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Autore: Parsifal    26/10/2014    0 recensioni
Qualche mese fa (hem... settimana più settimana meno ) ho promesso a Luigina, una mia cara amica, di scrivere una favola per lei, che avesse come protagonista lei e Manu, un suo amico molto speciale.
So che ci ho messo un po' di tempo, amica mia, ma alla fine ce l'ho fatta.
Del resto è una favola speciale e non volevo correre il rischio di sbagliarla.
Spero che vi piaccia e che vi porti il nostro messaggio speciale... ricordiamoci sempre che le cose preziose non si perdono... mai.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cose preziose

Un giorno non troppo lontano nel tempo, vicino ad una splendida foresta in un bellissimo paese delle nostre Alpi, viveva una dolcissima bambina che si chiamava Luigina.
Luigina era una bambina come tutte le altre, infatti aveva una casa che per lei era bellissima, una mamma e un papà che le volevano molto bene e una sorellina che, anche se a volte le faceva dei dispetti, non era poi così malvagia.
Anzi... diciamo che le andava a genio!
E c'erano anche due fratelloni che la difendevano ogni volta che era necessario.
Non le mancava proprio nulla...
Ed invece no, qualcosa le mancava... qualcuno anzi.
Un cucciolo da crescere, un cucciolo tutto per lei, che non fosse il classico gattino, visto che ne aveva già sei!
Forse era proprio per quello che il suo papà non ne voleva sapere di prendergliene un'altro.
Non è che lei avesse troppe pretese eh... le bastava un cucciolo qualunque, non necessariamente un cagnolino, ma anche uno dei tantissimi animali che popolavano la "sua" foresta, peccato che sia papà che mamma non ci sentivano più, da quell'orecchio.
E nemmeno dall'altro se era per quello!
Ma arrivò anche per lei il giorno in cui compì 10 anni e diventò, ufficialmente, "quasi grande".
Ebbe il permesso di andare a fare passeggiate da sola nella foresta.
Chiaramente non poteva inoltrarsi molto e doveva tornare a casa quando la mamma la chiamava, ma comunque questa era già, di per se, una splendida notizia.

E fu durante una di queste passeggiate che incontrò colui che divenne il suo migliore amico.
Ma andiamo con ordine... dunque... Luigina stava camminando, felice e contenta, osservando tutto quanto e conservando ogni cosa nel suo cuore, per non perdere nulla di quella sua prima passeggiata da quasi-adulta quando, in una piccola radura, riparata da un grandissimo albero le cui fronde arrivavano fin quasi a terra, trovò un piccolo cerbiatto.
Era meraviglioso, aveva due occhioni immensi ed era semi sepolto dalle foglie e dai rami.
Era solo, la sua mamma non c'era perché, e questo Luigina non poteva saperlo, era stata uccisa da un cacciatore (anche se la caccia era ancora chiusa ).
La nostra piccola amica se ne innamorò immediatamente e lui, il nostro cerbiatto, invece di scappare terrorizzato, restò li accanto a lei, fidandosi di quella bambina dall'espressione così dolce e dal profumo buonissimo.
Luigina le portò vicino un po' di erba ed un po' di muschio per farlo mangiare e stette li con lui fino a che, la voce della mamma, non la chiamò.
Visto che non voleva farsi scoprire corse subito a casa, prima che venissero a cercarla, con la gioia nel cuore.
E questa gioia durò a lungo, per tutta l'estate e parte dell'autunno.
Lei diventò la sua mamma adottiva, in pratica.
Lo curava, lo puliva, gli portava da mangiare e teneva la sua tana in ordine.
In cambio il cerbiatto, che lei aveva chiamato Manu, l'aspettava ai margini della foresta ogni giorno, le correva incontro e "sfregava" il musetto sul suo collo, per poi correre insieme a lei, felice.
Ma tutto questo, un triste giorno, terminò.
Perché arrivò l'Inverno e, con esso, la prima neve che ricoprì tutto con la sua coltre bianca.
A Luigina piaceva tantissimo l'Inverno con la sua meravigliosa neve, come a tutti i bambini-quasi grandi ( e piccoli...) ma, purtroppo, quest'anno la neve voleva dire niente passeggiate nel bosco, perché il suo papà non le avrebbe permesso mai e poi mai di mettere piede nella foresta con tutta quella neve e quel freddo.
E così fu.
La sua disperazione fu grandissima, quasi come tutta la neve che era caduta quell'anno.
Anche se voleva disubbidire ( cosa che lei non faceva mai...) ( hem... quasi mai...) quella volta era impensabile.
Troppa neve e lei non era ancora così grande da poterla affrontare.
E il suo amico Manu come avrebbe fatto senza di lei, con tutto quel freddo?
Questo pensiero non le diede tregua e, chiaramente, mamma e papà che avevano intuito qualcosa, ebbero la conferma che la loro piccolina si era messa nei guai.
Non ci volle molto per farla parlare, a dire il vero, perché lei moriva dalla voglia di confidarsi con un " grande" e farsi, così, aiutare.
E i " grandi" in questione furono fantastici con lei.

