CAPITOLO
1: REBECCA
«Chi
è quella ragazza?» chiese Merlino. Gaius
seguì la direzione del suo sguardo, fino ad incontrare un
gruppetto di
cavalieri, i più fidati del re, seduti all’ombra
di un vecchio salice, intenti
a ridere e scherzare insieme al Principe Artù. In mezzo a
loro, appoggiata al
tronco dell’albero, se ne stava una ragazza dai capelli rossi
e gli occhi
viola, intenta ad accarezzare la fronte di Galvano, che teneva la testa
abbandonata sul suo grembo.
«Si
chiama Rebecca» rispose il medico, tenendolo volutamente
sulle spine, per
stuzzicare un po’ la sua curiosità.
«E...»
lo incitò il mago.
«E anche se ha diciotto anni è di
rango troppo alto per te» scherzò.
L’altro lo guardò spazientito, battendo il piede a
terra.
«Trascorre moltissime delle sue giornate insieme ad
Artù e i cavalieri,
seguendoli anche nelle battute di caccia e... durante gli attacchi ai
campi dei
druidi» aggiunse con aria rabbuiata.
«Parlate sul
serio?» domandò a la bocca aperta.
«Sì,
purtroppo». Strinse le labbra in una linea sottile.
«Ma perché? Da dove viene?»
«Nessuno
lo sa di preciso. Una sera di molti anni fa, quando Artù
aveva poco più di tre
anni, Uther era rientrato nelle sue stanze dopo aver dato la buonanotte
al
figlio. Stava per mettersi a letto, quando sentì bussare
alla porta.
Sicuramente la sua sorpresa dev’essere stata grande, quando
trovò a terra,
avvolta in una coperta, una minuscola neonata beatamente addormentata.
Fui lui
a darle il nome e a decidere di crescerla a corte come una figlia
propria. In
effetti, per Morgana è la sorella che non ha mai avuto. Col
trascorrere degli
anni, però, fu chiaro a tutti quanto preferisse la compagnia
dei cavalieri a
quella di un maestro di buone maniere» una fragorosa risata
proruppe dalle sue
labbra, gli occhi persi in un lontano ricordo colmo
d’affetto. Gli uomini, nel
frattempo, avevano dato il via ad una giocosa zuffa che Rebecca
osservava
divertita, prima di esserne risucchiata lei stessa. Non che le
dispiacesse
troppo, a quanto sembrava.
«Anche i cavalieri amano la sua compagnia, da
quello che vedo» osservò
Merlino.
«Oh, sicuro. Si
fidano ciecamente di lei ed eseguono i suoi ordini al pari di
Artù. Quando ne
dà, naturalmente, cosa che avviene piuttosto di rado insieme
a loro. Non ne ha
bisogno - spiegò con l’aria di chi la sa lunga
– Ciascuno di loro darebbe la
vita per lei come per il Principe. E la cosa è reciproca.
E... ah, Merlino,
forse questo potrebbe interessarti...»
«Che cosa?» chiese il ragazzo,
distogliendo per la prima volta lo
sguardo dal gruppetto ed incrociando quello di Gaius, che lo fissava
con un
sorriso.
«Anche lei possiede il dono della magia»
rivelò a bassa voce.
«Che
cosa?» Per poco il suo urlo di sorpresa non fece fuggire via
gli animali
nascosti lì intorno.
«Sssh,
Merlino! È un dono che sa destreggiare sin dalla nascita, da
quanto ho visto.
Non ha mai avuto precetti e certamente Uther non ne è a
conoscenza, o non
l’avrebbe lasciata vivere tanto a lungo. I vecchi cavalieri
sono stati i primi
ad accorgersene: è da loro che ho ricevuto
l’informazione, tredici anni fa. Non
sapevano cosa fare quando, durante il pranzo, finiti gli allenamenti,
l’hanno
vista moltiplicare dei fiori per poterli regalare ad ognuno di loro.
Sono
venuti a chiedermi consiglio su cosa fare riguardo Uther e io ho detto
loro di
non farne parola con nessuno. Quando non ero insieme a lei, venivo
costantemente informato dei suoi progressi. Sembra avere molta
confidenza con
la natura, e questo ci ha portato a pensare che non si tratti solo
della figlia
di una serva, ma che possa avere qualcosa a che fare con i druidi, o
con delle
creature magiche».
«Creature magiche?»
«Sì. Non hai mai sentito
parlare delle ninfe?»
Il
ragazzo negò col capo.
«Sono spiriti
della natura che vivono spesso in luoghi come boschi, fiumi, montagne e
ovunque
si trovi la natura. Anche nel deserto. Non esistono esemplari maschi di
queste
creature, quando ne nasce una è sempre di sesso femminile e quasi sempre il padre è un
umano».
«E
voi pensate che possa essere una di loro?»
«Potrebbe come no. In ogni caso, Rebecca possiede un animo
altruista e
generoso. Non merita i trattamenti che Uther riserva a gente come lei.
E per
lui sarebbe doloroso scoprire chi si cela dietro la figlia che ha
cresciuto con
tanto amore, non trovi?»
«Già» rispose Merlino con un
sospiro.
«E poi, ci troviamo in un proficuo periodo di
pace. Speriamo che le cose
durino a lungo. Se sarà ancora così quando
Artù salirà al potere, sono certo
che tutto andrà per il meglio».