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Autore: EllY_cup    12/10/2014    0 recensioni
Età rinascimentale in Olanda.
Quella primavera tutto il regno splendeva, dalle praterie in fiore agli affari economici. Sophia d'Orange non era la classica principessa che ci si aspetta di conoscere e lo capirà bene Thomas, secondogenito del sovrano di Francia, costretto a fare visita alla corte per correggere la sua cattiva condotta.
I due si erano già conosciuti, ma un incidente li aveva fatti dividere. Si ricorderanno?
E i loro cuori? Sophie capirà di chi deve essere veramente innamorata?
Amori, chiacchiere e balli a corte vi attendono.
*Questa storia non è basata su fatti realmente accaduti*
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Rinascimento, Periodo Tudor/Inghilterra
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Oddei Fiorellini cari, mi dispiace così tanto. Ho avuto un piccolo (grande) blocco dello scrittore e non mi sono fatta viva per parecchio tempo.
Ma ora l'Olanda si è fatta risentire e per entrare nello specifico sarà Thomas a farlo!
Mini ripasso: Il nostro capo delle guardie è patito insieme al sovrano lasciando Sophie al castello promettendole eterno amore.

Mi dispiace dirvi che molto probabilmente pubblicherò una volta al mese e spero in qualche eccezione dove pubblicherò prima, purtroppo la scuola mi assilla questo mio ultimo anno.
Detto questo buona lettura cari.
Un grande bacio a tutti quelli che leggono o danno un'occhiata alla mia storia.

