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Autore: Dagyr    19/10/2014    3 recensioni
“ Riesco a muovermi! “ Sono euforico, “ Mamma, riesco di nuovo a muovermi.” Mi alzo di scatto e batto la testa contro qualcosa di duro, ricado indietro atterrando sul morbido, con le mani ispeziono intorno a me, stoffa, stoffa!! Dio, ma dove sono?! Mamma...Mamma!! Con orrore mi accorgo che rimarrò per sempre prigioniero del mio incubo." ispirata al mito di Medusa.
[Partecipante al contest "Dal passato al presente" indetto da Shinkari sul forum di EFP]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome Autrice: Dagyr
Titolo: Dentro l'incubo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Nessuno.
Coppie: Nessuna.
Note de'autrice (facoltativo): Storia ispirata al mito di Medusa.


DENTRO L'INCUBO.
 

E' buio per strada, cammino a tentoni cercando di vedere dove metto i piedi e di tanto in tanto sussulto per gli improvvisi rumori che nell'oscurità mi avvolgono.

“ Una luce... vedo una luce laggiù !” Spontaneo e stridulo è il grido che esce dalla gola e quasi non la riconosco. I miei passi accelerano verso quella che credo essere la salvezza e rimbombano tutto intorno, finalmente giungo nel cono luminoso e con le mani copro gli occhi che sono feriti dalla luce intensa; sbatto le palpebre con furore, non mi piace la sensazione che provo, una sensazione di ansia che mi comprime il petto levandomi il respiro ed il cuore accelera i battiti. Posso sentirli, pulsano nelle tempie provocando dolore nella mia testa. A fatica riesco ad abituare gli occhi alla luce e, fessurizzandoli, cerco di guardare oltre essa. Faccio ancora qualche passo lentamente e con lo sguardo oltrepasso la coltre di nebbia notando ora una figura, sembra immobile.

“Hey là ?!” il mio tono risuona incerto.

“Posso... posso sapere dove mi trovo ?”

La figura si muove impercettibilmente e la sensazione che avevo provato all'inizio si intensifica trasformandosi in paura; i miei denti battono, ma non ho freddo, mi avvolgo le braccia con le mani, questo dovrebbe darmi un senso di protezione, ma non funziona, e i passi che mi avevano portato in avanti, ora mi riportando all'indietro mentre la figura, lentamente avanza. Mi fermo di colpo, impietrito, quell'essere che ora mi è davanti è enorme, e le braccia che avevo strette attorno a me, mi cadono inermi lungo i fianchi. Il respiro si blocca, gli occhi si sgranano e la bocca si apre non emettendo alcun suono. Il terrore che provo mi tiene fermo sul posto, non riesco a smettere di guardare quella cosa davanti a me, mi sovrasta, non so quanto sia alta e non voglio saperlo, voglio solo scappare ma non posso, non riesco a far spostare le mie gambe, sembrano di legno. Un mantello di un colore indefinito ne ricopre il corpo, dei suoi piedi intravedo solo le punte che fuoriescono sotto il tessuto malridotto, ma la cosa che più mi fa rabbrividire è il cappuccio, perchè ricade floscio dietro le sue spalle larghissime.

Osservo i suoi movimenti, lenti e studiati che aprono una parte di quel mantello mostrandomi il suo contenuto, la nausea mi assale, e gli acidi dello stomaco mi bruciano l'esofago facendomi lacrimare, con la mano mi copro di scatto la bocca per non vomitare.

Trattenuta dal braccio, e sostenuta dal fianco, ha la sua testa, che mi guarda con gli occhi vuoti della morte, dal taglio del collo ancora gocciola sangue scurissimo e maleodorante, la sua bocca mi mostra un ghigno malefico, e la cosa peggiore è... che si sta avvicinando ancora di più ! I miei occhi roteano su di lui, sento il sudore che dalla fronte scivola bagnandomi il viso, poi qualcosa scatta dentro di me, e senza pensare mi volto e comincio a scappare, non mi giro per guardare se mi sta seguendo, ho paura di quello che potrei vedere, e una risata nervosa mi scappa durante la fuga. D'istinto mi dirigo verso l'ingresso di un vicolo, “ Salvo...sono salvo !! ” , ma è un grido di vittoria che mi muore in gola mentre sbatto contro il muro che mi scaraventa a terra. Sono ancora là, quando con orrore mi accorgo che la figura è apparsa come per magia, bloccandomi ogni via di fuga, rotolo veloce su me stesso, e mettendomi a sedere, gattono verso il muro. Dolorante mi alzo voltandomi di nuovo, e il mio sguardo cade sull'arma che quell'essere orribile impugna, è una gigantesca picca, e la sta alzando senza sforzo, i miei occhi ne seguono il tragitto e il mio cuore perde colpi... boccheggio. Allargo le braccia appiattendomi contro il muro, e finalmente urlo... urlo e urlo, mentre la picca si abbatte su di me...