Perché, invece di arrabbiarsi, visto che aveva nascosto una cosa così importante, le assicurarono che madre natura non avrebbe abbandonato il piccolo cerbiatto ( per sicurezza lei iniziò a pregare anche San Francesco che, come tutti sanno, amava taaaanto gli animali) e poi le promisero che, appena la neve si sarebbe sciolta, sarebbero andati tutti insieme a cercarlo.
E intanto i giorni e le settimane passavano e, come accade ogni anno, anche l'Inverno se ne andò e lasciò spazio alla primavera.
Luigina sapeva che sarebbe accaduto ma, questa volta, sembrava davvero che l'Inverno dovesse durare in eterno.

Così non fu per fortuna e, appena i primi caldi fecero sciogliere anche l'ultima neve che resisteva, il papà accompagnò una scalpitante Luigina a cercare il suo amico "quasi figlio adottivo".
Corse alla loro tana con il fiato in gola per trovarla... vuota.
Lo cercò nei dintorni e lo chiamò ma di lui non c'era traccia.
Il papà si avvicinò a lei e l'abbraccio, cercando di consolarla e di placare le lacrime che scendevano, copiose.
Ma era come arginare un'oceano.
Impossibile.
Davvero?
... Eppure mentre era li, tra le braccia del papà e i singhiozzi la scuotevano tutta, la voce calda del suo papà riuscì a penetrare nella sua disperazione, in particolare le parole " cerbiatto" che ripeteva, stupito.
Luigina alzò la testa di scatto e cercò il suo amico cerbiatto... lo cercò ma non lo vide... vide però, al suo posto, uno splendido cervo che era fermo a pochi metri da loro e li osservava, attento.
Cosa che stava facendo anche Luigina chiaramente.
C'era, in quello splendido cervo, qualcosa che le suonava strano... ma che non riusciva a capire.
Si alzò lentamente, per non farlo scappare, e si avvicinò di qualche passo per osservarlo meglio.
Le sue corna non erano tanto grandi, questo voleva dire che era ancora giovane.
E poi aveva quel non so che di familiare che...
"Manu..." sussurrò incredula quando notò una macchia sul petto.
Una piccola macchia dalla forma particolare che aveva anche Manu.
Lo chiamò di nuovo, più sicura questa volta, mentre il cuore, nel petto, si metteva a fare le capriole e il cervo si avvicinò a lei ulteriormente, fino a sfiorarla.
E li Luigina gli mise le braccia al collo, stringendosi a lui e piangendo di nuovo... dalla gioia questa volta.
Lo aveva ritrovato.
Il suo amico era tornato.
Manu sfregò il muso nel suo collo, come faceva da cucciolo, e si mise a correre intorno a lei. Iniziarono a giocare di nuovo e il papà se ne andò piano piano, per non disturbarli.
Quel giorno la lasciarono giocare un po' di più, ormai erano tranquilli, sapevano che la loro bambina aveva un amico speciale, che l'avrebbe sempre aspettata e difesa da ogni pericolo.
Perché è quello che fanno gli amici.
Si aspettano senza demoralizzarsi.

 Hanno fiducia l'un l'altro e si difendono a vicenda.
E quando si ha la certezza di avere un amico non si può nasconderlo.
Bisogna portarlo alla luce perchè tutti possano vederlo, affinché illumini i cuori di chi vive in un perenne e freddo Inverno.


"Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. (Matteo 5:14-15) "


   
 
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