EllY** 
OTTO
 
Era ormai buio quando Thomas rientrò nel castello insieme a Steph. Erano andati a fare una passeggiata per allontanarsi dall’aria triste che avvolgeva il castello dopo che la maggior parte degli uomini erano partiti per la guerra tre giorni prima.
Il principe non era più così affascinato dall’Olanda, aveva perso tutto l’interesse, insomma, che ragione c’era di rimanere lì se non riusciva mai ad incrociare la principessa?
Sophie era la creatura più graziosa ed intelligente che avesse mai incontrato e non avere un dialogo con lei da ormai una settimana lo stava logorando.
“Thomas non sarai stato contagiato da questo brutto clima che si respira nel castello vero?” chiese l’amico preoccupato.
“No, non preoccuparti Steph, ho solo un po’ di nostalgia di casa” mentii il principe sorridendo tristemente.
“Non tormentarti con questi pensieri, abbiamo tutti bisogno di più svago!”
“Hai proprio ragione, ma non saprei come soddisfare il mio piacere” rispose Thomas con un ghigno.
In realtà aveva perfettamente soddisfatto i suoi desideri in quei giorni. Gli capitò di incontrare una donzella molto disponibile ad appagare le sue voglie, era la contessa Patrick e il principe fu più che lieto ad invitarla nelle sue stanze e più di una volta. Ma solo il giorno prima, mentre la donna dormiva sul suo petto nudo, Thomas capì che era solo una distrazione dal vero pensiero che lo assillava da quel primo giorno al castello: Sophie d’Orange.
Ed ecco che ritornò a pensare a come non avesse potuto nemmeno ballare con lei, alla festa organizzata per l’imminente partenza del sovrano, in quanto l’aveva soltanto vista di sfuggita accanto al capo delle guardie.
“Intendevo altri svaghi, che coinvolgano tutta la corte magari” lo ammonì l’amico.
Cominciarono a salire la grande scalinata quando a Thomas venne una grande idea “Organizziamo un torneo!” disse a Steph. L’amico sembrò entusiasta dall’idea del principe tanto che cominciò a fare progetti da proporre alla regina.
“Tiro con l’arco! Ma certo, sì! Thomas, mio principe, faremo tiro con l’arco è deciso” concluse Stephen fermandosi davanti alla porta che conduceva nelle sue stanze. “Domani lo proporrò alla regina e vedrai che dopodomani si svolgerà uno splendido torneo” annunciò infine dirigendosi dentro e salutando appena Thomas prima che la porta si chiudesse.
Il principe sorrise al pensiero di aver contribuito a dare una nota di colore in più alle donne che avevano i mariti, o i propri amati, lontani. Le donne, al contrario di quello che pensavano la maggior parte degli uomini, erano forti e molte coraggiose, vivevano per la maggior parte della loro vita nel dolore, nascondendolo e mostrando sempre il sorriso. Ma quando amano, quando amano sono gli esseri viventi più splendidi che possano esistere sulla faccia della terra.  In realtà era frustante ammetterlo come uomo, ma era così e solo ora se ne rese completamente conto. Ma cosa aveva fatto in tutti quegli anni? Le aveva sfruttate, usate e in un paio di occasioni maltrattate. Si sentiva un verme, forse era persino un insulto verso l’invertebrato.
Aveva gli occhi lucidi e si maledì per questo, un principe, ma soprattutto un uomo non poteva permettersi di piangere. No.
“Principe Thomas?” una voce soave e leggera lo chiamò distraendolo dai suoi pensieri. Si costrinse a fare un bel respiro prima di alzare il volto, sapeva perfettamente chi era e di certo non voleva farsi trovare in quelle condizioni.
“Principessa è un onore poterla rivedere” si costrinse a sorridere a Sophie, ma appena i suoi occhi incrociarono quelli di lei si allarmò. La bellezza della reale era trascurata, per non parlare dei meravigliosi occhi nocciola che quel giorno erano completamente spenti e senza vita.
“Anche per me, posso chiedervi cosa vi turbasse tanto prima che io vi interrompessi, mi sembravate così abbattuto” la ragazza sembrava sinceramente preoccupata, ma Thomas non poteva ignorare che molto probabilmente ella stesse soffrendo più di lui. Oltre all’amico di infanzia era partito anche suo padre e questo doveva averla devastata.
“Nulla di preoccupante, penso di essere stato contagiato da questo clima poco allegro”
“Mi rincresce molto, ma non era mai capitata una cosa del genere a corte. Ovviamente c’è chi è più capace di nascondere la propria vulnerabilità, come mia madre e poi…” i suoi occhi diventarono improvvisamente lucidi, li chiuse e strinse forte i pugni “poi ci sono io che non sono capace di nascondere le mie emozioni, invidio così tanto mia madre per questo” si guardò attorno allarmata “Perdonatemi, non volevo interrompervi e parlarvi delle mie condizioni emotive”
Com’era possibile che ai suoi occhi apparisse ancora più bella in quello stato, si chiese Thomas. Il suo essere indifesa e addirittura scusarsi di aver dimostrato dell’umanità di fronte a lui. “Sono così affascinato da voi Sophie, dalla vostra vulnerabilità e innocenza che mi dimostrate” incominciò a dire Thomas, era stufo di tenersi tutto dentro e voleva assolutamente aiutarla. Si avvicinò a lei e non riuscendo a trattenersi gli scostò un ciuffo dal volto. Ella non si mosse rimase a guardarlo, quasi terrorizzata dalla dolcezza che le dimostrava, terrorizzata da come egli somigliasse ad un angelo.
“Vi svelerò un segreto” continuò il principe “Poco fa stavo per scoppiare in lacrime al pensiero del mio passato, non sono forte e coraggioso come potreste pensare. Nessuno lo è principessa, è vero si può forse nasconderlo, ma la maschera non dura mai a lungo” si accorse che sul volto di Sophie era apparsa un’espressione di stupore e Thomas non poté che esserne compiaciuto.
“Non siete così ignorante come mi dicevate, siete saggio e posso dedurre che conosciate l’animo umano più di me” si passò la manica del vestito giallo canarino che indossava sulla guancia umida e sorrise. “Non me lo aspettavo” disse infine.
“Sono felice di avervi stupito” rispose il principe ridendo.
Calò il silenzio per qualche secondo, Thomas si perse nel guardare la figura di Sophie, era alta e con le curve che dovrebbero avere le donne, i capelli ramati erano raccolti in uno chignon ormai inutile e gli occhi nocciola stavano prendendo più intensità.
“Data l’ora posso chiedervi dove vi stavate dirigendo?” chiese poi il principe curioso.
“Nelle mie stanze, ho bisogno di riposare, è da qualche giorno che non dormo bene”
“Allora, se posso chiederlo, mi permettete di scortarvi?”
“Ne sarei lieta principe Thomas” rispose imboccando un corridoio e Thomas la seguì.
“Avete ancora gli incubi?” domandò lui ripensando a quello che gli aveva detto poco prima.
“Purtroppo sì, sangue e corpi di persone a me care a terra e senza vita” disse guardando un punto lontano. Thomas si maledì di non essersene accorto, di non averla mai sentita urlare di notte e di non essere tornato a consolarla e magari aspettare che si fosse riaddormentata.
“Mi rammarica molto sentirvi parlare di questo principessa, farei qualsiasi cosa per alleviare le vostre sofferenze” ammise Thomas sincero.
“Oh non siate in pena per me..vedete quando riesco a riaddormentarmi sogno di prati verdi e di un paio di bambini che corrono per raggiungere il bosco, sono felici e mi sveglio serena anche io” un dolce sorriso spuntò sul volto di Sophie illuminandone gli occhi.
“Anche io sogno dei bambini che corrono verso un bosco, una bellissima bambina con due grandi occhi nocciola e un bambino che ha i capelli così biondi che sembrano baciati dal sole. Nel mio sogno appena arrivano nel bosco cercano un albero dove nascondersi poi però diventa tutto confuso: il sole si oscura, il bambino urla perché la bambina cercando di aiutarlo era svenuta, dopo diventa tutto buio ed io mi sveglio, terrorizzato.” Il principe ormai conosceva bene questo incubo, era lo stesso che sognava da quando era piccolo almeno una volta l’anno, ma da quando era in Olanda il butto sogno lo assillava quasi tutte le settimane. Si era stupito quando Sophie gli aveva raccontato l’inizio di quell’incubo che ormai era diventato parte di lui.
Quando il principe si voltò verso la ragazza non la trovò, stupito si guardò alle spalle e la vide a qualche passo indietro che si reggeva con una mano al muro. Stava guardando il vuoto sembrava, sembrava terrorizzata. Thomas corse da lei e le avvolse la vita con un braccio per sorreggerla, fece per parlare ma lei lo precedette.
“Come sapevate al completo l’incubo che mi assilla da quando sono piccola, l’incubo che qualche settimana fa vi fece entrare nelle mie stanze” la voce le tremava e quando lo sguardo di lei incontrò quello del principe si accorsero di come entrambi non riuscissero a spiegarsi questo fatto.
“Io non me lo so spiegare, questo incubo accompagna le mie notti inquiete da quando sono piccolo, come voi” calò il silenzio. Sophie era sorretta solo da Thomas che con molta premura la rimise in piedi senza mollarla in seguito.
“Le urla, sono quelle che vi svegliano vero? Quelle urla di altre persone che non identifico, urla disperate..” cominciò a dire Sophie incamminandosi e allontanandosi da lui “A volte credo di essere…” si interruppe voltando le spalle a Thomas.
“Di essere la bambina” continuò lui, ella si girò guardandolo negli occhi “Lo so perché io credo di essere quel bambino biondo che cerca di mandarla in salvo, ma lei rimane lì per non lasciarlo da solo” disse lui raggiungendola.
“Forse sono solo coincidenze” disse Sophie decisa, come se si fosse appena svegliata, aveva assunto una posizione eretta e determinata, non sembrò più sconvolta.
“No e nel profondo lo sapete anche voi, il destino ha voluto che ci incontrassimo e forse è questa la ragione”
“Quale ragione? Condividere un incubo? Non mi sembra logico” rispose la principessa.
“Non lo so, una ragione c’è, esiste, ne sono sicuro!” Thomas si passò una mano fra i capelli biondi per toglierseli da volto e si accorse di come Sophie non smise di fissarlo.
“Proporrei di dormirci su e di parlarne quando saremo più lucidi..” disse lei distogliendo lo sguardo.
“Concordo pienamente” concluse il principe rendendosi conto solo ora dell’imbarazzo di quella situazione.
La principessa sorrise, mostrando una graziosa fossetta. “Servirebbe qualcosa che rallegri tutti quanti”
“Allora sarete lieta di sapere che io e vostro cugino abbiamo intenzioni partecipare un torneo di tiro con l’arco”
 