“ Ron...Ronny...” sento qualcuno che mi afferra e mi scuote forte, “ Ti prego, svegliati ! ”

Apro gli occhi, ma il buio ancora mi avvolge, punto i gomiti sul materasso e con fatica mi metto a sedere, gettandomi di lato, contro la figura seduta accanto a me, che mi accoglie fra le braccia accarezzandomi.

“ Hai avuto un altro incubo, Ronny? ” La voce che mi parla è dolce, ed io, piano piano comincio a respirare normalmente, mentre sento un panno morbido e fresco che mi deterge il viso dal sudore, mi sento zuppo, come se qualcuno mi avesse gettato addosso dell' acqua.

“ Mamma... è stato orribile... ”

“ Shh...Shhh...Non parlare, tesoro, sono qui...” Sento le lacrime di mia madre colpire delicatamente le mie guance, e alzo lo sguardo senza riuscire a vederla.

“ Lo stai facendo di nuovo, stai piangendo...” mia madre soffoca un altro singhiozzo, “ Mi avevi promesso che non l'avresti più fatto... Ti prego, lo sai che poi ci sto male.” L'ammonisco dolcemente mentre alzo la mano per accarezzarle il viso, e con le dita, cerco gli occhi per asciugarle il pianto.

“ Lo so tesoro, ma quando ti vedo così, mi fa male al cuore. “ Mamma continua ad accarezzarmi e a cullarmi dolcemente come fossi un neonato, la lascio fare, e lentamente tutta la tensione che avevo accumulato sembra svanire.

“ Che ore sono? ”

“ Sono quasi le sei, vuoi provare a dormire di nuovo? Vuoi che resti con te? ”

Sorrido, e lei, spostandomi un po' si stende accanto a me tenendomi ancora fra le sue braccia. Cado in un sonno senza sogni.

Quando mi sveglio la cerco con la mano, ma lei non c'è, in compenso sento profumo di caffè, finalmente è giorno e con esso tutte le paure sono scomparse. Mi alzo, so già dove trovare le ciabatte, vi infilo i piedi e dopo essermi stiracchiato, sbadiglio rumorosamente. Poggiando la mano contro il muro mi dirigo in cucina.

“ Buongiorno, come và? ” La voce di mia madre mi accoglie, sembra sollevata. “ Su, siediti, il caffè è pronto. ”

Conto i passi fino al tavolo, cerco la sedia e sento mamma che, con passo svelto, mi si accosta e prendendomi la mano mi guida verso la sedia.

“ Grazie mamma, ma non devi, “ cerco di essere gentile, non voglio offenderla, “ posso fare da solo, sai ? ”

“ Si, lo so, ma mi devo ancora abituare a questa...”

La voce di mia madre si interrompe, sento le sue mani che aprono le mie per mettervi la tazza di latte e caffè.

“ Ho diritto anche a qualche biscotto ? ” Una risatina, finalmente sento mamma che ride, era da tempo che non lo faceva.

“ Com'è bella la tua risata mamma, era dal giorno dell'incidente che non ti sentivo più ridere. ” Sospiro forte mentre prepotente mi torna in mente l'orrore di quella giornata.

Esco di casa, e attraversato la strada, mi sono diretto al piccolo supermercato all'angolo per fare un po' di spesa, quando sono uscito mi è passata davanti una strana donna, portava degli occhiali grandi e scuri, le occupavano quasi tutto il viso, la sua testa era coperta da un turbante e il vestito le arrivava ai piedi. Ho creduto che fosse ubriaca, non aveva il passo sicuro, barcollava, ma guardando meglio ho notato che dondolava lievemente e la sua pelle era di un pallore spettrale. Un brivido mi è corso lungo la spina dorsale quando si è voltata per fissarmi da dietro quegli ovali scurissimi, ma è stato solo un attimo, per timore forse, ho abbassato lo sguardo per poi guardare altrove. La strana donna ha continuato lentamente il suo cammino e stavo per andare via anch' io, ma una frase di una voce infantile mi trattiene dall'andare, e incuriosito rimango a guardare la scena.

