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Autore: Vortex    25/10/2014    3 recensioni
Il suo corpo perfetto, da bambola di porcellana, era diventato un involucro vuoto, lacerato tristemente da quei sentimenti troppo umani, lasciandola riversa, scarna e inconsistente.
L'unica cosa intatta era quello sguardo inquietante e vitreo, che hanno i giocattoli, finché tutte le sue sensazioni non si ridussero al calore dell'abbraccio in cui era stretta.
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki Kain, Ruka Souen
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Disclaimer: I personaggi della seguente storia non mi appartengono, essi sono materiale dell'autore di riferimento, al contrario questa fanfiction mi appartiene e ne detengo i diritti d'autrice.


 

Et cum spiritu tuo.



<< N-non so più cosa fare … >> accolse quelle parole sibilate, abbracciando un dolore che lo pugnalò con la violenza di un coltello. Un paletto conficcato nel cuore morto dentro al suo petto. E quella ragazza a cui accarezzava i capelli era dura, congelata nel ghiaccio della sua triste esistenza, ma come quello stesso ghiaccio, era troppo fragile, troppo effimera. E Akatsuki la stringeva a sé per impedirle di sfracellarsi al suolo, neanche fosse stata l'ennesimo bicchiere scagliato a terra dalla sua furia omicida, che mieteva unicamente il vetro delle proprie stoviglie.

<< L'unica volta che lui ha desiderato il mio sangue... E' stato quando sono arrivata qui, quando sono arrivata in questo collegio. >> sputò tra le lacrime di fiele, di sangue impuro. << Quella sola ed unica volta... Perché!? >> lui non rispose nemmeno, la ascoltava paziente, sotto le sue stilettate rimaneva con le braccia aperte e le mani tese, lo sguardo castano perso nel vuoto, velato da una patina lucida impossibilitata a tradursi in pianto.

Sbuffò, neanche fosse davvero divertito da quella situazione, una risata ironica soffocata sul nascere. Onde morbide si intrecciavano alle dita affusolate di Akatsuki, erano marmo tra il color pesca di quei capelli di seta, lunghi, dolci. << Dovresti saperlo. >> rispose algido. E lei aveva smesso di ascoltarlo. Impresse a ferro e fuoco, come un marchio che malediceva la sua intera esistenza, erano le parole dure del Nobile Kaname, di cui si era servito per rifiutare il suo sangue.

Per un non-morto, l'unica fonte di sostentamento consisteva nel rubare la vita altrui, e nessuno avrebbe esitato di fronte all'offerta che Ruka aveva fatto a Kaname.

Lacrime cremisi le lambivano il volto cesellato nella porcellana, avvertì il tentativo debole di Kain nei suoi confronti di consolarla, e nonostante fossero entrambi vuoti all'apparenza come deserti di ghiaccio, celavano al proprio interno un amore che bruciava con l'ardore del fuoco dirompente, e avevano solo paura di lasciarlo esplodere, perché avrebbe potuto fare tabula rasa delle loro difese.

Avvertiva una rottura dentro il petto, uno squarcio che le stava distruggendo il corpo minuto, all'apparenza fragile, ma colmo di una forza disumana. Nello sterno poteva avvertire un liquido caldo diffondersi e penetrarle ogni fibra dell'organismo, facendola sentire meno eterna, meno inarrivabile, meno sola.

Alzò il volto sottile, angelico, penetrando gli occhi marroni, screziati di rame, di Akatsuki con i propri, potevano vedersi mediante la luce della luna, spettatrice muta e immobile. Lui era bellissimo, come un sogno effimero, eppure...

I sogni non fanno male...

E sebbene fosse morta, percepiva il cuore martoriato dentro al suo petto, prossimo a scoppiare. Nel momento in cui il vampiro si avvicinò maggiormente al suo viso, quel povero organo andò in frantumi, e milioni di schegge impazzite fluttuarono dentro di lei, andandosi a conficcare nella sua carne. Il suo corpo perfetto, da bambola di porcellana, era diventato un involucro vuoto, lacerato tristemente da quei sentimenti troppo umani, lasciandola riversa, scarna e inconsistente.

L'unica cosa intatta era quello sguardo inquietante e vitreo, che hanno i giocattoli, finché tutte le sue sensazioni non si ridussero al calore dell'abbraccio in cui era stretta.

<< Ruka... >> mormorò Akatsuki, e lei non poté fare a meno di pensare che fosse bellissimo, mentre baciava le sue labbra tremanti, ancora sporche del sangue che aveva pianto, suggellando un patto di appartenenza che avrebbe accentuato il suo dolore, finché non le sarebbe rimasto altro a cui aggrapparsi, nella sua esistenza eterna. Le orecchie chiuse avvertirono il suono di una preghiera, ad intonarla era una voce rotta dal pianto. Se solo avesse avuto il coraggio di aprire gli occhi nuovamente, avrebbe potuto accorgersi che l'angelo di cui avvertiva il canto, nient'altri era che chi la stringeva tra le braccia.

 

Note di Vortex: eh... nulla ci tenevo a dire che questo è l'ultimo remake che posto di VK. Se ci saranno prossime storie, saranno delle inedite a trecentosessanta grandi. Detto questo, niente, se ne avete voglia lasciate pure una recensione, altrimenti fa nulla XD
Alla prossima!
  
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