Film > Howl's moving castle
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Autore: Windancer    21/10/2014    3 recensioni
Sophie pensa, pensa e ripensa in una lunga notte passata ad aspettare Howl che è sempre più distante, poi arriva il mattino in cui tutto cambia per sempre.
"Corri verso la porta, e con il cuore in gola aspetti un po’ prima di girare la maniglia ma quando lo fai non succede nulla: è una comune porta che si apre su una sola strada, come tutte le porte di questo mondo fanno."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Howl, Sophie | Coppie: Howl/Sophie
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Don’t leave me behind

 

The hearts that met by chance

call each other to a distant reality

Isolating the surging waves,

I shouted to the same dream

 

E’ notte fonda e per quanto ti sforzi proprio non riesci a dormire, ci provi da almeno un’ora ma è tutto inutile.

Ti volti e rivolti fra le lenzuola, finché una strana inquietudine non ti costringe ad alzarti.

Sospiri con gli occhi chiusi e ti ripeti: “Devo calmarmi, su, una bella tazza di the e potrò finalmente dormire.”

Nel buio scorgi però una figura e la vedi rientrare di soppiatto dall’ennesimo viaggio al di là della porta incantata. Stavolta ansima, forse è ferito. Ti domandi se abbia combattuto ancora per Kingsbury o se sia stato il consigliere di qualche ricco sultano.

All’orecchio ti giunge all’improvviso un ringhio attutito dal cuscino che ti premi sul viso con forza.

Si spegne subito però e sai per certo che vuole restare da solo in questo momento e che la tua presenza lo metterebbe ancora più a disagio.

Sai bene che è un bravissimo attore, persino con sé stesso, e continui a rimandare, ogni giorno.

Ti avvolgi meglio fra le coperte, certa che anche lui nella sua stanza stia pensando a te, a come rassicurarti dicendo che tutto va per il meglio.

Eppure le hai viste, le macchie di sangue che inzuppavano la camicia bianca che indossava.

 

There is no recourse left,

for these are days we struggle to earn

Simply touching my cheek,

you smiled very faintly

 

Non è giusto.

Ogni volta preghi con tutta te stessa che torni sano e salvo.

Sai che non glielo dirai mai, che lo accoglierai sempre e comunque con il tuo solito sarcasmo, ma il solo vederlo vivo sarà sufficiente a lenire quel dolorino al cuore che ti prende di tanto in tanto, deve esserlo, anche se non basta mai, c’è sempre una piccola parte di te che vorrebbe dirgli tutto quello che hai visto.

Il suo passato, il tuo, il vostro.

Le spirali del tempo si erano schiuse solo per te accompagnandoti in un mondo lontano e dimenticato, fra campanule e gigli imperlati di rugiada.

Come avevi potuto dimenticare?

Già, come?

La tua anima e la sua, da sempre intrecciate in una dimensione che superava qualunque legge spazio-temporale avevano continuato a cercarsi, sempre, e un giorno finalmente si erano finalmente ritrovate in un presente totalmente inaspettato.

Ma tu, tu non sei più la stessa di allora.

Basterà a liberarlo dalla sua maledizione?  

E tu, sei proprio sicura di essere la sua scelta?

Un brivido ti sale su per la schiena al pensiero che potrebbe benissimo non funzionare. In fondo, cosa ti assicura che il vincolo che vi lega sia abbastanza forte?

Ricordi bene la sua voce, il giorno prima, disperata come i suoi abbracci.

Because you are here,

the song of invisible stars

plays me the illusion named “love

 

Ma quella volta… al di là della porta sei convinta di aver sentito qualcosa, una spinta forte verso di lui e il desiderio

Sospiri, stringendoti le ginocchia al petto mentre Calcifer borbotta qualcosa nel sonno.

E quando senti ancora il tonfo della porta che si richiude dietro di lui sussulti, ma fai presto a trattenere un grido di sorpresa e resisti all’impulso di andargli incontro e guardarlo negli occhi, perché è di questo che hai più paura, che la guerra lo consumi fino in fondo privandolo della sua anima per sempre.

