si avvicinò, carezzandomi il viso con dolcezza.

-Ma adesso ho rovinato tutto.- sussurrai.

Mi baciò la punta del naso per poi abbassarsi e poggiare la sua fronte sulla mia.

-Non hai rovinato niente.- mi disse, ed io potei sentire l'odore del suo respiro che tanto avevo desiderato in questi mesi. -Ci amiamo, non commettiamo di nuovo lo stesso errore.- la voce gli uscì spezzata, quasi come una scongiura.

Poggiai le mie mani sulle sue che ancora attorniavano il mio viso.

-Mi ami?- volevo che me lo ripetesse per pregustare il suono di quelle parole tanto dolci uscire dalle sue labbra che mi sorridevano a pochi centimetri dalle mie.

-Ti amo come se fossi nato solo per questo.- mi disse, avvicinandosi ancora di più.

-Ti amo anch'io e non...- non riuscì a finire la frase perché le sue labbra piene si impossessarono delle mie, prima lentamente e poi sempre con più convinzione.

Mi aggrappai al suo collo e lo strinsi ancora più a me mentre le mie labbra si schiudevano per accogliere la sua lingua che subito si intrecciò alla mia iniziando una danza perfetta.

Mi alzai sulle punte per raggiungerlo meglio e lui mi sollevò per le gambe che subito si strinsero intorno alla sua vita.

Quel bacio così disperato mi fece rendere conto che non era stato agognato per mesi e mesi solo da me, ma anche lui non aspettava altro.

Mi adagiò con calma sul letto prima di staccarci per prendere fiato.

-Sono stato un coglione per non averti detto nulla prima, lo so.- mi disse con il fiatone.

-Sì, in realtà lo sei stato.- Gli sorrisi prendendolo in giro.

Mi guardò mentre era sopra di me cercando di non pesarmi troppo. -Prometti che non scapperai più da me.- I suoi occhi azzurri si incatenarono ai miei pronti a non lasciari più.

Gli sorrisi accarezzandogli la guancia ruvida per la barba tolta ormai da giorni. -Lo prometto.- sussurrai sulle sue labbra, prima di tornare a baciarle con dolcezza.

  
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