***
 
Thomas indossò la sua giacca nera ricamata con fili dorati, prese il suo arco e si avvicinò alla finestra. Nel giardino, proprio sotto la sua finestra, erano state allestite il giorno prima delle tribune dove le donne e i nobili che non avrebbero preso parte al torneo si sarebbero potuti godere la gara. Subito l’immagine di Sophie che sul trono, accanto alla regina, applaudiva a suoi tiri precisi gli balenò in testa. Quel bellissimo sorriso rivolto solo a lui per non parlare del premio in palio: un ballo con la principessa o con la regina. Doveva assolutamente vincere e se lo ripeteva da quando la regina lo aveva annunciato.
“Thomas andiamo!” la voce di Stephen era accompagnata da un bussare insistente che costrinse il principe a muoversi e raggiungere l’amico.
 
“Sono lieta di annunciarvi i partecipanti al torneo di Tiro con l’arco” la voce della regina Rose era serena e il suo volto esprimeva felicità. Il principe si accorse di come la nube di tristezza per quel giorno aveva abbandonato il castello lasciando una nota di felicità che illuminava i volti di tutti.
Non aveva ancora visto la principessa e si accorse che ormai tutti avevano preso posto, compresa Kath.
“In tutto i concorrenti sono dieci  tra i quali ci ha graziati della propria presenza il principe Thomas di Francia” disse la regina, il principe ricevette qualche applauso e si inchinò per ringraziare.
 “Gentili partecipanti vi invito a mettervi in fila” seguimmo tutti l’invito della reale e ci mettemmo tutti in fila davanti alle tribune, davanti alla regina Rose e al trono vuoto accanto a lei. Thomas cominciò a preoccuparsi che Sophie non si sentisse bene finché la regina non parlò di nuovo.
“Oh ecco la decima concorrente, la principessa Sophie d’Orange” la tribuna si alzò per applaudire e tutti sembravano molto orgogliosi. Meravigliato il principe si sporse per vedere se Sophie si fosse veramente aggiunta in fondo alla file, o se era frutto della sua immaginazione. Ma quando una gonna lilla spiccò tra i pantaloni dei nobili in gara Thomas ne rimase affascinato.
“Oh no!” esclamo Steph vedendola.
“Cosa c’è?” chiese il principe, l’amico cominciò a ridere “Abbiamo già perso Thomas”.

 
 
  
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