“ Mamma, ma che ha quella signora ? Hai visto quanto è brutta ? ”

“ Smettila Simone, quante volte ti ho detto che non si parla male delle persone ? ”

La giovane donna si volta verso il bambino e lo strattona, infastidita dal commento scostumato del figlio, poi lo colpisce con poca convinzione dietro la testa. Continua a guardare la vetrina con gli abiti in saldi. La donna misteriosa si ferma, e lentamente volge il capo verso le due figure, il bambino si zittisce all'istante, ed io ancora sono lì, e come una scena al rallentatore noto lei che abbassa un po' i suoi occhiali scuri; il piccolo dopo averla guardata ha cominciato a tremare come una foglia facendosi la pipì sotto, poi è rimasto immobile; ho trattenuto il respiro stringendo forte fra le dita la busta della spesa, mentre lei, con un sorriso mesto e cattivo sospinge di nuovo sul naso gli occhialoni, andando via silenziosa con la sua andatura strana.

“ Che prezzi...” Sento la giovane borbottare e allungare la mano verso il bambino, “... E hanno anche il coraggio di chiamarli saldi, forza Simone andiamo... e sbrigati! ” Spazientita afferra il polso del figlio tirandoselo dietro.

Soffoco un grido quando vedo il piccolo cadere come una colonna e frantumarsi in mille pezzi. La madre, spaventata e incredula fa un salto indietro, terrorizzata comincia ad urlare poi sviene mentre la gente accorre per vedere cosa sia accaduto. Io non riuscivo a credere a quello che avevo visto, e senza rendermene conto mi sono ritrovato in mezzo alla strada, mi sono voltato solo quando ho sentito l'auto frenare bruscamente, poi non ricordo più nulla...dopo è stato solo il buio e quegli incubi ricorrenti.

“ Hai sentito? E' scomparsa un'altra persona questa settimana e la polizia non sa ancora perchè...”

La voce di mia madre mi riporta al presente, non mi sono accorto che ha acceso la televione per ascoltare il notiziario, alzo le spalle, non è che mi interessa molto.

“ Perchè non esci un po'? Ti farebbe bene. ”

“ Si, magari faccio due passi sulla spiaggia, posso portare con me Lady? ”

“ Certo che puoi, anzi devi, così ti farà compagnia e ti guiderà. ”

“ Mamma, non è un cane guida, è solo un barboncino! ” Sbuffo, a volte è un po' soffocante.

“ Va bene, va bene, allora vuol dire che ti farà solo compagnia, ma non stare via molto, lo sai che poi mi preoccupo. ”

Avrò fatto una smorfia buffa perchè la sento ridere di nuovo, finisco di fare colazione e vado a lavarmi, sul letto trovo già pronti i miei vestiti.

“ Lady! Su bella vieni qui. ” Zampette sul pavimento, mi accoglie un guaito gioioso e una lingua umida e calda mi lecca la mano. Ridacchio e mi inginocchio mentre con una mano trattengo il collarino della cagnetta e con l'altra aggancio il guinzaglio.

“ Sei pronta piccola? ”

Lady abbaia contenta e mi trascina letteralmente facendomi urtare contro lo stipite della porta della mia stanza. Questa volta rido forte massaggiandomi la fronte.

“ Ma...io vado! ”

“ Ok! ”

Apro la porta e sento il calore del sole che mi avvolge, trattengo Lady altrimenti è lei che porta me, e non il contrario, la cagnetta mi accompagna verso il cancelletto di legno, lo apro ed insieme ci avviamo verso la spiaggia; E' stato un bene che la nonna ci abbia lasciato la casetta al mare.

Dopo pochi metri sento la sabbia morbida sotto le ciabatte e mi lascio guidare dal cane, la sento tirare e affannare, e tiro un po' il guinzaglio per rallentare la sua andatura, poi la sgancio lasciandola libera di correre. Cammino ancora un pò, mi siedo quasi in riva al mare lasciandomi coccolare dalla brezza marina e dal sole. E' metà Maggio ma non c'è ancora nessuno sulla spiaggia.

Sento Lady abbaiare furiosamente e con timore mi tiro su veloce seguendo il guaire nervoso del cane. Fischio, “ Lady !! Lady, dove sei ?” Sono vicino, la sento distintamente ora.

