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Autore: telesette    07/10/2014    1 recensioni
Avrebbe voluto dirgli apertamente quanto lo ammirava, se solo non avesse avuto paura di sembrargli sfacciata, ma anche qualcos'altro. Più trascorreva il tempo delle lezioni, più Deneen sentiva crescere la venerazione e l'ossessione morbosa per lo sguardo profondo e i vividi occhi del bel professore.
La sua voce mentre spiegava, le dita aggraziate, il suo modo elegante di muoversi e di camminare avanti e indietro per l'aula, il mento marcato ed incorniciato dalla corta barba ben curata, per non parlare poi del suo sorriso e delle sue labbra...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Classe 1984 ( Class of 1984 ) è un film del 1982, diretto da Mark L. Lester.
Andrew Norris ( interpretato da un giovane e carismatico Perry King ), professore supplente di musica presso la "Lincoln High School", si ritrova a dover fronteggiare cinque studenti neonazisti che spadroneggiano nella scuola con la violenza. La banda è composta dal sadico e spietato Peter Stegman ( interpretato da un "bello e dannato" Timothy Van Patten ), dalla perversa e intrigante Patsy, dal robusto e tarchiato Barnyard, dall'agile e aggressivo Fallon e dallo squilibrato Drugstore.
Ignorando le varie intimidazioni, nonostante i vari accadimenti all'interno della scuola, Norris opporrà una fiera e determinata resistenza.
Vista la sua cocciutaggine, i cinque decidono di rapire Diane Norris, moglie incinta di Andrew, minacciando di stuprarla ed ucciderla. Sconvolto e in preda ad una furia incontenibile, Norris scatenerà dunque una sanguinosa vendetta personale che culminerà con l'uccisione dell'intera banda.

L'innocenza del peccato
( immagini tratte da internet )

 

Bellissimo, nessun'altra parola era sufficiente per descriverlo...

Ogni volta che lui teneva lezione, Deneen lo ascoltava rapita senza più preoccuparsi di "come", "perché" e soprattutto di "cosa" egli stesse parlando.
Avrebbe potuto mettersi a parlare di meccanica applicata, invece che di musica e armonia strumentale, e lei lo avrebbe ascoltato con lo stesso vivido interesse.
Era un uomo così affascinante.
Elegante, distinto, sobrio e raffinato, soprattutto nel modo di porsi e di parlare con tutti.
Per lui, insegnare non era assolutamente la parte peggiore ed ingrata di un lavoro difficile e faticoso: lui amava il suo lavoro, amava la sua materia e soprattutto teneva al fatto che i suoi ragazzi avessero da sviluppare quel loro sincero attaccamento alla musica in modo vivo ed entusiasmante.
Non era solo un maestro, né un direttore d'orchestra, bensì un amico degli studenti.
Un amico sincero e disinteressato, fermo nei suoi ideali e nelle sue convinzioni, sia in ambito umano che in quello didattico. Un uomo di spiccata moralità, capace di contrapporsi in modo saldo alle prepotenze di Stegman e della sua banda, e che assai a malincuore riusciva ad accettare il clima di tolleranza e passiva rassegnazione inteso dal preside e da tutti gli altri docenti del Lincoln.
Deneen lo percepiva così, perciò ne era tanto attratta, e non riusciva a pensare ad altro che alla sua espressione gioviale e sorridente ogni volta che entrava in classe per salutarli.

Buongiorno, ragazzi - esclamava raggiante. - Qualcuno di voi, per caso, conosce un critico d'arte interessato ai "graffìti" della mia auto?

