Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Nakioto    15/10/2014    1 recensioni
-Se avessi fatto la scelta giusta-
I ricordi nuovi si mischiano con quelli vecchi, in una storia di dolore e sofferenza.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota dell'autore: Questa è la mia prima Ereri... in realtà è molto leggera, non so neanche se si può definire tale.
Il racconto è scritto dal punto di vista di Eren dopo la missione contro il Titano femmina e la morte della squadra.
Spero che vi possa piacere. 

Ormai…

-Se avessi fatto la scelta giusta-
Come un martello.
-Se avessi ascoltato il mio istinto-
Rimbombano nella mia mente.
-Se mi fossi trasformato-
Frasi senza significato.

Ormai…

“Andate a riposarvi adesso, è stata una giornata molto lunga e…”
Mi risveglio dal mio torpore. Una donna sta parlando in mezzo alla sala, l’ascolto distrattamente. Quando smette sento il rumore delle sedie che si spostano, gente che esce, gente che scappa, io rimango seduto.
Pochi minuti dopo la sala è vuota. Rimango solo.

-Se fossi stato più forte-
Non sarei neanche qui.
-Se fossi stato più forte-
Avrei potuto sollevare quella trave.
-Se fossi stato più forte-
Lei sarebbe ancora qui.

Ormai…

Sento qualcosa che scivola giù per la mia guancia. Una lacrima solitaria e coraggiosa solca il mio volto. La asciugo con rabbia, come posso permettermi di piangere? Ma non serve a niente, le lacrime continuano a sgorgare e a bagnare il mio volto.
Mi metto una mano sulla bocca e piango.
Il mio dolore, il loro dolore, il suo dolore.

Mi sfogo.
Vorrei urlare, vorrei tanto farlo.
Mi blocco, c’è qualcuno dietro di me.

Ormai…

“Moccioso, che ci fai ancora qui?-
La sua voce tagliente mi entra nel cuore.
Probabilmente mi odia.
Tutti qui dentro mi odiano.

Sono un mostro.

“Mikasa…”
Un sussurro esce flebile dalla mia bocca.
Anche lei? Anche lei mi odia?
Il caporale si siede. Perché?
Perché non mi punisce? Perché non mi picchia?

Mi alzo di scatto.
Ma non torno in camera, esco fuori.
Sento il vento che gioca con i miei capelli, come se non fosse successo niente.
Come se fosse una giornata come tante altre.
Aumento la velocità del passo.

Arrivo davanti al pozzo.
Perché sono venuto qui?
Per punirmi, per farmi male, non lo so.
Voglio solo che il dolore che si è insinuato dentro di me sparisca.
Mi scappa una risata breve.
Se Mikasa fosse qui, cercherebbe di fermarmi in tutti i modi possibili.
Ma non c’è.
La risata si trasforma in un singhiozzo strozzato

-Se fossi stato più forte-

Mamma.
Dove sei mamma?
Lo vedi tuo figlio da lassù? Cosa deve fare?

Mi appoggio al bordo del pozzo.
I singhiozzi continuano a scuotermi il petto.
Solo io mi faccio tutte queste domande?
Una ventata di vento mi colpisce forte.
Tremo, ho freddo.
Deve essere la mia punizione.

Lo sento dietro di me.
In piedi, fermo immobile.
Mi volto.
I suoi occhi grigi mi guardano.
Chissà per quanto tempo è rimasto a fissarmi.

“Non hai risposto alla mia domanda”

Lo guardo incredulo.
Poi rido, rido come un pazzo.
Ѐ questo tutto quello che sa dirmi?
Inciampo e cado di peso su di lui, che mi tiene senza alcuna difficoltà.
Sento il suo calore. Ne ho bisogno. Mi aggrappo alla sua camicia già bagnata dalle mie lacrime. E rido. E piango.
Lui mi sussurra parole all’orecchio.
E anche se sono solo una bugia sorrido.

“Ormai è tutto finito.”
  
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