“ Eccomi, Lady, cosa c'è ?” Cerco con la mano la cagnetta, la trovo, la sento rigida e ringhiante.

“ Ma che hai!? Tranquilla, sono solo i gabbiani!” Ma il tono della mia voce non convince neanche me, e come nel sogno ecco quella sensazione di timore che mi fa battere forte il cuore.

“ Chi c'è qui ? Hei !!!” Grido, ma mi risponde un'eco sordo, rammento che nelle vicinanze della spiaggia ci sono delle grotte, alcune anche abbastanza profonde, io non vi sono mai entrato, ne ho sempre avuto paura, e mentre rimetto il guinzaglio alla mia bestiola lo sento, una specie di suono giunge al mio orecchio reso sensibile dalla cecità, sembra... un sìbilo. Lady guaisce e cerca di scappare, è talmente terrorizzata che sembra avere le convulsioni, riesce a liberarsi dalla mia presa, e sarei caduto se qualcosa o qualcuno non mi avesse afferrato impedendomi di farmi male sulle rocce. Resto immobile per un attimo, poi cerco di rimettermi in piedi appoggiandomi alla generosa persona che aveva mi aveva impedito di cadere.

“ Grazie.” Ho mormorato soltanto e dopo aver toccato chi mi aveva salvato ho ritratto veloce la mano. Quella persona era gelida.

“ Perdonami, sono stato scortese, forse sei freddo perchè sei stato nelle caverne, vero?”

Ancora quel sìbilo, sento strisciare e poi più nulla. Resto ancora in ascolto per qualche minuto, mi faccio coraggio e usando le mani come fossero i miei occhi mi incammino verso la grotta addentrandomi all'interno. Dopo un po' ecco che un odore pungente arriva alle mie narici, non sapevo cosa fosse e da che direzione arrivasse, mi sembrava di rivivere l'incubo della notte passata. Un' idea l'avevo ma la rifiutavo, però, la curiosità di arrivare fino in fondo non mi abbandonava.

Continuo ancora, le mani frenetiche scivolano sulle pietre fredde, improvvisamente inciampo e cado su qualcosa di molle e puzzolente, mi inginocchio e tocco quella cosa davanti a me, la esploro. Ritiro le mani di scatto e tento di ripulirle sui calzoni, era quello che restava di un essere umano; il tanfo è orribile e vomito. Comincio a gridare aiuto ma la mia voce rimbomba nel profondo della grotta e Lady... già Lady chissà dov'è adesso.

“ Lady ? Lady vieni qui piccola!” fischio ma non ottengo risposta, il sìbilo, lo sento di nuovo, mi metto in ascolto, sembra vicino, il sudore comincia ad imperlare la mia fronte e lentamente mi muovo fino a ritrovarmi con la schiena contro la dura roccia, sento un altro respiro, non sono solo.

“ Chi c'è ? Per favore rispondi...” Qualcosa si avvicina al mio viso, maledico me stesso per essermi introdotto nella caverna.

“ Cosa vuoi da me ? “ Il rantolo sibilante che mi parla mi solletica l'orecchio, il solo sentirne il suono mi fa accapponare la pelle. Non riesco a muovermi, sono come pietrificato.

“ Io... io... volevo solo... solo ringraziarti, sempre se... se sei stato tu ad afferrarmi.”

“Non dovevi seguirmi”

“ Vivi qui ? Perchè ti nascondi ?”

“ Vai via !”

L' urlo alto e stridulo mi ferisce le orecchie, me le copro con le mani, stringo gli occhi rannicchiandomi in posizione fetale. Sento di nuovo la sua presenza che mi sovrasta.

“ Ti prego, non farmi del male.” La mia voce suona incrinata e tremante, la sua pelle non emana calore, nonostante sia molto vicina; il ringhio di un cane rimbomba nella grotta e il mio cuore accelera i battiti, “ Lady! ” penso con gioia mista ad orrore è venuta in mio soccorso nonostante tutto, la mia piccola, ho timore per lei, non so chi si trova di fronte.

