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Autore: VampERY    10/10/2014    1 recensioni
Cosa frulla nella mente di un attore subito dopo aver ricevuto un prezioso riconoscimento? Quali ansie popolano i suoi pensieri? E soprattutto: è meglio scolarsi un goccetto che agisca da calmante o rimanere "intatti" nello spirito?
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-So thank you very good much. See you in the loo-
 
Ci manca poco e casco dal palco. Di fronte a tutta questa gente. Non mi sembra il caso dopo il discorso che ho…
-Mr Cumberbatch, da questa parte prego-
Per fortuna uno degli organizzatori mi guida oltre le tende pesanti nel backstage dove mi attendono un paio di foto e qualche intervista veloce per celebrare il mio premio.
 
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Credo che internet nel giro di pochi minuti sarà inondato dal discorso più strano della serata. Gli avevo detto di andarci piano con lo champagne….ma tanto. Siamo qui per festeggiare, no?
Eccolo che arriva: frastornato e con lo sguardo un po’ appannato. Lascio che i fotografi scattino le loro foto e non riesco a non sorridere guardandolo.
 
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Dove….ah sì le foto. Un sorriso lì, il premio con il logo in bella vista (come continuano a chiedermi) e poi tra un po’ avrò finito; mi basta resistere per il resto della serata e poi dritto in albergo.
-Grazie a tutti- saluto cortesemente con la mano ad accompagnare le mie parole e poi giro la testa nella sua direzione. Buttando un’occhiata veloce in giro mi avvicino a lei, seduta sullo sgabello.
-Ciao-
 
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-Ciao- gli rispondo guardandolo teneramente e assicurandomi che ce la faccia a proseguire da solo il resto della serata. Tanto lo rivedrò più tardi. Lo lascio ritornare nella sala non prima di aver temuto si rompesse l’osso del collo inciampando nei suoi stessi piedi. Ride lui, l’Attore dell’anno.
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi sto addormentando sul tavolo. Meno male che avevo vicino Sam, altrimenti non molto elegantemente avrei appoggiato la testa sul dolce e buonanotte a tutti!
Strette di mano a chiunque conditi da qualche abbraccio fraterno ai più intimi e sento una mano posarsi sulla mia spalla.
-Andiamo, ti va?- mi fa sorridendomi.
- Il mio angelo custode-
 
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Roteo gli occhi e guardo il soffitto perché so che è ubriaco. Forse molto di più di quanto non abbia lasciato intuire prima. Afferro la giacca e lo aiuto a infilarsela mentre è deciso a scolarsi fino all’ultima goccia il contenuto del bicchiere. Non ho parole. Non sono una baby sitter e lui non ne ha bisogno vista l’età ma a volte se la meriterebbe proprio.
 
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-Ehi! Sì chiamami domani- Colin, amico mio è stato un piacere rivedere te come tutti gli altri. Mi piacciono queste serate: è l’occasione giusta per rivedere vecchi amici.
Ho decisamente alzato il gomito perché la stanza inizia a girare intorno a me e so che sono fermo…almeno credo.
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E adesso che c’è? Guarda a terra come se avesse perso qualcosa ma mi rendo conto che è per via del suo stato alticcio. Non ce la faccio a non ridere e lui se ne accorge.
-Cosa c’è di tanto divertente?- mi dice voltandosi e mettendo su un finto broncio che lo rende ancora più ridicolmente adorabile.
-Niente, niente- mi trattengo a mala pena dal puntare il dito verso di lui come è solito fare agli altri.
 
 
 
 
 
 
 
 
Attento a dove metti i piedi, Ben. Un passo alla volta, così. Allora non sono proprio fuori? No è lei che mi tiene stretto al braccio. Il suo profilo mi invita ad avvicinare il viso alla sua bocca e baciarla. È così bella stasera; lo è sempre ma stasera con quel vestito lungo fino a terra. La studio attentamente mentre lei ricerca con gli occhi la limousine che ci riporterà all’hotel.
 
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-La smetti, per favore?- dico fintamente offesa, ma temendo qualcuno possa vederci. Dio quando sono con lui mi sento una bambina che deve nascondere qualche marachella.
Finalmente ecco la macchina.
 
