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Autore: Mew_vale    15/10/2014    2 recensioni

- Ma chi è questo capo?! – chiese spazientita Mina.
- Qualcuno che conoscete.
Rispose la donna, spalancando una grande porta di legno massiccio. La squadra entrò. Era un ufficio con al centro un grande tappeto: uno stemma gigante, come quello che portavano sulla giacca. “IDA – “Internetional Department Anti-aliens”, lessero. E rimasero di sasso. “Alieni?”, pensarono tutte. L’ ufficio era arredato modernamente e con mobili in vetro. “Prego” disse Lisa invitandole al centro della stanza. La porta si chiuse.
- Il suo capo mi sembra maleducato però! Prima ci narcotizza, ci fa portare qui e ora neanche si fa vivo! – rimproverò Strawberry a Lisa, quando la poltrona della scrivania girò su se stessa e si palesò un uomo.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Strawberry, era quella di sempre. Nonostante i suoi venticinque anni, talvolta la si vedeva ancora sognare come una bambina, fare magre figure in pubblico, inciampare e arrossire per un non nulla. Il suo fidanzato Mark, trapiantato ormai in Inghilterra dove dopo la laurea ha intrapreso una carriera come insegnante di lingue orientali all’ Università di Oxford, la definiva tenera, contento di vedere in lei le qualità che l’ avevano fatto innamorare quando era una quindicenne. Dieci anni… Sì erano passati dieci lunghi anni dalla fine di tutto. Da quando Ryan e Kyle, dopo la fine del progetto erano partiti.

Il giorno dopo la grande battaglia, la squadra si era ritrovata al caffè, chiuso al pubblico. Non sapevano perché… Per festeggiare la vittoria, perché Ryan e Kyle volevano dimostrare loro la gratitudine che provavano nei confronti delle ragazze... Dopo aver mangiato una torta e brindato, Mina chiese:
- E adesso cosa succederà?
Il silenzio avvolse tutti. Mina non poteva fare una domanda più specifica? Non poteva chiedere che so “adesso lavoreremo ancora tutti insieme al caffè o verrà chiuso?”, “adesso ripartirete per l’ America o rimarrete qui a Tokyo?”. Il quesito di Mina nascondeva paura? Non riusciva nemmeno a pensare a parole come “chiusura”, “partenza”, “separazione”. Ryan abbassò lo guardo, Kyle rispose creando sconcerto e lacrime tra le ragazze Mew.
- Io e Ryan ripartiremo per l’ America ragazze, qui abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, abbiamo accomodato quasi tutto quello che c’era da accomodare.
Quasi tutto, ecco le parole chiave! Ryan lanciò uno sguardo verso Strawberry, Kyle verso Pam.
Le ragazze iniziarono a singhiozzare ed a turno, abbracciarono i ragazzi. Furono abbracci malinconici, seguiti da scherzi e battute. Puddy non smetteva di piangere, Pam manteneva un’ espressione neutrale (ma dentro si disfaceva), Mina e Lory non tennero certo per sé le lacrime, così come Strawberry. La rossa osservò il biondo che la stava guardando a sua volta. Tra loro non si poteva dire che c’era stato qualcosa, ma che c’era stato un rapporto di odio-amore e lei non aveva mai pensato che fosse un brutto ragazzo, anzi. Ma la sua freddezza l’ aveva sempre tenuta a distanza… Mentre Mark le aveva aperto il suo cuore. Mark l’ aveva rapita da subito a differenza di Ryan. In quel caso ci mise del tempo ad elaborare ma ormai lui era dall’ altra parte del mondo. Kyle cercò di scrutare, speranzoso, negli occhi di Pam qualche sentimento: tristezza, ribellione a quella decisione. La modella non faceva trasparire mai le sue emozioni e questo aveva sempre mandato al manicomio Kyle! Entrambi avevano lottato contro sé stessi e i loro sentimenti, per non farsi coinvolgere e per non distrarre le ragazze: c’era un progetto più grande da salvaguardare. E adesso era tutto finito: nessuna occasione per loro.
Pam, l’ ultima ad abbandonare per sempre il caffè, entrò in cucina di sottecchi e sorprese Kyle a decorare una torta con una sache-a-poche piena di panna montata.
