Schmach.

Cielo.
Un cielo azzurro.
Un cielo azzurro che puoi vedere attraverso crepe e buchi nel soffitto.

Rovine.
Rovine dell'animo.

Sconfiggere il nemico. Errori. Sconfitta. Retroguardia. Messa da parte. “Ho perso contro Shinji”.

E sei fuggita, lontano da tutti e da tutto, lontano dall'orgoglio; lontano da quel maledetto Evangelion rosso come il sangue.
E ora giaci in quella vasca da bagno, Asuka, nuda, ricoperta solo dal sottilissimo velo della vergogna; incapace di pensare, immobile a guardare in alto, a quelle mura devastate che tanto s'intonano al tuo animo.
Il tuo animo.

Sei stata in grado di farlo crescere sano e forte, giorno dopo giorno, come si costruisce un castello, sicura che nessuno sarebbe mai e poi mai riuscito a penetrare le forti mura che circondavano quella lucente costruzione.
Ed eri felice, Asuka, perchè sapevi che lì nessuno ti avrebbe disturbata.
Eppure è accaduto, e tu sei lì immobile; il cervello paralizzato dal dolore.

Chi mai se lo sarebbe aspettato che la grandiosa Asuka, Second Children, sarebbe mai caduta così in basso?
Ricordi gli applausi? Ricordi le strette di mano? La gente che si congratulava con te?
“Brava Asuka, ottimo tasso di sincronia!” dicevano gli altri, e tu eri felice, certo che lo eri, ma di una felicità fasulla, che ovviamente come tutte le cose fasulle è destinata a finire.
Ti rivedi da piccola, poco dopo la tragedia, poco dopo che eri stata scelta per diventare una pilota d'elite.
Hai voglia di urlarle di scappare finchè può, perchè tu sai già come andrà a finire pilotando l'Eva.
“Io salverò il mondo!” ti dicevi, e ci credevi, certo che ci credevi, perchè una bambina non può far altro che aggrapparsi alle sue certezze.
E così hai continuato a fare, arrampicandoti sulla gloria, dimenticando il passato, seppellendolo, perchè tu sei Asuka, e Asuka è la ragazza perfetta, quella che non sbaglia mai.

E' stato un bel sogno, vero Asuka?
Fin quando non sono arrivati loro: gli altri Children.
Povera piccina, era ora che qualcuno ti aprisse gli occhi, vero?

Qual'è il tuo incubo, Asuka?
Hai paura di morire?
Hai paura di essere abbandonata?
Hai paura che gli altri ti considerino inferiore?
E' bastato un'Angelo a rendere concrete queste fobie, riportando a galla ciò che avevi tentato di seppellire sotto al tuo castello.
Erhängen.

E poi sei fuggita. Sei fuggita dall'Evangelion immobile, da quel maledetto robot che ti ha rovinato la vita.
Sei fuggita dal giudizio degli altri e dal loro sguardo.
Sei fuggita da Shinji, dalla First e da Misato.
E ora ecco che, in questa casa che crolla a pezzi, lontana da tutti, il tuo vero Io si mostra.

Chi sei Asuka? La ragazza perfetta o la bambina che guarda la madre impazzire?
Da quanto tempo non mangi? Da quanto tempo ti sei lasciata andare?
I tuoi occhi blu ora sono spenti, palpebre che non sbattono più, pupille fisse in un incubo ad occhi aperti. I tuo capelli rossi sono così sporchi che potrebbero sembrare castani.
“Nessuna idoneità come Pilota” sussurri con voce smorzata.
Vorresti piangere,Asuka, ma non ci riesci; vorresti lasciare libere le lacrime ma queste non scendono.
Sembra quasi che a furia di bloccarle tu abbia disimparato a piangere.
Non un'emozione. Niente odio, ne rancore, ne rabbia. Bianco.
Sei vuota come uno scheletro.
Cerchi riparo in questa piccola vasca come se fosse un Entry Plug, anche se sai che non tornerai mai più lì.
Anche se sai che l' LCL non riempirà mai più i tuoi polmoni.

Vorresti solo lasciarti andare, perchè non puoi più sopportare tutto questo.
“Lasciatemi qui, lasciatemi morire. Che senso ha vivere se non posso pilotare? Che senso ha respirare se nessuno mi guarda piu? Ora sono pronta”

Eppure, ancora una volta, il destino è crudele con te.
Non ti rendi neanche conto di cosa dice l'uomo che entra nella stanza diroccata, non lo guardi neanche in faccia.
Non senti neanche la siringa nel tuo braccio.
Chiudi gli occhi.
Ti portano via.
Non ti lasceranno morire.
Solo per questa volta.