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Ho troppo caldo. Mi sento febbricitante.
-Ehi vieni un po’ qui, tu-
-Io?-
-No il fantasma formaggino. Ma sì tu!-
Perché non lo diciamo a tutti come stanno le cose e la smettiamo di nasconderci? Ok, ok. Di comune accordo abbiamo deciso di non rivelarlo. Almeno per il momento. Ma che sofferenza non poterla stringere a me….quanto mi sarebbe piaciuto tornare a sedere con il premio in mano e lei al mio fianco a partecipare a tutto questo, baciandola come ricompensa. A proposito….
 
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Scivolando sul sedile si accosta a me e guardandomi con un sorrisetto furbo mi copre la bocca con la sua. Sa di vino e di lui: combinazione perfetta. Dimentica per un momento di dove siamo mi abbandono al suo tocco tirandolo per il bavero della giacca.
Questione di secondi, non si può fare di più.
 
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Riesco a sentire la macchina che rallenta fino a fermarsi e poi faccio appena in tempo a tornare al mio posto prima che l’autista veda qualcosa. Ringrazio per la cortesia e standole a fianco ci infiliamo nella porta girevole diretti agli ascensori.
Quando siamo soli la vedo passarsi un dito sulle labbra sbavate di rossetto e lanciarmi un’occhiata che….no non ho capito cosa volesse dire.
 
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È stordito, lo vedo che non reagisce come suo solito ai miei segnali. Ma non importa. Il divertimento nel vederlo così sbattuto una volta tanto mi ricompensa di tutto.
Tiene saldamente contro il petto il premio e a vederlo mentre si dondola sul posto sembra un ragazzino che torna vittorioso da una partita di calcio col suo riconoscimento.
Abbasso la testa per non fargli vedere che rido di lui. Bonariamente, si intende.
 
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Il mio riflesso nelle decine di specchi per un attimo mi distrae dalla persona che condivide con me la cabina.
-Te l’ho già detto che stasera sei bellissima?
Non fa in tempo a replicare che aggiungo un sonoro: -Certo quello premiato però sono io-
 
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Che bastardo. E và come gongola!
-L’alcol non ti fa per niente bene-. Non è vero, anzi. Non si è nemmeno accorto della cravatta allentata o dei ciuffi impazziti sulla sua testa. In qualsiasi altra occasione sarebbero stati motivi di imbarazzo per lui. Ripeto: è assolutamente adorabile. Anche con quell’espressione da ebete che durerà fino a domani mattina, ne sono sicura.
 
 
 
 
 
 
 
 
-E dai entra. Ma perché non va?- mi lamento. Queste maledette chiavi elettroniche. –Datemi una chiave e aprirò qualsiasi porta!- esclamo parafrasando una famosa frase* di non mi ricordo chi.
-Spostati. Stasera proprio non te ne va bene una- mi dice lei.
Apre e mentre siamo ancora all’entrata le chiedo: -che cosa vuoi dire?-
 
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Ecco lo sapevo. Siamo passati alla fase degli interrogativi misteriosi adesso. Non poteva direttamente andare al punto in cui crolla dal sonno? Penso fra me e me mentre corruga la fronte e aspetta impaziente la mia risposta.
-Ben dicevo per dire-
-No, no dai. Dimmelo-
 
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-Cosa intendi? Il discorso? È stato così brutto? Oppure la mia uscita? Credevo fossi andato bene…-
Nelle mie orecchie risuona la mia voce mentre giro per la stanza come un matto: vado nella zona cucina e apro il frigo prima di richiuderlo non sapendo che prendere. Ritorno in camera passando per il salotto e noto il tv enorme...ma c’era prima? Comunque, dove ero rimasto? Ah sì
 
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Meno male che tutte le finestre e le porte sono chiuse o sarebbe capace di uscire sul…..
-Ben! Santo dio dove diavolo vai?- faccio in tempo a bloccare la grande vetrata che da sulla terrazza o quello sarebbe caduto, ci scommetto, visto lo stato in cui versa. Lo spingo con una certa forza sul letto e ancora lui continua a domandarmi cosa è andato storto.
Siamo ufficialmente passati alla fase paranoica. Non lo ascolto nemmeno.
 
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Non la sento quando risponde ai miei dubbi. Dubbi amletici stasera. Chi c’era al tavolo con me? Il premio dove lo metto: sul caminetto in salotto o lo do a mia madre? Ne sarebbe felice, no? E il vestito…cosa.
 