- L’ultima torta? – domandò, ottenendo l’ attenzione del gentleman.
- Pam… Credevo che foste andate tutte via.
Il cuore dell’ uomo perse un battito così come quello della donna-lupo.
- Sto per andare Kyle…
- Aspetta… Questa torta l’ ho fatta per te.
Le disse, mostrandogliela.
- Non ho molta fretta, posso fermarmi a mangiarne una fetta.
Sì, lo mangiarono il dessert ma non in cucina. Ma in camera da letto. Fecero l’ amore con foga: strappandosi i vestiti di dosso, andando a sbattere contro i mobili, urlando e gemendo. Si dissero addio. Senza rivelare i loro sentimenti.
Ryan rincorse la rossa Strawberry, che si sentì chiamare. La ragazza si voltò e vide il biondo avanzare verso di sé. Lei si asciugò le lacrime, non aveva fatto che piangere da quando aveva lasciato il caffè. Il biondo le si avvicinò porgendole il cellulare.
- Dove cel’ hai la testa?
La rimproverò, poi si accorse delle lacrime.
- Grazie Ryan.
Singhiozzò la ragazza. Il biondino si sciolse. Rimase lì fermo a guardarla. Non era bravo con le parole. Lei alzò lo sguardo verso di lui, e pronunciò il suo nome piangendo. Non era bravo con le parole ma era bravo con i fatti. La prese e la avvolse a sé, appoggiando la sua testa al proprio petto e la rossa si sfogò. “Non è giusto”, pronunciò sillabando. Ryan la strinse di più. Restarono così per non si sa quanto, e quando lei si calmò si accorse di aver fatto perdere al ragazzo un sacco di tempo e si scusò per il suo sfogo.
- Non ti lascio tornare a casa sola in queste condizioni.
Le disse con voce bassa, ferma, girandosi di spalle. Quindi la prese per mano accompagnandola al caffè. Parcheggiata fuori c’era la sua moto rossa fiammante. Le passò il casco e le ordinò di salire.
- Qui..?
Chiese riluttante la giovane. Non era mai salita su una moto.
- Non ti succederà niente.
La rassicurò il diciottenne, abbozzando un sorriso e lei salì. Ryan sfiorò le mani della ragazza per far sì che si stringesse di più a lui, e la giovane avvampò. Inspiegabilmente il suo cuore aumentò il lavoro. “Calma Strawberry, calma… Se ti spuntasse la coda ora? La vedrebbero tutti… La vedrebbe Ryan.”. Arrivati sotto casa della ragazza, quella si tolse il casco e glielo rese.
- Fa buon viaggio Ryan.
Gli disse malinconica ma con un leggero sorriso. Quando si girò per andarsene sentì un “aspetta” ma non fece in tempo a girarsi perché quello la stava già baciando, accarezzando con la mano destra il suo esile collo. Strawberry chiuse gli occhi, impietrita. Completamente di ghiaccio. Perché non lo cacciava? Non era, come gli altri, un bacio rubato della durata di tre secondi ma quello era un signor bacio! “Amore” fu la prima parola che le attraversò le meningi in quell’ istante. Non si diede da fare come il giovane che giocava sapientemente con le labbra, lei le mosse appena verso il finale, quando realizzò quello che stava accadendo. Ma in quel momento lui si staccò. “Ciao”, le disse prima di rimontare in sella. Lei rispose solo “ciao” a sua volta, e rimase immobile. Quando se ne andò si accarezzò le labbra.

