In un lontano paesino, sperduto
tra le lande desolate
di una terra sconosciuta, viveva il figlio di un nobile signore
possedente di terreni.
Era d'animo gentile, come pochi ne esistevano. Era
amato dalle persone e tutte le ragazze del posto lo volevano in
matrimonio.
Egli, però, desiderava ardentemente vedere il mondo
che esisteva oltre alla distesa di terra e campi; desiderio purtroppo
irrealizzabile, dato che il padre voleva che egli seguisse le sue
orme, volente o nolente.
Tutte le notti il ragazzo si
addentrava nel bosco, si
sedeva su una roccia che sporgeva su un dirupo e raccontava la sua
vita alla grande sfera luminosa che pareva galleggiare nel cielo
stellato.
Lui la osservava affascinato, come se tutte le volte
la riscoprisse.
Nessuno a quel tempo si interrogava troppo sulla sua
provenienza, ma il ragazzo sentiva la forza che emanava e i segreti
che custodiva, perché ella sorgeva solamente quando tutti
erano nei
propri letti a dormire beatamente, come se volesse nascondere
qualcosa.
Una notte, però, la sfera misteriosa scomparve,
privando tutti della sua bellezza.
Solitamente era lei che illuminava la via di casa, ma
adesso l'oscurità avvolgeva il bosco e il giovane si perse
tra
frasche e cespugli.
Mentre camminava, cercando la via, improvvisamente
inciampò in qualcosa, ma si riprese in tempo per non cadere
a terra.
Quando si girò per vedere su cosa fosse caduto,
rimase abbagliato dalla bellezza della cosa su cui aveva posato gli
occhi.
Una ragazza giaceva a terra e quasi sembrava che
dormisse. La sua carnagione era bianca come il latte, i capelli
sembravano d'argento vivo e aveva indosso una veste bianchissima; si
meravigliò di come il tutto sembrava brillare di luce
propria.
La prese tra le sue braccia e sfruttando quella
flebile luce il ragazzo ritrovò il sentiero portandola nella
stalla
di un contadino vicino per aspettare che si risvegliasse, senza
rischiare che il padre lo scoprisse.
Il mattino dopo, alle prime luci
del giorno, egli era
già li con del cibo per ristorare la povera sventurata del
bosco.
Quando lei si svegliò inizialmente si spaventò,
ma
quando diede al giovane la possibilità di osservarla meglio,
lui
notò con sua gran sorpresa che i suoi occhi erano di un
azzurro mai
visto, tanto che parevano di ghiaccio.
I due passarono tutto il tempo insieme, lei disse di
chiamarsi Luna e mentre le settimane passavano, loro stavano
lentamente iniziando a innamorarsi.
Passavano insieme tutto il loro tempo e lei tutte le
notti s'illuminava sempre di più.
Il padre, però, con con il passare dei mesi
iniziò
ad avere dei sospetti sul figlio, quindi una sera lo seguì
in una
delle sue passeggiate abituali e vide i due insieme.
Perciò, quando il ragazzo se ne fu andato, l'uomo
minacciò la ragazza di morte se non lo avesse lasciato
andare.
La mattina dopo il giovane si recò nella vecchia
stalla, posto dove la ragazza ormai viveva, e trovò un
biglietto da
parte di lei:
Mio amato, perdonami se
ho dovuto farlo.
Ci vedremo stanotte, nel posto dove ci siamo amati la
prima volta.”
Il ragazzo disperato la
cercò ovunque, ma senza
risultati, per poi chiudersi in casa e li restò anche per i
giorni
che seguirono.
Egli, ormai distrutto, decise di porre fine a quella
sofferenza che lo lacerava da dentro e, durante la notte, decise di
recarsi al dirupo nel bosco.
Arrivato, però, vide qualcosa che mai si sarebbe
aspettato.
Lei era sempre stata li, nell'unico posto che lui
aveva ignorato e finalmente l'aveva ritrovata.
Più luminosa che mai, la sfera adesso era tornata in
cielo, ma non era più liscia, bensì gli sorrideva.
Passarono gli anni e il giovane
mise su famiglia e
carriera, ma da quel giorno, tutte le notti, egli si recava sul
dirupo da quel meraviglioso sorriso, fiche un giorno non decise
finalmente di ricongiungersi con la sua amata.
Lei lo amava da la prima volta in
cui lo aveva
visto guardarla affascinato. Voleva amarlo come una persona, ma il
fato li aveva fatti trovare per dividerli, anche se nel profondo i
loro cuori sarebbero sempre stati uniti. Angolino
della
scrittrice
Questa
storia era già presente sul mio profilo, ma è
stata revisionata e
sostituita.
Che
schifo. Chi è quell'idiota che ha scritto questa Un
abbraccio, Sophie
Lui la chiamava come la prima ragazza che gli aveva
rubato il cuore e da quel momento il nome per la sfera luminosa fu
trovato tra la gente: Luna.
Mi
chiederete perché non ho cambiato semplicemente il testo e
io vi
rispondo: perché si.
Quando
sono tornata a leggerla la prima cosa a cui ho pensato è
stata:
Beh,
spero che adesso non debba tornare e schifarmi di nuovo :')
Ok,
vado.