Almeno un minuto di risata corale, prima di ritornare alla serietà degli esercizi sulla scala armonica e sulla sonàta n° 13 di Beethoven.
Il professor Andrew Norris era fatto così: anche di fronte alle evidenti rappresaglie di Stegman e soci nei suoi confronti, lui cercava sempre di rincuorare sé stesso e gli studenti con la sua spiccata filosofia del buonumore.
Mostrare paura, specie di fronte a tipi come Stegman, era come pararsi nudi e inermi davanti ad un fucile spianato. Norris sentiva di dover dare un esempio ai suoi ragazzi, di scacciare i loro dubbi e le loro paure, ridicolizzando per quanto possibile anche i gesti più incisivi e spietati di quella piccola banda di delinquenti.
Deneen lo ammirava molto per questo.
Era il suo idolo!
Avrebbe voluto dirgli apertamente quanto lo ammirava, se solo non avesse avuto paura di sembrargli sfacciata, ma anche qualcos'altro. Più trascorreva il tempo delle lezioni, più Deneen sentiva crescere la venerazione e l'ossessione morbosa per lo sguardo profondo e i vividi occhi del bel professore.
La sua voce mentre spiegava, le dita aggraziate, il suo modo elegante di muoversi e di camminare avanti e indietro per l'aula, il mento marcato ed incorniciato dalla corta barba ben curata, per non parlare poi del suo sorriso e delle sue labbra...
Per Deneen era una vera tortura, non potersi avvicinare troppo a quelle labbra.
Anche quando l'orario di lezione era ormai terminato, e gli altri suoi compagni erano usciti da un pezzo, lei si tratteneva con la scusa di aggiustare assieme a Norris l'ordine degli spartiti per la lezione del giorno seguente. Norris era molto contento di lei, come dimostravano le varie parole di elogio che non mancava mai di rivolgerle, e nulla sospettava che, dietro al suo sorriso timido ed imbarazzato, Deneen nascondesse a tutti gli effetti la tipica cotta adolescenziale per il fascino dell'uomo "maturo"...
Purtroppo, Deneen non ce la faceva più a nasconderlo.
Laddòve Norris continuava a mostrarle affetto e sicurezza, stimolando in lei, sia pure inconsciamente ed involontariamente, quella debole "speranza" che potesse portare a qualcosa di più tra loro, le era impossibile non pensare a quanto forte palpitasse il suo cuore e a quanto vicine fossero le sue labbra.
Accadde tutto in un attimo.
Sia lei che Norris non ebbero neanche il tempo di rendersene conto.
Deneen aveva lasciato cadere tutti i libri sul pavimento, per cingere l'amato professor Norris con entrambe le braccia al collo e sentire la morbida pienezza di quelle labbra contro le proprie. Malgrado i baffi pungenti, nonché l'accenno di barba subito attorno alle guance, Deneen soffiò dolcemente il proprio tepore sul volto di uno stupefatto Norris. Costui rimase impalato come uno stoccafisso, lasciando che la lingua della ragazza si facesse piano strada nella sua bocca, e si stupì della sua stessa reazione.
Stava baciandosi con una studentessa!
Una cosa completamente immorale, profondamente ingiusta, che non sarebbe mai nemmeno dovuta accadere.
Eppure non riusciva a smettere.
Non riusciva a staccarsi.
La sua mente continuava a ripetergli che era sbagliato, che doveva assolutamente fermarla e fermare sé stesso, ma le sue braccia erano come "paralizzate" attorno alla schiena e ai fianchi esili della fanciulla. Anche quando cominciò a mancargli l'equilibrio, sentendosi accasciare sempre più lungo la cattedra e fin sulla sedia, Deneen non smise di baciarlo neppure per riprendere fiato.
Alla fine però, mostrando comunque una notevole dose di sangue freddo, Norris si staccò docilmente dalle labbra innamorate di Deneen per incrociare lo sguardo incerto e smarrito di quest'ultima.

- Io... Io... - balbettò lei spaventata. - Mi dispiace, professore, io non... Mi dispiace...
- Va tutto bene - provò a tranquillizzarla l'altro, con un sorriso pacato sul volto. - Va tutto bene, non preoccuparti, solo sediamoci un momento... Okay?

Deneen annuì.
Lei e Norris si sedettero uno davanti all'altra, entrambi sconcertati e confusi dalla piega assurda che stavano prendendo i fatti, ma sinceramente intenzionati ad affrontare la questione nel modo più serio e delicato possibile.
Norris non era uno stupido.
E non lo era neanche Deneen, malgrado la sua comprensibile ingenuità di adolescente romantica, motivo per cui l'uomo era convinto di risolvere l'intera faccenda con calma e razionalità.