Era stata prelevata da casa sua dal postino che l’ aveva colta di sorpresa alle spalle e l’ aveva narcotizzata con un fazzoletto pieno di non si sa che cosa. Mina era salita nella sua limousine dopo la lezione di ballo, ma si era accorta troppo tardi che quello alla guida non era il suo autista personale ma bensì un estraneo! Provò a urlare, ad intimargli di lasciarla scendere e lui le rispose che non le sarebbe successo nulla. Il suo capo voleva semplicemente vederla. “Chi è il suo capo?! Me lo dica!”, aveva intimato la blu ma quel uomo non rispose a nessuna domanda. Le porte ed i finestrini erano bloccati, il cellulare non aveva campo quindi si arrese. Quando arrivò di fronte ad una struttura di vetro, l’ autista si scusò per i modi. Quando aprì la porta due uomini portarono Mina dentro, di peso perché lei si dimenava. Lory era stata avvicinata, approfittando della sua ingenuità, da un povero turista che si era perso. La gentile ragazza consultò con lui la cartina avvicinandosi, ma l’ odore dell’ uomo iniziò a farle lacrimare gli occhi. Che odore era? E svenne tra le braccia del turista. Quello chiamò aiuto a gran voce e accorsero diverse persone, spiegò che si era sentita male mentre le chiedeva indicazioni. Un uomo gentile, si offrì di accompagnarla all’ ospedale e i due la caricarono in auto. Nessuno si fece domande, non potevano sospettare che fosse una messa in scena! Pam lottò con le unghie e con i denti quando si accorse di essere seguita. Accelerò il passo e svoltò, ma un altro gorilla elegante la colse di sorpresa e la narcotizzò con lo stesso fazzoletto intriso di chissà che cosa. Ma la mewlupo era tosta! Prima di svenire graffiò il suo aggressore allungando una mano all’ indietro, quindi perse i sensi. Puddy si fece affascinare da un mago di strada: quello le disse che con l’ ipnosi le avrebbe predetto il suo futuro. Puddy, pur avendo vent’ anni, conservava uno spirito giocoso ed innocente quindi accettò.
Negli anni le ragazze non avevano perso i contatti, anzi. Quando tutte e cinque si ritrovarono in una stanza grigia, con solo un grande divano in centro si scambiarono le loro esperienze su come erano state portare lì.
- Ma che sta succedendo?
Chiese Mina. Le altre ragazza alzarono le spalle. Pam batteva sulla pesante porta urlando “Ehi! Fateci uscire!”.
- Mentre mi portavano qui stavo riaprendo gli occhi… Ho incrociato un uomo elegante, teneva uno stemma sulla giacca nera. – disse.
- Che stemma Pam? – chiese Puddy.
- Sembrava uno stemma governativo, di un’ organizzazione…
- Quindi ci troviamo in un ufficio governativo?? Il governo ci ha rapite?
- Non saprei che dir…
La viola non fece in tempo a finire la frase perché la lucina sulla porta divenne da rossa, verde e la serratura scattò. Quando si aprì videro due gorilla e una donna esile, sulla trentina, con lunghi capelli castani lisci, con la frangetta e gli occhi erano color nocciola. Portava occhiali dalla montatura bianca, lenti rettangolari ed un completo composto da camicia bianca, giacca nera, pantaloni, cravatta e scarpe del medesimo colore. Tutte loro notarono lo stemma con la scritta “IDA”. Le ragazze arretrarono alla sua vista.
- Seguitemi.
Disse la donna, procedendo. I due gorilla rimasero sulla porta aspettando che uscissero. Le cinque, dopo qualche esitazione seguirono la donna restando vicine tra loro.
- Io sono Lisa. Perdonate il modo con cui siete state portate qui, ma non potevamo certo mandarvi l’ invito tramite il servizio postale nazionale. Dovevate essere portate qui con la massima segretezza e rapidità.
- Perché? – chiese seria Pam.
- Tra poco lo scoprirete. Dopo aver ascoltato cos’ ha da dirvi il capo, potete anche decidere liberamente di andarvene. Anche se non credo che lo farete.
- Ma chi è questo capo?! – chiese spazientita Mina.
- Qualcuno che conoscete.
Rispose la donna, spalancando una grande porta di legno massiccio. La squadra entrò. Era un ufficio con al centro un grande tappeto: uno stemma gigante, come quello che portavano sulla giacca. “IDA – “Internetional Department Anti-aliens”, lessero. E rimasero di sasso. “Alieni?”, pensarono tutte. L’ ufficio era arredato modernamente e con mobili in vetro. “Prego” disse Lisa invitandole al centro della stanza. La porta si chiuse.
- Il suo capo mi sembra maleducato però! Prima ci narcotizza, ci fa portare qui e ora neanche si fa vivo! – rimproverò Strawberry a Lisa, quando la poltrona della scrivania girò su se stessa e si palesò un uomo.

