14/10/2014
3 recensioniThe Princess and the Grounder
♦
♦
Uno dei ragazzi si stava avvicinando a lei. Clarke non poté riconoscerlo a causa della maschera da Terrestre che gli copriva il viso.
I Cento - o quello che ne rimaneva - avevano adorato la raccolta di storie su Halloween che Clarke aveva trovato in una casa semidistrutta. Sull’Arca, nessuno di loro aveva mai potuto apprezzare davvero quella strana festa; non c’erano zucche da intagliare, né tantomeno caramelle da chiedere ai vicini. Avevano sempre solo potuto immaginare come potesse essere vestire i panni di qualcun altro per una volta, fare finta che nessuno dei loro problemi esistesse. E proprio quello avevano deciso di fare, quella notte. Avevano messo da parte archi, frecce, lance e pistole, per far finta che il freddo pungente che pizzicava il viso fosse solo magia, non l’inverno che li avrebbe decimati. Erano nati abiti di ogni genere, rivelando la vena fantasiosa di ognuno di loro. In giro per il campo si vedevano robot fatti di pezzi della loro navicella, Terrestri vestiti di pelli di animali, e coraggiose - quanto bisognose di attenzioni - ragazze vestite di solo qualche pezzo di stoffa, che cercavano di imitare delle amazzoni.
Anche lei aveva deciso di vestirsi da Terrestre, cercando di riprodurre il look di Anya, la donna con cui aveva ingenuamente cercato di stringere un accordo di pace. Forse il Terrestre che le si avvicinava l’aveva scambiata per qualcun altro. La sua alta figura le suggerì che fosse uno dei ragazzi più grandi, ma quando si avvicinò Clarke non ebbe più dubbi. La forma di quelle labbra, il modo in cui erano incurvate in un sorriso accattivante, erano familiari come le sue stesse mani e, proprio come le sue mani, le sembravano sempre più indispensabili.
Sorrise a sua volta, aspettando che le dicesse quanto inutile e pericolosa fosse quella loro pausa dal dovere. Ma quella ramanzina non arrivò. Le labbra del bel Terrestre si posarono sulle sue appena ve ne fu la possibilità.
Clarke si sorprese a sospirare di sollievo quando riconobbe il profumo familiare di foglie e muschio della pelle di Bellamy, sotto gli strati di peli animali. Dischiuse le labbra, accogliendo la sua lingua con inaspettata impazienza.
Quando, alla fine, il finto Terrestre si staccò dalle sue labbra, non si allontanò prima di lasciarle un ultimo bacio sulla guancia e mormorarle: “Fossi stata tu, la Principessa dei Terrestri, t’avrei portato il cuore come offerta di pace.”
Clarke lo guardò allontanarsi con le labbra dischiuse, che ancora sapevano di lui. Quelle parole la tennero sveglia tutta la notte.
Dopo un po' di giorni di silenzio, sono tornata a rompervi, mi spiace.
Visto che Halloween si avvicina, ho immaginato cosa potesse succedere al campo, così è nata questa piccola flash.
A presto,
Red.
I Cento - o quello che ne rimaneva - avevano adorato la raccolta di storie su Halloween che Clarke aveva trovato in una casa semidistrutta. Sull’Arca, nessuno di loro aveva mai potuto apprezzare davvero quella strana festa; non c’erano zucche da intagliare, né tantomeno caramelle da chiedere ai vicini. Avevano sempre solo potuto immaginare come potesse essere vestire i panni di qualcun altro per una volta, fare finta che nessuno dei loro problemi esistesse. E proprio quello avevano deciso di fare, quella notte. Avevano messo da parte archi, frecce, lance e pistole, per far finta che il freddo pungente che pizzicava il viso fosse solo magia, non l’inverno che li avrebbe decimati. Erano nati abiti di ogni genere, rivelando la vena fantasiosa di ognuno di loro. In giro per il campo si vedevano robot fatti di pezzi della loro navicella, Terrestri vestiti di pelli di animali, e coraggiose - quanto bisognose di attenzioni - ragazze vestite di solo qualche pezzo di stoffa, che cercavano di imitare delle amazzoni.
Anche lei aveva deciso di vestirsi da Terrestre, cercando di riprodurre il look di Anya, la donna con cui aveva ingenuamente cercato di stringere un accordo di pace. Forse il Terrestre che le si avvicinava l’aveva scambiata per qualcun altro. La sua alta figura le suggerì che fosse uno dei ragazzi più grandi, ma quando si avvicinò Clarke non ebbe più dubbi. La forma di quelle labbra, il modo in cui erano incurvate in un sorriso accattivante, erano familiari come le sue stesse mani e, proprio come le sue mani, le sembravano sempre più indispensabili.
Sorrise a sua volta, aspettando che le dicesse quanto inutile e pericolosa fosse quella loro pausa dal dovere. Ma quella ramanzina non arrivò. Le labbra del bel Terrestre si posarono sulle sue appena ve ne fu la possibilità.
Clarke si sorprese a sospirare di sollievo quando riconobbe il profumo familiare di foglie e muschio della pelle di Bellamy, sotto gli strati di peli animali. Dischiuse le labbra, accogliendo la sua lingua con inaspettata impazienza.
Quando, alla fine, il finto Terrestre si staccò dalle sue labbra, non si allontanò prima di lasciarle un ultimo bacio sulla guancia e mormorarle: “Fossi stata tu, la Principessa dei Terrestri, t’avrei portato il cuore come offerta di pace.”
Clarke lo guardò allontanarsi con le labbra dischiuse, che ancora sapevano di lui. Quelle parole la tennero sveglia tutta la notte.
Dopo un po' di giorni di silenzio, sono tornata a rompervi, mi spiace.
Visto che Halloween si avvicina, ho immaginato cosa potesse succedere al campo, così è nata questa piccola flash.
A presto,
Red.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: Little Redbird