The 31st Candle












A Bradley James,
tantissimi auguri di buon compleanno.














 

Sono seduti a quel tavolo — quello vecchio e scheggiato della cucina di Colin — da circa dieci minuti; gli occhi azzurri del moro emozionati e contenti, quelli cerulei di Bradley stretti in due fessure confuse, come disorientati. 
«Quel...» muffin, si dice, è un muffin; troppo piccolo per sembrare qualsiasi altra cosa se non un muffin. Carbonizzato, aggiungerebbe. «muffin sarebbe per me?».
All'improvviso vede le labbra di Colin stirarsi in una linea retta e le sopracciglia contrarsi compunte, storcendosi tutto in una smorfia indignata, indietreggiando col busto.
«Non è un muffin!» si offende infatti l'altro, sputando sull'ultima parola come fosse un insulto. «Solo perché è un po' fuori misura, non significa che non sia comunque una torta!».
Questo spiega il perché di tutte quelle candeline ammassate sulla superficie marroncina del dolcetto. Che, a proposito.
1, 2, 3...
«Sono trenta» dice Bradley dopo un po', continuando a fissare i bastoncini di cera. Quando realizza di non aver ottenuto risposta dall'altro, risolleva lo sguardo sul viso dell'attore, ritrovandovi stampata su l'espressione più sorniona che gli abbia mai visto.
«James,» lo richiama bonario, come stesse riferendosi ad un bambino cui va spiegato perché non può fare una determinata cosa. «lo sappiamo tutti e due che darsi un anno in meno non salva dall'invecchiamento».
Il biondo spalanca gli occhi, allucinato, come se Morgan gli avesse parlato in una lingua inventata.
Come se lui fosse vecchio!
«No, voglio dire che le candeline sono trenta. Ne manca una» chiarisce, malcelando una leggere stizza per l'accusa ricevuta.
«Aaah...» mormora il moro in risposta, assorto, come se non avesse capito cosa l'altro gli abbia detto, finché non urla un «COSA?» sconvolto, portandosi la mano sul cuore, come se quel difetto gliel'avesse preso a pugnalate.
«Non è possibile!» insiste. «Le ho contate decine di volte!».
«Ma dai, non fa niente» cerca di tranquillizzarlo il festeggiato, sorridendogli in conferma delle proprie parole; riceve un'occhiataccia.
«No!» sbraita un'altra volta il ragazzo.  
«Ti sto dicendo che erano trentuno, Brad, trentuno! Non è possibile che una sia sparita di colpo, ho sistemato tutto prima che tu venissi!».
L'interprete di Arthur Pendragon sente l'irrefrenabile voglia di staccarsi la lingua a morsi. Non poteva tenersi per sé quella distrazione?, no, prima doveva offendere quel feto di torta credendola uno stupidissimo muffin e poi impelagarsi nella conta delle dannate candeline. Cosa mai glien'è potuto importare in quel momento? Meno fiamme da spegnere, più fiato da preservare!
Dannata cura dei dettagli.
«Colin, davvero» tenta di richiamare la sua attenzione. «Non m'importa che ce ne sia una di più o una di meno» s'impone di ignorare i no forsennati che l'altro mima con la testa. «è il pensiero che con- Colin».
«Cos'altro c'è?!».
Per poco non gli prende un altro colpo, quando la vede; tenuta ritta fra indice e pollice destro di Bradley, la fuggiasca si erge in tutta la sua minuta forma. «Ma quella è...».
«La trentunesima, proprio lei» gli sorride James, farfugliando qualcosa come Ti era caduta in terra, Zigomi Sporgenti e Bastava ti chinassi e l'avresti vista, ma Colin ignora ognuna di quelle frasi velatamente sconce; con un movimento repentino s'impossessa dalla famosa candelina e la rimette al suo posto, al centro, fra le altre.
«Tsk! Te l'avevo detto che non potevano essere trenta, te l'avevo detto che erano-» si volta verso il biondo per schiaffargli in faccia il sorriso tronfio e di trionfo, ma ha appena il tempo di di girarsi che le labbra morbide di Bradley catturano le sue in un bacio soffice, lento, che gustano man mano che viene approfondito dallo sfiorarsi delle lingue, leccarsi e mordersi e sospirare l'uno nella bocca dell'altro, finché «...trentuno» soffia Colin, guardando Bradley negli occhi con i propri liquidi. L'altro gli restituisce il sorriso di vittoria e apparentemente strafottente di poco prima, in una maniera così da Bradley che, per un momento, si sente come quando erano ancora sul set di Merlin, nascosti in qualche tendone per stare insieme e avvicinarsi, cercarsi con insistenza crescente. 
«Sì, beh... grazie».
Morgan sa che i suoi dannatissimi zigomi pronunciati sono di quel rosso Pendragon cui entrambi si sono affezionati e sa che anche il neo-trentunenne se n'è accorto, tanto è il gusto che ha preso a strofinarvi il naso contro in una carezza che è dolce e volutamente provocatoria insieme.
Quando sente le mani di Bradley scivolare lungo i propri fianchi, Colin sbuffa una risata.
«Mpf. Buon compleanno, testa di fagiolo».