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Autore: Amelie5397    13/10/2014    1 recensioni
Quando ti ritrovi a far parte di un insieme, non di tua volontà, tutto diventa più difficile. Parlo di una ragazza, un tipetto tutto dire, con la parlantina facile. Si è trovata da un momento all’altro parte di un qualcosa che non desiderava.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quando ti ritrovi a far parte di un insieme, non di tua volontà, tutto diventa più difficile. Parlo di una ragazza, un tipetto tutto dire, con la parlantina facile. Si è trovata da un momento all’altro parte di un qualcosa che non desiderava. La scuola, no? Siamo obbligati a condividere alcune ore della nostra vita nell’insieme “classe”, e bene, anche per lei è così. All’ultimo anno di liceo si ritrova completamente estranea a quei banchi, non si sente più parte di un insieme, bensì, un punto fuori dalla circonferenza, quel pezzo in più, inutile. Da sempre, in tutto il suo percorso scolastico, non ha mai avuto grandi rapporti con quelli che erano i suoi compagni di classe. La gente aveva il cattivo vizio di scambiare la sua freddezza e timidezza con l’essere altezzosi e presuntuosi. Veniva prontamente allontanata ancora prima di imparare a conoscerla. Poche persone le stavano accanto.
Aveva sopportato questa situazione per tanti e tanti anni e adesso era arrivata al limite. Le poche amicizie che si era creata alle scuole medie sono andate sgretolandosi pian piano con il tempo e adesso si ritrovava sola all’interno di quella classe. Ogni mattina alle 7.30 il nonno l’accompagnava  all’ingresso della scuola, e lei stava ad aspettare il suono della campana, in piedi appoggiata ad un muretto, guardando in alto. Le piaceva il colore che assumeva il cielo la mattina presto e il venticello che le scompigliava i capelli. Intanto la calma veniva interrotta dall’arrivo degli altri alunni, anch’essi, come lei, che aspettano di entrare. Al suono della campana l’ondata di gente travolge gli scalini e in fretta, tutti, si dirigono nelle rispettive aule. Anche lei, nella sua.
Percorre il corridoio in silenzio e guarda dritto davanti a sé. Entra e in fretta si siede al suo ultimo banco, lato muro. Prende i quaderni, i libri e le penne, sistemandoli in maniera ordinata sul banco. Poi, aspettando l’insegnante ed il resto della classe, controlla in modo frenetico l’orario nel cellulare. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese la stessa ed identica cosa. Si siede, segue la lezione e scoccata la fine dell’ultima ora si alza di fretta ed esce ritornando alla tranquillità della propria vita. Stare in quella classe le reca irrequietezza e ansia. Un giorno però le cose erano stranamente cambiate. Lei stessa stentava a crederci. Un altro punto fuori dalla circonferenza le si era avvicinato. Un biglietto le aveva strappato un sorriso. “Non ti curar di loro, ma guarda e passa..” Chi era? E perché? Come aveva fatto ad accorgersi del suo malessere?
Il biglietto non aveva firma, ne un indizio per capire chi si celasse dietro quel pezzetto di carta. Nulla. Quelle parole, intanto, diventarono il suo punto di forza. Cominciava a non dare più importanza alle parole della gente, stava cominciando a non dar peso a tutte le dicerie, cattiverie e falsità. Ma ancora rimaneva il quesito senza risposta. Il mittente del biglietto. Divenne quasi un’ossessione sapere chi fosse la persona che l’aveva avuta tanto a cuore da fare quel gesto inaspettato. Cercò di guardarsi intorno, all’interno della classe ma anche fuori, per cercare di capire ma ancora il mistero restava irrisolto. Una mattina, sul suo banco spuntò un secondo biglietto, questa volta era un biglietto celeste con un profumo particolare, sembrava vaniglia.
Sei una persona bellissima, chi ti giudica negativamente lo fa perché non sa quanta dolcezza c’è nel tuo cuore.” Parole che entrano dentro, come spilli, e ci restano per sempre.
All’uscita di scuola, sempre quello stesso giorno, mentre si incamminava per la via di casa si sentì stringere le spalle da dietro. Un abbraccio così forte che non le permetteva quasi di respirare.
Restarono lì, fermi, per una manciata di minuti, poi si voltarono. Adesso aveva capito. Era lui.
Era sempre stato lui. E chi altro se no? Lui che la osservava da lontano, lui che aveva capito tutto.
I due punti fuori dalla circonferenza, adesso uniti a formare un segmento. A colmare i vuoti. 
  
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