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Autore: LightsWillGuideYou    16/10/2014    4 recensioni
Sono passati ben 15 anni dalla fuga dalla prigione. Un sacco di cose sono cambiate, altre sono rimaste le stesse. Un sacco di persone se ne sono andate, altre cercano di resistere.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Carl Grimes, Daryl Dixon, Judith Grimes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un respiro.
Basta tirare un profondo respiro, e tutto va alla perfezione.
E' stata la prima cosa che Daryl le aveva insegnato quando aveva impugnato la balestra per la prima volta. L'aveva guardata e le aveva sorriso, quasi fosse fiero della sua alunna. Dopotutto quella balestra se l'era meritata. Aveva solo 16 anni, ma era cresciuta in mezzo a quello schifo di morti viventi e non aveva la benché minima paura di usare un'arma.
Ed adesso il maestoso cervo stava davanti a lei, immobile, come se attendesse quella freccia come nessun'altra cosa al mondo. Ultimamente gli animali di stavano comportando stranamente. Sembrava non volessero altro che morire. Probabilmente avevano le loro ragioni, dopotutto non era un bello spettacolo vivere in quel mondo.
Chiuse un occhio lentamente, mettendo a fuoco il paesaggio intorno a lei ed ascoltando attentamente il vento che frusciava fra i rami degli alberi. Sembrava che la sua preda non si fosse ancora accorta di nulla, nonostante la ragazza fosse ormai ben visibile agli occhi di qualsiasi cosa. Poggiò cautamente un dito sul grilletto e si preparò a tirare.
Precisamente non sapeva che cosa stesse aspettando. Un miracolo che uccidesse la bestia, un vagante che l'attaccasse, o qualcosa che le permettesse di non sprecare frecce. Era la sua prima caccia autonoma, non voleva sbagliare niente, eppure sentiva che c'era qualcos'altro a bloccarla...

Alle sue spalle sentì uno sparo e sgranò gli occhi, osservando dal mirino dell'arma il cervo cadere pesantemente a terra. Alzò la testa ed osservò meglio la scena, sperando che se lo fosse soltanto immaginata.
Ed invece la bestia era lì, accasciata al suolo, con un bel buco proprio in mezzo agli occhi. Un impeto di rabbia la pervase in tutto il corpo e, girandosi, prese la faretra con dentro le sue ''munizioni'' e la lanciò contro l'individuo che aveva sparato, senza neanche curarsi di chi fosse. Quando vide i capelli raccolti in uno scomposto codino e il capello da sceriffo, imprecò.

-Cazzo, Carl. Era mio!-

Il giovane uomo alzò lievemente la punta del cappello da sceriffo, e sorrise lievemente puntando un dito verso la ragazza.

-Modera i toni! Da quando parli così?-
-Ehm.. Sempre? Credi che non senta Maggie lamentarsi ogni singola mattina per la nausea?!-

Carl non poté fare a meno di sfoggiare un lieve sorriso e depose la pistola dietro ai pantaloni. Si avvicinò alla balestra a pochi metri da lui e la raccolse cautamente, cercando di non rovinarla.

-Non dovresti trattarla così.. Sai che cosa abbiamo passato io e Glenn per prendertela?-
-Ti ha mandato Daryl, vero?-

Il silenzio del fratello le bastò come risposta.
Judith incrociò le braccia al petto e guardò verso un punto fisso nella natura verde. La rabbia la stava pervadendo come nulla la mondo. Perchè continuavano a non fidarsi di lei? Per tre mesi era stata osservata attentamente dal suo insegnante, dentro le mura di Rileyland. Aveva ucciso centinaia di vaganti, aveva imparato ad usare sia balestra che pistole con una mira eccellente... Che volevano di più?

-Di cosa diavolo si preoccupano? Credono che non sia in grado di uccidere un'animale? E' la stessa dannata cosa!-
-No, Judith... Non lo è. E dovresti saperlo bene-

Judith rabbrividì e Carl abbassò lo sguardo, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Da quel gesto, la ragazza si rese conto che suo fratello si stesse quasi sicuramente riferendo al tanto famoso Shane di cui Andrea non faceva altro che parlargli. Sembrava essere rimasto segnato da qualunque cosa fosse successa con quel tizio.. Eppure nessuno osava raccontarle niente a riguardo. E lei non osava fare domande. Dopotutto nessuno si era mai permesso di chiedere chiarimenti su quello che era successo 4 anni prima nella banca a Portland.

-Un animale non è una persona viva. Me la stavo cavando bene!-
-Erano cinque minuti che te ne stavi dietro a quel mirino.. Hai esitato, e vuol dire che ancora non sei pronta a cacciare. Forza, ti riporto a casa-

Carl si avvicinò velocemente prendendo la sorella per un braccio. Questa lo tolse bruscamente ed iniziò ad urlare. Odiava quando la gente la trattava come se fosse una bambina. Aveva imparato a badare a sé stessa tanto tempo prima, e non aveva intenzione di lasciarsi controllare proprio adesso che la sua vita aveva raggiunto nuovamente un livello di stabilità.

