16/10/2014
2 recensioniImmaginare.
Una coroncina fatta di fiori pendeva sul mio capo. Indossavo un abito bianco di seta e un bouquet di rose non aspettava altro che cingermi le pallide mani. Quel bouquet, quella coroncina, quel vestito… Facevo finta di starmi sposando. Non era stato difficile hackerare il programma di scelta d’abiti e inserirvi questo, a mio parere, splendido modello. Intonai, con la mia voce, acuta qual è, un motivetto. Pensai che fosse adatto a un matrimonio. Immaginai attorno a me la scena: un prato, decorato da fiori di ogni genere, e un arco candido pronto ad accogliere il passaggio della sottoscritta. Immaginai anche un velo, lungo sino alle caviglie, a cingermi il capo. Immaginai una folla esultante che mi batteva le mani, e lì, in cima all’altare, il mio principe azzurro. Immaginai… Immaginai e basta. Attorno a me c’era solo il vuoto più totale, un bianco infinito che non nascondeva orizzonti di alcun genere. Avanzai in quello stesso vuoto, immaginando, almeno per una volta, di esistere. A un certo punto qualcosa saltò al mio occhio. Qualcosa volava… volava davvero in quello spazio infinito di solitudine. Qualcosa che non avevo immaginato nel mio matrimonio ideale. D’un tratto sembrò posarsi su una delle mie code azzurre, ma qualcosa frenò la sua corsa.
“E tu? Cosa ci fai qui? Ti avranno aggiunto per sbaglio al programma… Da quanto so le farfalle non sanno cantare.”
Rimasi lì, ad ammirarla con aria sognante, finché non la vidi volare via da me. Dopo un po’ non la vidi più. Solo allora capii: la farfalla che avevo appena visto l’avevo immaginata solo per immaginare di non essere realmente sola, fin quando non sono tornata alla realtà, se così può essere chiamata. Per me rimane ancora un mistero come un programma digitale possa provare qualcosa come la solitudine, resta il fatto che per me, quello, fu un momento speciale, in cui non mi sentii più l’unica in questa prigione che non muore mai.
“E tu? Cosa ci fai qui? Ti avranno aggiunto per sbaglio al programma… Da quanto so le farfalle non sanno cantare.”
Rimasi lì, ad ammirarla con aria sognante, finché non la vidi volare via da me. Dopo un po’ non la vidi più. Solo allora capii: la farfalla che avevo appena visto l’avevo immaginata solo per immaginare di non essere realmente sola, fin quando non sono tornata alla realtà, se così può essere chiamata. Per me rimane ancora un mistero come un programma digitale possa provare qualcosa come la solitudine, resta il fatto che per me, quello, fu un momento speciale, in cui non mi sentii più l’unica in questa prigione che non muore mai.