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Autore: shalalahs    05/10/2014    3 recensioni
una song-fic su CA - TWS attraverso la canzone "The Enemy" dei Mumford and Sons.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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BURIED SECRETS

 

Give me hope in silence,
It's easier, it's kinder,
Tell me not of heartbreak,
It plagues my soul, it plagues my soul.
We will meet back on this road,
Nothing gained, truth be told,
But I'm not the enemy,
It isn't me, the enemy.
But I came and I was nothing,
And time will give us nothing
So why did you choose to lean on,
A man you knew was falling?

[Mumford and Sons - The Enemy]
 

We will meet back on this road,
Nothing gained, tuth be told

«Bucky?»
Cosa?
È passato tempo. Troppo tempo. Bucky. Cosa significa?
S’è fermato in un istante. Lo sta fissando. Come se aspettasse qualcosa.
«Chi diavolo è Bucky?»
Non si muove. Resta immobile. Solo la sua espressione si distorce.
Cosa significa?
Non fidarti delle tue impressioni. Tutto ciò che devi sapere è la tua missione ed i dati riguardanti essa.


[...]

Bucky, tu mi conosci. Mi conosci da quando eri piccolo. Il tuo nome è James Buchanan Barnes.
«STA ZITTO»
«Non combatterò con te. Sei mio amico.»
«Tu sei la mia missione.»
E cadono. Come cade la mente. Come cadono i pensieri. Due pesi insostenibili, ma leggeri come l’aria, in quella frazione di secondo. Finché la gravità non li blocca, non li attira -gelosa, possessiva-, impedendo loro di fluttuare nell’indeterminatezza.
La realtà.
Quella che fa male.
Quella che lo sveglia ogni volta dopo il freddo dell’ibernazione.
TUSEI. LAMIA. MISSIONE.
«Allora finiscila.»
Cosa significa?
«Perché sarò con te fino alla fine.»
Bucky?


But it’s not me the enemy,
It isn’t me, the enemy

Sta cadendo. Di nuovo.
Cade e lui lo osserva.
L’inverso delle parti.
Il passato rivangato e portato alla luce.
Troppo velocemente, troppo sfuggevole.
La mano molla la presa -non per stanchezza.
E l’acqua fredda li accoglie in un morbido abbraccio.
Cosa fai, quando la tua ragione di vita smette di esistere?
Cosa fai, quando la tua ragione di vita è solo una missione?
Non può tornare a dormire.
Non glielo permetteranno.
E allora, perché si ostina ad andare avanti?
Fino alla fine, amico.
Ed ora, fino alla fine, volta le spalle ed arranca.
Solo.
Come gli hanno insegnato.
Come dovrebbe essere.
Come ogni giorno aveva creduto.

But I came and I was nothing,
And time will give us nothing


Una porta. Un singolo ostacolo che pare insormontabile. Una porta. Dovrebbe bussare.
Con che coraggio?
Hey, mi sono ricordato.
Hey.
L’esitazione lo rende teso. L’esitazione contrae il suo volto in una smorfia infastidita.
Da quanto, è su quel pianerottolo?
Da quanto, ogni volta che la luce si accende per le scale, sobbalza pensando che stia per arrivare il vicino e scoprirlo?
Da quanto, ancora, sta ripetendo la stessa azione?
Alzare la mano, osservare la mano. Vedere il metallo. Abbassare.
Con che coraggio?
Posso entrare?
Con che coraggio?
Steve?
Con che coraggio?
Chiudi gli occhi e basta.
Stringe le labbra.
Stringe il pugno.
Stringe il cuore.
Alla fine, il rumore sembra più forte di quanto dovesse essere.
Troppo forte.
Ha bussato troppo forte.
E la porta si apre, dopo poco.
I suoi occhi sono sempre stati trasparenti. Chiari. Leggibili.
Non sai mentire, Steve.
Se lo ricorda. Non sa come, ma se lo ricorda.
Non sa mentire.
«Bucky?»
Sì, sono io. Non chiamarmi così. Questo è davvero il mio nome? Suona strano, detto da me. Suona familiare, detto da te. Posso entrare? Scusa l’ora. Forse non dovevo venire. Vattene, ora. Girati e vattente. Ti rincorrerà. Ormai il danno è fatto. Steve? Posso entrare? Forse avrei dovuto suonare. Non potevo entrare dalla finestra. Fammi entrare.
Annuisce.
Il silenzio più totale.
E lo stupore sul suo volto, come risposta.
«Vuoi.. vuoi entrare?»
«...» posso?, ma annuisce. Di nuovo.
Il silenzio è niente, prezioso, ma niente, a confronto.
Eppure, lui lo accetta.
Tutti questi anni.. e non sembra cambiato di una virgola.
Il tempo non ha che tolto, a lui, invece. Memorie, pensieri, azioni. Persone.
«Grazie.»

So why did you choose to lean on,
A man you knew was falling?

«Steve?»
«Sì?»
«Come facevi a sapere che non ti avrei ucciso?»
Le parole sono estranee. È difficile dirle. È difficile pensarle ed ordinarle. È difficile. Difficile. S’era disabituato. Le parole non gli servivano, prima. Ora, sembrano fondamentali.
Eppure, gli occhi parlano. Più di chiunque altro.
Lui li capisce.
Sembra fatto apposta.
Steve..
«Mi fido di te, Buck.»
Che risposta stupida.
Che risposta infantile.
Stupido.
Idealista.
Fiducioso.
Come puoi fidarti di un fallimento?
«Buck.»
Alza lo sguardo, ed incontra il suo.
Serio. Serissimo. Forse non doveva dirlo.
Stavano cadendo, entrambi. Lui più di tutti.
Gli è crollato davanti, senza ritegno.
Come se potesse permetterselo.
E non ha visto vittoria, su quel volto.
Era qualcos’altro.
Dolore. Dispiacere. Sofferenza.
Con lui.
Per lui.
«Non potrei mai dubitare di te.»

And bury me beside you,
I have no hope in solitude.



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NA:
eeeeee non potevo non fare una song-fic su ciò ç_ç
la canzone è stupenda, se la ascoltate ve ne renderete conto ;_;
mi fa sempre piangere, se penso anche alla storia di Bucky e Steve ç__ç
spero vi piaccia e di non essere stata ripetitiva D:'
alla prossimaaaaojsdhosjdhs *-*

paZZo e chiudo,
Shà <3

  
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