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Autore: ilaperla    19/10/2014    1 recensioni
Chi poteva dirlo che dietro una lacrima ci fosse la rinascita?
Rialzarsi è sempre così complicato e faticoso, ma può accadere che un giorno il destino, o la coincidenza, decida che è arrivato il momento di nascere a vita nuova.
Hai vissuto, hai sofferto, sei caduto, ma prima o poi il momento di risollevarsi arriverà anche per te.
Mai demordere, mai pentirsi.
Il momento di dire basta arriverà e chi lo sa... tutto può accadere in un pomeriggio di ottobre.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A me stessa e a tutti quelli che
vorrebbero ricominciare.



 
Ottobre.
Tre anni da quando lui non c’era più nella sua vita e tutto era cambiato.
 
Erano cambiati i pomeriggi estivi: prima passati in treno per viaggiare dall’altra parte della regione, ora passati sui libri dell’università.
Erano cambiati i sospiri: prima erano pieni di amore, ora più spensierati.
Erano cambiati i suoi baci: prima dati sempre e unicamente a lui, ora assenti.
Erano cambiati i suoi occhi: prima lucidi e impauriti, ora limpidi e allegri.
 
Tre anni da quando lei non si conosceva più, si guardava accanto e non trovava la persona che per tanti anni era stata lì.
 
Ottobre.
Un sole alto nel cielo, un caldo afoso e la voglia di cambiare.
 
Lei apre il cassetto dei ricordi, dimentica ormai da anni del contenuto e per un attimo ne rimane incantata.
C’è tutta una vita lì all’interno.
 
La sua vecchia scuola, la sua vecchia classe, le gite, le amiche, l’università… lui.
 
Non ha un approccio con tutto quello, da troppo tempo. Da quando lui un giorno di ottobre, nel pieno della pioggia, decise di andare via.
 
Lei alza gli occhi sul calendario, come se la stesse chiamando a gran voce e impaurita chiude in fretta quel cassetto.
Si accascia per terra e si porta le mani al petto: il cuore galoppa, come se avesse capito tutto, come se stesse preannunciando nuovamente la fine.
 
Ma questa è una fine diversa, questa è la sua rinascita.
 
Lei si mette in ginocchio e prendendo un sospiro più forte, riapre quel cassetto dando un’occhiata nuovamente al calendario, per sincerarsi se la coincidenza non sia stata solo il frutto della sua immaginazione.
 
In cima alla sua vecchia vita, ci trova il suo quadernino rosa che portava sempre con se in quei viaggi in treno, che duravano ore e ore.
Un sorriso le scappa dalle labbra, ricordando i tramonti e il chiasso della gente attorno a se.
Amava perdersi nella musica del suo mp3 e scrivere qualsiasi cosa le passasse per la testa.
 
Afferra tra le mani tremanti quel quaderno e lo mette da parte, perché consapevolmente già sa cosa c’è scritto dento. Lo ricorda benissimo e non c’è bisogno di andare a spruzzare veleno su quelle ferite ormai cicatrizzate.
 
La nuova cosa, nel cassetto, le colpisce al petto. Il suo diario scolastico, rovinato agli angoli e scolorito sulla copertina.
L’ultimo anno di scuola.
L’inizio di tutto il suo percorso, l’inizio della sua salita.
Un vecchio diario verde a fiorellini, insulso ma che in quell’anno non se ne separava mai.
Lo sfiora, come se stesse sfiorando la guancia di lei stessa di quel lontano anno ormai passato, come se le potesse dare forza. Come se le potesse dire che tutto si sarebbe aggiustato, che lei ne sarebbe uscita vittoriosa.
 
Automaticamente, posa anche questo su quel piccolo quadernino.
 
E ora la parte più difficile.
Quella busta per le lettere gialla, che contiene forse, la sua più grande parte di cuore.
 
Lei chiude gli occhi e si prende un momento per se.
Si chiede perché stia facendo tutto questo, che senso ci sia. Ma in fondo all’anima la risposta la conosce benissimo: è arrivato il momento di dire basta.
 
Basta al suo passato.
Basta al suo dolore che la viene a disturbare nei sogni.
Basta alla vecchia se stessa.
Basta al ricordo.
Basta a lui.
 
Prendendo un ultimo respiro, profondo e caparbio, afferra saldamente quella busta.
Se la gira tra le mani e si sorprende di quando tutto sia rimasto lo stesso dopo tre anni.
 
Solleva la linguetta e subito un foglio bianco a righe si intravede mentre sovrasta tutto il resto.
“Strano” pensa, “di questo non ho ricordo”.
 
Si mette seduta per terra, incrociando le gambe e lascia fuoriuscire quel foglietto dalla busta e inizia a leggere la sua stessa calligrafia leggermente sbiadita di tanti anni fa.
 
“Cara me,
se hai avuto la forza di aprire questa busta, vuol dire che hai avuto il coraggio di riaprire il tuo cuore.
Quanto ti è servito per superare tutto ciò? Settimane? Mesi? Anni?
Io non te lo so dire, io faccio parte del tuo passato.
Ma sappi, che se sei riuscita ad afferrare questi ricordi, io sono orgogliosa di te.
Perché so che ne sarò uscita vittoriosa, che sarò stata capace di superare questo grande amore che mi ha fatto capitolare dal primo giorno.
Cara me, sei stata forte, più forte di quello che ora sono io.
Io che, nonostante stia nascondendo la mia vita ormai passata, che nonostante stia nascondendo lui, sto da cani.
Perché il destino ha voluto che passassi tutto questo?
Tu lo sai, cara me del futuro?

Dimmi che sei riuscita a dimenticarlo.
Dimmi che sei riuscita ad uscirne vittoriosa.
Dimmi che l’hai dimenticato.
So di quanto tutto questo sia stato difficile. Perciò facciamoci una promessa, cara me.
Promettiamo di riuscire a rialzarci, promettiamo che quando ormai sia arrivato il momento, tu brucerai tutto.
Promettiamo di chiudere questo capitolo e di non rimpiangere niente.
Promettiamo di riuscire a farcela.
Perché io so che tu ce l’hai fatta.
 
E ora lascialo andare. Lascia andare quell’amore che tanto ci ha fatto male.
E riprendi a vivere.”

 
Con le guance bagnate e gli occhi lucidi, infila nuovamente la lettera nella busta richiudendola. Chiudendo dento le lettere, le foto e i bigliettini di quei tre anni.
Di quell’amore così grande, che per tanto tempo le ha succhiato la linfa vitale dalle vene.
 
Si asciuga gli occhi e afferrandosi alla sedia della scrivania, si tira su per poi crollare seduta su questa.
Appoggia la busta gialla sulla scrivania e dal porta penne ne esce una nera.
 
Ci pensa un attimo, guarda nuovamente il calendario e sorride, finalmente, scrivendo le sue ultime parole per quell’amore ormai finito.
 
Si alza dalla sedia e prende in mano il suo vecchio diario e il quadernino rosa e determinata, si avvia sul balcone, per mantenere la promessa a se stessa.
 
Ottobre. Esattamente tre anni fa.
In una giornata così diversa rispetto al passato, lei chiude il capitolo più importante della sua vecchia vita.
In una giornata di sole, così diversa dalla pioggia di tre anni fa, guarda quel piccolo fuocherello ardere tra le fiamme.
 
Bruciano i suoi ricordi, bruciano le sue vecchie lacrime, bruciano i baci, bruciano le risate, bruciano i sogni costruiti e brucia lui, il suo primo e grande amore.

E lì brucia anche la scritta, la risposta alla sua vecchia lei del passato: ce l’abbiamo fatta.
 

 
  
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