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O lo spoglio io o questo. Mettendomi di fronte a lui gli tolgo la cravatta e poi slaccio i bottoni del colletto. La giacca mi è di impiccio ma ancora non la levo. Proseguo con i bottoni del gilet e poi quelli della camicia.
Non sento più niente, che abbia smesso di farneticare? Alzo lo sguardo e incontro il suo.
-Pensi che a mia madre farebbe piacere?-
Per un attimo non capisco la domanda poi non appena solleva la targa e se la mette sulle gambe tra di noi capisco: -Certo che sì-
 
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-Sì penso anch’io- mi dico facendo scrocchiare le ossa del collo liberato dai vestiti che stavano diventando troppo stretti.
Seduto comodo col mio premio. Me lo merito?
-Secondo te lo hanno dato a me perché gli altri non potevano partecipare?-
 
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Oh ma allora è proprio regredito oggi! Mi sembra di avere a che fare con un bambino insicuro. Insomma dall’aspetto non si direbbe specialmente quello che……oh mio dio non mi abituerò mai al suo corpo: la camicia aperta rivela ai miei occhi quello che per qualche ora avevo scordato. Gli passo le mani sopra per sentirne la durezza e immediatamente un pensiero si fa strada dentro di me. Non credo però che lui…
 
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Perché non mi risponde? Abbasso la testa in direzione di quello che sta guardando con tanto interesse: me. Ahhhh. Ho capito. Devo essere proprio fuori per non averci pensato anch’io. È qui davanti a me, fasciata in un vestito che wow è incredibile e io rimugino sulla figura da idiota che ho fatto per cui so già Tom domani mi prenderà in giro. Tom? Oddio ma adesso penso a lui???


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No decisamente no. Rimandiamo ad altra data. Quando il signorino possibilmente sarà più in sé. Non so perché ne ho così tanta voglia, o meglio lo so perché ma c’è da capirlo. Faccio un passo indietro e avendo ormai deciso di mettere da parte certi pensieri mi inginocchio per togliergli le scarpe. Ma poi….
-Adesso basta-
La voce profonda che sento mi manda un brivido lungo la schiena scoperta e intuisco che la sbornia se ne deve essere andata magicamente.
 
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La afferro dolcemente per le spalle e la riporto in piedi seguendola a mia volta. Ci guardiamo pregustando forse entrambi il momento.
-Sono un perfetto idiota. Scusami- le dico per il tempo perso.
-Non ce n’è bisogno- mi risponde sbattendo le palpebre come a volermi mettere a fuoco.
In quanto a me vedo perfettamente quello che dista a tanto così dal mio naso. Percorro la sua figura per intero. Stringo gli occhi a fessura e trattengo il labbro sospirando rumorosamente.
 
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Mi sono persa qualcosa? Fino a due minuti fa blaterava come un’oca giuliva e adesso. Cos’è quello sguardo da seduttore?
-Devi bere più spesso. In un luogo protetto e senza esagerare ma più spesso- gli confesso assistendo alla sua trasformazione prima di perdere la facoltà di parola e fissando ancora lo sguardo sul torace e gli addominali tesi.
-Come mi hai appena ricordato ho bevuto parecchio e non credo di essere in grado di finire il tuo lavoro- ammicca prendendomi gentilmente per i polsi e portandosene uno alla bocca.
 
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Ho ancora il cervello annebbiato, mi sembra che tutto vada al rallentatore ma è come se stessimo dilatando il tempo e in questo momento ogni minima cosa mi sembra perfetta: il ciuffo di capelli che riporta dietro l’orecchio, la saliva che manda giù e il piccolo verso per ricomporsi che fa sono tutte eccezionalmente piacevoli.
Mi siedo ancora al mio posto a gambe aperte e appoggiando le braccia sul letto strofino un dito sul pezzo di metallo e vetro dietro di me. Si accorge della cosa e so che probabilmente lo vorrebbe buttare nella spazzatura ora come ora.
 