-Carl, non ho più otto anni! So cacciare, non ho bisogno di te e non ho intenzione di tornare a casa senza almeno uno scoiattolo preso di mano mia! Vai da tua figlia e lasciami in pace!

Incrociò le braccia al petto e Carl notò che la benda alla mano destra della sorella si era nuovamente tinta di rosso. Quel graffio ci stava mettendo un sacco a guarire, e non era normale. Judith sembrò accorgersi della sua preoccupazione, così infilò la mano in tasca e con l'altra recuperò la balestra.

-Prenditi pure il cervo.. Fateci quel che vi pare. Io pranzo con roba che ho ucciso io!-

Detto questo, girò i tacchi e si allontanò.
Era incredibile come Grimes non riuscisse a capire il motivo per il quale la sorella si comportasse in quella maniera. Man mano che gli anni passavano, si stava rendendo conto che crescere una ragazzina era più complicato di quel che aveva sempre pensato. Non era neanche sicuro che avesse 16 anni. Andrea diceva di aver tenuto il conto, ma ormai non era neanche più sicuro dell'età che lui stesso aveva. I giorni passavano come niente non ci voleva nulla a perdere il conto. Ormai si basava soltanto sull'andamento delle stagioni e, quando la donna li avvertiva, si festeggiava Natale o Capodanno regalandosi a vicenda scoiattoli o libri trovati in biblioteche abbandonate. La balestra di Judith era stata un regalo suo e di Glenn per il suo possibile compleanno, mentre Daryl aveva fatto di mano sua le frecce. Inutile dire che era stato il regalo più bello che avesse mai ricevuto.
Si avvicinò al cervo e lo caricò sulle spalle, cercando di mantenere un certo equilibrio nonostante il peso della carcassa. Avrebbero mangiato abbondantemente quel giorno, a Rileyland.

 

 

A Judith ci vollero un paio di minuti prima di riuscire a premere il grilletto ed abbattere lo scoiattolo appartato su un ramo dei tanti alberi del bosco circostante alla loro zona. Odiava ammetterlo, ma Carl aveva ragione.. Aveva ucciso un sacco di vaganti, ma una creatura viva era quasi impossibile ucciderla senza sentire sensi di colpa.
Lì pullulava di animali selvatici, ed il cibo in scatola dalle metropoli più grandi non mancava. Si erano scelti un bel luogo per creare una nuova città, proprio a metà fra New York e Brooklyn. Potevano stare tranquilli e mantenersi in contatto con le forze superiori. Ormai i vaganti rimasti in circolazione non erano più così tanti come all'inizio e trovare altre persone vive non era poi così incredibile come lo era stato per anni. Nonostante questa apparente pace, Judith continuava a chiedersi come era il mondo prima che l'apocalisse zombie arrivasse.. Che cosa voleva dire camminare per le strade liberamente, non indossare sempre armi su armi, non aver paura di girare fuori dai confini di notte.. Tutti sembravano ricordare con tristezza quella vita che tanto gli mancava, ma lei non poteva vedere un mondo dove non ci fossero i vaganti. Non riusciva proprio ad immaginarselo.

Sospirò, legando le zampe posteriori dell'animale con un cordino e mettendolo sulla spalla nuda. Erano settimane che indossava la stessa roba e sia canottiera che jeans cominciavano a puzzare come nessun'altra cosa. Gli unici altri vestiti che aveva erano invernali, ed era impossibile indossarli durante l'estate. C'era qualche tuta da carcerato nelle ''scorte'' del gruppo, ma Judith non aveva mai scoperto da dove provenissero, e l'idea di indossarle non la faceva sentire tanto a suo agio.
Prese la balestra, poggiandola sulla spalla opposta alla preda, e riprese la scia lasciata precedentemente per tornare indietro. Carl continuava ad ordinarle di segnare sui tronchi i luoghi dai quali passava, nonostante ormai conoscesse la foresta come il palmo della sua mano. Superò la radura dove il fratello aveva abbattuto il cervo, e seguì distrattamente la scia di sangue lasciata dalla testa di quest'ultimo.

 

 

 

-Dov'è Judith? Sta bene?-

Carl alzò gli occhi al cielo e superò la donna senza neanche darle una risposta, andando verso il giardinetto della casa dove la piccola Lori stava giocando insieme a Sophia.
Ultimamente Beth si stava preoccupando un po' troppo di Judith. Non faceva altro che chiedere dove si trovasse, che cosa stesse facendo e se tutto andasse bene. Era cominciato dall'ultima fuga da Brooklyn, dove Judith era quasi rimasta bloccata in un circolo di vaganti. Se non fosse stato per Daryl, si sarebbe trovata morta nel giro di pochi minuti. Da allora le avevano iniziato ad insegnare come usare la pistola.
Maggie si alzò cautamente dalla sedia sulla quale era stata seduta fino a quel momento, davanti alla loro piccola casa nella zona più tranquilla di Rileyland. Ormai la pancia si cominciava a vedere e, secondi i calcoli di Andrea, doveva essere a circa il terzo mese.