- Il suo capo mi sembra maleducato però! Prima ci narcotizza, ci fa portare qui e ora neanche si fa vivo! – rimproverò Strawberry a Lisa, quando la poltrona della scrivania girò su se stessa e si palesò un uomo. Strawberry perse immediatamente la parola, e tutte spalcarono la bocca basite.
- Salve ragazze.
Disse il biondo. Quando le ragazze ritrovarono la parola dissero in coro il suo nome, apostrofandolo. Strawberry avanzò e sbattè con forza le mani sulla scrivania tanto che alcuni oggetti saltellarono.
- TI SEI AMMATITO?! Ti rendi conto di che spavento ci siamo prese?!
- Era sufficiente che si avessi telefonato! – lo rimproverò Mina. Pam chiese:
- Che significa tutto questo Ryan? Dove siamo?
- Avete tutte le ragioni del mondo per criticarmi considerando il modo in cui siete state accompagnate qui, ma credo che…
- Accompagnate non è il termine più adatto! – lo ammonì Strawberry. Lui la guardò negli occhi e lei si sentì avvampare. moto, sotto casa mia, bacio.. Ryan abbozzò un sorriso e continuò:
- Ma credo che la mia assistente Lisa vi abbia detto che era necessario portarvi qui nella segretezza più assoluta.
- Cel’ ha detto, ma non capiamo perché.
- Te lo spiego subito Pam.
Quello si alzò dalla sua scrivania e le invitò tutte ad accomodarsi attorno ad un lungo tavolo di vetro. Dei signori offrirono thè, caffè e stuzzichini. Le ragazze si accomodarono mentre Ryan rimase in piedi. Con gesto elegante si abbottonò il bottone centrale della sua giacca nera. Anche lui era vestito come tutti gli altri. Portando un cartellino appeso al bavero, come la sua assistente e tutti gli altri. Strawberry lo osservò bene, mentre il suo cuore continuava a battere. Fece un rapido calcolo mentale, dieci anni quindi ora ne aveva ventotto. Lo aveva lasciato adolescente e lo ritrovava uomo. Il primo pensiero che le passò per la mente fu “chissà di cosa sanno ora le sue labbra”. Cercò di scacciarlo concentrandosi su quello che stava dicendo Ryan. Il biondo si sentì osservato, e avvertì arrivargli all’ orecchio un BUM, BUM, BUM e guardò Strawberry. Quella abbassò lo sguardo.
- Qui ragazze vi trovate nella sede operativa dell’ IDA, acronimo che sta per Internetional Department Anti-aliens. Si tratta di un ente governativo, segreto ovviamente, che si occupa della salvaguardia della terra dalle specie aliene. Ed io ne sono il Governatore. Dopo che ci siamo lasciati dieci anni fa, io e Kyle siamo tornati negli Stati Uniti… - il cuore di Pam perse un battito nell’ udire quel nome. Dov’ era? – Lì, siamo riusciti con fatica a portare le nostre ricerche al Federal Bureau of Investigation, divisione riservata, impegnata nello studio di avvistamenti e attività aliene… Avrete sentito parlare dell’ “Area 51” oggi chiamata “Nevada Test Site – 51”, il più grande sito in America in cui siano stati riscontrati avvistamenti alieni? – annuirono – Bene… Dopo aver visionato tutto il materiale, compresi i filmati dei combattimenti, la scoperta è passata al governo Giapponese che ha deciso di istituire questo ente.
- Questo è chiaro, ma noi cosa centriamo?
- Ragazze siete qui perché ho… Abbiamo bisogno di voi.
Le ragazze si guardarono negli occhi. Combattere contro gli alieni? Di nuovo?
- Ci stai chiedendo di combattere ancora contro gli alieni?
Ryan fece un cenno col braccio alla sua assistente. La luce calò nella stanza e dal soffitto scese un telo bianco. Venne proiettato un filmato in cui le ragazze riconobbero Pai! Lory si sentì avvampare… Quell’ alieno, magari per le loro convergenze di opinioni, o probabilmente per la loro diversità, l’ aveva sempre affascinata. Il video saltava sia nell’ immagine sia nell’ audio, ma una cosa la capirono. Pai stava avvisando la terra di un pericolo incombente.
- Vuoi dire che ci saranno minacce in futuro?
- Esatto Mina. Future per la terra, ma presenti per altri pianeti non solo del sistema solare, della galassia ma di tutto l’ universo.