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Si può essere gelosi di un oggetto? Perché in questo momento tutto vorrei meno che vederlo giocare con quello. O forse no?
-Allora?- dice e mi riprendo dal mio stato di semi-incoscienza prima di avvicinarmi di nuovo e svestirlo. Un pezzo alla volta come se stessi scartando un regalo: via la giacca, via la cravatta, via il gilet non prima di aver messo al sicuro il prezioso orologio da tasca che gli ho regalato per l’occasione e anche la camicia.
Mi godo la visione di lui con solo i pantaloni e le scarpe eleganti.
Sogghigna. Come ha fatto per quasi tutta la sera.
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-Adesso posso ricambiare il favore?- domando padrone assoluto adesso delle mie azioni.
-Credevo fossi sbronzo- mi risponde sollevando un sopracciglio contraddetta.
-Lo sono. Ma penso di esserlo per un altro motivo rispetto a quello che pensi-
-Wow sei riuscito a mettere insieme una frase tutta intera!-
Mi prende in giro e scoppia a ridere. La seguo a ruota e poi si lancia su di me facendomi sdraiare sul letto insieme a lei.
-Ahia- vado a sbattere col retro della testa contro il cavolo di premio.
 
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Rido a crepapelle. Ben gli sta!
Si massaggia la testa e fa una smorfia di dolore che mi preoccupa un po’: -Tutto ok?-
-Forse si sente messo da parte- mi dice prendendolo ancora una volta tra le mani e rigirandolo per verificare se si sia per caso rotto.
Non so se ridere di nuovo o infuriarmi!
-Vi lascio soli allora- e tento di alzarmi ma con una presa salda mi ributta sul materasso e finalmente si libera del premio gettandolo sul morbido tappeto lì accanto.
 
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-Lo potevi rompere!- dice allarmata, ma non me ne potrebbe fregare di meno. È lei che voglio. La bacio con trasporto tirandola su di me e affondando piacevolmente nel letto per il suo peso.
-Ringrazi ancora che non ci siano Michael, Tom e James?- mi dice a voce bassa all’orecchio mentre le mordicchio il collo.
-Che cosa?-
-Prima nel tuo discorso li hai nominati. Allora sei contento?-
Mi sfotte. Bene le darò qualcosa per cui sarà lei a ringraziare di essere solo noi due in questo momento.
Quando inizio a toccarla nei punti che so preferisce inizia a gemere e…
-Motor drivers…-
Eh?
-Downton Abbey-
Non credo di capire cosa voglia dire ma se a lei piace.
-Rearing me-
Poi tutto mi è chiaro. Le cazzate che mi sono uscite stasera durante i ringraziamenti! Mi sta facendo un memorandum delle parole stupide che ho detto. In sequenza per di più!
 
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-Ti diverti?- mi chiede arrivando a capire cosa stessi farneticando, questa volta io.
-Oh non sai quanto- dico languida portando una gamba a cingere il suo fondoschiena.
-Domani per colazione: champagne- sta al gioco e per finirla una volte per tutte lo chiamo col titolo che oggi si è meritato davanti a tutti: -Mio attore dell’anno.
 
 
 
 
 
 
 
 
*Datemi una leva e vi solleverò il mondo. Cit di Archimede
 
 
 
N.d.A:
Potrà sembrare strano questo….cosa? Esperimento? Storia contorta? Beh l’intento era proprio questo: scrivere cambiando continuamente punto di vista, passando da Ben a un’ipotetica amante, un battibecco avvenuto subito dopo la premiazione ai premi indetti da GQ quest'anno. E tutto è nato proprio da qui, dal video di Ben ubriaco che mi ha fatto morire dal ridere (e non è stata l'unica reazione che ho avuto.........."a buon intenditor poche parole").
Ho avuto una sorta di ispirazione e così mi sono buttata, ma se per caso la memoria facesse cilecca (come alla sottoscritta) lascio qui il link del video: https://www.youtube.com/watch?v=nssdGhqSU-g e consiglio vivamente di vederlo e poi leggere questa cosa qui……..non so davvero quali possano essere le reazioni di chi legge, spero vi divertiate tanto quanto ho fatto io scrivendola!
Le lettere in grassetto sono volute, trattasi di giochino idiota che ho pensato per richiamare il titolo. (Lo so, me lo potevo risparmiare).
 
Ah un’ultima cosa! Visto che non esiste la sezione dedicata a Benedict ho deciso di postarla qui, nella categoria del cast di Sherlock. Se ho sbagliato chiedo venia eheh
  
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