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Autore: Marina Bastiani    24/10/2014    1 recensioni
Ero intrappolata da leggere catene d’oro che non mi permettevano di uscire. Stavo bene ma allo stesso tempo male. Era ciò che volevo ma una volta ottenuto seppi che non era per me.
A mio malgrado ormai ne ero assuefatta.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero intrappolata da leggere catene d’oro che non mi permettevano di uscire.
Stavo bene ma allo stesso tempo male.
Era ciò che volevo ma una volta ottenuto seppi che non era per me.
A mio malgrado ormai ne ero assuefatta.

 
Un caldo e afoso pomeriggio di agosto, stravaccata sotto il gazebo del giardino a fumare una sigaretta, in attesa, osservavo oziosamente le poche farfalle che volteggiavano nell’aria.
Chiamai il mio maggiordomo per richiedere un’ennesima tazzina di caffè e il viso amichevole e familiare di Mitchwell si voltò sorridendomi.
“Dica bella signorina, cosa desidera?”
“Una tazzina di caffè, grazie.”
“Chi sta aspettando, se posso chiedere?”
“Beh ormai dovresti saperlo bene.”
“Ah ho inteso…mi faccia indovinare, il signorino Rich per caso?”
“Anche questa volta non sbaglia mio caro!”
Gli rivolsi il sorriso più caparbio che avessi mai avuto.
Mentre aspettavo senza fretta, il pinguino di famiglia mi rivolse una curiosa domanda.
“Mi dica signorina, le ha mai detto “ti amo” il suo Rich?”
“Certo, molte volte”
“E lei gliel’ha mai ridetto?”
“Certo, tante volte quante lui ne disse a me.”
“E lei è sicura che l’ama?”
“Certo, me lo dimostra sempre ogni volta in modi diversi.”
“E lei è certa del suo amore?”
“Mitch, te l’ho detto già che mi fido di lui. Sai che non mi piace ripetere le cose!”
“Oh cara signorina ma io non mi riferivo a lui, io parlavo di lei. Lo ama signorina?”
A quella domanda non seppi dare risposta, le parole mi si bloccarono in gola, non riuscivo più a respirare. Vedevo solo i movimenti concentrici della mano di Mitch pulire con uno strofinaccio le luride tazzine.
Rivolsi uno sguardo di confusione nei suoi occhi marroni che si aspettavano una risposta, benché un guizzo di malizia brillò in essi, ammettendo che in parte mi avevano già capito più di quanto potessi farlo io in quel momento.
Non mettevo in dubbio il fatto che a quel ragazzo gli volessi un gran bene; aveva saputo accettarmi per quella che ero- una ridicola figlia unica che vive in una gabbia d’oro, meschina e senza amicizie- e mi aveva sostenuto in così tanti momenti difficili , ma ancora non sapevo se lo amavo o meno.
Non sapevo nemmeno quale fosse il significato di quella parola. Cosa vuol dire amare?
Non potrei mai esprimerlo, ne scriverlo, non ne sarei per niente capace.
Fissavo ancora quegli occhi marroni in cerca di qualche cosa da dire ma le parole mi morirono in bocca e un lieve “non lo so” uscì timido, sospinto solo dalle mie labbra.
Abbassai lo sguardo sui piedi scalzi, delusa dal mio stesso cuore di pietra.
Mitch contraccambiò con uno sguardo ironico e apprensivo alle mie esuli parole e continuò a spronarmi. “Signorina suvvia, non dica baggianate, sappiamo tutti che vi volete un gran bene te e il signorino e che insieme fate una bella coppia felice. Non è così? Non è felice anche lei?”
A quelle parole scoppiai di rabbia.
“Io, felice? Ti sembro felice?!”-Gridai furiosa-“Guarda!” Alzai il braccio indicando il polso “La vedi questa catena, questa grossa catena d’oro? È l’amore. Può un usignolo essere felice e cantare la sua canzone preferita a comando? Può un essere umano amare negando la sua libertà? Rispondimi Mitch, io posso?”
Grosse lacrime pendevano dagli occhi, abbassai il braccio e di nuovo lo sguardo pieno di vergogna.  
Piangevo sostenuta, con le mani che coprivano il volto.
Inaspettatamente delle braccia cinsero la mia vita in una morsa e un leggero tocco sfiorò il mio collo.
“Perché non me l’hai mai detto?” sentì sussurrare nell’orecchio.
“Perché sapevo che ti avrei perso, una persona come me che ha tutto non dovrebbe lamentarsi.”
Mi girai e lo guardai dritta nei suoi bell’occhi color miele, ancora fortemente stretta nel suo abbraccio.
“Non è giusto Rich: ci sono persone che cercano l’amore con tutte se stesse e che lo meriterebbero molto più di me e invece io sto qui a lagnarmi di ciò che ho, come una bambina che fa le bizze. Nemmeno io so cosa voglia in realtà, meglio te o la mia libertà?”
Mi scrutò l’anima attraverso le iridi, lui sapeva già cosa dirmi ma certe volte le parole non bastano e un bacio colmò qualunque dubbio.
   
 
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