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Autore: kid_napped    06/10/2014    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bright_Star]
"Vorrei quasi che fossimo come farfalle e vivessimo appena tre giorni d'estate. Tre giorni così con te, li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere."
Il film è già abbastanza onirico di suo. Qui ho provato ad immaginare il dolore di Fanny Brawne alla scoperta della morta di John Keats.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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È una sera come un’altra, senza John. Sto cucendo. Samuel suona qualcosa al violino, non lo sento nemmeno. Toots si è appena seduta accanto a me, con il gatto in braccio. Maman abbandona la testa su una mano, stanca. È una sera come un’altra, senza John.

La porta si apre e chiude con discrezione, attirando l’attenzione di noi Brawne. Sam smette di suonare. È il signor Brown, si toglie il cappello e lo rigira tra le mani.
“È freddo fuori” afferma, vago. Lo guardo e lui rigira ancora il cappello tra le mani, a disagio. Prende un respiro profondo.
“Come state?” chiede.
Maman liquida la domanda di cortesia. “Noi stiamo tutti abbastanza bene, ma come sta il signor Keats?”

“Signora Brawne…” è a disagio. “… è insopportabile per me e so che lo sarà per tutti…” prende un respiro. “Il signor Keats è morto.”

Sento il mio viso accartocciarsi. Non riesco a dire né a pensare una parola. John, morto.

“Ho ricevuto un resoconto da Severn e l’ho copiato per voi, signorina Brawne… volete che ve lo legga?”

Annuisco. L’aggettivo morto non ha significato. Annuisco per trovargli un senso. Un singhiozzo mi mozza il respiro.

Il signor Brown spiega il foglio è legge piano, come se recitasse una poesia. Posso vederlo davanti ai miei occhi. John. Pallido, smunto, mi guarda con quei suoi occhi scuri come una foresta, implorarmi di tirarlo su perché finalmente sente la morte incombere su di lui…

“… Keats è morto impercettibilmente…”

“Basta”

Mi alzo di scatto. Non riesco più a tollerare una singola parola. Supero in fretta il signor Brown. Camera mia. No. No. Non riesco nemmeno a mettere un piede sul primo gradino. Mi manca il respiro. Espiro pesantemente. John. I suoi occhi. Il suo sorriso. Morto. Faccio qualche passo, barcollando. Le mie braccia stringono l’aria. Le gambe non mi reggono più. Il contatto duro del pavimento sulle ginocchia mi risveglia quasi. John, morto.

“… John”

Il dolore irradia dal petto, lancinante, mi spezza il fiato, mi offusca la vista, mi impedisce quasi di muovermi.

“Maman…”

È come se mi avessero aperto il cuore in due. John, morto.

“Maman!” urlo.

Indico il punto dolente, incapace di parlare.

“Non… respiro”

Maman mi serra le braccia con le mani, mi guarda negli occhi, ma io non la metto a fuoco. John. Vorrei riuscire a piangere. La bocca mi si apre e chiude, muta. Un singulto arriva a liberarmi e lo spasmo è così forte che le lacrime salgono senza doverle nemmeno chiamare. Maman mi stringe, mentre mi sgretolo come le ali di una farfalla.




 
I almost wish we were butterflies and liv’d but three summer days -
three such days with you I could fill with more delight
than fifty common years could ever contain.
(
John Keats, Bright Star: Love Letters and Poems of John Keats to Fanny Brawne)
  
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