- Deneen - cominciò. - Io... sono lusingato, naturalmente, ma sono anche un uomo "impegnato": sono sposato da diversi anni, amo mia moglie immensamente, e a breve avremo anche un bambino...

Deneen si morse il labbro inferiore, dandosi mentalmente della sciocca, con gli occhi lucidi di pianto e lo sgomento al pensiero di aver potuto commettere qualcosa di estremamente grave ed irreparabile.

- Io... Io non... Non volevo farle del male, signor Norris - si scusò debolmente la ragazza tra le lacrime.
- Ma tu "non" mi hai fatto del male, Deneen - si affrettò subito a rincuorarla l'altro, prendendole dolcemente le mani, massaggiando piano le dita per farla smettere di tremare. - Come io non voglio e non posso farne a te... Lo capisci, vero?
- Sì, lo capisco!
- Tu sei una ragazza molto intelligente, e anche molto carina, senza dubbio; solo che sono io ad essere un po' troppo... "vecchio", per te!
- La prego, mi perdoni, signor Norris - singhiozzò lei. - Non so cosa mi abbia preso, è che io... io...
Ssst, ssst - fece Norris, frizionandole le braccia con fare paterno. - Lo capisco benissimo, non preoccuparti; non è successo nulla, nulla di cui tu debba chiedere scusa, e non c'è nulla da perdonare... Okay?

Deneen si sforzò di sorridere, annuendo con un lieve cenno del capo, allorché Norris le carezzò piano la guancia e l'aiutò a rimettere a posto i fogli che le erano caduti fuori dalla borsa. 
La questione sembrava, di fatto, finita praticamente lì.
Come lei uscì dall'aula, salutando e scusandosi ancora nervosamente, Norris sembrava tuttavia ancora sconvolto per l'accaduto.
Nell'attimo che lui e Deneen si stavano baciando, lontano da ogni remora e compostezza, si era fatto strada nella sua mente il perverso "folletto" che incita alla passione dei sensi e al libero sfogo dei desideri senza alcuna inibizione.
Norris aveva "sentito" bene quel bacio su di sé, così come il calore del giovane corpo di Deneen tanto vicino al suo, e ancora non riusciva a credere di aver quasi desiderato stendersi con lei sopra la cattedra pur di non smettere di baciarla.

- Ma cosa mi sta succedendo? - mormorò sconvolto, prendendosi il volto tra le mani. - Meglio che torni a casa...

Come Andrew Norris riuscì a raggiungere casa sua, senza provocare alcun incidente strada facendo, fu certamente un mistero.
Fatto sta che Diane Norris, preoccupata di veder rientrare il marito in quello stato a dir poco febbricitante, subito si premurò di passargli una mano sulla fronte temendo che scottasse.

- Gesù, Andy - esclamò. - Che cosa ti è successo, stai male?

Lui la guardò, prima di rispondere, chiedendosi come avrebbe reagito anche solo nel conoscere la verità nuda e cruda.
Da un semplice bacio innocente, un gesto istintivo ed irrazionale, per poco Andrew Norris non si era trovato al punto di compromettersi con una studentessa. Certo, aveva mostrato notevole freddezza ed autocontrollo, mettendo avanti i princìpi alle proprie pulsioni, ma le sue labbra avevano comunque assaporato quelle di Deneen... sia pure per un istante.
Come poteva dirlo così, candidamente, sperando che sua moglie potesse capire e comprendere?
Ovviamente, non poteva.
Era questa l'innocenza del peccato, comunque lui la guardasse, e troppe spiegazioni non avrebbero fatto altro che "ingigantire" ciò che non era accaduto e che mai, comunque, sarebbe dovuto accadere.

- Va tutto bene, tesoro - rispose Norris con un filo di voce. - Sono solo un po' stanco, non ti preoccupare!

FINE

   
 
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