Partì un altro filmato. Videro desolazione, fumo, focolai di guerra, cadaveri squarciati, corpi abbandonati chi con teste chi con gambe mozzate. Le ragazze si portarono la mano alla bocca e tornò la luce nella stanza.
- Questi filmati ci sono arrivati l’ altro ieri tramite satellite. Questi individui, chiunque essi siano, molto presto arriveranno anche qui!
- Sta dicendo che stanno distruggendo tutti pianeti dell’ universo? – chiese Lory, choccata dalle immagini appena viste.
- Esatto. Questi nuovi alieni sono come il “vecchio testamento”!
- E saremmo assunte da governo se ho capito bene?
Chiese Strawberry. Ryan, incrociando i suoi occhi, rispose affermativamente. Le cinque si guardarono negli occhi per qualche istante e si capirono alla perfezione. Lasciare la terra in mano di questi distruttori? Abbandonarla? No, era fuori discussione.
- Facciamolo. – sentenziò Pam. Ryan fece un cenno del capo verso di loro.
- Wow! Torneremo a fare le Mew Mew?! – chiese Puddy, il biondo rispose alla sua domanda.
- No Puddy. Dimenticatevi delle Mew Mew. – rispose freddo. Quell’ uomo austero (più di quanto non lo fosse in passato) non aveva niente del Ryan Shirogane ideatore del Mew Project. – Stavolta si gioca con altre armi, si fa sul serio. Dimenticatevi degli alieni che avete conosciuto. Come in questi anni ci siamo evoluti noi, lo stesso è stato per loro. Quelli che dovrete affrontare non saranno comuni alieni ma soldati di ventura, assassini, vendicatori spietati. Macchine del male che si mescolano tra noi umani. Le armi delle Mew Mew non bastano più per sconfiggerli.
- E con che armi combatteremo Ryan? – chiese Pam, mentre i visi delle sue compagne si tingevano di terrore e di un certo sgomento. Il giovane alzò una mano verso il tavolo e un bicchiere di acqua attraversò tutto il tavolo, ma Ryan non lo aveva toccato! Tutte spalancarono la bocca, strabuzzarono gli occhi e si guardarono confuse.
- Che forza!! – disse Puddy elettrizzata. Ryan incrociò le braccia statutariamente, e le maniche della giacca si tirarono leggermente. Aveva messo su massa muscolare, e Strawberry lo notò. BUM, BUM, BUM giunse nuovamente alle orecchie del biondo. Lui cercò di ritrovare la concentrazione.
- Voi lo sapevate che un normale essere umano utilizza solo il venti per cento del cervello? Tutti gli agenti dell’ IDA subiscono un duro allenamento, un corso di addestramento mentale oltre che fisico. Dopo aver preso parte all’ addestramento anche voi sarete in grado di fare cose così, ma attenzione perché la cosa è soggettiva, ognuna di voi svilupperà capacità straordinarie diverse. Apparte questo verrete addestrate anche alla guerra ovvero si parla di armi vere, per essere esatti armi di argento, compresi i proiettili di argento. Un’ altra dritta di Pai.
- Come con i vampiri?
- Esatto Puddy.
- Perché noi Ryan? Se non sono necessari i poteri delle Mew Mew, perché noi? Perché non reclutate dei volontari?
Chiese Pam.
- Perché mi fido di voi. – rispose il biondo, lasciando tutte di stucco. Ryan posò le mani sul tavolo, con le braccia tese e le fissò una ad una negli occhi – perché vi conosco, perché so che siete una squadra, perché so che anche sotto pressione non sbagliate. Siete efficienti, precise, decise, testarde. Siete state brave in passato e so che potete esserlo ancora.
Ancora sguardi d’ intesa tra le ragazze. Stava succedendo tutto così in fretta: troppe informazioni, di nuovo troppe responsabilità.
- Ryan, il pianeta di Pai, Gish e Tart è già stato attaccato?
- No Lory, non ancora. Anche loro come noi si stanno organizzando. Abbiamo bisogno di voi ragazze.
Strawberry, guardó Ryan negli occhi e affermó:
- Combatteremo di nuovo insieme Ryan.

TO BE CONTINUED….
   
 
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