Temi che nel suo sguardo possa non esservi più nulla di umano e questo ti spaventa fino al punto da immaginare che cosa succederebbe se decidesse di abbandonarsi per sempre all’oblio della dimenticanza.

Non hai il coraggio di aprire le palpebre, ma sei assolutamente certa che sia vicino al tuo letto, indeciso se svegliarti e salutarti o fare come sempre e rinviare al giorno dopo. Percepisci chiaramente la sua esitazione finché non senti i suoi passi allontanarsi, piano piano.

E’ successo ancora, ti maledici perché hai creduto di essere la più forte tra i due e invece, ti sei tirata indietro anche tu.

Vorresti piangere.

Vorresti alzarti e urlargli forte che sì, sai benissimo che è lì ma non sei tu a dover  far sempre il primo passo.

Vorresti dirgli che hai paura, una paura folle che quella sia l’ultima occasione per vedersi, sfiorarsi, prima che accada l’irreparabile.

 

The hearts that were separated

call each other to a distant reality

Beyond the surging sky,

we are watching the same light

 

Ti mordi il labbro inferiore, imprechi e ti senti così debole, una codarda.

E’ mattino ormai, e ti rendi conto con una risata isterica di aver trascorso tutta la notte in bianco.

Poi avverti una strana sensazione alla bocca della stomaco, i pensieri corrono al velo di tristezza che hai visto sempre più spesso nei suoi occhi, ti alzi di soprassalto, sobbalzando al fischio di un treno.

Ti precipiti in tutta fretta al piano di sopra, non ti importa di far rumore ma lui è già andato via.

Il castello è stranamente silenzioso.

Allora ti guardi intorno, spalanchi gli occhi, e capisci che ormai è troppo tardi quando ti accorgi che il fuoco ha smesso di crepitare, al suo posto una manciata di tizzoni fra la cenere. Corri verso la porta, e con il cuore in gola aspetti un po’ prima di girare la maniglia ma quando lo fai non succede nulla: è una comune porta che si apre su una sola strada, come tutte le porte di questo mondo fanno.

Hai la gola secca e un improvviso bisogno di aria fresca.

Ti ravvivi i capelli con le dita intorpidite, e riesci a sentirlo, il suo profumo, è ovunque e ti soffoca.

Quello che resta è solo il  fantasma d’una carezza sulle pelle, un bacio a fior di labbra, l’ultimo addio.

Sorridi Sophie, di un riso amaro e incerto prima di volgere lo sguardo lontano da quel bianco che ti assale.

 

Vigliacco, mi hai lasciata indietro un’altra volta.                   

 

 

 

 

 

Nda: Entra in questo fandom in punta di piedi con un finale terribile oserei dire.

L’idea per questa shottina mi è venuta due sere fa, dopo una giornata veramente infernale. Avevo bisogno di rilassarmi e come faccio spesso da un po’ di tempo a questa parte scrivo qualcosa, qualunque cosa e riesco a calmarmi.

Ho sempre voluto scrivere qualcosa che fosse ispirato ai film del maestro Miyazaki e in particolare Il castello errante di Howl è stato il primo che ho visto circa 3 o 4 anni fa, o forse anche di più.

L’ho amato così tanto che ho letto anche i primi due libri della trilogia della Wynne Jones, il terzo mi aspetta a breve.  Qui ho dato una mia versione dei fatti su quello che avrebbe potuto provocare la guerra su Howl ma visto dal punto di vista di Sophie e sapendo quando sia testardo Howl ho esasperato un po’ le cose.

Che fine ha fatto la porta? Che fine ha fatto Howl? Questo sta a voi deciderlo miei cari lettori ^_^

Spero che vi piaccia, e recensite, ditemi cosa vi piace e cosa no, qualunque cosa vi passi per la testa.

Alla prossima fan fiction e a presto:*

Windancer

 

Disclaimer: I personaggi appartengono ai rispettivi autori, la storia non è stata scritta a scopo di lucro e la canzone è Distance delle Fiction Junction in una traduzione inglese ripresa parzialmente dal sito Canta per Me dedicato a Yuki Kajiura.

  
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