“ Scappa, va via Lady! ” Ma lei continua a ringhiare ed assieme al suo abbaiare furioso odo il sibilo di mille serpenti, inorridito grido mi rannicchiandomi ancora di più, e forse è stato questo mio gesto a dare il via al tutto. La cagnetta con le sue zampette piccole spicca un salto atterrando sul mostro, che a sua volta sposta l'attenzione su di lei, ed emettendo un verso disumano l'aggredisce a sua volta. Il mio udito segue la lotta, diventa sempre più aspra, Lady di tanto in tanto guaisce, ed io piango, il mio cuore sembra un martello pneumatico, fa male tanto batte impazzito nel petto. Sussulto ogni volta che quell'essere colpisce le pietre e il terreno che mi circonda trema tanto sono violenti, chiamo il mio cagnolino, ma lei sembra non ascoltarmi, continua ad infierire contro quella cosa che ora capisco sembra non avere nulla di umano. Mi sembra di impazzire, per la prima volta maledico la mia condizione di cieco, vorrei aiutare Lady, ma non posso, le mie mani vagano per il terreno umido e sotto le dita sento dei ciottoli spigolosi, molto probabilmente frammenti di roccia rotti dal mostro durante la lotta con il cane. Respirando forte li stringo forte fra le dita e girando un po' la testa mi metto in ascolto cercando di distinguere i suoni della piccola battaglia, non è facile, prego mentalmente poi mi faccio coraggio e comincio a tirare i sassi. Inizialmente sono deboli e indecisi, ma sentendo guaire per l'ennesima volta la mia piccola barboncina comincio ad essere più deciso, poi incazzato. Sento tonfi sordi seguiti da grida gutturali e sibilanti, e con soddisfazione mi rendo conto di star cogliendo nel segno, continuo ancora più incazzato a tirare sassi sino a quando con orrore mi sento afferrare sotto il collo, mi manca la terra sotto i piedi, sono a mezz'aria e boccheggio, sul viso l'ansare fetido di quell'essere mi fa quasi svenire, scalcio con furore tentando di colpire la parte bassa di quel mostro, ma vanno a vuoto, ho ancora il sasso fra le mani e con la forza della disperazione tiro il mio ultimo colpo. Qualcosa di caldo e vischioso colpisce il mio viso, un fievole lamento giunge alle mie orecchie e il forte sìbilo piano piano svanisce, la mano che mi teneva il collo lascia la presa facendomi ricadere al suolo, resto un momento intontito mentre un tonfo sordo e pesante sfiora il mio corpo scaraventandomi qualche metro più in là. Con il respiro affannato sforzo il mio sguardo, ma acutizzo solo il mio dolore fisico e morale; un pensiero fulmineo trapassa la mia mente, Lady, la mia piccolina, non la sento più, strascico i piedi tentando di camminare, con il ricordo della lotta nella mente mi avvicino al luogo dove immagino sia avvenuta, mi inginocchio tastando con le mani la terra bagnata, poi la sento, il pelo della cagnetta è intriso di quello che immagino essere sangue, la tocco, la esploro, è rigida ed io tremo mentre le lacrime scorrono sul mio viso. Non pensavo che mi amasse così tanto da sacrificare la sua vita per me, poi mi volto e con fatica mi rialzo per riavvicinarmi al mostro agonizzante, la sua gola emette un fievole gorgoglìo, mi inginocchio anche presso di lui e uso le mie mani per guardarla, ispeziono ogni centimetro di quel corpo freddo e lacero dovuto ai morsi di Lady, arrivo al busto e con sorpresa sento sotto le dita due piccoli seni sotto un ruvido tessuto, il mio animo è talmente pieno di odio e di ira verso quell'essere che non provo pietà, ispeziono il viso, sembra bello ma quando le tocco i capelli qualcosa mi morde e un dolore lancinante mi sale subitaneo dalla mano paralizzandomi il braccio.

“ Cazzo...” mi allontano camminando all'indietro, mi mantengo il braccio che sembra di fuoco,

“ Maledetta bastarda...” trattengo il respiro fa male da morire, sento l'aria che mi colpisce il viso, sono fuori. Inciampo e cado battendo la testa.

“ Ronnyyyy!!! Ronnyyyy! Commissario, venga, qui c'è una grotta.”

“ Non si avvicini signora, ci aspetti, potrebbe essere pericoloso.”

Voci, sento delle voci, sono tante, c'è anche la mamma, finalmente sono venuti a prendermi.

“ Mamma, mamma sono qui, aiutami ti prego!”

“ Signora, stia indietro, non guardi. Commissario, venga a vedere.”

Sento urlare e piangere, “ mamma non piangere, sono solo un po' ammaccato ma sto bene!”

