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Autore: Serenella88    04/10/2014    0 recensioni
Per ricordare, riorganizzare, leggere o rileggere episodi accaduti o solo relativamente citati di Guido, Azzurra e Davide nella serie Che Dio ci Aiuti seconda stagione. Si tratta di pezzi mancanti (missing moments) e di pezzi seguenti il finale di quella stagione. Tali racconti sono stati già pubblicati a puntate sulla pagina facebook Guido, Azzurra e Davide ღღღ Che Dio Ci Aiuti dove saranno sempre ugualmente disponibili. Buona lettura.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Azzurra era ormai incinta di 6 mesi ed avevano anche scoperto il sesso del nascituro: Femmina. Erano tutti molto felici per quell’evento così lieto che attendevano impazienti. Ma nell’ultimo mese c’era un affare urgentissimo e delicatissimo da affrontare e non aveva risparmiato nessuno: bisognava scegliere un nome per la bambina.

Colazione mattutina in convento.

Al tavolo c’erano suor Costanza, Chiara e suor Angela, Nina ed erano già arrivati Margherita ed Emilio, poco dopo giunsero anche loro Guido, Azzurra e Davide.

“Oh, che bello siamo tutti insieme come ai vecchi tempi” osservò suor Angela.

“Ragazzi ora facciamo colazione in pace, ma dopo abbiamo una missione e nessuno può muoversi, nessuno può astenersi, dovete aiutarci tutti, lo esigo, mi dovete concedere un quarto d’ora del vostro tempo, nessuno escluso” mise subito le cose in chiaro Azzurra.

“Caro professore credo che ti convenga ritornare a fare l’avvocato, tua moglie praticamente ci vuole tenere in ostaggio” ironizzò Nina.

Azzurra le lanciò un’occhiataccia “Si vi sequestro, va bene? Dovete aiutarci a trovare un nome per la bambina, vi prego, siamo in un vicolo cieco. Abbiamo già fatto ampie sessioni di ricerca a casa noi tre ma nulla, dobbiamo allargare gli orizzonti e quindi abbiamo pensato di rivolgerci a voi”

“Veramente HA pensato di coinvolgere voi e sequestrarvi, ma io sono d’accordo” puntualizzò Guido.

“Esiste il libro dei nomi” provò a suggerire Margherita “Perché non lo comprate oppure posso regalarvelo io?”

“Ne abbiamo due! Ma niente!” rispose Azzurra

“Io vorrei un nome importante, significativo per nostra figlia e scorrere quella lista di nomi li rende quasi banali” considerò Guido.

“La colpa è dei Totti, mannaggia!” si lamentò Azzurra “Io la volevo chiamare Chanel sarebbe stato perfetto, ma l’hanno fatto già loro! Non è giusto!”

“Chanel? Ma non è una stilista?” chiese suor Angela “Quella che nomini sempre tu”

“Eh, appunto! Coco Chanel non è semplicemente una stilista, è un mito, è la mia musa, come minimo dovevo dare il suo nome a mia figlia”

“Ma non se parla proprio e comunque quello è il cognome non il nome della stilista” intervenne Guido

“Il solito puntiglioso, tu!” lo prese in giro lei.

“Visto che ti hanno fregato Chanel, che ne dici di chiamarla Dolce e Gabbana?” la canzonò Nina

“Mah no! Quelli sono due e la bambina è una”

“Vogliamo essere seri? Niente stilisti, per favore” precisò Guido.

“Io volevo aiutarvi con il mio album delle figurine” si propose Davide.

“No amore, quelli sono tutti uomini e non sempre i nomi maschili sono adattabili” gli spiegò dolcemente Azzurra.

“Diciamo anche basta calciatori e affini” riprese Guido.

“Allora potete pensare ai fiori?” suggerì Emilio “Come il mio amore”

“Si come me Margherita, Rosa, Viola o Violetta, Iris, Gigliola”

“Si certo oppure Garofano o Orchidea, no grazie” rispose Azzurra

“Io mia figlia volevo chiamarla Anna” intervenne Chiara

“Eh, Anna è un bel nome, significa Grazia, Grazia Divina” considerò suor Costanza

“E poi Anna era la mamma di Maria Vergine” precisò suor Angela “Oppure proprio Maria come la Madonna”

“Sorelle, per favore, non cominciate con l’albero genealogico della Sacra Famiglia altrimenti non ne usciamo più” rispose Azzurra

“Però sarebbe bello un nome di valenza religiosa” si soffermò Guido “Che ne diresti di Be…”

“Non dire Beatrice che ti strangolo! I connotati li cambio a te, giuro”

E tutti risero per l’aria minacciosa di Azzurra.

“Volevo dire Benedetta, non Beatrice”

“Sentite ragazzi io continuerei volentieri ad assistere a questo quadretto, ma devo andare a studio. Al prossimo sequestro di persona resisto, ve lo prometto” disse Nina avviandosi di fretta.

“Uh mamma mia com’è tardi, io devo andare in ospedale”

“Ed io ad un allenamento. Alla prossima ragazzi” salutarono anche Margherita ed Emilio.

“Noi abbiamo il rosario” pronunciò suor Costanza

“Si è vero, dobbiamo andare” si unì a lei e a Chiara suor Angela “Tanto c’è ancora un po’ di tempo, su, vedrete che una buona idea ci verrà”

“Alla fine noi tre siamo rimasti” constatò Azzurra “anzi noi quattro, sta bambina sarà Anonima, me lo sento”

Guido rise e la baciò “Vedrai che ha ragione suor Angela un nome lo troveremo ed ora accompagno Davide a scuola e poi vado in facoltà, tu non strapazzarti troppo, mi raccomando”

“Va bene” concluse lei.

Un nome qualunque non esiste, per così dire non si dà in natura: ogni nome reca una certa carica di destino.

Tommaso Landolfi, A caso, 1975

  
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