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Autore: BlueDy    24/10/2014    0 recensioni
(.......)
-Sapevo di trovarti ancora qui-
-Sei un po’ in ritardo- continuavo a fissare il vuoto davanti a me.
-Come sempre del resto,no?- abbozzai un leggero sorriso.
-Quando abbiamo cominciato ad odiarci così?- chiese sedendosi accanto a me. Potevo sentire il suo profumo,quello di sempre.
-Lo sai quando. Io ti amavo James,davvero-
-Non sei proprio brava a dimostrare le tue emozioni però..-
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                  Nina

"Svegliati Nina,fatti forza,oggi è un altro lunedì in quell'azienda" pensai rannicchiandomi sotto le coperte. Ogni mattina era la solita storia,non che il mio lavoro non mi piacesse,anzi però diciamo che non avevo proprio il miglior capo del mondo. 
Scesi giù dal letto e mi trascinai sotto il getto d'acqua caldo della doccia. Quello era forse il momento migliore di tutta la giornata che stavo per affrontare. Assaporai ogni minuscola goccia che mi scivolava addosso e mi feci cullare da tutto il vapore che si era creato. 
"Nina,Nina. Esci dalla doccia,ora tocca a me". Quella voce mi riportò alla realtà. Una voce così acuta non poteva essere confusa; Caroline.
"Ok,Caro,sto uscendo. Ma non potevi alzarti un po' prima? Sappi che non ti aspetterò per andare al lavoro"dissi prendendo al volo un asciugamano.
"Sai benissimo che non lo faresti mai,mia dolce Nina" rispose a tono Caroline.
Sgattaiolai in camera ed indossai la gonna nera e un camicetta bianca; avevo solo 22 anni e non volevo sembrare una delle tante donne vissute che vedevo arrivare, rassegnate, in ufficio. Cercai di sistemare i riccioli rossi che ondeggiavano sul mio viso,misi un leggero rossetto,un filo di mascara e via. 

"Grazie per averci portate in ufficio,Joe", disse Caroline rivolgendo un sorriso all'autista.
"Dovere,signorine" ricambiò.
Trascinai giù dall'auto Caro per non arrivare in ritardo al lavoro,anche oggi. 
"La smetti di flirtare con chiunque?" le domandai divertita e continuai "Lascia stare il povero Joe,ha una fidanzata".
"Uffa,lo so..ma andiamo,mi hai vista?" rispose girando su se stessa entrando in ascensore. In effetti non aveva tutti i torti; tutti gli uomini erano affascinati dalla sua bellezza. Era alta un metro e settantasette centimetri,portava con eleganza una chioma bionda che le ondeggiava sulla schiena e due occhioni verdi che facevano invidia a chiunque. Amava farsi notare e non lo nascondeva affatto. 
"Sì,se fossi un uomo ti avrei già fatta mia" scherzai divertita mentre le porte dell'ascensore si aprivano. 
"Dove pensate di stare,signore?" ci riprese una voce piuttosto rauca.
"Signorine,James,signorine" replicò Caroline infastidita.
"Qui dentro comando io,non dimenticartelo biondina" rispose il ragazzo.
"James,non sognare! Ti ricordo che fino a due anni fa uscivi con noi,abitavi con noi,eri un nostro amico. Poi però il papi ti ha affidato l'azienda e sei diventato lo stronzo ..che sei"
"Andiamo Caroline,stiamo rubando tempo prezioso al nostro capo" feci per andarmene quando James mi afferrò il braccio.
"Attenta rossa,attenta a come parli" disse con tono minaccioso.
"Altrimenti cosa? Mi licenzi? Ti ricordo che tuo padre mi ha implorato per venire qui e darti una mano. Toccami un'altra volta e ti rompo quel nasino che ti ritrovi" 
"Uh-uh,attento James,la gattina graffia" si intromise Alex. 
"Andate a lavorare,signorine" ci liquidò James.
"Bravo,vedo che hai capito. E pensare che..." 
"Caroline,andiamo." la trascinai via. Ogni mattina la stessa storia con James e Alex
"Io non lo so proprio. Ma come si permette? Se non era per te,lui non avrebbe mai avuto quel posto.. Cavolo,eravamo tutti migliori amici."
Caroline aveva ragione,se non fosse stato per me James non sarebbe mai diventato il capo di una multinazionale. Suo padre si fidava più di me che di lui. Io,James e Caroline eravamo cresciuti insieme: stesse scuole,stesse amicizie,stessi college e stesso appartamento. Alex si aggiunse al gruppo una volta finito il liceo. I nostri genitori erano amici di una vita così,un bel giorno,il padre di James decise di abbandonare il lavoro e passare i suoi giorni insieme ai nostri genitori tra vacanze ai Caraibi e nuovi hobby,lasciando l'azienda nelle nostre mani. Tutto ciò è successo solo a causa di una condizione: James avrebbe assunto il controllo di gran parte della multinazionale solo se io e gli altri avessimo accettato di lavorare con lui. A differenza di Caroline e Alex,io e James avevamo le quote più grandi,quindi i capi eravamo noi,in teoria..ma in pratica James rendeva la vita difficile a me e Caro ogni singolo giorno. 
Non era sempre stato così,anzi,noi 4 eravamo i migliori amici di sempre proprio come i nostri genitori,ma qualcosa andò storto. Non sapevo esattamente ne quando ne perché ma James era cambiato e Alex lo aveva seguito. 
   
 
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