“ Poveretto, chissà da quanto tempo è qui, quarda il rigor mortis ha già irrigidito le braccia, ha battuto la testa. Hai chiamato il medico legale?”

“ Si, signor commissario, dovrebbe essere qui a momenti.”

Ma che stanno dicendo? Di che stanno parlando? Io sto bene, mi fa solo male il braccio, un morso, qualcosa mi ha morso, forse un serpente che si è insinuato nei capelli di quella stronza che ho ammazzato.

“ Tenente, lasci avvicinare la signora per il riconoscimento.”

“ Venga signora, cammini piano, il terreno è insidioso potrebbe farsi male.”

“ Mio Dio... Mio Dio...”

Singhiozzi soffocati riempiono le mie orecchie. “ Mamma, perchè piangi? Sono vivo!”

I singhiozzi continuano sono più forti ora.

“ Il mio bambino, il mio povero bambino.”

Qualcuno mi prende fra le braccia, mi culla, inspiro il profumo di mia madre, cerco di abbracciarla ma il mio corpo si rifiuta di obbedire.

“ Commissario venga a vedere! ”

Passi ovattati che frettolosi rimbombano verso l'interno.

“ Ma che diamine...”

“ Dio, che schifo, mai vista una cosa simile.”

Ancora passi che provengono dall'esterno e che vengono verso di me, mentre le lacrime di mamma inondano il mio viso.

“ Venga via, signora, su. Qualcuno porti fuori la madre del ragazzo.”

“ No!! Noooo! Ronny, Ronnyy!”

Sono di nuovo a terra e la voce di mamma si fa più lontana, “ Mamma, perchè vai via? Portami con te, mi fa male dappertutto, mamma!!”

Ancora mani che mi toccano, e non riesco a muovere un muscolo, non riesco a reagire.

“ Sembra che il ragazzo sia morto battendo la testa, guarda la lacerazione qui, parte da dietro la nuca e finisce all'orecchio. Poveraccio, non credo che abbia sofferto, la morte è sopraggiunta subito.”

“ Maledetto stronzo, lo capisci che sono vivo? ”

“ Hey, Martin, vieni qui, vieni a vedere cosa abbiamo trovato!”

Voci dal profondo della caverna, hanno trovato il mostro, così capiranno una buona volta che non sono morto.

Un fischio prolungato.

“ Porca miseria, ma cosa diavolo è ?”

“ Pensavo potessi dirmelo tu, sei tu lo scienziato,no?!”

“ Sono un medico, non uno scienziato.”

“ Commissario, ho trovato qualcosa.”

Ancora un fischio prolungato.

“ Statue? Ma cosa...sembrano vere, perfette in ogni dettaglio, guardate i loro abiti...”

Silenzio.

Sento correre, qualcuno mi passa accanto e poco distante da dove mi trovo vomita.

“ Non sono statue John, guardale bene.”

“ Che mi venga un accidenti, la signora Wallas, il signor Prannel, il signor Carry... Poveracci, ma cosa li ha ridotti così? No, non ci credo, non può essere, è solo una leggenda!”

“ Bhè, direi che ogni leggenda ha il suo fondo di verità!”

I suoni sono svaniti, non sento più nulla, qualcuno mi ha adagiato sul letto, finalmente, sono a casa, sento mamma che mi accarezza la guancia, e piange ancora, c'è anche la nonna, anche lei piange, cerco di scuotere la testa, voglio alzare il braccio, voglio alzarmi dal letto ma sono immobile. Perchè tutti piangono? Non sono morto. Ora non sento più nulla, mi hanno lasciato solo, meno male ero stufo di sentire tutti quei piagnistei. Mi addormento, non so quanto tempo ho dormito, mi tocco il braccio, il dolore si è affievolito.

“ Riesco a muovermi! “ Sono euforico, “ Mamma, riesco di nuovo a muovermi.” Mi alzo di scatto e batto la testa contro qualcosa di duro, ricado indietro atterrando sul morbido, con le mani ispeziono intorno a me, stoffa, stoffa!! Dio, ma dove sono?! Mamma...Mamma!! Con orrore mi accorgo che rimarrò per sempre prigioniero del mio incubo.   

NOTA: Alla fine il veleno ha paralizzato il ragazzo e quindi viene creduto morto. Viene dunque seppellito nella bara ed il suo incubo si realizza. Grazie per aver letto.
   
 
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