-Beth, stai calma! Agitarsi così non servirà a nulla!-
-Oh, pensa tu a non agitarti! Io mi innervosisco quanto voglio!-

La donna sospirò e lasciò che la compagna si lasciasse sopraffare dal nervosismo. Da dentro casa poteva sentire chiaramente Glenn giocare col bambino, quindi sembrava che tutto andasse bene. Finalmente sembrava che suo marito fosse riuscito ad acquistare la figura paterna che aveva bramato per mesi. Osservò Carl allontanarsi ed andare verso la casa alla fine della strada principale. Non sapevano quale città fosse stata quella prima di andarci a vivere, e poco gli interessava. Adesso il suo nome era Rileyland.

Più che una città, sembrava un paesino dimenticato dal mondo: poche case, un ambulatorio e tanti punti di accesso alla foresta circostante. Quando le avevano trovate, le case erano tutte completamente abbandonate e non sembrava esserci alcuna forma di vita nel raggio di miglia, eccetto per un gatto tigrato che si era miracolosamente salvato. Perfetto per creare un luogo sicuro come lo era stata la prigione tanti anni prima.

Beth alzò gli occhi al cielo, vedendo Judith finalmente arrivare con uno scoiattolo in spalla. Nel mentre, Daryl usciva dalla palazzina con sopra la scritta ''MAYOR'', guardando per terra. Notò Judith in lontananza, e stirò sulle labbra un sorriso.

-Piccola Spaccaculi, soltanto quello?-

Judith alzò lo sguardo nervosamente e fece un lieve cenno in direzione di Carl, che stava ripulendo il gigantesco cervo ai suoi piedi.

-Mi ha fregato la preda-
-Seriamente? Prima volta a caccia da sola e già puntavi ad un cervo?-

Daryl rise e gli poggiò una mano sulla spalla. Stranamente, con la ragazza, diventava una persona completamente diversa da quella che era stata e che era di solito. Si era sempre preso cura di lei trovandole da mangiare, procurandole dei vestiti ed insegnandole a proteggersi. Era in grado di fare qualsiasi cosa a costo che alla Piccola Spaccaculi non succedesse nulla.

-Vorrà dire che ti devo insegnare..-

Judith si voltò di scatto ed annuì. Adorava avere Daryl come insegnante. Sembrava essere l'unico a non giudicarla per come si comportava, per le cose che voleva fare e per come preferisse stare per i fatti suoi. A volte le faceva dimenticare la mancanza di suo padre...

 

 

-Devi farlo, piccola...-
-N-No.. Non voglio, papà-

Le lacrime toccavano terra, creando un piccolissimo punto dove il cemento diventava più scuro. Era stato un errore, nascondersi lì dentro. Chi avrebbe mai detto che un vagante ci si era nascosto chissà quanti anni prima?

-Non voglio che tu mi veda in quel modo, tesoro..-
-Ma possiamo trovare un modo! Ti aiuteremo!-
-Judith!-

Rick era sul punto di piangere, ma cercava di non darlo a vedere per non agitare ancora di più la figlia. Era forte, per avere 12 anni, ma era comunque la cosa più difficile del mondo quella che doveva fare. Sentiva il virus pervadergli il corpo, partendo da punto del morso sul fianco. In realtà voleva che lo facesse lei perchè lui era un codardo e non ne aveva il coraggio.. La bambina teneva la pistola fra le mani, ma le sue braccia non avevano la minima forza di muoversi.

-Ascoltami, piccola: quando me ne sarò andato, devi promettermi che non ti farai prendere dal panico. Aspetta che ti trovino Carl e Daryl. NON TI MUOVERE DA SOLA.-
-S-Sì.. Papà ti voglio bene..-

Rick sospirò ed aprì un braccio, invitandola a rannicchiarsi accanto a lui come faceva tutte le volte che aveva paura del temporale. Ma Judith non si mosse. La paura e lo shock erano troppo alti per permetterle di muoversi minimamente.

-Anche io, Judith... Non hai la minima idea di quanto io ti voglia bene. Ricordalo sempre. Ma ho bisogno che tu sia forte, ora. Fallo per me. Un'ultima cosa per me..-

Judith sospirò mentre i singhiozzi le risalivano su per la gola. Alzò la pesante pistola che le sue esili braccia reggevano a malapena e la puntò alla testa del padre, come più di una volta le aveva insegnato. ''Se ne devi uccidere uno, punta sempre alla testa. Non importa quale arma hai.. Sempre la testa''. Chiuse gli occhi. In quell'attimo Rick si lasciò pervadere dalla disperazione, mentre tutte le lacrime bloccate fino a quel momento scendevano impetuosamente. Proprio in quell'attimo dove Judith non guardava.

-Ti voglio bene, ricordalo..-

Un colpo. Poi silenzio.



Salve! :D Quello che ho appena pubblicato è la prima di una serie di One-shot basate sulla vita in questa nuova cittadina del gruppo dei sopravvissuti. Ho cominciato da poco a vedere The Walking Dead e in neanche una settimana ho raggiunto l'ottavo volume della serie fumettistica.. Insomma, mi piace veramente tanto xD
Spero appreziate quello che ho scritto e che scriverò. lasciate delle recensioni così da darmi consigli su come continuare e ci vediamo al prossimo capitolo!

 

  
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