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Autore: StormyPhoenix    20/10/2014    7 recensioni
Non ha più speranza né voglia di vivere. E' tutto nero, ormai. E improvvisamente la morte lo invita con voce carezzevole a gettarsi di sua volontà tra le sue braccia.
Nella mente, mille voci sovrapposte, ma la più forte acclamava il suicidio.
Primo tentativo di storia drammatica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Strify
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Primo tentativo di storia drammatica. L'idea mi è venuta alcuni mesi fa anche per via di una chiacchierata con una persona, parte di ciò che mi raccontò è qui in questa storia, quindi do i debiti crediti a chi ha avuto l'idea originale.
Buona lettura <3







Voleva morire.

Nulla aveva più senso, ormai.
La vita era diventata per lui un tempo vuoto e doloroso.
Troppi dolori, troppe delusioni, una solitudine pesante come un macigno.
Era riuscito anche a perdere la persona della sua vita, perché non se ne era preso cura abbastanza.
E ogni secondo che passava il senso di colpa lo trapassava come un pugnale, a più riprese.
Nella mente, mille voci sovrapposte, ma la più forte acclamava il suicidio.
E la lasciò vincere in quel dibattito interiore.
Si alzò dal letto su cui era rimasto raggomitolato per ore ed ore, andò in bagno e si sciacquò il viso; si truccò come era solito fare, si mise i vestiti migliori e poi uscì.
Tutto era già programmato nella sua mente.
Accanto alla scala per salire a teatro, colse un fiore di oleandro da un grosso cespuglio... ma egli non voleva quel fiore per la sua bellezza. Ne bramava il veleno.
Aveva calcolato quale dose fosse sufficiente per una morte dolce, e quella dose esatta assunse; dopodiché, si sdraiò sui gradini freddi nella fresca giornata autunnale.
Osservò le nubi rincorrersi nel cielo, lame di sole che ogni tanto si facevano largo tra di esse. Sentì il vento mormorare tra gli alberi e sollevare in lievi danze le foglie secche sui marciapiedi.
Non si curava di chi, passando, lo vedeva lì e lo credeva matto senza sapere che in realtà era agonizzante.
Respirava dolorosamente, attendendo la fine tanto desiderata.
L'aritmia cardiaca arrivò, e durò minuti e minuti... neanche un rigurgito gli risalì in gola.
Dopo l'aritmia, il battito iniziò inesorabilmente a rallentare...
Tu-tum. Tu-tum.
Tum.
Tum.
Tu.
T....
Silenzio.
Il suo desiderio di morte si era avverato.
Rimase lì, corpo morto ancora caldo, sui gradini di quella scala, immobile e immemore di tutto.
Se ne era andato con stile, quello stesso stile che aveva in vita, e senza sapere una cosa...
Senza sapere che qualcuno sarebbe tornato per lui e sarebbe arrivato troppo tardi. Sarebbe giunto in tempo per poter profondere calde lacrime sulla sua camicia bianca di raso, sul suo gilet nero di pelle, sui suoi capelli biondi e sul suo viso pallido e inerte dagli occhi azzurri che mai più avrebbero rivisto la luce.
E quel qualcuno era la persona più importante della sua vita.
E tutto diventò nero.

Suicidio.
Era stata davvero la scelta migliore?
  
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